mercoledì 30 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

CHE ABBIOCCO...

LE NOSTRE FOTO (segnaletiche)

QUESTURA DI PERUGIA


NOME - TARANTOLA
SESSO - F (sterilizzata)
RAZZA - EUROPEA
ETA' - Presumibile Classe 2012
RESIDENZA - Colonia Felina Protetta Monte Malbe-Convento
PROFESSIONE - Assaggiatrice ufficiale di tutti i cibi propinati in Colonia
MANTELLO - Grigio (due toni) tigrato e maculato
OCCHI - Due (verdi)
ZAMPE - Quattro
CODA - Sì (grigia tigrata)
CARATTERE - Estremamente socievole
INTERESSI - Qualsiasi tipo di cibo nuovo che il Capo porti in Colonia
SEGNI PARTICOLARI - Obesa, continua ad ingrassare a dismisura

lunedì 28 aprile 2014

CHEESE! Scatti felini a Monte Malbe

MONTE MALBE DISCO DANCE - ALE'! TUTTI SUI CUBI!

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

LA CULTURA, STANCA!

IL TWEET





DIARIO DI BORDO





"Capo, abbiamo un problema" glielo mormoro nel suo momento migliore della quotidiana visita alla Colonia. Finito di distribuire il pasto, raccattato i piatti vuoti, riordinate tutte le cose secondo il SUO ordine logico (anche se in Colonia ci viviamo noi) e stravaccato sulla sua panchina artigianale preferita, con lo sguardo vuoto a fumarsi una sigaretta.
"Sarebbe?" mentre nota che sono accompagnato da TOPAZIO e la bibliotecaria CINQUINA.
"Internet."
"Non capisco... "
"Adesso tutti i gatti della Colonia hanno lo smartphone e stanno sempre connessi alla rete."
"Vedo... ma da dove ne vengono quei telefonini?" chiede accigliato.
"Un omaggio di INTREPIDO, dice che era una partita scartata dal produttore e lui l'ha ritirata dal commercio" chiarisce TOPAZIO.
"Ritirata nel senso... ci siamo capiti?"
"Esattamente, proprio in quel senso. Ne aveva un furgone pieno."
"Oh, Gesù! Ma le schede?"
"Ha clonato la SIM di un telefonino trovato dentro un auto in sosta. Il risultato è che abbiamo tutti lo stesso numero telefonico."
"E io... cosa dovrei fare?"
"E' uno scandalo! Una maleducazione unica!" interviene CINQUINA "Guardali! Tutti lì a gingillarsi con quella scatoletta per i fatti propri, invece di correre insieme nel bosco e dare la caccia agli animaletti! Poi... nessuno che viene più in biblioteca a chiedere libri da leggere!"
"Per forza!" ancora il Capo "Hai solo le istruzioni di montaggio della casetta di legno e quel romanzo che avete letto insieme!"
"Sbagliato" intervengo "Ora la biblioteca ha quasi duemila volumi."
Con uno sguardo il Capo chiede spiegazioni a CINQUINA.
"Un altro omaggio di INTREPIDO, la settimana scorsa" lo informa.
"C'entra per caso il furto alla biblioteca comunale di Cenerente?" indaga il Capo.
"Il fatto è" proseguo "che non ne possiamo più. Soprattutto del Tweet mattutino di ARCHIMEDE."
"Cioè?"
"ARCHIMEDE si fa svegliare dal gallo del contadino alle 6 in punto e, appena in piedi, manda il primo Tweet alle sue ammiratrici. Leggi... " porgendogli il telefonino.
"Sto lavorando al rinforzo della recinzione della Colonia... Sto lavorando allo sfoltimento della quercia caduta... Sto lavorando al restauro della casetta..." legge ad alta voce "Ma se uno lavora sul serio, lavora; non twitta!"
"Il problema sono le sue ammiratrici che cominciano a twittargli e a spedirgli SMS: non si dorme un cazzo."
"Spegnete i telefonini."
"Non si può: è il nuovo modello che sta sempre acceso!"
"Prima o poi si scaricherà la batteria."
"Batteria al plutonio. Autonomia 2800 anni."
"Cazzo!"
Il Capo diventa meditabondo.
"Ho trovato! Sarà impopolare, ma li sequestro tutti, li distruggo e li sotterro al cimitero degli animaletti della Reggia."
"Impossibile, il modello TIM TSO è indistruttibile."
"TSO?"
"Ti Seguo Ovunque. Il nuovo modello per evitare di dimenticarselo a casa o di perderlo. Ha un GPS che segue il tuo DNA."
?
"Se lo butti a terra e scappi" chiarisce TOPAZIO "comincia a strisciare pure lui e ti viene dietro fino a quando ti raggiunge."
TOPAZIO fa l'esempio pratico.
Il Capo è basito.
"Una pestilenza! Praticamente il morbo si estingue solo con la morte del proprietario. Basterebbe... "
"NO!"
"Capito: era solo un'ipotesi. Allora... Internet non si può chiudere, non sarebbero d'accordo. Il telefonino è un Highlander... la TIM non si può bombardare... Il SEGNALE! Dov'è il ripetitore più vicino?"
Gli indichiamo l'alto traliccio nel bel mezzo del campo del contadino.
"Col metodo Feltrinelli si risolverebbe tutto. Ma dove lo troviamo l'idiota dinamitardo?"
"PERONI... " suggerisce qualcuno.
"No, poveraccio" il Capo boccia il suggerimento "Basterebbe cambiare l'orientamento del ripetitore e spostare il segnale verso il vuoto" aggiunge.
"Ne abbiamo due di vuoti, il convento e il contadino. Basta scegliere!" 
"Rimbalziamo il segnale verso la casa del contadino. Ho paura che i frati si incazzino."
"Capo" domando con garbo "tu hai l'imbracatura per salire sugli alberi, vero?"
"No! Sul traliccio ci mandate il primo stupido che passa."
In quell'istante veniamo interrotti da PERONI che chiede: "Capo, nelle crocchette che ci hai portato non ci sono quelle rosa a forma di cuoricino."
"Ecco il volontario!" dice, indicandolo.
Attrezziamo e istruiamo il neo scalatore di tralicci.
Dopo un'ora il ripetitore è sistemato.
PERONI scende, con qualche difficoltà, dal traliccio e si toglie dalla testa la ciotola messa a mò di caschetto di protezione.
Dopo un'ora e due minuti comincia un concerto di fischi, gocce che cadono, piatti che suonano, galli che cantano e sirene che ululano.
Tutti i telefonini, compreso quello del Capo (dell'era pleistocenica) si illuminano e cominciano a scorrere Tweet sullo schermo.
Sto lavorando alla predica della messa di domani mattina... Sto lavorando all'aratura del campo... Sto lavorando alla produzione del secondo uovo della giornata... Sto lavorando alla stesura della nuova legge elettorale...

