lunedì 29 giugno 2015

LA PENNA DI NAIF





INFEDELTA'




La prima ad abbandonare il suo tetto coniugale fu TEMPESTINA, nel lontano 2008.
Era la sua regina, vivace, propositiva e sempre pronta al gioco. Forse un poco banale nel fisico e nel mostrarsi al pubblico con quel suo manto tricolore troppo comune e da popolana. Ma era la sua preferita. Fino all’arrivo della più giovane, fascinosa e conturbante ROMEA. Una gatta che sapeva cosa voleva e come prenderselo; infatti lo prese, costringendo TEMPESTINA a raccattare i suoi quattro stracci e a trasferirsi dalla vicina. Fu il primo esilio per amore della Reggia.
Il Capo, pur col peso delle sue mille colpe, non riuscì mai a concepire questo estremo atto di dignità felina.
Lui, abituato a ragionare col “se c’è da mangiare per 10, ci sarà pure per 11!”, non capì che non poteva generalizzare questo suo dogma. Non lo capisce tutt’ora, anche se la faccenda lo turbò assai, pur venendo blandito e coccolato dalla perfida ROMEA.
E’ successo di nuovo con UEBI. Anche con lui il Capo aveva uno stretto legame: chi non ricorda i loro giochi con il bianco-rosso che saliva sul tronco della piccola quercia della Colonia per ricevere le giuste attenzioni!
Poi il Capo se lo portò alla Reggia per curarlo dalle sue frequenti stomatiti e per lungo tempo UEBI divenne il padrone incontrastato del salone, la sua tana computerizzata.
Ora anche UEBI se n’è andato in esilio da un’altra vicina, meno vicina, ma con cui è scoppiato un amore travolgente.
- Può succedere… - il trito commento del nostro umano, visibilmente amareggiato, mentre eleggeva nuova regina della sua tana l’esile PERLA.
Ma il duro colpo il Capo lo ha ricevuto andando a trovare la nuova vicina adottante-innamorata.
Mentre con la signora parlava di gatti e di alcuni loro incomprensibili comportamenti si è presentata una sua vecchia conoscenza, data oramai per dispersa circa un anno fa.
Un gatto, il fratello di giochi di TEMPESTINA, con una grande carriera davanti a se: era stato prescelto dal Capo per diventare il nuovo Capocomunità al posto dell’oramai anziano CANNIBALE.
Ma PAPERINO, il gatto in questione, cominciò a comportarsi in modo strano. Si presentava solo ai pasti, e nemmeno tutti, esigeva coccole e carezze poi si eclissava per molte ore. Col tempo le molte ore divennero diversi giorni e i pasti sempre più radi e consumati di fretta. Dai diversi giorni alle intere settimane di assenza il passo fu breve, ma PAPERINO era sempre più bello, grasso e lucido.
Un giorno il Capo lo minacciò pubblicamente di stracciare la promessa fatta e affidare l’ambito incarico a SERPOTTO, un gattone acquisito che sta, letteralmente, sempre in mezzo ai suoi piedi.
- Bada tu! – gli disse – L’autorità te la conquisti dando l’esempio sul posto, non dove pare a te!
Dalle intere settimane di assenza passammo agli svariati mesi. Solo di estate, quando gli umani cenano fuori, sul terrazzo, PAPERINO ricompariva come d’incanto a salutare e scroccare qualche coccola e carezza.
Tutto questo fino al 2013. L’estate scorsa PAPERINO non si era mai presentato e neppure in questo inizio di stagione.
Gli umani avevano fatto tutte le ipotesi possibili e il Capo lo aveva semplicemente cancellato dal censimento felino della Reggia. Con quel tratto di penna cessava ufficialmente l’esistenza di PAPERINO.
Fino all’altro ieri.
E’ arrivato incuriosito da una voce conosciuta. L’ha guardato. Si sono scrutati a lungo, tutti e due in attesa di vedere la reazione dell’altro. Poi il Capo si è accucciato e con un gioioso – PAPERINO!!! – lo ha accarezzato ed elargito le sue solite grattatine sulla pancia. PAPERINO ha gradito, molto, tra lo stupore della vicina poco vicina che non riusciva a capire il perché di simili confidenze intime.
Poi il Capo ha spiegato. I due hanno finito i loro discorsi e gli accordi per quanto riguardava il novello fuggiasco UEBI e si sono salutati.
A casa il Capo ha raccontato l’accaduto e, mentre col buio stavano mangiando sul terrazzo, un corpo tozzo e peloso, quasi sconosciuto, si è strofinato alle gambe della Micia.
- PAPERINO!!! – il suo stupore. E giù coccole, baci, carezze e abbracci.
- E’ venuto per salutare pure me – ha commentato la Micia umana, mentre PAPERINO riprendeva la strada del fosso che conduce al suo nuovo mondo.
- Tutti uguali questi gatti! – ha criticato il Capo – Fai tutto per loro e, al primo disaccordo, prendono e ti piantano.
- Qualche volta bisognerebbe pure fare autocritica e capire cosa non abbia funzionato – risponde Micia.
- Inutile – ribatte il Capo – E’ la natura dei felini, sono geneticamente infedeli. Fammi il caffè, và…


Il piccolo PAPERINO alla Reggia - Luglio 2007





venerdì 26 giugno 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
16a puntata




- Ragazzi – dico loro – questo è un capitolo di estremo interesse per noi! Quindi via i popcorn e le patatine, smettete di dare i pittoli alle orecchie di BERETTA, ORFEO: basta con le tue rumorose flautolenze! Silenzio e ascoltate!
- Quando vuole BAIOCCO è un vero duro – sento commentare dal Capo e mi gonfio di orgoglio.

