NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
12a puntata
RALF si avvicina con un occhio pesto e la coda mozzicata.
- Capo, abbiamo un problema.
- Pulisciti quei grumi di sangue alle orecchie ed esponi.
Chiaro e breve, non ho tempo da perdere con i malconci. A proposito, cosa ti è
successo?
- OSCAR, il nuovo arrivato, pretende che gli rilegga tutti
capitoli già pubblicati.
- E cosa c’entra con i grumi di sangue, quei due denti
mancanti e l’occhio semichiuso?
- Non gli è piaciuto.
Metabolizzo in silenzio la notizia poi chiamo OSCAR in
disparte.
- Se provi ancora a dire che il romanzo non ti è piaciuto –
lo ammonisco – ti faccio dormire nel cubo insieme a CREMINO.
- No! CREMINO, no! – risponde terrorizzato.
Lo osservo in silenzio, uno di quei silenzi che pesano
tonnellate e ce lo hai tutto sulla schiena.
- E’ bellissimo Capo… - dichiara prostrandosi a terra e
rotolandosi, mostrando il vulnerabile ventre.
- Mai più, OSCAR… mai più.
Quanto è duro fare il Capo…
12)
Il
giorno dopo sono a Roma, da Francesco.
Sborsati
gli 810 euro per le medicine automaticamente la mia mente cancella la velata
richiesta finanziaria di Ken.
Il
pomeriggio dico a Francesco.
- Mi
devi fare un favore. Io stanotte non resto a Roma. Devo fare una cosa, urgente.
Se domattina non trovi un mio messaggio sul telefonino all’ora di pranzo telefona
a questo numero. Ti risponderà Serena, una mia amica. Le devi dire che sono
dentro al pozzo della casa di Migiana e, probabilmente, ho qualche problema, che
chiamasse i pompieri.
- Cazzo
stai combinando?
- Non
chiedermi nulla. Fammi questo favore senza chiedermi nulla. So quello che
faccio.
- Non
mi sembra - dice preoccupato - Ma non mi avevi detto che eri in pensione? Lo
sapevo, le tue solite palle… il Sudamerica, la jungla… non mi mettere in mezzo
ai casini.
- Fai
come ti ho detto. Se entro mezzogiorno non hai ricevuto un SMS da me chiama
quel numero e dille che sono in pericolo.
- Non
faresti prima a chiamarmi?
- Non
credo sia il caso, probabilmente ho il telefono sotto controllo.
- Tu?
Tu… hai il telefono sotto controllo?
- Non
lo so, ma é probabile. Ricordati bene quello che ti ho detto. Entro
mezzogiorno.
- Che
vai a fare dentro il pozzo di casa tua? – domanda ancora.
- Il
piccolo esploratore.
- Dammi
un attimo una delle scatole di medicine.
Gliela
porgo, la apre, estrae il bugiardino e comincia attentamente a leggerlo.
- Beh?
- chiedo.
-
Zitto! Sto controllando gli effetti collaterali del MaCriz, secondo me tu hai
qualcosa che non va. Volevo portarti a scopare stasera e invece ti vai ad
infilare dentro a un pozzo. Mi sembri scemo.
- Scopare? Ancora?
Per carità!
-
Appunto…
Appena
esco da Roma spengo il telefonino e gli stacco la batteria.
Mi
fermo a cenare a un Autogrill prima di uscire dall’Autostrada e compro
sigarette, accendini, alcuni snack e barrette di cioccolato e delle bottigliette
di acqua.
Alle 20
sono all’aeroporto di Perugia. Parcheggio la Range e vado a noleggiare un’auto.
Scelgo un’anonima Ford Focus grigio metallizzata.
La
parcheggio vicino alla Range e trasbordo tutti i viveri e l’attrezzatura.
Dopo un
paio di potenti espressi presi a un bar lungo la strada per Migiana alle 22
sono a destinazione.
Passo
una volta davanti al portone del convento per vedere se c’è gente in giro o
qualcuno in auto che potrebbe non farsi i cazzi propri.