"PERONIIII!!!"


PERONI osserva attentamente il suo traliccio



sabato 26 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

MA CHE: ORA E'VIETATO STARSENE IN PACE SUGLI ALBERI?

NO - @





DIARIO DI BORDO





Erano diventate peggio di una pestilenza, di un cancro al quieto vivere della cittadinanza, un'offesa allo sguardo abituato alle dolci colline e ai verdi boschi e un insulto all'intelligenza umana, animale ed artificiale.
Non si sa cosa le abbia generate: un anomalo big-bang o la crudele fantasia di un ingegnere nazista scampato alla caccia di Simon Wiesenthal.
Si sa solo che nacquero, quasi inosservate, come invisibili, proliferando poi come lumache dopo una giornata di pioggia.
Qualcuno ne addusse origini aliene, come i crop-circles, poi la verità venne tristemente a galla.
Queste le controverse origini delle rotatorie a Perugia e dintorni.
Al grido: "Ce lo chiede l'Europa!" la giunta comunale perugina aveva deliberato la creazione di un dedalo di rotatorie stradali che avevano stravolto l'antica, ma pur sempre valida, viabilità etrusca.
Vie regali e strade maestre erano diventate un labirinto di complicate giravolte con la Polizia Municipale che si era dovuta attrezzare adeguatamente per soccorrere gli incauti automobilisti che le attraversavano e continuavano, per ore, a girare in tondo non trovando una via d'uscita logica.
In diversi casi la troupe del programma televisivo "Chi l'ha visto" aveva rintracciato alla rotatoria di Ponte San Giovanni e a quella di Madonna Alta persone scomparse da anni e ancora cercate dai familiari o ricercate dai Carabinieri.
E all'ormai lugubre grido di battaglia "Ce lo chiede l'Europa!" anche la Fontana Maggiore, monumento simbolo della città, era stata degradata a rotatoria pedonale, per via della chiusura del traffico al centro cittadino.
Sorgevano di notte, striscianti e silenziose, e di mattino al risveglio, quando aprivi le imposte, ti accorgevi che il panorama dalla tua finestra era cambiato.
Dal centro cittadino alla prima, poi seconda, infine terza periferia il morbo aveva attecchito ovunque, riproducendosi selvaggiamente nelle frequenti elezioni comunali, provinciali, regionali, politiche ed europee.
E sempre al grido "Ce lo chiede l'Europa!" ora le rotatorie minacciavano Monte Malbe, già stretta d'assedio su tutti i lati.
"Come sarebbe: Ci devono fare una rotatoria perché ce lo chiede l'Europa?" domandò accigliato il Capo al geometra comunale mentre stava prendendo le misure nel bosco della nostra casetta.
"E' così! L'Europa vuole snellire e globalizzare tutte le consuetudini dei loro cittadini e le rotatorie sono lo strumento ideale per facilitare il dialogo e creare un saldo legame tra i popoli" aveva risposto l'Assessore incaricato.
"Detta così sembrerebbe una forma di colonizzazione" obiettò il Capo.
"Poi ci stanno i contributi europei... " aggiunse il politicante.
"Ahh... capito! E ciò vi autorizzerebbe a fare una rotatoria in mezzo al bosco e perdipiù in salita? Una rotatoria per chi? Cinghiali e istrici?"
"C'è poco da discutere!" tagliò corto lo scrivano "Questa è la delibera del Comune di Perugia!" porgendogliela.
La sera stessa riunione straordinaria di tutti gli esseri viventi minacciati dall'Europa nella sacrestia della chiesa del Convento di Monte Malbe.
E sì!
Anche i frati erano sotto scacco e dovevano vedere abbattuto il loro nuovo, inutile (e pacchiano) cancello. Il contadino, invece avrebbe perso la sua troscia personale per far abbeverare il bestiame.
Noi... la casetta di legno e la Colonia tutta intera.