16)

La sera del giovedì sono in Via dell’Ulivo ad aspettare i due piccioncini innamorati. Alle 22,00 arrivano con la Opel Astra, parcheggiano dentro il giardinetto ed entrano in casa. A mezzanotte non c’è anima viva in giro.
Passo all’azione. Prendo tre sacchetti grigi per la spazzatura, riempiti con stracci, carta, pigne e dei cubetti di Diavolina. Scavalco silenziosamente la bassa recinzione del giardinetto e li piazzo sotto la Opel dopo aver dato fuoco a degli stracci imbevuti del liquido infiammabile per gli accendini Zippo. Me ne vado e in un minuto sono alla Range. La metto in moto e parto.
Mentre pranzo con Serena il telegiornale dell’Umbria passa la notizia dell’incendio dell’auto del frate. Pochi commenti, lo stretto indispensabile. La Polizia è sulle tracce dell’incendiario.
- Tutto qua? – commenta Serena - Pensavo lo giustiziassi a colpi di revolver.
- Così basta e avanza - le rispondo - Aspettiamo di leggere i commenti sui giornali locali di domani.
La sera sono di nuovo al ‘Sorbo Pub’ a ingozzarmi di birra e patatine e perdere la rituale sfida a scacchi con Eleonora. Non è vero che la faccio vincere, Eleonora gioca meglio di me. Mi lascia la solita cartellina con tutte le copie degli articoli che mi interessano trovate.
Stavolta le concedo una passeggiata per il corso di Perugia.
Eleonora è una gentildonna: quando passiamo per un vicoletto buio per tornare alle auto mi sbatte addosso a un muro e quasi mi violenta.
Non faccio troppa resistenza anzi partecipo pure attivamente, soprattutto quando scopro che al capezzolo destro ha un piercing.
Torno alla Range che sono in pieno stato confusionale.
La gentildonna ne approfitta ancora e ci scappa una pomiciata di quelle che ti ricordi per una vita e un pompino da manuale.
ho cominciato a pagarle il conto
Arrivato a Carpaneta non ho la forza di leggere le copie, mi addormento ancora vestito.
A colazione con Serena leggiamo gli articoli dei giornali locali sull’incendio doloso dell’auto del frate. Si fanno tutte le ipotesi possibili.
Si sconfina dagli anarco-insurrezionalisti a rigurgiti di anticlericalismo, da bravata di ragazzotti ad attentati di matrice islamica.
tra un po’ tireranno in ballo pure Al-Quaida
Poi una serie di interviste ai fedeli che conoscono il frate bastardo e a qualche pezzo grosso della Chiesa umbra. I complimenti e gli elogi al frate si sprecano.
- L’hai fatto diventare un eroe! - mi rimprovera Serena.
- Quello che voglio.  Hai qualche amica giornalista d’assalto? - le chiedo.
- Antonella - risponde con ovvio sorriso.
- D’assalto e intelligente… intendevo - replico con una punta di cattiveria - Dalle l’imbeccata. Dìgli di scriverci un articolo normale, neutro, con una sola domanda alla fine. Ma che ci faceva il frate con la badante 36enne ucraina della vecchia zia in quella casa di notte?
- Sei un bastardo! - dice Serena sorridendo.
- Vai! Ora tocca a te!
Finalmente riesco a leggere le copie sulla scoperta dei corpi dei soldati al monastero di Colle Corona e sul ritrovamento dell’aereo caduto sui Monti Aurunci.
I corpi dei soldati trovati a Colle Corona sono due, inglesi. Non ne viene riportato il nome in quanto l’ambasciata inglese a Roma reclama subito i resti che vengono consegnati.
Un giornalista chiede a un vecchio del posto se durante il passaggio del fronte ci siano state scaramucce tra tedeschi e alleati. Il vecchio dice di no.
L’aereo caduto sui Monti Aurunci è un C 47 sanitario inglese dato per disperso l’8 luglio 1944 durante un volo da Perugia a Napoli. Probabilmente è caduto durante un temporale sulla zona che limitava la visibilità. Portava 12 uomini a bordo, compreso l’equipaggio.
Tutto qua, rimango deluso.
sono al punto di partenza
Mi prendo un pomeriggio di riflessione, chiuso nel ‘mio’ appartamento di Carpaneta e col gioco dei post-it cerco di incastrare tutti i dati che ho.
A-    Trovo nel cunicolo del pozzo di casa di Migiana un solido di Onorio RM, il cadavere del soldato inglese William Betz, il cadavere del volontario di PP Davide (omicidio?) e il cadavere di Alex, il fidanzato di Serena (omicidio!). Più delle casse di legno tedesche della seconda guerra mondiale.
B-     Nel 1975, a Colle Corona, viene trovato un tondello d’oro e i cadaveri di due soldati inglesi.
C-    Nel 1944 il monastero di Colle Corona era un ospedale militare tedesco.
D-   Nel 2002 vengono trovati i resti di un aereo sanitario inglese caduto durante il volo Perugia-Napoli, con un solido di Onorio RM dentro.
E-    Vanessa, Alex e Davide trovano il tesoro nel cunicolo del pozzo di Migiana. Alex e Davide muoiono. Vanessa ha solo due solidi di Onorio RM che vuol svendere. Non ne conosce il reale valore.
F-     Davide muore verosimilmente il 2 dicembre 2009.
G-   Alex muore verosimilmente il 17-18 dicembre 2009.
H-   Prima della morte Alex fa periziare un solido di Onorio RM e un tondello ad Antemio.
I-       Il tesoro è in mano alla mafia.
J-       non mi piace la J… passiamo oltre
K-     meno che meno la K
L-     così va bene!  Gabriella e Vanessa si frequentano.
M-  Gabriella e Oleg si frequentavano.
N-   Alex e Serena si frequentavano.
O-   Vanessa frequentava sia Alex che Davide.
P-     Io abito con Serena e frequento sia Gabriella che Vanessa.
Q-   Come cazzo è finito nelle mani della mafia il tesoro?
Incrocio tutti i post-it in ogni direzione possibile. Non ne vengo a capo.
R-    Come ha fatto ha finire il tesoro nel pozzo di Migiana o il tondello a Colle Corona?
Mi mancano dei passaggi fondamentali.
Ma, soprattutto, perché la mafia ha il tesoro?
Sono tentato di mollare il tutto, far finta di nulla, farmi gli affari miei e vivere tranquillo per il resto della mia esistenza.
non era quello che volevo?
Ma… c’è sempre un ma a rovinarti la festa.
Ma se durante i lavori di consolidamento scoprono i tre cadaveri là dentro, ed è inevitabile, come la mettiamo?
Una telefonata alla Polizia o ai Carabinieri e tutto viene a galla.
 forse le monete no
Invece sì! Inevitabilmente interrogheranno Vanessa e Vanessa parlerà.
Le racconterà che mi ha dato le monete e da quelle risaliranno ad Antemio e al fatto che da tempo io mi sto interessando a quelle monete e che, addirittura, sono sceso nel cunicolo, ho scoperto i cadaveri e ho taciuto.
mi sono incastrato da solo
Mentalmente decido di non accettare la proposta di Serena e lasciar passare del tempo.
 perché?
Per vendere le tre monete che ho in mano e fuggire ancora nella Terra di Nessuno?
non va bene
Decido di prender tempo per scovare altri pezzi del puzzle.
Tanto ho un lavoro da terminare.
Il Tigre è puntuale e preciso. Mi consegna la Beretta col silenziatore montato. Lo pago e gli regalo il piastrino.
- Posso provarla? - chiedo.
- Certamente! - risponde.
Sparo due colpi ad una poltroncina. Il silenziatore funziona.
Tigre sbarra gli occhi.
- Ma… sei pazzo?
- Sì! 
Prendo un caffè con Vanessa, naturalmente veloce.
Vuole notizie sulle monete, anzi sui soldi ricavati dalle monete.
Le regalo una bugia. Il mio amico numismatico si sta interessando alla vendita, sicuramente si realizzerà più di mille Euro, ma ci vuole un po’ di tempo per spuntare un prezzo elevato.
Per alcune mattine mi alzo prestissimo e vado a fare delle passeggiate.
Dopo aver verificato le previsioni meteo decido per una passeggiata speciale per l’indomani mattina.
Alle 7,00 sono nel bosco sopra al convento del frate bastardo, in tuta e scarpe da trekking.
Alle 7,25 sono seduto sopra una grossa pietra ai margini di un sentiero e vedo il frate che sta camminando nella mia direzione.
- Hola amigo! - gli faccio sorridente.
Mi guarda perplesso e risponde con un cenno della mano mentre continua a camminare per la sua strada.
- Dejalo ir Irina! Hijo de puta!
Estraggo la Beretta e gli piazzo un colpo alla rotula destra.
Il frate cade a terra come una pera matura lanciando un grido.
La seconda pallottola centra la rotula sinistra.
Il frate si dibatte a terra tra grida e imprecazioni soffocate.
- Se te veo con Irina ‘ll matar! - dico duro puntandogli la pistola tra gli occhi.
Sviene.
ecco quello che succede a sbagliare mestiere, testadicazzo
Me ne torno alla Range, nascosta dall’altra parte della collina, e dirigo verso Carpaneta.
Vado a farmi una meritata doccia e, con l’occasione, mi taglio la barba e lascio un pizzetto che mi nasconde la cicatrice sopra al labbro superiore destro.