Tutto
tranquillo.
Torno
indietro e ricontrollo, poi parcheggio vicino al portone.
In
pochi attimi scarico tutto dentro all’androne e richiudo con cura il portone.
Alle
22,30 comincio a calarmi nel pozzo.
Quando
sono dentro cerco tra i detriti sul fondo altri oggetti che potevano appartenere
al soldato inglese.
Trovo
un paio di bottoni metallici e li intasco.
Lego la
piccola corda comprata al Briko ad un grosso anello infisso nella parete del
pozzo, l’altro capo me lo lego alla caviglia sinistra.
Illumino
il cunicolo che portava acqua al pozzo e inizio ad entrarci.
E’
stretto e basso, devo strisciare per un paio di metri.
Tutta
la roba che ho nelle tasche mi ostacola.
Poi il
cunicolo si allarga, soprattutto in altezza, riesco a proseguire a carponi.
Con la
torcia riesco ad illuminare un qualcosa incastrato tra due mattoni, sul
pavimento.
Prendo
l’oggetto e mi accorgo che è una fibbia, forse da cinturone militare.
Avanzando
sempre a carponi e bestemmiando in silenzio per il dolore alle ginocchia arrivo
a una sporgenza della parete.
la prossima volta che faccio lo speleologo mi
devo ricordare delle ginocchiere
Una
specie di tegola murata alla parete con molte incrostazioni di calcare. E’
murata al’altezza di un foro nella parete di circa trenta centimetri di
diametro.
ecco la sorgente
Proseguo
ancora un paio di metri e il cunicolo si allarga ancora. Ora è più vivibile.
Riesco a mettermi in piedi e a proseguire piegato. Anche la larghezza è
aumentata. Vedo uno strano vaso a terra. Non è un vaso è un elmetto, forse
inglese.
il Tigre sarà contento
Mi ci
siedo sopra e fumo la prima sigaretta da speleologo della mia vita. Mentre fumo
illumino il cunicolo nella sua lunghezza con la mia Maglite. Prosegue per
un’altra decina di metri poi devia a sinistra con una curva a gomito.
Bevo un
sorso d’acqua per inumidirmi la bocca secca dalla tensione e dal fumo della
sigaretta e riprendo il cammino.
Svolto
a sinistra e proseguo fino a che mi si apre una nicchia sulla destra.
E’
l’ingresso di un locale, un rifugio scavato nella roccia e rivestito di mattoni
sul pavimento e sulle pareti fino a circa un metro di altezza.
Il
locale è largo circa due metri, profondo sei - sette e alto un metro e settanta
circa. Riesco ad alzare la schiena un poco.
Comincio
a frugare con il fascio di luce della torcia, del lume sul caschetto e con gli
occhi.
Vedo
subito due cose che mi fanno gelare il sangue.
Mi
avvicino alla prima.
Uno
scheletro quasi completamente spolpato.
topi?
Lo
smuovo con la punta dello scarponcino destro.
Un po’
di ossa già sono staccate dal busto e disperse a terra, col movimento del piede
ne stacco delle altre. Lo scheletro ha ancora brandelli ammuffiti di divisa
militare.
ed ecco il nostro soldato Betz disperso in
azione… come cazzo avrà fatto ad arrivare qua?
Frugo
tra le ossa con le mani guantate e recupero un piccolo distintivo, altri
bottoni metallici di varie dimensioni, degli spiccioli e quello che rimane di
una penna e un accendino. Trovo anche
due caricatori con proiettili da fucile o mitragliatore. Intasco tutto e passo
alla seconda cosa che ho visto.
Un
altro corpo, meglio, un cadavere.
Un
cadavere in avanzato stato di decomposizione seduto, appoggiato alla parete del
locale.
Anche
qui i topi hanno fatto scempio.
Non è
un soldato e non ha fatto neppure la guerra.
Ha
delle scarpe da tennis Adidas ai piedi, dei brandelli di pantaloni jeans e quel
che rimane di una polo gialla.