"Dobbiamo creare un movimento d'opinione per avere la cittadinanza dalla nostra parte" aveva proposto il Capo "Qualcosa come i NO-TAV. Ci chiameremo NO-@."
"@?" domandarono perplessi il Priore e il contadino.
"Certo, @! Sono quello che sembrano vedendole dall'alto!"
La proposta del movimento d'opinione e della @ fu approvata all'unanimità, anche se molti ignoravano cosa fosse quel cazzo di simboletto."
"Ricordatevi!" proclamò il Capo "Siamo un movimento d'opinione, non violento, che reclama solo che vengano ascoltati i propri diritti."
"Fino a quando non ci fanno incazzare... " aggiunse il contadino mostrando la sua inseparabile doppietta e istigando la sua microcagnetta Lilla a ringhiare.
"Questa rotatoria non s'ha da fare!" fece il Priore, infervorato, brandendo l'aspersorio a mò di manganello.
"E sia!" confermò il Capo sfoggiando il suo manico di piccone opportunamente sagomato per difesa e offesa personale.
E venne il grande giorno.
Una lunga teoria di ruspe, camion, macchine asfaltatrici e betoniere si presentarono all'imbrunire al piazzale sterrato del convento.
Mentre le forze dell'ordine si dispiegavano per militarizzare la collina e gli elicotteri della Polizia sorvolavano la zona cominciarono le ultime, definitive trattative.
PALLUCCHINO porse all'avvocato SERPOTTO un pesante e antico tomo e una relazione scritta da lui.
SERPOTTO ne controllò l'autenticità e depose il tutto nelle mani del Sindaco.
"Ora andatevene!" intimò al primo cittadino "Altrimenti ogni vostra azione sarà intesa come atto di belligeranza verso il nuovo Libero Stato di Monte Malbe e saremmo costretti all'utilizzo della forza e a richiedere sanzioni nei vostri confronti all'ONU."
Gli esperti storici esaminarono i documenti e il libro e fecero un cenno di assenso al Sindaco.
Avevamo ragione noi.
In piena epoca comunale Monte Malbe era stata più volte contesa, anche con le armi, tra Perugia e Corciano che poi se la spartirono secondo un poco chiaro accordo, ma lasciando una piccola collina come zona franca; una specie di Terra di Nessuno che, ora, con le leggi dello Stato Italiano poteva essere rivendicata, per usucapione, dagli abitanti della zona interessata.
Nasceva così il Libero Stato di Monte Malbe, popolato da frati, contadini, cinghiali, istrici e felini. Il Capo ottenne di non aderire all'Europa, il contadino di poter disboscare una macchia per la quale mai gli avevano dato il permesso, i frati di ripristinare la moneta dei loro bei vecchi tempi.
Tornavano così in auge Baiocchi, Quattrini, Piastre, Madonnine e Sanpietrini.
La notizia fece il giro del mondo e fu un duro colpo per l'Europa.
Pian piano si staccarono dall'Unione San Marino e Irlanda, contrarie alla nuova normativa che prevedeva la realizzazione di strisce pedonali con fotoelettriche psichedeliche al passaggio dei pedoni.
Anche Austria e Lussemburgo, contrarie alla liberalizzazione indiscriminata della pesca ai lattarini, si sganciarono.
La Francia perché una recente normativa europea prevedeva l'uso esclusivo di uve cinesi per la produzione dello champagne.
Anche in Italia ci furono moti di rivolta,il Movimento NO-TAV vinse la sua battaglia e la Val di Susa divenne Parco Naturalistico Nazionale. 
In maniera clandestina, ma sempre più frequente, ricominciarono a girare le Lire nei mercati rionali, insieme a gettoni telefonici e miniassegni, e le solite caramelle di resto, ormai scadute da decenni.
Una rotatoria cambiò il corso della storia mondiale; chissà se questo evento sarà citato nei libri di storia del prossimo millennio.


L'AVVOCATO SERPOTTO SI RITIRA, SODDISFATTO, 
DOPO LA NOSTRA VITTORIA



giovedì 24 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

"PULCIOSO" A CHI?

