mercoledì 1 gennaio 2014

UNA NOTTE DI FOLLIE





LA CUCCIA DEL CAPO quater





Sono lì che aspettano, tutti puliti, profumati e impazienti. Appena fuori dal cancello del cimitero, dove abitano. Sono i mici della Colonia felina di Piscille, invitati anche loro al cenone di Capodanno alla Reggia.
Salgono in auto e appoggiano delicatamente sulla cappelliera il mazzo di crisantemi freschi per la Consorte, presi in prestito dall’ultimo funerale della mattina.
Dirigo verso la Reggia mentre nove paia di occhi felini osservano attentamente il panorama dalla superstrada: è la prima volta che escono dalla loro piccola e triste realtà.
Ad accoglierli alla Reggia c’è ARANCINO, il loro ex collega trasferito, che fa gli onori di casa presentando la Consorte ancora affaccendata ai fornelli. Fanno i rituali omaggi e offrono i fiori, poi vengono guidati dall’ex collega zoppo in un tour che comprende pure la visita alla tomba di JAZZ, altro ex collega sfortunato, sepolto al cimitero dei Gatti della Reggia.
Dopo circa un’ora suona il citofono del cancello. E’ TAZZA che chiede che venga aperto.
“Ma non potete passare tra le sbarre come tutti i gatti normali?” chiedo innervosendomi.
“Il nostro mezzo non ci entra!” risponde scontroso.
Il loro mezzo?
Aziono l’apricancello ed esco a controllare. Entra l’ Apecar dell’uomo di fatica del convento guidata da INTREPIDO e con tutti i gatti sopra al cassone.
“Ma siete pazzi?” grido loro.
“Perché?” risponde INTREPIDO lanciandomi le chiavi dell’Apetto come ha visto fare in qualche film al posteggiatore del grande albergo.
“Avete rubato l’Apetto al convento!”
“No!” interviene TAZZA. “Solo preso in prestito, stanotte glielo rendiamo intero, spero.”
Cominciano le varie presentazioni tra i mici che non si conoscono e i tre capo comunità, CANNIBALE, TAZZA e CLODOVEO si appartano in una saletta a discutere qualcosa di importante tra loro.
Alle 21 inizia il cenone.
Novanta gatti che banchettano nel salone, solitamente proibito alle presenze feline, sono troppi anche per la tolleranza della Consorte che comincia a pentirsi di aver definito il cenone “una splendida idea”.
Ma oramai la frittata è fatta…
Mancano all’appello PACCOLINO e MAGOO, ricoverati dai veterinari per i loro problemi, ma sono sostituiti dagli imbucati INTREPIDO, invitato dai “Coloni” per via dell’Apecar, e sua sorella ALICE, fresca di fidanzamento con lo scemo della Colonia, CREMINO.
Fino alle 23 è tutto un mangia-mangia, bevi-bevi e rutta-rutta dei felini affamati, mentre le tre piccole GIGIA, GINGER e BITTER stanno in una cameretta a fare giochi tra loro.
Finito di divorare il pandoro farcito con mousse di tonno i capo comunità si avvicinano con tre pacchetti tra le zampe e me li porgono facendomi gli auguri a nome di tutti i gatti presenti ed assenti.
Sono commosso mentre li scarto.
Il primo pacchetto contiene un libro con i fumetti di Simon’s Cat che viene subito requisito dalla GIGIA e cominciato a colorare con i pastelli.
Il secondo contiene un robusto guanto per la mano destra che protegge, però, solo il dito indice. Lo osservo perplesso mentre CLODOVEO spiega la sua funzione.
“Serve per aprire le scatolette di cibo, molte scatolette, senza che ti spacchi il callo che ti è venuto tra le falangi superiori quando fa freddo.”  
Un pensiero veramente valido: solo chi apre decine di scatolette al giorno può capirne l’utilità.
Il terzo pacchetto contiene un accendino usa e getta. Nero, con un gatto stilizzato in verde. Mentre rimango a bocca aperta dalla sorpresa  noto che TAZZA mi fa l’occhiolino.
Aspettiamo la mezzanotte ballando con le canzoncine dello Zecchino d’Oro “44 gatti” e “Volevo un gatto nero” per far contente le piccole del branco.
Dopo il brindisi e i rituali auguri le tre piccole pesti crollano a terra e vengono portate in un cuccia a fare la nanna dalla CICI, la Tata della Reggia.
Nello stesso momento sparisce il vecchio giradischi coi successi felini dello Zecchino e le varie bevande ana o poco alcoliche per far posto a un moderno stereo e diversi cartoni di birra e superalcolici rimediati sicuramente da INTREPIDO in una razzia di qualche villa di Monte Malbe.
E’ techno assordante fino alle tre di notte, cioè fino a quando l’ultimo gatto stramazza al suolo ubriaco.
“Mica possiamo rimandarli su in questo stato!” osserva, preoccupata, la Signora.
“Eh! Sarebbe la volta buona che ci liberiamo di tutti!” replico.
“E chi gliela ricompra l’Apecar ai frati?” domanda.
“Giusto.”
Li trasportiamo tutti nel garage, adagiandoli, a strati, sul grande divano.
“Domattina qua sarà un disastro”, osserva la Consorte.
“Capito…” rispondo.
Passerò il primo dell’anno a ripulire vomito ed escrementi vari di gatto, come sempre d’altronde.
Anno nuovo, vita nuova: ma vaffanculo!   


SPINELLO ancora ubriaco sul piazzale della Reggia
                                                            

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