NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
13a puntata
La telefonata arriva in Colonia via Skype. LIRA, la
segretaria, risponde. Ascolta, annuisce silenziosamente, quindi – Se è proprio
necessario…
- Un problema – fa rivolgendosi a BAIOCCO che ripiega il suo
Wall Street Journal e accende il mozzicone di sigaro che tiene tra i denti.
- Sono crollate le azioni della Royal Canin? – chiede
preoccupato.
- No, peggio. L’editore ha detto di accelerare la lettura
del… la schifezza perché il pubblico è impaziente di conoscerne il seguito.
Il mozzicone di sigaro scivola dalle fauci di BAIOCCO.
- L’ho sempre detto – commenta raccogliendolo – Questo mondo
è marcio.
13)
Al
risveglio, dopo una vergognosa colazione al bar dell’aeroporto, restituisco la
Focus e invio l’SMS a Francesco.
Tutto ok.
Serata fenomenale!
Grazie.
Andrea
P.S. Mi sono dimenticato di dare un regalino
a tuo padre.
Nel pomeriggio ti chiamo.
Prima
di salire a Carpaneta mi fermo da Claudio.
-
Chiama il Tigre e digli che nel pomeriggio passo da lui a portargli un po’ di
materiale.
Poi mi
faccio una colazione bis, ma di quelle veramente buone.
-
Missione compiuta? - chiede Serena appena arrivo a casa.
-
Certamente! – mostrandole le confezioni
di medicine - Però devo tornare a Roma nei prossimi giorni, ho dimenticato di
dare un pensierino al padre di Francesco.
- Mmm…
- commenta - Sento puzza di imbroglio. Bionda o mora?
Non le
rispondo e salgo nel mio appartamento.
Mando
subito una mail a Ken.
Ciao boscimane!
Sospendi tutti i lavori che ti ho passato.
Concentrati solo su questo:
Soldato William Betz – addetto alle
comunicazioni – 56° Recce Corps – 78 a Divisione - VIII Armata britannica - nato a Londra il
18 gennaio 1920 – ufficialmente disperso in azione il 5 luglio 1944 in Umbria.
Voglio sapere in quale azione e parte
dell’Umbria risulta disperso.
Datti da fare, gli archivi del British Army
ti aspettano!
Gatto.
P.S. prima che me lo chiedi, ti dico che ci
sono grosse novità.
Un giorno ti farò partecipe di tutta la
storia.
Appena
la invio arriva un SMS al telefonino.
Ciao bello!
Ti sei dimenticato di me?
Vanessa
sì!
Mi
stendo sul letto e mi addormento.
Nel
pomeriggio chiamo Francesco.
- Ciao
frocio! Tra qualche giorno torno a Roma. Ho un pensierino per tuo padre, me ne
sono dimenticato ieri. Grazie per la serata!
- Tutto
a posto? - risponde - Raccontami un po’.
- Una
belva assatanata, nulla di più. Ti
racconterò prossimamente. Ciao!
Arrivo
dal Tigre carico di reliquie.
- Tutto
per te! - sorrido - Ma c’è un cambiamento.
Prende
in mano l’elmetto con tutti gli altri oggetti dentro con gli occhi che
sprizzano gioia.
- La
pistola non mi serve più.
-
Meglio - risponde - Non riuscivo a trovarla per quel prezzo.
- Però
- continuo - mi serve una scatola di 9 x 21 mm.
- 9 x
21? - chiede - Beretta 98? Non è un problema, te li rimedio gratis.
Si alza
e da un cassetto dell’armadio prende una scatolina con una trentina di
proiettili.
-
Eccoli! Omaggio della ditta. Ora levati dai coglioni che mi puzzi sempre più di
sbirro.
Arriva
un altro SMS di Vanessa.
Allora!
Ce lo facciamo un aperitivo?
Vanessa.
no.
Ho
altro da fare.
Vado a
Perugia, in centro, agli uffici della Free Press, l’agenzia dove avevo il
lavoro di copertura quando ero in servizio al SIG.
Mi
aprono il portone e, nella saletta d’ingresso, mi qualifico e chiedo alla
segretaria che non conosco se posso parlare con Cecilia, la direttrice.