Dovrebbe
essere abbastanza giovane, all’anulare sinistro ha una fede d’oro, che brilla
ancora alla luce della torcia. Al polso un orologio di gomma morbida, arancione,
come se ne vedono portati dai giovani. Frugo dentro le tasche dei jeans ma non
trovo portafogli o documenti. Gli sfilo la fede e l’orologio e noto che il
polso sinistro è rotto.
Dietro
la fede c’è inciso un nome e una data.
Barbara
20-5-2006
Noto un
logo sulla manica della polo gialla.
E’
ricamato con filo scuro, forse blu.
Progetto
Pogo -
Perugia
non so perché ma me l’immaginavo…
Noto
anche che la sua testa ha una posizione innaturale.
La
tocco e la smuovo, non c’è resistenza né attrito.
rottura di qualche vertebra cervicale, oltre
che del polso sinistro
Ci fumo
sopra, tanto il luogo del delitto? è già abbastanza inquinato.
Comunque
metto in tasca il mozzicone.
Ho
notato altre piccole cose.
Un
notevole calpestio che ha asportato parte del muschio dal pavimento e un’area
di circa un metro quadrato, dai lati lineari che ha la muffa di un altro
colore, più chiaro e dei rottami di legno a terra.
Li
esamino, sono schegge di legno di varie grandezze. Trovo pure un coperchio di
legno, rettangolare, di 15 centimetri per 25 circa e una cassettina di legno,
delle stesse dimensioni e alta una decina di centimetri, rotta.
Sul
coperchio si scorgono ancora delle scritte stampate ad inchiostro che non
riesco a decifrare per il pessimo stato di conservazione.
Rimango
una decina di minuti a pensare cosa sia successo.
Poi riprendo
il cammino tornando indietro a recuperare il mozzicone della sigaretta fumata
prima. Continuo l’esplorazione del cunicolo. Le tracce del recente calpestio
sono molto evidenti.
Dopo
altri dieci metri si apre, stavolta sulla sinistra, un nuovo cunicolo grande
quanto quello che sto percorrendo.
E’
ingombro di una catasta di cassette di legno, uguali a quella dell’altro
locale, buttate alla rinfusa.
Saranno
una quarantina, forse più.
Ne
prendo una, è senza coperchio, come l’altra.
Comincio
a spostarle, sono tutte senza coperchio.
Trovo
un coperchio in buone condizioni, riesco a leggere la scritta.
è
tedesco! quel carattere strano che usavano nella seconda guerra mondiale
Mi
accorgo che c’è pure una piccola aquila con svastica stampata a fuoco in alto,
al centro del lato lungo.
un soldato inglese con delle casse di legno
tedesche?
Continuo
a spostarle dal cumulo e, mi paralizzo.
Ho
scoperto una scarpa. Una scarpa sportiva, arancione, con annesso piede inserito.
Piede lungo, uomo.
e tre! quanti cadaveri troverò ancora?
Comincio
a spostare il cumulo di piccole casse fino a scoprire un corpo avvolto in un
plaid scozzese.
Solo il
piede destro fuoriesce.
Apro
lentamente la coperta e il cadavere mi appare nella sua interezza.
cazzo! questa non me l’aspettavo!
Lo
smuovo per capire cosa gli sia successo.
Ha un
foro di proiettile alla tempia sinistra e una grande chiazza marrone alla
schiena.
gli hanno sparato alla schiena e alla tempia
Ripenso
a quanto mi ha scritto Ken.
quale
scomparsa di volontario mi interessa?
quante
cose dovrete spiegarmi…
Mi
accorgo che tra le gambe ha un oggetto familiare.
e non pensate subito male
Oltre
al pistolo ha anche una pistola, una Beretta, a occhio e croce, una 98 civile.
La
prendo e noto che ha la sicura inserita e il colpo in canna.
Lo
espello e tiro via anche il caricatore, ha ancora 9 colpi più quello che era in
canna.