BERETTA cerca di sfuggire ai pittoli dei colleghi alle sue orecchie

ANNUNCI & DEDICHE

MISSING OSVALDO! (stavolta)


- Non basta che ti dimentichi già la testa, ora anche i gatti cominci a perderti?
Così ha commentato la Micia dopo averle annunciato che non vedo OSVALDO da più di una settimana.
OSVALDO è un similcertosino (più simil che certosino) in carico alla Reggia dal 2012, dopo il suo abbandono alla Colonia Nuova in età non adeguata per la sua permanenza in sicurezza.
E' sparito misteriosamente da una decina di giorni (ma io non c'entro nulla!) pur essendo un fedele cliente alla distribuzione dei pasti. 
E' un girandolone, come quasi tutti i gatti della Reggia in grado di deambulare, ma la sua scomparsa un poco mi preoccupa e non credo che, come UEBI, si sia andato a trovare una nuova famiglia dove aggregarsi, con meno disciplina e più attenzioni.
Il tempo darà il suo responso, tanto finché non si trova il cadavere il gatto è vivo.

mercoledì 24 giugno 2015

UN GIORNO DOPO L' ALTRO





LA CUCCIA DEL CAPO




Hai richiesto un’ultima piccola attenzione che ti ho volentieri concesso: essere addormentato.
E’ stato più facile del previsto dare il consenso, non credevo.
Ma il peggio doveva venire poi, neppure questo credevo.
Dall’ – Ammazza, quanto sei brutto! – che ti dissi la prima volta, quando ti avvistai sul tetto dei locali della Colonia Vecchia a ieri, sono passati 10 anni.
Un giorno dopo l’altro si è cementata un’amicizia unica, indissolubile. Quanti racconti, confidenze, segreti hai sentito uscire dalla mia bocca mentre eravamo seduti sulla panchina di turno!
Per ricrearti la giusta atmosfera ho lasciato un ricordino nella tua buca: un pacchetto di Philip Morris marroni e un accendino giallo, fanne buon uso!
Sai che ridere quando, tra 10.000 anni, gli archeologi riporteranno alla luce il cimitero dei Gatti di Monte Malbe e si chiederanno perché in una tomba, ma solo in una, c’era un pacchetto di sigarette e un accendino!
Sarai famoso nel mondo come PHILIP MORRIS CAT!
Oggi ti ho rivisto: sei rinato bianco e nero, pestifero e ti chiami COLIN. Hai già trovato famiglia e una sorella più grande di te, trattala bene, eh!
Sei andato ad abitare a pochi chilometri dalla Reggia, ma guai a te se provi a venire su! Le strade sono pericolose!

