domenica 9 febbraio 2014

L'OMINO DEI PICCIONI





LA CUCCIA DEL CAPO





Quando ero piccolino (si parla quasi di mezzo secolo fa) a Perugia c’erano usanze e tradizioni ritenute –erroneamente– eterne. Immortali come i due doppi patroni che si festeggiano (perché il primo cade quasi a ferragosto, e visto che tutti sono in ferie, meglio trovarne pure uno che si celebri a gennaio) anche se il patrono vero sarebbe un altro. Ma vacci a capire con queste cose di chiesa!
Una di queste usanze, presunte immortali, era il pasto dei piccioni del comune. A mezzogiorno in punto, sulla piazza principale della città (sì! quella con la Fontana Maggiore!) come il campanile del comune scoccava i rintocchi del mezzodì un omino (non meglio identificato, forse un operaio o un usciere) usciva dal palazzo comunale con due secchi di metallo colmi di granoturco.
Era uno spettacolo per gli occhi vedere stormi di piccioni che gli volteggiavano sopra e i più arditi tuffarsi direttamente dentro i secchi pieni ed ingozzarsi mentre venivano trasportati fin sotto le scalette del Duomo.
Poi tutto è cambiato.
L’omino dei piccioni è andato in pensione, i politici locali si sono mangiati pure lo stanziamento per il granoturco e i piccioni, da attrazione cittadina, sono diventati i nemici pubblici numero uno della giunta comunale.
Vari editti ed ordinanze li hanno condannati alla fame e alla migrazione forzata verso le campagne, sempre più desolate ed incolte, preda degli appostamenti dei cacciatori alla palombaccia.
Pochi di loro ancora resistono nel centro cittadino, muovendosi solo di notte, come le nottole, nutriti clandestinamente da vecchie pensionate che rischiano multe per offesa al “decoro” cittadino.
E già: il decoro cittadino!
Nella citata e famosa piazza centrale altri migranti sono giunti a sostituire i volatili fuggiaschi: magrebini, ivoriani, rumeni, albanesi, etc, etc… che hanno riportato il lustro del foro centrale di uno dei più antichi comuni italiani distribuendo secchi di eroina, cocaina, anfetamine e pasticchine varie ai cittadini bisognosi, in cambio di un piccolo obolo.
Questa nuova forma di integrazione commerciale non è stata praticamente ostacolata da editti, bandi o divieti e, tutt’ora, prospera indisturbata alla faccia della crisi.
Stamattina mi sono sentito come l’omino dei piccioni.
Sono entrato nel magazzinetto blindato, dove conservo e nascondo i due sacconi di crocchette che miscelo per gli spuntini dei Gatti della Reggia, con il secchio per i mici residenti nel garage.
Sono costretto a difendere i due sacchi in ambiente protetto: per una volta che ne ho dimenticato uno fuori dal magazzinetto, ancora sigillato, la mattina dopo l’ho trovato sventrato ed afflosciato su un tappeto di una decina di metri quadrati di crocchette.
Sono uscito dal locale con il secchio pieno di crocchette, senza chiuderlo con il coperchio e, il tempo di appoggiarlo a terra per sprangare la porta, una decina di gatti avevano fatto la piramide sopra ed intorno e i due più audaci, nonché obesi, SERPOTTO e PECETTA ci si erano addirittura infilati dentro, con la bocca aperta a ruminare.
Li ho lasciati ingozzare per qualche minuto e, osservandoli, mi è tornato in mente l’omino dei piccioni.

Chissà se quando mi pensioneranno arriveranno anche qui orde di gatti clandestini a spacciare sostanze psicotrope ai felini della Reggia…

PECETTA - l'ex pugile della Reggia

1 commento:

  1. Fantastico!
    Sono vecchia abbastanza da ricordare e venerare l'omino dei piccioni. Vivevo in centro e sin da bambina, alla facciaccia dei politici odierni, contribuivo a incrementare la popolazione pennuta e un po' goffa alimentandola pure sul tetto (non mio, infatti quella di sotto sbraitava, ma non me ne fregava un cazzo). Inoltre raccattavo i piccoli caduti dal nido e li alimentavo come fanno i genitori: gli sputavo in gola il grando masticato da me. Sarà per questo che ho i denti abbastanza buoni?
    Quegli imbecilli del comune, e la popolazione credulona al seguito, hanno depauperato la piazza più bella d'Italia... no, del mondo... di uno spettacolo che faceva salire i brividi di piacere! In compenso, dopo il divieto e la lotta dei cittadini a suon di zolfo sparso sui tetti, al posto dei piccioni ho visto con questi due occhi che mi ritrovo il fiorire di quel commercio di cui parli. Bustine mignon passate di mano in mano in modo tutt'altro che nascosto, proprio a mezzogiorno e nella stessa piazza! E che dire delle scazzottate e degli accoltellamenti che creano quel folklore meraviglioso della Perugia odierna? Visti anche quelli!

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