giovedì 2 gennaio 2014

STORIA DELLA COLONIA




6 - IL PESO DEL MORTAIO





Passa un lungo e duro inverno. Con la pioggia, il vento, il freddo e la neve sono sempre sopra alla quercia di vedetta. Questo mortaio non si riesce ad ammollare!
Vengono comunque abbandonati nuovi gatti alla Colonia, ma nessuno si ferma. Stanno un giorno, due, in disparte, senza socializzare poi decidono di andare a cercare fortuna da qualche altra parte.
Solo una gatta bianca e nera rimane, ma non si aggrega a noi. Di giorno vive solitaria nel campo sotto la Colonia, solo di notte viene a mangiare le crocchette avanzate. Come altri gatti abbandonati nel tempo e diventati semi selvatici.
Ricevo una settimana di cassa mutua: il Capo mi fa sterilizzare. Accompagnandomi all’ASL mi rassicura: “Vedrai, sarà un grosso  pensiero in meno e una bella assicurazione sulla vita.”
A gennaio 2006 mi ritrovo randagio, senza palle e con un “mortaio” sulla schiena.
A primavera inoltrata arriva una cucciolata di tre gattini. Piccoli, forse troppo per rimanere in Colonia, ma il Capo non può accollarseli e devono, necessariamente, crescere nel giardinetto attentamente sorvegliati da ALALA’ e SMERALDINA.
Purtroppo sono troppo piccoli anche per  “portare il mortaio”.
Il Capo li battezza INTREPIDO, il maschietto, e ALICE e ELETTRA le due femminucce tricolore. Passano le giornate a rincorrersi tra l’erba e giocare con delle palline di carta che il Capo ha appeso ai rami bassi del prugno selvatico.
Ogni mattina riceviamo una visita: il Priore del convento che viene a controllare la situazione di pulizia del piccolo parco con dei giochi preistorici. E’ un tipo strano. Burbero e di poche parole, SMERALDONE dice che è l’unico umano a cui i gatti sono indifferenti: di solito si amano o si odiano.
Una mattina sente dei rumori provenire dal giardinetto e si affaccia a controllare. Vede i tre gattini che stanno giocando con una busta di carta buttata là da qualche sozzo umano. Rimane alcuni minuti ad osservarli, poi se ne va. Per diversi giorni si ripete la scena. Il Priore controlla, poi si mette ad osservare i micetti che giocano tra loro.
Finalmente arriva una nuova recluta!
Non è proprio una novità. E’ uno dei gatti abbandonati durante l’inverno che ha deciso di aggregarsi alla Colonia pur rimanendo di carattere schivo con tutti gli umani.
Viene battezzato VOLPINO. Come segno di riconoscimento ha un mozzicone ritorto al posto della coda, segno di qualche incidente con auto o cane feroce.
Gli cedo ben volentieri il mortaio e passo a sostituire SMERALDONE alla sicurezza della Colonia.
SMERALDONE comincia ad accusare il peso degli anni. E’ meno pimpante e passa intere giornate alla fontanella a leccare le gocce di acqua che scendono dal rubinetto. Si è anche dimagrito, credo sia il sintomo di qualche brutta malattia.
Una mattina, mentre torno da un giro di pattugliamento nel bosco, sento del trambusto in Colonia.
SMERALDONE e VOLPINO stanno discutendo animatamente tra loro.
Ma la cosa che più mi colpisce è l’assenza dei tre piccoli e di ALALA’ e SMERALDINA.

VOLPINO - Il nuovo portatore del mortaio

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