La
matricola è abrasa, naturalmente.
La
intasco.
500 euro risparmiati, anche se preferivo la
SIG… domani passo dal Tigre
Prendo
le cassette e le rimetto sopra il cadavere.
Ho
quasi terminato e un guizzo di luce mi appare dal fondo di una cassetta. Ci
punto la torcia e mi accorgo che c’è qualcosa di giallo incastrato tra due
assi.
Lo
tolgo, un piccolo disco di metallo giallo.
oro?
Lo
osservo attentamente alla luce della torcia.
E’ una
moneta, una moneta d’oro, del diametro di circa 3 centimetri.
C’è
impresso il busto di un… imperatore?
e, dall’altro lato, la figura intera che regge un lungo bastone con la mano
destra e sulla sinistra ha… un
angioletto?
Credo
sia una moneta romana, ne ho viste diverse, ma non in oro, nella stanza museo
di Giorgio Gaddi a Carpaneta.
ecco la causa di tutto!
Intasco
pure la moneta, avvolgendola in un fazzolettino di carta per non rovinarla.
Conto
le cassette di legno.
46 più quella nell’altro locale, 47! quanto
cazzo di oro ci sarà stato?
Sono
sopraffatto dall’emozione, ho i battiti cardiaci in fuori giri.
Mi
siedo a terra a fumare una sigaretta e a mangiare uno snack.
Dopo
una decina di minuti decido di riprendere l’esplorazione del cunicolo. Dopo una
ventina di metri vedo che è chiuso, murato. Torno indietro e continuo a
percorrere il cunicolo principale proseguendo in leggera salita.
Uno
strattone al piede sinistro mi comunica che la lunghezza della piccola corda è
terminata.
Libero
la caviglia e proseguo con circospezione.
Dopo
pochi metri arrivo alla base di una scalinata scavata nella roccia.
Gli
scalini, una decina, hanno del muschio ai lati e sono puliti al centro, segno
che ci hanno camminato sopra di recente, e ci hanno camminato diverse volte!
Illumino
la cima della scalinata e vedo che termina con un soffitto, ma nel soffitto si
vede la scanalatura di una botola.
Arrivo
lì sotto e tocco la pietra che chiude l’apertura.
Provo a
sollevarla, è pesante ma si muove.
La
alzo, con tutta la forza disponibile e sbircio per capire dove vada a sbucare.
speriamo non finisca in qualche appartamento
Senza
far rumore riesco a creare uno spiraglio che mi permette di vedere fuori ma non
vedo un cazzo, solo una cascata di polvere e detriti che mi cadono addosso
accecandomi per qualche istante.
Alzo
ancora di più la pietra e i detriti cadono ancora più copiosi. Quando cessa la
caduta osservo attentamente e
ma vaffanculo!
mi
accorgo che sono nel piccolo ripostiglio dietro al locale delle cucce dei gatti
della colonia.
Sollevo
del tutto la pietra e la faccio scorrere sul pavimento ingombro delle macerie
del tetto crollato.
averlo saputo prima…
Esco
dal cunicolo e respiro un po’ d’aria pura a pieni polmoni, prima di accendermi
un’altra sigaretta e mettermi seduto a pensare.
Guardo
l’ora, sono le 2,45. Sono rimasto sottoterra per quasi quattro ore.
Riposiziono
la pietra sull’apertura e ci getto sopra calcinacci, tegole e altri detriti.
Riordino
tutta l’attrezzatura, mi calo di nuovo nel pozzo e recupero la piccola corda.
Dopo mezz’ora sono di nuovo in auto. Mi fermo a un Autogrill a darmi una lavata
e a farmi un paio di caffè.
Ho
ancora l’adrenalina alle stelle. Poco prima delle 4 parcheggio la Focus vicino
alla mia Range Rover, trasbordo tutta l’attrezzatura, ci salgo sopra e mi metto
a dormire.
RALF si rifugia in grembo al suo Capo |
Nessun commento:
Posta un commento