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LA PRIMA SODDISFAZIONE
LA PRIMA SODDISFAZIONE
Successe un tiepido pomeriggio mentre il Capo stava
distribuendo il pasto agli oramai innumerevoli randagioni della Colonia.
Sbucò fuori dal buco della rete che separa il giardinetto
della Colonia con il campo del convento.
Tranquilla, a coda alta, si avvicinò senza timore alle
panchine dove stavamo mangiando, fece un miagolio di saluto generale e si chinò
su un piatto di bocconcini.
Rimanemmo tutti sorpresi, qualche nuovo arrivo, non conoscendola,
le soffiò.
Il Capo rimase a bocca aperta, con un piattino di paté in
mano sospeso a mezz’aria, mormorando: “Non può essere… ”
Invece era!
SMERALDINA la omaggiò di una affettuosa testata, il Capo le
tastò la parte terminale della coda, trovando quello che cercava, poi la alzò
scoprendole la pancia. Trovò l’altro inequivocabile segno.
“ALALA’!” quasi gridò “Dove cazzo sei stata tutto questo
tempo!”
Ecco, pensai tra me, ALALA’ torna dopo cinque mesi di
assenza, che già l’avevamo data per morta e lui l’aveva depennata dalla lista
dei gatti della Colonia, e subito la rimprovera.
Mi avvicinai a lei e le leccai il muso facendo capire al
Capo che quello era il momento degli abbracci.
Incredibilmente capì e cominciò ad accarezzarla e a darle
grattatine sulla testa che tanto gradiva.
Per festeggiare l’avvenimento il Capo aprì e distribuì anche
le quattro scatolette di Kitekat che teneva di scorta nei locali sotterranei.
Quando se ne fu andato spiegai alle nuove reclute chi fosse
ALALA’ e perché tutti eravamo contenti di rivederla viva e vegeta. Poi fu il
suo turno di raccontarci quello che le era successo.
“Semplice” disse “dopo la scomparsa di SMERALDONE non
aveva più senso rimanere qua a vivere di ricordi. Me ne andai in cerca di un
altro posto dove stare ma, strada facendo, ci ripensai e cominciai a cercare il
posto dove si era ritirato il mio SMERALDONE per morire. Per, magari, andarmene
insieme a lui. Ma sono arrivata tardi: era già “saltato dal ponte
dell’arcobaleno”. Rimasi allora a vegliarlo per evitare che qualche predatore
ne facesse scempio. Sono rimasta là quasi un mese. Poi ho deciso di andarmene,
lontano. Ma non sapevo dove. Ho girovagato per le varie colonie di Monte Malbe
ma tutte, in qualche modo, mi ricordavano dei bei tempi con lui. Ho provato a
stabilirmi in città, ma sono scappata subito via, prima di finire sotto qualche
auto impazzita. Alla fine mi sono convinta a tornare, soprattutto per vedere
che effetto mi avrebbe fatto. Eccomi! Non vi prometto di rimanere, ma per il
momento mi fermerò.”
Inutile dire che le riservai la cuccia più comoda e pulita
del nostro dormitorio.
Finalmente la prima soddisfazione da Capocolonia!
ALALA' - aprile 2009 |
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