Ciao TAZZA-COLIN!



martedì 23 giugno 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





IL RITO

Una volta la mia vita era scandita da riti e abitudini, i primi irrinunciabili, le seconde servivano a scandire il tempo e riempirlo di piccole attenzioni per me. 
Ero un uomo perfetto. Forse noioso e ripetitivo, ma solo nel mio intimo.
Poi è arrivata Micia, e con lei frotte di gatti, manco fossero migranti sub sahariani, ed è finita la pace.
Le abitudini e i miei riti sono andati letteralmente a puttane costringendomi a studiare un nuovo riassetto globale della mia vita, oramai orientata alla misera esistenza da povero Cristo solo e compatito da tutti. Ogni commento mi sembra superfluo, meglio utilizzare le energie per prendersi a frustate.
Il primo rito della giornata, il più importante, era la prima colazione. 
Sempre uguale, sempre quella: un poderoso caffè per avere la scusa della prima sigaretta, poi quattro fette biscottate con burro e marmellata di quattro gusti differenti (sono stato sempre incline alla varietà), un’altra con miele nostrale e l’ultima con crema spalmabile alla nocciola stile Nutella ma di qualità decisamente superiore. Spremuta di qualche arancia come combustibile liquido, poi si finiva il caffè della moka per dare un senso all’ulteriore sigaretta.
Fatto il pieno di carboidrati e vitamine, seguivano altre due abitudini, la lettura del fumetto comodamente seduto e concentrato e qualche telefonata di buongiorno alle amichette desiderose di una sveglia inusuale.
Con i gatti che amano leccare il burro direttamente dal panetto e i loro peli che sono irresistibilmente attratti dalla marmellata il rito è crollato come il Muro di Berlino, in una mattina. Con la Micia a spasso per casa anche le telefonate sono cessate. 
Sono rimasti solo i fumetti…
Ho provato vari stratagemmi per continuare la mia nutrizione mattutina, tutti falliti.
Un rito può essere sostituito solo da un altro rito.
Oggi ho il mio nuovo rito: la colazione al bar, sempre quello, ma ad orario elastico.
Al Gingillo di San Marco ho subito apportato un tocco di genialità modificando la loro offerta di brioche mattutina. Ciccio non può accontentarsi di un banale maritozzo alla similpanna o di uno strafritto bombolone. Ciccio vuole mix e fantasia!
Ho proposto alle innumerevoli e graziose bariste una variante decisamente golosa. Cornetto già farcito con Nutella ma arricchito con panna montata fresca dal montapanna della gelateria.
La novità è stata accolta tiepidamente, ma le fanciulle sono ancora giovani ed inesperte per capire l’arte sublime del mix di sensazioni; le ho perdonate, ma sono stato irremovibile.
E’ nata così La “Bombetta”, come loro la hanno nominata.
Alle 8,15 dl mattino, minuto più, minuto meno, si svolge un delicato e poco intimo rito pubblico.
Alla solita oziosa domanda: “Bombetta, Sergio?” cui segue una tacita approvazione e un cenno per il cappuccino con molta schiuma, la donzella di turno si mette al lavoro. Apre il cornetto e lo mostra al numeroso pubblico, poi passa al montapanna e con fare malizioso riempie tutto lo spazio disponibile del lievitato con candida panna fresca. Infine mi consegna, su un apposito piatto, la mirabile creatura che sfamerebbe un villaggio di negretti del Biafra.
Quando lo prendo in mano, con il dedicato tovagliolino personalizzato, so già di avere almeno venti paia di occhi femminili e vogliosi puntati su di me. Ma non è il concentrato di porcherie che le attrae bensì il sapere come riuscirò ad addentare la preda senza far partire pericolosi schizzi di panna ad altezza d’uomo.
Cala il silenzio, pure la cassa evita di emettere scontrini, il momento è estremamente delicato. Alcune avvenenti signore posizionano meglio la loro sedia per godersi lo spettacolo gratuito prima di andare a timbrare il cartellino per una nuova, noiosissima, giornata di lavoro. So che in quel momento regalo loro la spinta giusta per andare con leggerezza verso il martirio quotidiano.
Mi volgo verso  loro sorridendo e comincio a studiare la preda per decidere il punto di attacco. Qualche cliente comincia a mordersi le labbra asportando il rossetto.
Poi noto la falla, il punto debole: tutti i cornetti hanno un punto debole.
Sorrido di soddisfazione mentre intravedo qualche goccia di sudore freddo scendere dalla fronte della solita bionda in prima fila, la Bombetta fan per eccellenza.
Avvicino la Bombetta alla bocca, ma non troppo, e parte sinuosa la lingua a punta asportando delicatamente il primo ciuffo di panna che fuoriesce dal cornetto, si arrotola su se stessa e lo deposita con perizia in bocca.
Il livello di attenzione del pubblico è alle stelle, sanno già cosa sta per succedere.
La lingua a punta asporta altri tre ciuffi di panna con movimenti di varia velocità e sempre con un percorso zigzagante. Ora sono in diverse a mordersi le labbra; la vendita di rossetti a San Marco è triplicata da quando ho ideato la Bombetta.
Infine l’ultimo ciuffo, il più difficile, quello che se lo sbagli fai la figura del peracottaro. E’ esteso, non lineare e piatto, in alcuni punti rientra fino a dentro lo spacco del cornetto. Occorre calma, perizia e scioltezza del movimento; niente fretta. La lingua comincia a tastarlo e la punta lo scalza delicatamente, poi prosegue con attenzione e qualche movenza non scontata per raccogliere tutto. Quando arriva al punto da sondare dentro alla brioche rallenta e si ferma un attimo. Poi inizia lenta l’esplorazione del pertugio con relativo scavo fino a raggiungere le prime onde di Nutella, al che la lingua si ritira e torna in superficie. C’è ancora qualche centimetro da asportare, con guizzo repentino e inaspettato la punta opera e nasconde in bocca il piacere. Noto che qualche spettatrice sta trattenendo il respiro per il momento clou.
Che arriva, come sempre e come tutte aspettano, dopo aver scelto la punta del cornetto da attaccare.
Simulo il brutale morso, tra il raccapriccio generale, ma, invece infilo l’estremità in bocca succhiando avidamente il ripieno della mia colazione.
Appena sorrido al pubblico scattano i primi applausi e qualche silenzioso orgasmo. Seguono poi i complimenti, gli autografi, i mazzi di fiori con allegato bigliettino recante numero di telefono, mi inchino, ringrazio tutte e passo al cappuccino, con la bocca impiastricciata di panna e Nutella e il Sommo che osserva, sempre più schifato, la scena.
E’ bello poter condividere piccoli riti personali e allietare l’inizio di una dura giornata a chi ne ha bisogno.
E’ pure bello prendere una piccola percentuale dell’incasso del Gingillo per lo spettacolo estemporaneo e il conseguente incremento di vendite.
Siamo tutti mercenari, in fondo.

