DIARIO DI BORDO
Piove, governo ladro!
E’ un vecchio detto sempre attuale perché piove troppo
spesso e qualsiasi governo pensa solo ad ingozzarsi. Chi ci rimette siamo
sempre noi che ci bagniamo e il portafoglio degli umani che si svuota.
Ma veniamo alle nostre spicciole e semplici questioni.
La pioggia paralizza le attività della Colonia, come un
improvviso guasto al Minimetrò durante Eurochocolate. Non si può cacciare nel
bosco; le prede se ne stanno tutte al riparo nelle loro tane, non puoi vedere
lo sport in tv; il segnale Sky è fasullo con la parabola bagnata, la Settimana
Enigmistica è stata imprudentemente lasciata sopra la panchina ed è tutta
bagnata. A scacchi non sa giocare nessuno, solo Bartolomeo, il biscazziere
della Colonia, organizza la classica tombola con le crocchette (al posto dei
fagioli) per chiudere i numeri estratti sulla cartella. Ma, soprattutto, non
posso stare sul tetto della casetta a leggere in santa pace i miei quotidiani.
Nella casetta non lo faccio, per rispetto degli altri. Anche se sono il
Capocolonia (e tutto mi sarebbe concesso) non me la sento di dispiegare un
metro quadro di carta stampata nella casetta dove, con la pioggia, tutti
cercano riparo. Ammazzo il tempo facendomi le manicure.
Ma il problema maggiore si presenta all’ora del pasto
quotidiano.
Quando arriva il Capo (sì! arriva anche con la pioggia!)
succede il finimondo. Il tabellone della tombola che vola in aria, insieme ai
numeri estratti, i soliti quattro gatti che dormono insieme nella cuccia di polistirolo
e scattano per guadagnarsi il posto migliore per mangiare all’asciutto ma
rimangono, inevitabilmente, incastrati nell’apertura. Peroni che rallenta
l’uscita dalla gattaiola e viene spinto e calpestato dagli altri randagi mentre io aspetto paziente e immobile al mio posto che il pasto mi venga
servito (privilegio di Capocolonia).
Il
Capo, su mia precisa indicazione telepatica, ha avuto l’accortezza, non
compensata da perizia ingegneristica, di
costruire una tettoia a fianco della casetta. Quattro miseri metri quadrati
dove è costretto ad aprire scatolette, versare il contenuto delle stesse sui
piatti e cercare di distribuirli equamente ed in posizione riparata ai
colleghi. Il problema è che la densità
felina per metro quadro sul tavolo di lavoro supera di gran lunga quella umana
di Hong Kong. E’ impossibile operare.
Come riesce a far scendere un paio di mici altri sei
riescono a catapultarsi sopra e, masticando tra i denti una serie inenarrabile
di moccoli,il Capo è costretto a cambiare postazione.
Passa a preparare i piatti sul coperchio del secchio
metallico della spazzatura, proprio sotto al pino gigante all’ingresso della
Colonia. Sotto la pioggia.
Ma la pioggia non lo disturba più di tanto!
Il Capo è attrezzato per ogni evenienza: stivali di gomma,
incerata stile Grande Guerra e berretto mimetico impermeabile, con paraorecchie,
che lo fa somigliare al cacciatore di Duffy Duck.
Quello a cui non è preparato, però, è al Teorema
dell’imprevedibilità della caduta di gocce di pioggia dai rami del pino.
Statisticamente una goccia su quattro che si stacca dai rami
del pino cade sopra al nostro benefattore che neppure se ne accorge.
Ma, la matematica è maligna, ed applica al suddetto teorema
la variabile “Porca Vacca!” (futuro Premio Nobel) che recita: “Su 100 gocce che
ti piovono addosso 3, le più grosse e fredde, cadono tra il cappello
impermeabile e il colletto dell’incerata, scendendo lungo la pelle della
schiena con velocità doppia rispetto alle altre gocce che scolano sull’incerata
stessa.”
Ce ne accorgiamo dal rapido cambio di destinazione dei
moccoli anti pioggia del Capo.
Anche oggi la variabile "Porca Vacca!" ha avuto la sua corretta
applicazione: il Premio Nobel è strameritato.
Piove, governo ladro! (ci ha aumentato pure l’IVA sulle
scatolette e le crocchette)
Sempre meglio della neve! |
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