STORIE DI NERA A MONTE MALBE - LA BANDA DEI MONATTI





LA PENNA DI NAIF





La chiamavano "La Banda dei Monatti" ed era il terrore delle farmacie e parafarmacie della periferia nord di Perugia. Si muovevano di notte, furtivamente al buio, annunciati da un lieve scampanellio. Da qui il loro nome.
Appena lo scampanellio si udiva debolmente nelle tenebre la popolazione si rifugiava terrorizzata nelle proprie case. I più coraggiosi chiamavano il 113. 
Ma le chiamate spesso erano frutto della suggestione, della paura e dell'ignoranza. Qualche volta si era trattato di un innocuo sonaglino per neonati, altre di una nuova suoneria per il telefonino.
Sì! La Banda dei Monatti faceva fare affari d'oro ai produttori di telefonini; tutti volevano il nuovo I-Phone con la suoneria col sonaglino e chi non poteva permettersi la spesa la crackava direttamente dalla rete.
Li avevano definiti dei pericolosi rapinatori seriali, pericolosi e spregiudicati. Ad ogni colpo lasciavano la propria firma: un peto, delle gocce di pipì, talvolta miste a sangue, bava e in qualche caso anche dei ciuffi di pelo.
La Polizia Scientifica li odiava: sempre a raccogliere e fotografare peti, analizzare piscio per estrarne il DNA e catalogare infiniti microscopici peli che erano sempre presenti sulle scene del crimine.
Li avevano definiti pure rapinatori anomali: non svaligiavano la cassa con l'incasso giornaliero, neppure il distributore automatico di profilattici ma facevano incetta di medicinali, con oculata scelta.
Zobuxa, Clavaseptin, Deltacortene, Stomorgyl, Baytril, Ursacol, Onsior, Tobral, Synulox erano le loro prede preferite, insieme a pannoloni, siringhe e collari elisabettiani.
"Dei pericolosi tossici!" li aveva etichettati la stampa locale e il TG regionale non perdeva occasione per mostrare ai telespettatori, all'ora di pranzo, le crude immagini dei peti e della pipì mista a sangue persi sul pavimento delle attività visitate.
La Polizia brancolava nel buio, ma loro no!
La Banda aveva una guida insuperabile nel buio, come il radar di un sommergibile schivava tutti i pericoli e le insidie.
Ma, alla fine, li hanno beccati.
Avevano appena ripulito la farmacia di San Marco, per la decima volta, quando la Scientifica trovò l'indizio schiacciante. La prova che li avrebbe inchiodati dentro la cella del carcere per tutta la vita. Un sonaglino da collare blu metallizzato agganciato ad una targhetta metallica sulla quale era inciso "TOGO - Reggia di Monte Malbe".
Ci fu un'irruzione dei NOCS alla Reggia di Monte Malbe la notte successiva, il sospettato TOGO catturato e condotto in Questura per l'interrogatorio.
Invano l'Avvocato SERPOTTO cercò di fare barrage mischiando le carte e chiedendo lo stato di piena infermità mentale per il suo assistito.
TOGO crollò e confessò. La Scientifica appurò che i peti ritrovati erano suoi.
Numerose volanti della Polizia si recarono a sirene spiegate alla Reggia di Monte Malbe per catturare i complici.
Si portarono via ammanettati FIORINO, che perdeva gocce di pipì mista a sangue, i bavosi CESARE e SPINELLO, la cieca PIMPI, il brozzoluto MAGOO e l'infiltrato intestinale ORESTE.
Il giudice fu spietato e la giuria implacabile mentre il pubblico aveva già emesso il suo verdetto di condanna.
Colpevoli. Tutti, senza attenuanti di sorta.
Ergastolo.
Ma, dopo due giorni, arrivò la tanto attesa Legge Svuota Carceri, rivolta esclusivamente a politici, mafiosi e bancarottieri.
E qui l'avvocato SERPOTTO si superò dimostrando che la Banda dei Monatti altro non era che una associazione a delinquere di stampo mafioso, con forti connivenze politiche che mirava alla creazione di una catena di farmacie per appropriarsi dei contributi pubblici.
Furono rilasciati dopo dodici ore e concessi gli arresti domiciliari in attesa di avere riscontri certi dal mondo politico colluso.
Naturalmente arrivarono, insieme a strani intrecci con la Banda della Magliana, con la strage dell'Italicus e col Mig libico precipitato in Sila. 
Poi tutto si perse nei meandri delle Procure, insieme al faldone che conteneva le prove dei loro crimini.




IL BAVOSO SPINELLO AI DOMICILIARI

mercoledì 23 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)


IL BAFFO CHE CONQUISTA

LE NOSTRE FOTO (segnaletiche)

QUESTURA DI PERUGIA


NOME - ARANCINO
SESSO - M (sterilizzato)
RAZZA - Europea
ETA' - Indefinibile (circa 8 anni)
RESIDENZA - Reggia di Monte Malbe
PROFESSIONE - Non definita (sconosciuto al fisco)
MANTELLO - Bianco e rosso
OCCHI - Due (gialli)
ZAMPE - Quattro
CODA - Sì (rossa e bianca)
CARATTERE - Schivo
INTERESSI - Fare agguati agli altri componenti felini della Reggia
SEGNI PARTICOLARI - Trazione integrale su tre zampe, in caso di necessità anche sulla quarta.
Deceduto 10 giugno 2018 per insufficienza renale