Vi aspetto al Gingillo alle 8,15 – dal lunedì al venerdì -




domenica 21 giugno 2015

ANNUNCI & DEDICHE

MISSING AGOSTINO !



Il piccolo AGOSTINO manca all'appello della Colonia da circa una settimana.
Il fratellino POLVERE è rassegnato, sicuramente gli è successo qualcosa.
Un micio di circa un anno è troppo spavaldo e sottovaluta i pericoli del bosco, ma noi siamo sempre ottimisti.
Finché non si trova il cadavere il gatto è vivo!

venerdì 19 giugno 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
15a puntata




- Non mi piace questo romanzo! – commenta il piccolo POLVERE – Non ci sono gatti, giochi, lucertole e neppure topini!
- Zitto, tu! – rimprovera LITTORINA – E la prossima volta fatti abbandonare da qualche altra parte, purtroppo qua è così, si devono leggere queste porcherie.
- Dice sempre il Capo – aggiunge ARCHIMEDE – è come avere moglie: sono duri i primi venti anni, poi ci si abitua… questa è la Colonia, piccolo!

15

Durante il viaggio di ritorno ho la testa che bolle come una pentola a pressione. Mi distraggo pensando a quello che mi ha detto Antemio e poco ci manca che prima tampono durante un inspiegabile rallentamento, poi sperono un’auto mentre impegno la corsia di sorpasso senza controllare che fosse libera. Decido per una sosta tattica all’Autogrill. Un caffè, un gelato, un paio di sigarette e trovo l’immancabile monetina abbandonata a terra, 2 centesimi di euro.
sarà di buon auspicio?
In quel momento si ferma un pullman straniero e ne scendono una frotta di donne, giovani e perlopiù bionde e messe bene. Osservo la targa dell’autobus, è polacco, mentre mi si avvicina una delle ragazze bionde.
niente male…
Mi fa cenno che vuole accendere la sua sigaretta, estraggo il mio Dupont d’argento, superstite di tante avventure, e il mio migliore sorriso.
Mi parla in polacco, non capisco un cazzo.
Rispondo in inglese, non capisce un cazzo.
Continuiamo a motti. Poi succede quell’incredibile miracolo per cui un uomo e una donna di differenti idiomi si capiscono al volo.
Ha bisogno di soldi, lo fa capire senza tante esitazioni.
Ho bisogno di conforto, non spirituale, e glielo faccio capire senza troppi giri di parole.
Il mercimonio si consuma dentro la mia Range in fondo al parcheggio dei tir. Prima di rimettermi in viaggio mi concedo un altro caffè corto e amaro con seguito di nicotina.
cazzo! sto diventando un erotomane, un maniaco sessuale… sarà colpa dell’aria di Carpaneta o del MaCriz?
devo cominciare a darmi una regolata
Nel viaggio comincio a riorganizzare i pensieri e tutte le tessere del puzzle che ho racimolato in giro.
Ho una vaga idea del disegno che dovrei comporre ma non ho ancora tutti i pezzi sufficienti e alcuni si incastrano tra loro ma non con gli altri.
Poi noto uno sbaffo di rossetto color volgare sul velluto del rivestimento del sedile del passeggero della Range e sui miei pantaloni kaki.
Non mi lamento, ma mi incazzo.
Appena arrivo a Carpaneta sono bloccato da Serena.
- Andrea, il Comune di Corciano sta ritirando l’ordinanza di inagibilità della tua casa. Manca ancora un nullaosta e i lavori di consolidamento possono cominciare. Manca pure qualche tua firma. Appena hai tempo…
- Ora non ne ho, Serena. Vorrei rifletterci ancora un po’ sopra, se non ti dispiace.
- C’è qualche problema? - domanda.
- Devo solo fare quattro conti, porta pazienza.
- Ti sei sbafato con un pennarello sui pantaloni - mi fa notare.
Poco dopo ricevo un SMS da Vanessa.

Ciao!
Ci vogliamo vedere, allora?
Dovrei parlarti.
un bacio
Vanessa.

Sorrido e decido di riprovarci.

Ciao bella!
Stasera a cena andrebbe benissimo. J
bagio

Decido di fare subito una telefonata che mi preme.
- Ciao Lele! Avrei bisogno di un altro favore.
- Vuoi la rivincita a scacchi? - domanda Eleonora.
- No, ma dovresti farmi un ‘ulteriore ricerca.
- Domani sera, alle 22, al solito posto. Ti porto pure quelle copie che volevi. A proposito…
- Sì?
- Sei ancora irrimediabilmente fidanzato?
- A domani sera, Lele!
prima o poi mi tocca…
L’SMS di Vanessa arriva con un’incredibile risposta.

Va bene la cena per stasera.
Prenoto io.
Ci vediamo alle 21 all’Agip di Via Settevalli.
Vanessa.

Rimango piacevolmente sorpreso, poi sopraggiunge un senso di allarmante dubbio misto a timore e una punta di paura.
com’è possibile? Non ha impegni, cene e mestruazioni… vorrà un favore, sicuramente un favore impegnativo,  forse le devo uccidere qualcuno

Passo al pc e controllo la posta elettronica.
C’è un messaggio di Ken.

Ciao Gatto,
porta pazienza.
Ken

Decido di affidargli un nuovo lavoro.

Ciao Maestro!
Mentre porto pazienza invia una mail a questo indirizzo
e controlla se il computer che la riceve è attivo.
grazie
Io.
P.S. leggi attentamente la mail che ti invierò subito dopo questa.