- Non
c’è più - risponde.
-
Franco? Giovanni? Erminia?
-
Neppure.
- E’
rimasto qualcuno che lavorava qua sei anni fa?
Ci pensa.
- Il
vicedirettore, Attilio. Lo conosce?
-
Attilio! Come no! Se mi può annunciare, Andrea Rossi… grazie.
La
segretaria mi guarda sorridendo, è giovane, un trentina d’anni, bionda e con un
bel viso.
- Se mi
favorisce un documento… - dice con voce melliflua e occhi dolci.
Rimango
perplesso, ma prendo il portafogli e gli allungo la carta d’identità.
-
Daniel Lacruz? - fa sbarrando gli occhi - E Andrea Rossi, chi è?
cazzo!
Gli ho
dato il documento sbagliato, Daniel Lacruz era la mia identità in Sudamerica.
Cerco nel portafogli ma della mia vera carta d’identità non trovo traccia.
è nella tasca degli altri pantaloni!
Prendo
la patente e gliela mostro.
- Vede!
Qui c’è scritto Andrea Rossi! - riprendendomi il documento falso.
La
segretaria alza la cornetta del telefono
-
Dottor Franchi, mi scusi, qui c’è un certo Daniel Lacruz che dice di chiamarsi
anche Andrea Rossi… le vorrebbe parlare. Grazie.
-
Arriva subito – puntualizza - Già che ci siamo mi può dire il motivo della sua
visita e lasciare un recapito telefonico?
-
Perché?
- La
procedura - risponde, sempre sorridendo - Il domicilio è Migiana di Corciano o
Caracas?
- Né
l’uno né l’altro.
Finalmente
arriva Attilio, baci e abbracci.
- Che
fine hanno fatto gli altri? - gli chiedo.
- Tutti
via, i nuovi Servizi Informativi hanno tenuto solo me perché tra due mesi vado
in pensione - poi, sottovoce - E’ diventato un covo di spie.
Guardo
di sfuggita la segretaria che ci sta osservando.
- Tu,
invece? - prosegue Attilio - Dopo che ti hanno sparato, credevo che fossi in
pensione ma ho saputo che sei stato per anni in Sudamerica. Da che parte stai,
ora?
- A
Carpaneta - rispondo ingenuamente mentre la segretaria osserva sempre più
interessata.
- Va
bene - annuisce Attilio - Cosa posso fare per te?
- Avrei
bisogno di un piccolo favore. Quando posso venire a consultare gli archivi dei
quotidiani locali?
- Qua
non è possibile senza autorizzazione da Roma. Ce l’hai?
- No.
E’solo una mia curiosità da soddisfare - replico - Tu non potresti farmi una
ricerca?
- No.
Da domani sono in ferie e poi in pensione. Mi hai beccato nelle mie ultime ore
di lavoro.
Vede la
delusione stamparsi sul mio viso.
- Però
- continua - la nostra gentile Eleonora forse potrebbe…
Ci
accordiamo. La segretaria Eleonora farà le ricerche che mi interessano e mi
comunicherà il tutto appena terminate. Saluto Attilio, gli faccio gli auguri e
mi dedico interamente alla segretaria Eleonora.
- Ho
bisogno di sapere tutto sulla scomparsa di un giovane, 25 – 30 anni, non so il
nome, avvenuta circa un anno fa, qua a Perugia. L’unico indizio che ho e che
era un volontario di un’associazione animalista, Progetto Pogo. Tutto qua.
- Sarà
fatto con piacere! Allora! Quel recapito telefonico?
Le
detto il numero del mio cellulare.
-
Quanto prima ti chiamerò. A proposito, mi chiamo Eleonora - si alza da dietro
la monumentale scrivania e mi tende la mano.
La
stringo ammirando il suo più monumentale corpo distribuito in centottanta
centimetri di altezza.
ma
questa è un quintale abbondante!
-
Andrea… Andrea Rossi. Dimentica quel Daniel Lacruz - la saluto.
sembra una betoniera a quattro assi, ma è
sveglia, non ha perso una sillaba del nostro discorso. E’ dei Servizi
Chiamo
Vanessa, più per non essere scortese che per interesse.