martedì 22 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

COME ROVINARSI LA PERMANENTE

STORIA DELLA COLONIA




16
I PRIMI PROFUGHI





Un tiepido pomeriggio di maggio vediamo arrivare il Capo un po' prima della solita ora.
Scarica dal Land Rover il solito secchio con scatolette e crocchette e lo appoggia sul tavolo di cemento del giardinetto che preferisce.
Poi risale verso l'auto.
?
Lo guardiamo tutti interessati e soprattutto affamati.
"Stasera dobbiamo cucinare da soli?" brontola l'eterna insoddisfatta BOMBONA.
Apre il portellone posteriore dell'auto e comincia a scaricare dei trasportini.
PACCOLINO sale sul prugno selvatico a curiosare.
"Ca...ca...cazzo! Ma s...sono p..p...pieni!"
PACCOLINO, si sa, è balbuziente ma riusciamo a capire lo stesso quello che ha detto.
Non riusciamo, però, ad immaginare di cosa siano pieni i trasportini.
Nuove coperte? Ciotole in acciaio invece dei soliti, multicolori, piatti da picnic? Degli accessori per arredare i nostri spogli locali?
No.
Erano pieni di gatti.
Tre, per la precisione. Adulti, ciccioni e spaesati.
"Ragazzi!" ci apostrofa il nostro umano "Questi sono ERNESTO, CATERINA e PENELOPE. Vengono da una colonia della città che ha perso la gattara, sono rimasti orfani e senza più assistenza. Dovete accoglierli nella vostra comunità. Sono buoni e bravi."
"C'ha preso per Lampedusa?" ancora la BOMBONA, impaziente di mettere qualcosa sotto i denti.
Il Capo appoggia i tre trasportini al centro del giardinetto e li apre, uno alla volta.
Dal primo esce un gatto tigrato, obeso e con la faccia da coglione: ERNESTO.
Il secondo contiene una gatta bianca e nera, a pelo lungo, che comincia subito a ricomporsi il pelo: CATERINA.
"Quella si crede Madame 'Stocazzo!" commenta subito la BOMBONA.
Dal terzo esce una gatta tricolore acquarello: PENELOPE. Dire esce è un eufemismo; schizza letteralmente fuori e scappa oltre la rete di recinzione che ci divide dal campo del convento.
Sarà la prima e unica volta che la vedremo. Chissà che fine avrà fatto...
Il coglionotto, pardon: ERNESTO, si ambienta subito alla nuova realtà sprecchiando tre piatti di bocconcini e una ciotola di crocchette.
"So' biafrani" l'ulteriore commento della solita gatta.
Poi passa a circuire il Capo per avere una sostenuta dose di coccole, infine si avvia pigramente verso i nostri locali e si accomoda sulla cuccia che stabilisce essere la più comoda: la mia.
"Senti bello... " lo informo "non puoi arrivare qua e sistemarti come fossi a casa tua. Quella è la mia cuccia, e io sono il Capocolonia."
Mi guarda con quegli occhi da rimbambito, si alza, rassetta la copertina ed educatamente chiede:
"Mi scusi signor Capocolonia, non sapevo. Nell'altra colonia non avevamo scale gerarchiche e ogni gatto aveva i suoi diritti e i suoi doveri. Dove mi potrei accomodare?"
"In fondo ci sono delle cucce libere. Comunque mi chiamo TAZZA, non signore."
"Piacere, ERNESTO. Da fastidio se russo?"
Anche CATERINA, stanca del viaggio di trasferimento, viene ad informarsi sulla sua sistemazione.
La colloco il più lontano possibile dalla BOMBONA.
Tornato nel giardinetto raccolgo i commenti degli altri gatti; non sono entusiasti di questa iniziativa del Capo.
"Non vi preoccupate!" li rassicuro "Ci sarà comunque cibo a sufficienza per tutti e questo trasloco conferma che la nostra Colonia è un posto sicuro."
"Si, ma..." "Però così..." "Non è giusto..."
"Tutto questo sta a significare" interrompo le lamentele "che se un giorno ci trovassimo in difficoltà pure noi non verremmo abbandonati al nostro destino di randagi."
ALALA' approva le mie parole e sorride:
"Un discorso degno di SMERALDONE, complimenti!" 


ERNESTO*
*Foto già proposta, ce ne scusiamo coi lettori.

L'espianto dei dati dal vecchio computer va per le lunghe.







sabato 19 aprile 2014

UN ALTRO CADUTO





DIARIO DI BORDO





"Eppur si muove!" aveva sentenziato l'altroieri il Capo, citando un certo Galileo Galilei e attirandosi gli strali della intellighenzia ecclesiastica di Monte Malbe.
E si è mossa; e come si è mossa!
"Porco cane! Ma proprio sul sentiero doveva cadere 'sta cazzo di quercia?" ha commentato ieri pomeriggio quando è venuto coi viveri in Colonia.
La quercia all'angolo del cancello della Colonia è precipitata al suolo, seguendo l'esempio dei suoi numerosi colleghi vegetali che, dalla bufera di novembre ad oggi, sono precipitati al suolo in vari punti del bosco e del piazzale del convento.
Il bosco esterno al convento è un bosco in agonia; mai curato e diradato negli anni, oggi conta un buon 75% di alberi secchi, storti e pericolanti che, alla prima occasione, cadono giù senza mai colpire, purtroppo, chi ci auguriamo.
I frati dicono da circa un anno che deve venire un impresa specializzata a fare un abbattimento mirato delle piante segnate dalla forestale come morte o pericolose.
Ne fosse caduta una di quelle segnate!
Si sono schiantati pini, cipressi, ippocastani, querce e castagni ritenuti in salute dagli esperti forestali e non tacchettati.
Poi, vista l'estrema perizia della squadra di presunti boscaioli ingaggiati dal convento per rimuovere le piante cadute durante la bufera novembrina (l'Armata Brancaleone al confronto era un orologio svizzero), il Capo si era timidamente proposto per effettuare il lavoro (naturalmente coi suoi tempi e metodi). 
Il piccolo, inutile e stronzo fraticello del convento gli ha intimato di non sfiorare un albero neppure con un tagliaunghie.
Peccato.
Noi già ce lo immaginavamo, col suo amico SSSAP (Sadico Sterminatore Seriale di Alberi Pericolanti), che per brevità chiameremo col suo nome di battesimo, GianDomenico Battista Massimiliano PierFrancesco Daniele, a tirare giù i vecchi, decrepiti e rinseccoliti castagni litigando sulla direzione di caduta da dargli. Poi discutere se fosse meglio lasciarne uno solo per ceppara, insieme ai polloni, oppure tre (di cui uno secco, tanto per fare numero dispari) e concordare (su questo sarebbero stati in piena sintonia) la pulizia etnica di tutti i pini presenti: diritti, storti, sani e malati.
Certo, pensare poi di passare un inverno su quella collina, con la tramontana che tira e senza più il misero riparo di quelle quattro piante morte, ci metteva in apprensione.
Ma il nostro Capo e il suo amico 'Mo te taglio', come lo abbiamo soprannominato, non effettueranno il diradamento del bosco.
Come la volpe e l'uva il Capo ha commentato: "Tanto sono castagni, pini, cipressi... a parte qualche roverella solo legnaccia che manco vale la pena di bruciare."
Ma a lui brucerà vedere una squadra di lanzichenecchi tirare giù il nostro bosco.
Sempreché, quando e se arriveranno, ci sarà rimasto ancora un albero in piedi.