Comincio a mettere tutto nero su bianco, cominciando dalla mia esplorazione del pozzo e del suo cunicolo.
Dopo un paio di ore ho scritto tutto, almeno credo, impressioni e sensazioni personali comprese, e la invio.
Mentre mi accendo una sigaretta un pensiero mi trafigge il cervello.
dovevo uscire dal SIG per mettermi a fare quello che mi piace,  l’investigatore
Prima di cena arriva pure la telefonata di Gabriella che mi invita a cena, con relativo dopocena, per il giorno dopo. Declino cortesemente l’invito adducendo un banale impegno.
scusa bella ma ho da fare…

Finalmente arriva il grande momento: l’uscita serale, a cena, con Vanessa. Si presenta all’appuntamento vestita con un microabito che nulla ti lascia immaginare.
non le devo uccidere qualcuno… questa vuole che faccia una strage
A cena è tutto un suo monologo sul lavoro e i relativi impegni, mi si gonfiano velocemente le palle. Vanessa è bella, estremamente bella, bella e bona, ma anche limitata, vuota e limitata, e pure egocentrica.
Poco riesco a parlare, ma la ascolto attentamente e, più la ascolto, più mi rendo conto che racconta un mucchio di cazzate, o meglio bugie.
questa ha qualche problema, dovrebbe andare in analisi
Poi, mi ricordo che io sono uno psicologo e un sorriso mi solca il viso.
- Perché sorridi? - domanda.
- Mi piace ascoltarti - le bugie sono contagiose, intanto comincio a scrutarla con altro occhio, l’occhio clinico.
La cena finisce col caffè e ancora non siamo arrivati al dunque.
ma… che cazzo vorrà?
- Di cosa volevi parlarmi? - rompo gli indugi.
- Andiamo a casa mia, ti devo far vedere una cosa.
addirittura a casa?!
Faccio finta di non sapere dove abita e la mando avanti con la sua auto.
Quando siamo in casa mi dice ironicamente.
- Stasera non mi hai fatto nessun complimento. Non ti piace il mio vestito? Ho pure messo le autoreggenti che tu apprezzi tanto!
Rimango interdetto, anzi come un coglione, soprattutto mentre si tira su il già corto vestito per mostrarmele.
Il livello di attenzione e di testosterone si alza alle stelle, come qualcos’altro dentro ai pantaloni.
- Ti va? - le chiedo.
Non risponde, mi infila, fulminea, la sua lingua nella bocca.
Dopo mezz’ora di petting selvaggio siamo completamente nudi, vado per infilare il cetriolo nella sua tana ma mi blocca.
- Ce l’hai il preservativo? - chiede.
- No - rispondo mortificato.
- Allora mi spiace, non posso. Sono nel pieno dei giorni caldi - mi prende l’uccello con la mano e comincia a massaggiarlo.
un’altra sega?
Le tolgo la mano e la accompagno sul divano. Le salgo sopra e cerco di penetrarla in bocca. Resiste, non vuole, insisto, ma non cede. Ci rimango male, anche stavolta devo accontentarmi del contentino manuale.
Mentre si ripulisce con un fazzolettino di carta mi dice
- Ho un problema finanziario. Devo pagare una certa cosa ma non ho soldi.
Rimango in silenzio mentre sono di pulizie pure io.
mi ha preso per una banca?
- Non voglio chiederti soldi - continua - ma solo un favore, se puoi.
- Dimmi - faccio telegrafico.
- Mi dovresti aiutare a vendere queste due monete. Mi hai detto che conosci un numismatico.
Si alza, va in camera e torna con una scatolina. La apre e me la porge.
Prendo le due monete che si sono dentro.
Sono uguali, due solidi di Onorio. Guardo le lettere che indicano la zecca. R e M.
tombola!
- Posso provare a chiedergli se me le vende. Hai fretta di incassare?
- No. Posso aspettare qualche settimana.
- Quanto ci vorresti fare?
- Non ne ho la più pallida idea. Al Compro-oro mi hanno offerto 200 euro. Sono monete antiche, almeno un migliaio vorrei tirarceli su.
- Come le hai avute?
- La zia. E’morta e mi ha lasciato queste e un paio di anelli, brutti. Li ho già venduti. Ci ho fatto 120 euro. Con le monete volevo farci degli orecchini, ma ho altre urgenze.
- Forse posso farti avere qualcosa in più - le dico - Ma… voglio da te due cose.
- Cosa?
- Voglio sapere la vera storia di queste monete e… voglio te. Te, tutta te e per tutta una notte. Queste sono le condizioni.
- La storia delle monete non la conosco - risponde - Vuoi me? Ora cosa hai avuto, scusa…
- Pensaci bene… e forse farò un miracolo.
Esco da casa di Vanessa con un altro pezzo di puzzle e la certezza che nessuno sa del reale valore di queste monete, mafia esclusa.

Nel pomeriggio successivo ricevo la mail di risposta di Ken.

Ciao Gatto!
Bella storia!
Fossi in te ci andrei molto cauto,
la tua moneta è veramente inopportuna,
forse rischi pure la pelle.
Se, alla fine della storia, rimani vivo scrivici un romanzo,
ne potrebbe uscire un buon libro…
Ken
P.S. nulla di nuovo dal fronte inglese.

Rispondo subito.

Ciao imboscato!
Non ci crederai, ma la notte ha portato novità!
Devi sapere che…
Sempre Io J
P.S. vorrei da te una valutazione ponderata del grande quesito che mi assilla:
riuscirò a scoparmela?

La risposta arriva pochi minuti dopo.

No! J
Ken

Gli invio un’altra e-mail.