Mi
stoppa subito, ha da fare con un cliente, mi richiama più tardi.
La
sera, dopo la cena con Serena e un po’ di vuote chiacchiere, mi ritiro in
solitudine… finalmente! nel mio
appartamento.
Comincio
a sistemare mentalmente tutti i pezzi del puzzle che ho disposizione ma mi
accorgo che sono pochi, ancora, per fare luce su tutto.
Solo
una cosa mi è chiara: le cassette contenevano monete d’oro e qualcuno o
qualcuna se le è prese e, in cambio, ha lasciato due cadaveri.
Dopo la
colazione faccio un collegamento in rete per controllare la posta elettronica.
Ken mi ha risposto.
Ciao puzzone!
Ma sempre nei casini ti devi mettere?
Ho controllato nell’archivio del British Army
quello che mi hai chiesto.
Il fascicolo era secretato ed ora non c’è
più.
Un fratello sta provando a cercare negli
archivi del MI6, tanto già ci sta dentro per altri motivi.
Appena posso ti faccio avere notizie.
Ken
P.S. sono sotto spese… vedi tu J
La
mattina dopo Serena mi chiama.
- Ti
spiacerebbe cenare con me stasera? Ci sono pure Oleg e Gabriella.
-
Volentieri
E la
sera siamo tutti e quattro riuniti nel salone grande di Carpaneta.
- C’è
un nuovo problema - illustra Serena a tutti noi - Sono cominciati a sparire dei
gatti della colonia e di alcuni privati vicino al convento dove è stato spostato
il frate che ci aveva creato quei fastidi. Cosa posso fare?
Mentalmente
sorrido e scuoto il capo.
-
Ricominciamo daccapo – commenta Oleg - Anzi, sfruttiamo il lavoro fatto prima,
ci aggiungiamo nuove prove e, stavolta, vai per vie legali!
- E’
l’unica cosa da fare - consiglia Gabriella - Denuncialo e dai in pasto alla
stampa tutto quello che hai di documentato.
- E
cosa sperereste di concludere, facendo così? – intervengo - Con i tempi della giustizia, quello riesce a
sterminare tutti i gatti del circondario poi, per ottenere cosa? Un nuovo
trasferimento e una nuova strage?
- Ma la
legge sul maltrattamento degli animali… - fa Serena.
- E’ un
frate, Serena - la interrompo - non si prende la briga di far giustizia la sua
Chiesa, figurati lo Stato.
- E
allora? - domanda delusa.
-
Lascia fare a me… e a Oleg.
- Cosa
avresti intenzione di fare? - chiede accigliata Gabriella.
- Non
ti interessa - chiarisco sorridendo e mi rivolgo a Serena
- Comunque, se vuoi un consiglio, coltivati la
stampa amica, forse ne avrai bisogno e le dovrai passare tutte le informazioni
di quello che ha combinato prima.
- Cosa
pensi di fare? - ripete Gabriella.
-
Quello che avrebbe fatto Giorgio Gaddi, ma di testa mia.
- Non
puoi! - ancora Gabriella.
- Lo
sai che posso… lo sai - la risposta pacata - Oleg, ho bisogno delle tue
informazioni.
La
mattina successiva ricevo la telefonata di Eleonora.
- Ciao!
Ti dovrei parlare.
- Dimmi
pure.
- Non
per telefono e neppure qui in ufficio.
Ti piacciono le patatine fritte?
???
- Sì.
- Bene!
Stasera alle 22 al ‘Sorbo Pub’.
Appena
chiudo la telefonata ne arriva un’altra.
Vanessa
- Ciao
Andrea! Vorrei incontrarti quanto prima.
-
Prendiamo un caffè - propongo.
- No!
Oggi non posso che sono fuori Perugia.
-
Stasera a cena - ci riprovo.
-
Neppure a cena, in serata mi incontro con le amiche per la solita uscita
settimanale. Facciamo domattina, un caffè veloce e ti dico tutto.
- Va
bene - concludo.
figurati se anche stasera non aveva qualcosa
da fare
LIRA - la Segretaria della Colonia |
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