Fate attenzione se venite a trovarci in Colonia!


Eppur si muove!



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GATTI DI STRADA

UNA GIORNATA DA GATTO





LA CUCCIA DEL CAPO





Oggi è la classica giornata di merda ma essendo un gentiluomo la definirò più educatamente 'Una giornata da gatto'.
La causa di tutto ciò è il tempo, meteorologicamente parlando. Grasse nuvole in cielo, temperatura tendente al freddo e... soprattutto pioggia.
Quella pioggia odiosa, fatta di fredde ed obese gocce di acqua che scendono pigramente dal cielo e ti inzuppano e raffreddano in pochi minuti.
In questo contesto la vita a Monte Malbe si paralizza. Non puoi fare nulla di quei lavori che sono in attesa di svolgimento da diversi giorni (naturalmente quando il tempo era sereno).
Nel bosco c'è una montagna di alberi abbattuti che aspettano solo di venire sfrascati, spezzettati e la legna ricavata trasportata e accatastata al coperto. Ma fuori piove...
Un' altra decina di alberi secchi, storti o eziolitici aspettano con impazienza che la loro condanna venga eseguita per diventare legna da ardere. Ma fuori piove...
Un braccio di dispersione della fossa biologica è riaffiorato come una risorgiva ed attende di essere nuovamente incanalato sottoterra a colpi di piccone e vanga. Ma fuori piove...
Ci sarebbe da terminare pure la potatura di alcuni sempreverde. Ma fuori piove...
Per non rimanere con le mani in mano scendi nel garage a terminare alcuni lavoretti da farsi, con comodo, al coperto. Ma fuori piove... e i gatti stanno tutti rintanati nel locale a sonnecchiare in stato semi letargico, in attesa di trovare qualcosa di interessante da fare.
Quando arrivi e cominci ad apparecchiare il tavolo da lavoro con vari attrezzi la loro attesa è finita.
Si destano, si stirano e, pigramente, si avvicinano a curiosare quello che il 'loro' umano sta combinando nella 'loro' residenza.
Piano piano il tavolo da lavoro è circondato di felini che annusano gli strumenti di lavoro e cercano di provocarli per indurli alla fuga e iniziare un'avvincente safari alla tenaglia e al cacciavite nel garage.
Ogni minuto fanno cadere a terra qualcosa con la zampa e ti devi chinare a raccogliere il pezzo che inevitabilmente finisce sotto l'angolo più scomodo del tavolo. 
Poi i maledetti pulciosi decidono che devi fare qualcosa di più utile anziché incollare pezzi di legno e cominciano ad occupare i tuoi spazi vitali in maniera subdola: si stendono sensualmente sopra al pezzo che devi rifinire.
E lì compi il fatale errore.
Fai due coccole e carezzine al gatto disteso per farlo spostare dal pezzo che ti serve.
Ma gli altri non ci stanno!
Se fai due coccole ad uno devi fare due coccole anche agli altri, che si avvicinano a reclamare quanto dovuto.
Ed ecco, magicamente, il tavolo di lavoro ricoperto da una ventina di palle di pelo che danno la caccia alle tue mani per una misera grattatina sulla testa.
I peli si incollano al legno, i pezzi da incastrare si disperdono tra code e zampe, è impossibile fare qualsiasi cosa di quello che avevi in mente. E fuori piove...
La soluzione più saggia è rinunciare al bricolage e salire in casa a farsi un buon caffè.
Il caffè, e la relativa sigaretta, sono più buoni se assaporati seduti sul divano.
E mentre bevi e fumi (e fuori piove...) la mano destra appoggia la tazzina di caffè ormai vuota e si incontra, casualmente, col libro che stai leggendo. Lo prendi, lo apri alla pagina del segnalibro e continui la sua lettura, interrotta la sera precedente.
Ma fuori piove... e i gatti di casa apprezzano il fatto che tu ti sia steso sul divano a godere della loro compagnia e per non deluderti ti si avvicinano, ti salgono sulle gambe, sulle spalle e un paio sopra al libro aperto.

Ma quando cazzo smetterà di piovere?


GIGIA: "Capo, giochiamo a Monopoli?"

venerdì 18 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

CAZZO GUARDI!?

LA MONOTONA SETTIMANA DI UN GATTARO





LA CUCCIA DEL CAPO





Chi crede che la vita di un gattaro si svolga nel monotono tran-tran della visita alla 'sua' colonia felina, tra scatolette, crocchette e avanzi vari trasportati nella tradizionale busta di plastica (rigorosamente bianca) si sbaglia di grosso!
In questa settimana di passione, dove le notizie su I Gatti di Monte Malbe sono filtrate con estrema difficoltà, vi posso assicurare che di avvenimenti ce ne sono stati; anche troppi.

