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LA SFIDA
La mattina dell’incontro, alle 9, gli spalti sono già
gremiti e la collinetta che degrada sul piazzale sterrato pullula di spettatori
e ultras armati di striscioni e bandiere. Per l’occasione la Consorte del Capo
ci aveva cucito le divise: 22 pettorine nere per noi (che fanno molto All
Blacks) e 22 bianche per i mici della Reggia. La stoffa era stata comprata a saldo
al mercatino del paese visto che erano rimasti solo quei due colori.
“Che te ne frega?” disse il Capo alla Consorte che preferiva
qualche colore più modaiolo. “Tanto loro vedono solo in bianco e nero!”
Il Capo fu graziato dal compito di vendere semi salati e
bibite al pubblico, ma solo perché aveva corrotto SKA con 100 Euro. Comunque
era stato assegnato ai tornelli: bucava i biglietti e controllava che non
entrassero spettatori con cani.
Dall’Agriturismo sotto la Colonia INTREPIDO aveva “preso in
prestito” delle panche di plastica per le riserve e gli allenatori.
Si gioca con il lutto alla coda rispettando il classico
minuto di raccoglimento per la recente scomparsa del nostro piccolo collega
BIAGIO.
Per dovere di ospitalità l’arbitro dell’incontro è il priore
del convento.
E qui i primi problemi.
Tra priore e gatti della Colonia non corre buon sangue e, in
soli cinque minuti di gioco, il farabutto col saio e fischietto assegna alla
Reggia tre inesistenti punizioni, tutte trasformate. BAIOCCO e ORFEO, i due
mediani di mischia della Colonia, pongono rimedio al difetto di arbitraggio
scontrandosi simultaneamente col priore e provocandogli la lussazione della
clavicola e incrinandogli due o tre costole. L’arbitro/priore viene sostituito
da un ragazzo del pubblico che esibisce il tesserino di arbitro (di calcio,
scopriamo poi). SKA si premura di informarlo che svolgerà la sua opera gratis
(senza neppure il rimborso del biglietto).
Si prosegue nella lotta e riusciamo, grazie ai guizzi
vincenti di RALF, a pareggiare alla fine del primo tempo.
Il secondo tempo è un godimento per il pubblico, pagante e
non. Grazie all’inesperienza e alle sviste arbitrali il gioco è fluido e
vengono segnate diverse mete, da ambo le parti.
Ma a pochi secondi dalla fine, in perfetta parità di
punteggio, viene assegnata una sospetta punizione ai gatti della Reggia per un
fallo, inesistente, su UGHETTO. Lo stesso va a calciare il tiro piazzato ma,
durante la breve rincorsa, viene colpito da un destro di CREMINO che non ci sta
a perdere la partita. Alla faccia dello sport più nobile si accende una mischia
che sfocia in rissa con tanto di riserve che arrivano a dar man forte ai propri
compagni. Il biondo novizio è visto piangere
appoggiato ad un cipresso. A fatica gli altri frati e gli spettatori presenti
riportano la calma in campo e l’arbitro decreta la fine delle ostilità sancendo
il pareggio tra le due formazioni feline.
Il novizio smette di piangere e, al centro dell’improvvisato
campo da gioco, ringrazia tutti gli intervenuti comunicando che i 1500 Euro di
incasso raccolti saranno devoluti a...
Non riesce a terminare la frase. Il Capo si appropria del
malloppo e termina la frase: “Ai
veterinari che hanno curato questi mentecatti!”
Sequestra pure le palle ovali e si incammina verso l’uscita
ma è affiancato da due signori.
“Buongiorno!” fa uno dei due. “E’ lei l’organizzatore?”
“No,” risponde, “sono il presidente delle due squadre”,
facendosi bello.
“Benissimo! SIAE”, interviene l’altro mostrando un
tesserino. “La manifestazione non era autorizzata e non è stata versata la
quota SIAE sui biglietti venduti: aspetti che redigiamo il verbale.”
Il Capo rimane a bocca aperta mentre si vede consegnare in
mano una multa di 1.418,96 Euro.
Gli spiccioli rimanenti sono investiti dal novizio in birra
e Cipster per organizzare il festeggiamento dell’incontro.
Nel pomeriggio tutti alla Colonia a brindare, ridere e
ruttare al ricordo delle randellate che ci siamo scambiati.
Vediamo PERONI, lo Scemo del Villaggio felino, osservare pensieroso la sola lattina di birra che ha preso, non può sgranocchiare i
Cipster senza i denti che ha lasciato sul piazzale. Poi si alza piangendo e
dà una leccata affettuosa alla guancia del novizio, poi a quella del Capo.
“Graffie… graffie!” farfuglia.
Lo osserviamo perplessi, col Capo che sta già telefonando ai
veterinari per comunicare che arriverà con un’urgenza.
“Graffie… “ continua piangendo e mostrando a tutti la sua
lattina di birra.
“La lattina col mio nome… quanto fiete gentili!”
UGHETTO - il Giardiniere della Reggia |
Pare che Tazza in vita sua non abbia fatto altro che il cronista sportivo!
RispondiEliminaNella vita bisogna ingegnarsi per sopravvivere!
RispondiElimina