Frocio e invidioso!
Lo scrittore J

A proposito di froci, ricevo la telefonata di Oleg.
- Andrea, quando vuoi ho quelle informazioni che ti occorrono.
- Che informazioni ti ho chiesto? - domando sorpreso.
- Quelle sull’amico dei felini. Non ricordi?
- Ah… grazie! Domani ti trovo?
- Facciamo stasera - risponde.
- Non posso.
- Qualcuna ti reclama? -
cazzo te ne frega!
- Eh,- faccio divertito - sai… il fascino del sopravvissuto… Ti chiamo domani!
Alle 22 anticipo Eleonora al ‘Sorbo Pub’. Arriva con una cartellina rossa e la appoggia sul tavolo. Vado per prenderla ma mi blocca.
- Prima birra, patatine e scacchi… tanto con te, altro non si può fare - dice sorridendo.
Dopo le rituali due birre e la batosta subita sulla scacchiera si passa al lavoro.
lavoro?
- Ecco le copie di tutti gli articoli riguardanti le due scomparse - dice porgendomi la cartella - Secondo te c’è un collegamento?
- E’ quello che sto cercando di capire.
- Perché ti interessa?
- Casualmente ora abito a casa della Presidente di ‘Progetto Pogo’ - rispondo per assecondare la sua curiosità.
- E’ con lei che sei irrimediabilmente fidanzato?
- No.
- Allora lei è l’altra!
- Neppure.
- Allora esiste l’altra! - esclama soddisfatta - Parliamo un attimo della tua situazione sentimentale.
- Nel 1975, nel monastero di Colle Corona… - comincio mentre Eleonora aggrotta la fronte - furono trovati i resti di due soldati della seconda guerra mondiale. Gradirei avere le copie di tutti gli articoli in merito.
- Ahh… - fingendo interesse.
- Inoltre… - continuo - nel 2002 un cercatore di reperti militari trovò, sui monti Aurunci, nel Lazio, i resti di un aereo militare precipitato nella seconda guerra mondiale. Anche di questo fatto gradirei copie degli articoli che trovi. Grazie.
- E… - mi interroga - anche questo c’entra col fatto che ti scopi la presidentessa dei gatti?
- Questa è un’altra faccenda - mi strappa un sorriso.
- E… - prosegue - pensi di comprare i miei favori solo con birra e patatine?
- Ti faccio pure vincere a scacchi…  - dico sfoggiando la migliore faccia a cazzo che so fare.
- Aspetta che ti presenti il conto caro Andrea, Daniel o come cavolo ti chiami.
- Andrea - preciso e le porgo la mia autentica carta d’identità.
La prende e la osserva attentamente, poi osserva attentamente me.
- Stai meglio senza barba. Qui sembri più giovane.  
- Davvero?
- Certo! Guarda che differenza! Non hai un viso da barba, ti invecchia tremendamente.
- Ma… devo nascondere una cicatrice - puntualizzo.
- Le ferite guariscono, le donne amano le cicatrici…  -risponde.
- Questa già l’ho letta da qualche parte.  
- Allora… paghi il conto e fai ancora l’irrimediabilmente fidanzato o provi a sedurmi per fare quattro salti in padella a casa mia?
- Detta così, la situazione perde di ogni fascino.
- Dai! Fammi vedere che uomo d’azione sei!
- La prossima volta… - dico sorridendo.
- Me lo segno. Ogni promessa è debito.
Finalmente a Carpaneta riesco a leggere questi benedetti articoli sulle due scomparse. In effetti, anche se sono avvenute a quasi un mese di distanza, nessun articolo le collega tra loro.
come avrà fatto a trovare il collegamento?
Poi ricordo che anche Ken aveva avuto la stessa intuizione.
Alle 3 di notte gli invio una mail.


Ciao Ken!
Come hai fatto a trovare il collegamento tra le due scomparse dei volontari di PP?
E’ importante che lo sappia.
Io
P.S. ho un dubbio per non dormire,
secondo te, sto meglio con o senza barba?

Quando entro nell’ufficio di Oleg, dopo otto meritate ore di riposo nel mio letto, sono il ritratto della freschezza e vitalità. Si alza dalla sua poltrona e mi saluta, poi torna seduto con ‘La Settimana Enigmistica’ in mano.
- Aiutami - dice con tono calmo - a finire questo cruciverba. 16 verticale, lo può essere un fiume o un lago, undici lettere, inizia per SOT, finisce con EO…
- Sotterraneo - faccio senza esitazioni.
- 6 orizzontale… - continua - lo è quello degli innocenti, otto lettere, la prima S, le ultime due IO…
Ci penso un secondo, poi - Silenzio.
- Complimenti! Sotterraneo e Silenzio… un vero rompicapo, per me – sorridendomi.
cosa vuole dirmi?
- Veniamo a noi - interrompo il momento di imbarazzo - Dimmi tutto su questo frate.
Oleg prende un fascicolo dal cassetto di un mobile e me lo porge.
- Leggi tutto bene. Ci sono elencate le sue abitudini. E’ un tipo piuttosto monotono e privo di fantasia. anche se ha una badante ucraina come amante e il vizio di sterminare felini. Il momento migliore per colpire, secondo me, è al mattino, alle 7 esce per fare una passeggiata nel bosco vicino al convento, anche nella sua nuova sede. Sempre lo stesso itinerario, ci impiega 40 minuti circa. Se piove non va a passeggiare.
- Dove si incontra con la badante-amante? - chiedo - Ma… di chi è la badante?
- E’ la badante di una sua vecchia zia, fradicia di soldi. Si incontrano ogni giovedì e domenica sera, lei ha queste sere libere.
- Dove?
- In una casetta singola, poco fuori il Borgo Bello. Arrivano insieme con la sua auto, una Opel Astra bianca, che parcheggia dentro al giardinetto recintato della casa.
- Ci sono cani ?
- No. Ma non è il posto indicato per colpire. E’ in fondo a Via dell’Ulivo, una strada chiusa. Prima ci stanno altre casette singole e dei palazzi, talvolta gente che porta a spasso i cani. Troppo rischioso - mi allunga delle foto che ha fatto al frate insieme alla badante mentre arrivano con l’auto, entrano in casa, stanno trombando ed escono per ripartire. Un vero lavoro da professionisti. Prendo una foto con il primo piano del frate, scattata in pieno giorno e mi fisso nella mente la fisionomia del bastardo. Restituisco il tutto.
- Di cosa hai bisogno? - chiede Oleg.
- Nulla. Ho tutto l’occorrente.
Oleg mi guarda con aria sufficiente - Sicuro di non aver bisogno di appoggio logistico?
- Sicuro - rispondo.
- Quando pensi di colpire?
- Lo leggerai sui giornali – con un bel sorriso.
- Non sono d’accordo su quello che stai facendo, sappilo - puntualizza  - Ma, Serena mi paga anche questo… caso. E ho bisogno di soldi. Stai accorto e ricordati, io non ho parlato con te.
- 6 orizzontale - lo rassicuro.
Mi guarda senza capire.
- Silenzio… - suggerisco e Oleg sorride.
- Cambiando discorso - continua - hai pensato alla mia proposta di collaborazione?
- No. Ora sono troppo impegnato.
- In cosa?
- Indagine personale - decido di cominciare a scoprire qualche carta.
- Racconta - interessato.
- Forse un domani, se ne verrò a capo.
Poco dopo sono a casa del Tigre, insalutato ospite.
- Cazzo vuoi? - è il suo benvenuto.
- Un silenziatore per la Beretta 98.
- Scordatelo! Qui è vietata la vendita dei silenziatori.
- 200 Euro. Anche artigianale, basta che non mi faccia scoppiare la pistola in mano.
- 300 e te lo faccio su misura.
- 200 e ti regalo il piastrino.
- 250 e il piastrino.
- 200 e il piastrino o lo collaudo su di te.
- 200 e il piastrino vanno bene!
- Quando?
- Domani pomeriggio. Lasciami la pistola.
Lo guardo storto.
- Devo costruire l’adattatore, sbirro - fa impertinente.
Gli appoggio la Beretta sulla scrivania.
- Domani pomeriggio sono qua - lo avviso.
- Con i 200 e il piastrino - risponde mentre osserva attentamente la Beretta.
Contemporaneamente mi arriva la telefonata di Gabriella.
- Scusa Gabriella ti richiamo tra cinque minuti.
- La tua donna? - indaga il Tigre.
- Sì - rispondo - E’ ispettore di Polizia.
Il Tigre sbianca in viso - Mi stai incastrando?
- Scherzo, scemo!
Dopo un espresso al bar richiamo Gabriella.
- Mi stai sfuggendo? - il suo esordio - C’è forse qualcosa che dovrei sapere?
- Ogni cosa a suo tempo - le rispondo.
- Un’altra, eh?
- Sei gelosa?
- Tutte le donne sono gelose. Come la mettiamo?
- Che stasera stiamo insieme, se ne hai voglia.
- Ti rompo le ossa!
meglio le ossa che il culo
- …e il culo, soldatino!
 appunto… soldatino?
Ci manca poco che me lo rompe sul serio. E’ una belva. Mi regala una di quelle scopate, fatte con rabbia, che ti ricordi più per la fatica che per il piacere.
Sicuramente ha voluto suggellare il diritto proprietà sul sottoscritto, in presenza dello stesso.