Cominciamo ad elencare le (poche) notizie positive:

- dopo una ventina di giorni di assenza ingiustificata è ricomparso in Colonia SKA (il Tesoriere) che tutti davano per fuggiasco con la cassa, contenente ben 3 Euro e 55 centesimi. Si erano sbagliati: SKA se ne stava beatamente a Monte Malbe, dove avrà trovato sicuramente vitto e alloggio in qualche casa vicina ed è sempre bello e cicciotto e col pelo in ordine.
- TOGO: ha cominciato ad uscire di casa anche senza guinzaglio e sorveglianza a vista. Qualche volta lo lascio per alcuni minuti da solo in giardino ed ha imparato a tornare in casa appena viene chiamato. Potenza dei bocconcini premio che gli elargisco per l'obbedienza. Praticamente ora è mezzo cieco, mezzo ritardato e mezzo cane.

Gli avvenimenti neutri non fanno notizia, quindi rientrano nell'ordinaria amministrazione e possono essere taciuti.


La cronaca negativa è, invece, ricca di episodi:

- FIORINO: è stato nuovamente ricoverato dai veterinari per la recrudescenza della sua cronica cistite purulenta. Spero in un rilascio su cauzione per la Pasqua.
- PAPERINO e UGHETTO sono scomparsi contemporaneamente dalla Reggia.Per il PAPERO non nutro particolari preoccupazioni; è solito a frequenti e prolungati abbandoni della sua casa. Anni fa era scomparso da svariati mesi, tantoché lo avevo dato per disperso e defunti per vecchiaia pure i vermi che si erano mangiati la sua carcassa. Invece, una sera d'estate, mentre cenavamo in terrazza, è arrivato con la coda diritta annunciato dal suo inconfondibile "Rrrmmaaooo" di saluto, come se fosse mancato per una mezz'ora e venisse a curiosare cosa ci fosse per cena. PAPERINO è il classico gatto che quando scomparirà definitivamente lascerà uno strascico di dolore molto diluito dal tempo.
La scomparsa di UGHETTO, invece, mi angoscia non poco. UGHETTO è stato sempre un gatto stanziale e presente alla Reggia, anche se i gatti del garage dicono che da un po' di tempo faceva discorsi strani: "Ho bisogno di ferie, di staccare un po'. Che so... andare in Alaska in autostop o fare del trekking in Mongolia." Ora, vi prego, se qualcuno di voi vedesse in viaggio un gatto rosso a pelo lungo, mezzo scemo e con la testa girata a sinistra; contattatemi! UGHETTO, se invece fossi già arrivato alla tua destinazione mandami una cartolina o una tua foto mentre abbracci un pinguino o sei in groppa a un puzzolente yak!
- Dulcis in fundo: "L'operazione è riuscita, ma il paziente è morto." Così il Professor TEMISTOCLE ha commentato il fatto che il computer si sia bloccato di nuovo."Non avevamo la rianimazione e, sicuro, quei tre pallettoni di rimbalzo che ha beccato non lo hanno aiutato", il sunto dell'anamnesi.Ora lo mantiene in coma farmacologica in attesa dell'espianto dei preziosi dati che contiene. Un sostituto pro tempore sta svolgendo il suo lavoro, ma INTREPIDO ha assicurato:"Non ti preoccupare Capo, ho già mandato PERICLE a scegliere il computer che fa per noi!"
"Lo porta stasera?" ho domandato.
"No, porta il nome del modello scelto e le foto del sistema di antifurto del negozio. Poi... ci penserò io uno di questi giorni."
Spero in una nuova settimana pregna di tranquillità e monotonia.


P.S. Dopo aver scritto, con carta e penna (come ai bei vecchi tempi) il pezzo, PAPERINO si è ripresentato a reclamare la cena, senza essere accompagnato da Carabinieri o Forze dell'Ordine di altro tipo. 
Meglio così.


UGHETTO: un gatto da buttare

mercoledì 16 aprile 2014

VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)

FIORI NERI

EMERGENZA!





