I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)
“ABBALLA?”
Le uscite lavorative con il capo Bromuro sono devastanti per
la mie già precarie condizioni psicologiche, investendo pesantemente anche la sfera
sessuale. Dopo ogni giro per clienti col capo necessito di riposo, assoluto
riposo per almeno 24-48 ore. A conti fatti non credo che queste uscite
lavorative siano poi così produttive nel bilancio globale.
La cosa che mi infastidisce di più è la mancanza di intimità
nell’abitacolo. Non che Bromuro tenti approcci sessuali o racconti di
improbabili incontri erotici con parigrado dell’altro sesso, semplicemente la
sua presenza mi disturba.
Considero l’auto che uso per lavoro, qualunque essa sia, la
mia seconda tana dove, chilometro dopo chilometro, partorisco mentalmente i
miei scritti estraniandomi completamente dalla guida e dal traffico.
E’ un trip da raccordo autostradale: la serie col
protagonista Andrea Rossi, La domenica di sangue alla colonia felina di
Montelepre, Le Maledette, il Progetto di romanzo erotico scritto a sei mani e
la maggior parte dei raccontini hanno avuto come madri le varie auto che si
sono susseguite negli anni.
Con Bromuro non è possibile concentrarsi per fecondare
l’attuale Panda bianca. Mormora sempre incomprensibili dati estratti dai
tabulati con cui copula giorno e notte oppure si lancia in interminabili ed
oziose telefonate con colleghi, personale dell’ azienda e clienti.
Per sconfiggere questo vuoto mentale ho escogitato un
trucco: ripenso a episodi della mia vita vissuti anche 30 o 40 anni fa e cerco
di riviverli come se fossero attuali.
Oggi lui stesso mi ha fornito un assist da campione
telefonando ad un suo collega.
- Abbelloo! – ha esordito alla risposta della sua chiamata.
Subito è scattato il neurone della memoria riportando a
galla uno stralcio di vita vissuta una ventina di anni fa.
Un giovedì sera vado in una discoteca, posto da me
detestato, del contado perugino a recuperare il mio amico fraterno Maurizio
(forse un nome di fantasia) quasi sicuramente alticcio.
Lo trovo al piano superiore della stessa, dove si suona
liscio e musica anni ‘60, seduto al bancone del bar, con un improbabile Martini
Dry, sicuramente il quinto o sesto della serata e visibilmente su di giri. Gli
fa compagnia una giovane biondina vestita con un asciugamani da ospite,
improbabile non mercenaria.
Cerco di riportare l’amico alla dura realtà della vita,
invece mi offre un poco probabile Negroni (sicuramente per far bella figura con
la tipa ben poco coperta ma assai molto disponibile) quando mi sento toccare un
braccio e chiedere:
- Abballa? – da una più che probabile cinquantenne conciata
come una poco probabile teenager.
Il “Lei” nel contado perugino è d’obbligo con l’altro sesso,
almeno fino a quando non c’è congiunzione carnale.
Sono un gentiluomo, la ammiro, le sorrido e replico:
- E abballiamo!
Ci lanciamo in un lento stile cozza attaccata allo scoglio
ma, alla terza pestata che la matura adolescente rimedia dai miei due
scarponcini misura 44 decide di desistere dal doloroso corteggiamento e passare
subito al dunque. Mi lascia un foglietto col suo nome e numero di telefono e va
ad abballare da un’altra parte.
Torno dal mio amico
Maurizio per verificare la situazione ed evitare, da buon padre di famiglia,
che sperperi il suo stipendio in discutibili vizi. Sta finendo il mio Negroni e
comincia ad avere problemi con i dittonghi e le iato. Sorrido gentilmente alla
biondina col fazzoletto sulle tette facendole capire che il pollo deve
rientrare nella stia perché la sua serata di libertà è terminata. La piccola se
ne va quasi offesa, mostrando un tovagliolino che le copre il posteriore,
comunque apprezzabile.
- Pervché? – chiede l’amico Maurizio.
Nel penoso tragitto fino alla mia auto cerco di spiegargli i
deleteri effetti collaterali di massicce dosi di alcool all’apparato riproduttivo
maschile.
Spingendolo dentro l’ascensore del suo palazzo gli faccio le
ultime raccomandazioni:
- Quando si apre la porta scendi senza crollare e cerca di
non dormire sullo zerbino, che poi ti vengono i reumatismi.
Infine lo omaggio di una preziosa reliquia: il foglietto con
il numero di telefono della matura ragazzetta ballerina.
- Questa ti fa abballare gratis! – lo informo, ma credo
ormai non capisca più nulla.
Dopo una ventina di giorni, seduti al tavolino di un bar
(stavolta davanti ai caffè) Maurizio mi ringrazia mostrandomi il foglietto
della giovine danzatrice.
- Abballa bene? – chiedo, mostrandomi ancora gentiluomo.
Annuisce con sorriso sornione. Allungo la mano e gli sfilo
il portafogli dalla tasca della giacca prelevandone 50.000 lire.
- Te ne ho fatte risparmiare almeno il doppio – la mia
spiegazione, riponendole in tasca.
In quel momento Bromuro chiude la conversazione e chiede:
- Mi passi l’assegno di quel cliente?
Lo estraggo dal portafogli, lentamente, e glielo porgo con
perplessità.
- Guarda, XXXXX (qui ci vuole l’anonimato) che mica io ho
abballato!
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