INFEDELTA'
La prima ad abbandonare il suo tetto coniugale fu
TEMPESTINA, nel lontano 2008.
Era la sua regina, vivace, propositiva e sempre pronta al
gioco. Forse un poco banale nel fisico e nel mostrarsi al pubblico con quel suo
manto tricolore troppo comune e da popolana. Ma era la sua preferita. Fino all’arrivo
della più giovane, fascinosa e conturbante ROMEA. Una gatta che sapeva cosa
voleva e come prenderselo; infatti lo prese, costringendo TEMPESTINA a
raccattare i suoi quattro stracci e a trasferirsi dalla vicina. Fu il primo
esilio per amore della Reggia.
Il Capo, pur col peso delle sue mille colpe, non riuscì mai
a concepire questo estremo atto di dignità felina.
Lui, abituato a ragionare col “se c’è da mangiare per 10, ci
sarà pure per 11!”, non capì che non poteva generalizzare questo suo dogma. Non
lo capisce tutt’ora, anche se la faccenda lo turbò assai, pur venendo blandito
e coccolato dalla perfida ROMEA.
E’ successo di nuovo con UEBI. Anche con lui il Capo aveva
uno stretto legame: chi non ricorda i loro giochi con il bianco-rosso che
saliva sul tronco della piccola quercia della Colonia per ricevere le giuste
attenzioni!
Poi il Capo se lo portò alla Reggia per curarlo dalle sue
frequenti stomatiti e per lungo tempo UEBI divenne il padrone incontrastato del
salone, la sua tana computerizzata.
Ora anche UEBI se n’è andato in esilio da un’altra vicina,
meno vicina, ma con cui è scoppiato un amore travolgente.
- Può succedere… - il trito commento del nostro umano, visibilmente
amareggiato, mentre eleggeva nuova regina della sua tana l’esile PERLA.
Ma il duro colpo il Capo lo ha ricevuto andando a trovare la
nuova vicina adottante-innamorata.
Mentre con la signora parlava di gatti e di alcuni loro
incomprensibili comportamenti si è presentata una sua vecchia conoscenza, data
oramai per dispersa circa un anno fa.
Un gatto, il fratello di giochi di TEMPESTINA, con una
grande carriera davanti a se: era stato prescelto dal Capo per diventare il
nuovo Capocomunità al posto dell’oramai anziano CANNIBALE.
Ma PAPERINO, il gatto in questione, cominciò a comportarsi
in modo strano. Si presentava solo ai pasti, e nemmeno tutti, esigeva coccole e
carezze poi si eclissava per molte ore. Col tempo le molte ore divennero
diversi giorni e i pasti sempre più radi e consumati di fretta. Dai diversi giorni
alle intere settimane di assenza il passo fu breve, ma PAPERINO era sempre più
bello, grasso e lucido.
Un giorno il Capo lo minacciò pubblicamente di stracciare la
promessa fatta e affidare l’ambito incarico a SERPOTTO, un gattone acquisito
che sta, letteralmente, sempre in mezzo ai suoi piedi.
- Bada tu! – gli disse – L’autorità te la conquisti dando l’esempio
sul posto, non dove pare a te!
Dalle intere settimane di assenza passammo agli svariati
mesi. Solo di estate, quando gli umani cenano fuori, sul terrazzo, PAPERINO ricompariva
come d’incanto a salutare e scroccare qualche coccola e carezza.
Tutto questo fino al 2013. L’estate scorsa PAPERINO non si
era mai presentato e neppure in questo inizio di stagione.
Gli umani avevano fatto tutte le ipotesi possibili e il Capo
lo aveva semplicemente cancellato dal censimento felino della Reggia. Con quel
tratto di penna cessava ufficialmente l’esistenza di PAPERINO.
Fino all’altro ieri.
E’ arrivato incuriosito da una voce conosciuta. L’ha
guardato. Si sono scrutati a lungo, tutti e due in attesa di vedere la reazione
dell’altro. Poi il Capo si è accucciato e con un gioioso – PAPERINO!!! – lo ha
accarezzato ed elargito le sue solite grattatine sulla pancia. PAPERINO ha
gradito, molto, tra lo stupore della vicina poco vicina che non riusciva a
capire il perché di simili confidenze intime.
Poi il Capo ha spiegato. I due hanno finito i loro discorsi
e gli accordi per quanto riguardava il novello fuggiasco UEBI e si sono
salutati.
A casa il Capo ha raccontato l’accaduto e, mentre col buio
stavano mangiando sul terrazzo, un corpo tozzo e peloso, quasi sconosciuto, si è
strofinato alle gambe della Micia.
- PAPERINO!!! – il suo stupore. E giù coccole, baci, carezze
e abbracci.
- E’ venuto per salutare pure me – ha commentato la Micia
umana, mentre PAPERINO riprendeva la strada del fosso che conduce al suo nuovo
mondo.
- Tutti uguali questi gatti! – ha criticato il Capo – Fai tutto
per loro e, al primo disaccordo, prendono e ti piantano.
- Qualche volta bisognerebbe pure fare autocritica e capire
cosa non abbia funzionato – risponde Micia.
- Inutile – ribatte il Capo – E’ la natura dei felini, sono
geneticamente infedeli. Fammi il caffè, và…
Il piccolo PAPERINO alla Reggia - Luglio 2007 |
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