L’indomani ricevo una mail da Ken.
 cazzo! sembriamo fidanzati

Ciao Gatto!
Nell’attesa di notizie dalla perfida Albione ho dato un’occhiata al pc di vangelo.
Vai al solito sito e, nella tua cartella personale, trovi un’altra cartella denominata VANGELO.
Dentro ci trovi tutte le mail inviate e ricevute archiviate in cartelle.
Un po’ strana la tua amichetta… non ti dico altro, leggi!
Ken
P.S. credo che le mie profonde riflessioni siano giuste, purtroppo per te J
P.S. 2… forse senza barba.

Vado subito al sito, apro la mia cartella personale e, poi, la cartella VANGELO. Trovo una trentina di sottocartelle, alcune nominate con nomi maschili.
Giancarlo, Francesco, Giovanni, Marco 1 e Marco 2, Antonio, Carlo, Alex, Sandro, Pietro, Davide, Cristiano, Paolo, Marino, Andrea.
Apro quella di Giancarlo.
Una serie di mail inviate e ricevute nel 2008. Una montagna di mail.
Comincio la paziente lettura. Una storia d’amore via fibra ottica.
Questo Giancarlo è partito di testa per Vanessa, lei se lo cucina ben bene ma, mi sembra, non si arrivi a felice conclusione. Lui la vuole, lei non si concede, almeno non tutta. Una storia già letta.
Vado a Marco 2, stessa sega. Lui le sta dietro come un cane maremmano al gregge e ci guadagna, da quel che leggo, un paio di petting e una pugnetta. La storia si arena e finisce, come quella con Giancarlo.
Apro altre sottocartelle. Il comportamento di Vanessa è sempre lo stesso.
Apparentemente disponibile e zoccola ma, quando il lui di turno cerca di concludere con qualcosa di concreto lei si tira indietro con mille scuse ma continua a corteggiarlo e a blandirlo con vuote promesse.
Carlo ha addirittura 56 anni! Noto pure che sono tutti sposati o sentimentalmente impegnati , si fa per dire, da lungo tempo.
Comincio a credere che Ken abbia ragione.
Quando apro la cartella Alex una cosa mi balza all’occhio.
Leggo tutte le mail inviate e ricevute.
Anche lui è caduto nella ragnatela di Vanessa.
ora capisco il comportamento di Serena
Le mail si interrompono il 17 dicembre 2009. Non c’è traccia di sfaldamento del rapporto anche se Alex si lamenta apertamente della scarsa disponibilità sessuale di Vanessa.
è stato ucciso il 17 dicembre
Poi, l’ennesima illuminazione.
Apro la cartella Davide e controllo il suo indirizzo di posta elettronica.
tombola!
Leggo tutte le mail. Una storia lunga, si fa per dire, sei mesi. Neanche qui si scopa, anche Davide richiede maggiori attenzioni per il suo pisello.
Le mail si interrompono il 1 dicembre 2009.
 questa è un caso patologico… li fa innamorare e li tiene sulla corda finché non scoppiano e si allontanano, come si allontanano li insegue… è dissociata, forse pure schizofrenica
Apro pure la cartella Andrea, la mia. Ci sono le poche e incolori mail che ci siamo scambiati  ma…
io non sono sposato né impegnato sentimentalmente,  perché è andata fuori target?
Controllo le altre cartelle, quelle senza nomi di uomini, e trovo un’interessante mail.
La segretaria del Dott. Augusto Menichetti avvisa Vanessa che l’appuntamento per la visita del 24 agosto 2010 è rinviato al 2 settembre 2010, alle ore 10,30 per sopraggiunti impegni del medico.
Faccio una ricerca su Internet su questo Dott. Augusto Menichetti.
E’ uno psichiatra. Sorrido tra me.
Chiudo il tutto e scrivo a Ken.

Ciao Mago!
Forse hai ragione; non c’è trippa per gatti.
Io

Noto una nuova mail di Ken.

Ciao Gatto!
Vai nel sito di ‘Progetto Pogo’ e controlla l’album fotografico.
Leggi la didascalia della seconda fotografia della manifestazione
‘Ogni vita dovrebbe avere sette gatti’ ci sono tutti e due e…
pure la tua bella!
Mi stupisco di te per questa svista! J
Ken.

Vado al sito e controllo le foto della manifestazione. E’ vero.
Salvo e stampo la foto.


POLVERE sul solarium