NEVE
La storia narra che NEVE sia stato il primo, e finora unico,
gatto bianco abbandonato alla Colonia Felina di Monte Malbe.
NEVE arrivò alla Colonia un tiepido pomeriggio nel febbraio
del 2007. Così, come tanti cuccioli che cominciano a far danni, era stata
abbandonata dopo aver assaporato i piaceri delle mura domestiche.
Come ogni gatto bianco che si rispetti NEVE era sorda come
una campana e cominciò subito a crearci problemi col suo comportamento. Passava
le giornate sul piazzale esterno del convento a elemosinare coccole e aspettare
il ritorno degli stronzi che l’avevano buttata là. Ma il piazzale è trafficato
dalle auto e ogni giorno NEVE rischiava la vita o di rimanere storpiata da un
mezzo in manovra che lei non poteva sentire. Aveva anche un altro pessimo
vizio: saliva dentro le auto con i finestrini aperti e ci si addormentava
dentro.
Fu così che un pomeriggio estivo il Capo si accorse della
sua assenza: “E NEVE dove sta?” mi chiese.
Neppure noi c’eravamo accorti della sua scomparsa. La cercammo,
ma invano: NEVE si era volatilizzata.
Dopo poche settimane ci eravamo già dimenticati di lei,
avevamo ben altro da fare: quella del 2007 fu un’estate ricca di nuovi colleghi
abbandonati in Colonia.
Fu i primi di ottobre che ricomparse alla Colonia Vecchia.
Come avevamo ipotizzato si era addormentata dentro un’auto,
poi si era nascosta per la paura. Quando riuscì a scappare si trovò in un
grande parcheggio condominiale, in città. Cominciò a girovagare in cerca di
cibo e fortuna, rimediando solo bruschi rimproveri e rischiando di finire
investita in mezzo alla strada. Decise allora di tornare da noi e, dopo
innumerevoli peripezie, ci riuscì. La riconoscemmo a malapena, tanto era
ridotta male. Pure il Capo non si accorse subito che era la dolce NEVE col suo
pelo arruffato e macchiato di grasso e olio motore, il corpo scheletrico
segnato da croste e grumi di sangue.
L’orecchio destro spuntato lo fece riflettere e il suo modo
unico di strofinarsi gli dette la certezza che NEVE era tornata!
Ma durò poco. Il tempo di ingrassarsi, rifare il pelo bello,
guarire le ferite e NEVE ricadde nei vecchi vizi: sempre sul piazzale a
rischiare la vita e ad intrufolarsi dentro le auto.
Sparì nuovamente alla fine di ottobre e, stavolta, non
tornò.
Chi di noi ancora se la ricorda racconta che quel giorno
salì nell’auto giusta: quella con l’umano che l’ha adottata ridandole una nuova
casa.
Io non credo alle favole ma preferisco comunque pensarla
stesa su un divano che, inanimata, sull’asfalto cittadino.
Buon riposo, NEVE!
| NEVE e MOSHE' alla Colonia Vecchia - marzo 2007 - |
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