domenica 7 giugno 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Il Raccontino logora chi non lo scrive

IL GIOCO DEGLI SGUARDI

E’ una punizione da subire una o più volte all’anno, a seconda della gravità del reato commesso.
Se è una volta: nulla di grave, viene comminata e accettata più per abitudine che altro.
Se le volte sono due: il sospetto c’è, e pure pesante.
Nel caso delle tre volte: oltre al sospetto si aggiungono numerose prove indiziarie.
Per quattro volte: il sospetto diventa multiplo e le prove prolificano incontrollate.
Da cinque in su: c’è reiterazione continuata e flagranza di reato.
Micia, con il suo splendido sorriso sadico, mi avvisa qualche settimana prima di quale sarà il giorno preciso dello sconto della pena. Sempre di sabato, naturalmente!
Perché è di sabato che si tiene il mercatino settimanale a Pian di Massiano, in quel di Perugia.
Nell’antichità Pian di Massiano era una palude, vecchio residuo del Lago Tiberino, popolata solo da animali estinti e flagellata dalla malaria. Poi è arrivato Mussolini e la sua mania di rendere ospitali posti non idonei a nessuna forma di vita e ha bonificato il tutto.
Col tempo, scomparsa la malaria che affliggeva Perugia come l’Uganda, nuovi barbari si sono insediati in quel luogo costruendo uno stadio da calcio ed altri impianti sportivi.
…cazzo c’entra col raccontino? Nulla, avete ragione, facevo solo finta di essere colto.
Micia scandisce giornalmente il countdown – Meno 12… meno 11… - è veramente sadica.
La pena consiste nell’accompagnarla al mercatino, scortarla, farsi carico di tutte le buste di inutili cianfrusaglie che compra, offrirle la colazione e riportarla, contento e sorridente, a casa.
Sabato mi è toccato, per la prima volta nel 2015, a dimostrazione che non sono più il monello di una volta e le mie azioni sono precipitate a livelli storici.
Il mercatino si compone di tre corsie, o gironi, come volete chiamarli.
La prima corsia è quella denominata “Guarda Ciccio, ti farebbe veramente comodo!” Soste interminabili per farle scegliere qualcosa che dovrebbe farmi veramente comodo. E’ qui, mentre sto accendendo una sigaretta, che la scorgo. Alta, carnagione ambrata, quasi mulatta, mora e con un vestitino avana che mette in risalto le sue grazie. Ma non riesco a vederla in viso, è piegata a scegliere qualcosa sul banco accanto a quello che la Micia sta saccheggiando.
Mi blocco e comincio a fissarla intensamente. Inizia il gioco degli sguardi, il mio preferito per agganciare possibili prede, a patto che le stesse siano sensibili agli sguardi e sappiano a loro volta giocarci. Anche lei si blocca mentre sceglie un top di discutibile colore: ha avvertito il mio sguardo. Alza il volto e si volge verso me; anche lei sa giocare. Un momento e gli sguardi si incrociano. Le comunico tutto il mio apprezzamento per ciò che mostra e il fascino intrigante del suo viso da quarantenne. Lei rimane un attimo interdetta, non si aspettava di trovare un giocatore in quell’infimo posto. Mi osserva e sorride: ebbene sì! caro, sono disposta a giocare con te!
Ma Micia si accorge del mio interessamento, prendendomi a braccetto mi rapisce dall’incantesimo.
- Cosa stai facendo? – chiede col suo eccezionale sorriso alterato.
Micia conosce la pericolosità del mio gioco di sguardi; ne è stata vittima più di venti anni fa, ma lei sa giocare meglio, tantoché mi ha ingabbiato senza che me ne accorgessi.
- Nulla, controllavo solo quella: ma è un uomo.
Riesce a guardarla di sfuggita, si sta allontanando in direzione opposta.
- Già! Un uomo! Come i tre gattini che ci hanno abbandonato in Colonia: tutti e tre femmina!
Passiamo alla seconda corsia, quella nominata “Aspetta Ciccio, ché ho visto una cosa che cercavo!”
Mentre sta guardando una delle tante cose che cercava c’è un nuovo incrocio con la creatura creola.
In pochi attimi c’è un fitto scambio di informazioni.
- Gradisco le tue attenzioni – comunica –ma lei? – indicando la Micia.
- Non è un problema – rispondo – Come posso cont…
- Ciccio, andiamo! Ancora a sbirciare quella?
- E’ un uomo, ti dico.
- Poi controllo io e vedremo – conclude.
Passiamo alla terza e ultima corsia, quella degli “ex”.
E’ qui che Micia incontra ex colleghe dell’università, ex colleghi dell’ospedale, ex fidanzati, ex amiche che le hanno portato via gli ex fidanzati, ex amanti ed ex estimatori vari. Ogni tre passi una sosta e un miliardo di inutili ciance. Perdo la pazienza e lo faccio notare platealmente.
- Uffa Ciccio, non si può parlare due minuti in pace! – ammonisce con il suo ammaliante ed implacabile sorriso.
Mentre sto raccogliendo 2 centesimini persi a lato di un banco di ortofrutta Micia scorge la bellezza abbronzata e ordina: - Guardala intensamente.
Eseguo con piacere e in una manciata di istanti riusciamo a scambiarci una massa di informazioni illecite e preziose.
- Ciccio – interrompe il mio trip – E’ un vero spettacolo!
Mi fermo e comincio a scarabocchiare qualcosa sul pacchetto di sigarette con la penna.
- 387 80955257212… mannaggia gli ultimi due numeri! – mi lascio scappare.
- 6 - 2, Ciccio. Sei due… ma hai ragione tu. E’ un uomo.



1 commento:

  1. Sei tremendo... un vero ispirato!
    Vorrei padroneggiare allo stesso modo. Vorrei davvero avere questo stile scanzonato, incalzante, avvincente, divertente.

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