DIARIO DI BORDO





Il primo ad accorgersene è stato ARIES, sabato sera.
“Com’è che il Blog non è ancora aggiornato?” mi ha chiesto.
“Non saprei, fa vedere!”
“E’ fermo a venerdì mattina. C’è qualche problema.”
Contatto subito al cellulare PERICLE, l’Informatico della Reggia, che risponde trafelato:
“E’ un casino! Sto combattendo contro un bastardissimo virus che blocca il computer. Non c’è verso: gli ho già spedito contro tre battaglioni di antivirus ma li ha sterminati senza problemi. Ora ho inserito dentro al computer un serial killer di virus ma il fetente si è nascosto e il nostro sicario non lo trova. Forse …”
Si ode un grido disumano all’apparecchio telefonico.
“Cosa è successo?” domando preoccupato.
“Il serial killer è stato fatto a pezzi e scaricato nel cestino del computer” risponde PERICLE “E’ troppo furbo, ora provo con i NOCS Informatici: è la nostra ultima speranza.”
“Cosa succede?” chiede una voce distinta e pacata alle mie spalle.
E’ TEMISTOCLE, il Gatto Educato che ogni tanto viene a farci visita e rimane per alcuni giorni in Colonia. Poi scompare per tornare dopo settimane o mesi.
“Un virus sta bloccando il computer che utilizziamo per il nostro blog.”
“Che tipo di virus?”
“Ebola” suggerisce PERICLE, ancora in linea.
“Mmm… Ebola.net, magari la variante politentacolare cortisonica: un vero flagello informatico.”
“Se ne intende?” domanda rispettosa EMILIA, l’Infermiera della Colonia.
“Certamente: sono il Primario dell’unità speciale di Cardiochirurgia e espianto Processori infettati della struttura specialistica di Greppolischieto” ci informa presentandomi un biglietto da visita.
“Professore TEMISTOCLE von Katz – Luminare Medico-Informatico” leggo ad alta voce.
“Scusate se non vi ho informato prima” aggiunge “ma in certi periodi ho bisogno di rigenerarmi e staccare completamente dal lavoro, e allora viaggio, mi muovo, cammino senza meta e da quando ho scoperto per caso questo posto sento il bisogno di tornarci. Anche solo per alcuni giorni. Si sta bene qua, lo sapete?”
“E… ci potrebbe aiutare a risolvere il nostro problema?”
“Potrei, ma non ho con me la borsa degli strumenti necessari.”
“Non c’è problema!” interviene INTREPIDO, il Gatto ricettatore e scassinatore di Monte Malbe “Vado un attimo in convento a prendere la mia.”
Torna guidando l’Apecar dell' uomo tuttofare del convento, naturalmente presa a prestito.
“Con questa facciamo prima ad arrivare alla Reggia. Zompate sul cassone!”
Partiamo con tanto di lampeggiante acceso e sirena ululante.
“E queste che sono?” gli chiedo.
“Un ‘dono’ della gazzella dei Carabinieri che era salita su la scorsa settimana a controllare il viavai nel parcheggio sterrato… ”
Arriviamo alla Reggia, PERICLE illustra il problema e i tentativi provati per risolverlo.
“Bisogna agire al cuore” commenta il Professor TEMISTOCLE “Ebola.net ha più vite di noi gatti.”
“E’ pericoloso?” domanda EMILIA mentre aiuta il Professore ad indossare il camice operatorio (una vecchia Fruit del Capo).
“Letale per un vecchio computer. Prima si mangia i programmi, poi il processore, la scheda madre, il Wi-Fi e infine passa in rete. Lì distrugge tutto ciò che il computer ha creato nel web e cancella tutti gli account.”
“Presto!” sollecita il Capo.
“Giravite a croce piccolo” ordina il chirurgo tendendo la zampa destra.
INTREPIDO rovescia la sua borsa degli strumenti a terra e cerca tra grimaldelli, chiavi false, piedi di porco, bombolette di schiuma spray anti-antifurto, il giravite multiplo.
L’intervento a processore aperto dura un paio di ore, la tensione sale e la stanchezza fa fare brutti scherzi.
“Lo stiamo perdendo?” interroga EMILIA reggendo la bacinella con le brugole sterili.
“No!” fa secco il Cardiochirurgo “Sto per estrarre il virus. Lo appoggerò dentro quella ciotola di cibo vuota: ho bisogno di 50cc di Terminator puro al 99%.”
Uno scambio di sguardi vuoti e perplessi gli fa capire che il Terminator non è disponibile né puro né diluito.
“Faccio un salto in farmacia a prenderlo” si offre INTREPIDO.
“E’ mezzanotte: è chiusa” puntualizza la TARTARUGHINA, la Bigotta della Colonia, portata come assistente spirituale.
“Meglio!” risponde INTREPIDO afferrando il piede di porco e un mazzo di chiavi false.
“Non c’è tempo!” ancora il Professore “Trovate qualcosa che possa annientare tutte le vite del virus!”
CANNIBALE, il Capocomunità della Reggia, si presenta con una doppietta a canne mozze.
“Ci penso io!” proclama.
“Quella cos’è?” domando.
“Ma… la usa il Capo quando deve andare a riscuotere delle fatture dai clienti.”
“Beretta? Benelli?” chiede curioso il nostro salvatore TEMISTOCLE.
“M.A.” risponde CANNIBALE.
“Sarebbe?”
“Matricola Abrasa” è INTREPIDO a rispondere “L’ho data come resto al Capo quando abbiamo trattato un carico di Whiskas di un tir che avevano perso in autostrada.”
“Come si fa a perdere un tir in autostrada?” la domanda è di PERICLE.
“Basta parcheggiare all’Autogrill sbagliato” ancora INTREPIDO.
Il Professore ci zittisce con un gesto, poi dice: “Pronti.”
Strappa qualcosa con un trancia cavi elettrici e lo appoggia dentro la ciotola vuota.
CANNIBALE preme il grilletto due volte e una scarica di pallettoni distrugge ciotola, tappeto, pavimento, divano e, con i vari colpi di rimbalzo, un paio di quadri e la preziosa carta topografica di Perugia negli anni ’50, gran vanto del Capo.
Mentre il Capo rimane a bocca aperta a fare un rapido conteggio dei danni subiti il cardiochirurgo proclama il verdetto: “VITTORIA!”
Urla di giubilo, baci, abbracci, bottiglie stappate e il computer viene rimontato e ricollegato alla rete.
Possiamo finalmente tornare on-line!

Il Professor TEMISTOCLE