LA CUCCIA DEL CAPO
Mi scuso con i Lettori per il problema insorto col post
della scorsa settimana.
Stranamente, al posto di alcune parole, è apparsa una sfilza
di x.
GIANO, il Traduttore in linguaggio HTML mi ha riferito che è
normale che alcune parole siano intraducibili, o lette male dal sistema che,
per non sbagliare, inserisce delle x al posto del vocabolo incriminato.
PERICLE, l’Informatico mi ha confermato la cosa: “E’ un
linguaggio basato sull’inglese, non riesce a tradurre tutti i vocaboli
italiani!”
Però, nei post di TAZZA non ho trovato nessuna parola
intraducibile.
Strano… che siano più alfabetizzati di me?
Consoliamoci col secondo post della XXX rubrica e speriamo
che ‘sto cazzo di HTML capisca quello che scrivo.
L’ARTE DI MORIRE IN PACE, IN PIEDI.
Gli amanti dei gatti hanno una maledizione, costante e
continua.
Chi convive con dei felini avrà già capito a cosa mi
riferisco: l’impossibilità di stare seduto senza un gatto che ti si spalma
sopra.
Sembra che i felini domestici non facciano altro nella vita,
aspettare che il loro amato umano si sieda.
Ancora le chiappe devono toccare la seduta della sedia, o della
poltrona, che il micio ha già spiccato il balzo per atterrarti sulle cosce.
Lo so, è una palese dimostrazione di affetto e amore, unita
alla velata richiesta di coccole.
Affetto e amore, come le paste che ti fanno sulle cosce e
sulla pancia e ti mandano sempre in giro con felpe e pantaloni della tuta
sbrindellati. Come le leccatine che ti danno sulle guance, sperando di essere
contraccambiati o lo strofinamento del muso sul tuo collo con tanto di saliva
spalmata che si raggruma insieme a peli multicolori.
Poi ci sono i teneri morsi sui lobi delle orecchie e sulla
punta del naso che ti predispongono all’applicazione di orecchini.
Insomma, per il povero gattofilo non esiste più il piacere
di sedersi comodamente in casa senza essere sommerso da una o più masse pelose.
Qualcuno penserebbe che i gattari di colonia non subiscano
queste amorevoli torture. Si sbaglia.
Quando sono in colonia, finita la distribuzione del cibo, mi
piace sedermi su una della panchine artigianali e osservare le operazioni dei
mici con la panza piena. Ed è quello che loro aspettano.
Come ti siedi si bloccano, smettono di lavarsi il muso e di
spulciarsi la coda. Si osservano uno con l’altro: chi sarà il più veloce?
Pum! Arriva subito il primo che ti si stende sulle gambe e
riprende la sua operazione interrotta. Immediatamente arriva il secondo che si
siede al tuo fianco, su quei trenta centimetri di panca libera e comincia a
tirarti la manica coi denti.
“Hai due mani: puoi fare le coccole anche a me!”
Il terzo arrivato si deve necessariamente adattare al posto
più scomodo, ma più prestigioso.
Con balzo felino (ci mancherebbe) ti si artiglia sulla
schiena e comincia la scalata della vetta fino ad accomodarsi, stile sciarpa,
sulle tue spalle e da lì comincia a leccarti le orecchie, i capelli e tutto
quello che sta a portata di lingua.
Il destino degli amici dei gatti è quello di sperare di non
finire mai su una sedia a rotelle e morire, velocemente e possibilmente, in
piedi. Anche la bara, nella camera
ardente, dovrà essere posta in posizione verticale per evitare di essere
inumato con qualche micio dentro che ti si è accoccolato sulla pancia.
Quella sarebbe davvero una maledizione eterna.
RALF (Il Piccolo della Colonia) sulle gambe dell'autore dopo il lauto pasto quotidiano |
Nessun commento:
Posta un commento