LA CUCCIA DEL CAPO
CARO BABBO NATALE…
Li ho avvertiti per tempo: “Badate, quest’anno c’è un po’ di
miseria in giro; non fate richieste esose e stravaganti a Babbo Natale altrimenti non potrà accontentare tutti!”
Domenica tutti i gatti di Monte Malbe hanno lavorato con
solerzia alla preparazione del loro albero di Natale.
Alla Colonia è stato addobbato, come al solito, il piccolo
pino cipressino dietro alle panchine artigianali. Mi fa tenerezza vedere
quell’alberello che sopravvive malgrado le angherie che subisce dai randagioni.
Ma lui lo sa: se cresce troppo lo stronco, non posso rischiare che faccia i
danni dei suoi colleghi precipitati sulla recinzione nuova della Colonia.
Alla Reggia, in mancanza di pini cipressini nani e un po’
per fare i soliti snob, i gatti dell’appartamento hanno addobbato il cactus che
sverna nel salone. Al piano di sotto, nel garage, i mici proletari dei
bassifondi si sono arrangiati decorando un vecchio appiccapanni.
Da ieri sono comparse, appese all’albero (o presunto tale),
le prime letterine indirizzate a Babbo Natale.
Mi tocca anche quest’anno!
Travestirmi come uno stupido da Babbo Natale e collocare
nottetempo i doni richiesti da quei sacchi di pulci a quattro zampe.
In casa e in garage non ci sono problemi, come i miserabili
russano, agisco.
In Colonia qualche problema ce l’ho sempre avuto.
Arrivando col Land Rover, anziché le antiquate renne, è
normale che faccia rumore e allerti i randagi che dormono nella casetta “alla
spoletina”, cioè con un occhio chiuso e uno aperto.
Mi devo, necessariamente, mimetizzare con la folla dei
fedeli che sale alla Messa di mezzanotte. Tutti mi osservano curiosi, sicuri di
una mia comparsa nella chiesa del convento subito dopo la funzione religiosa.
Invece mi dileguo nel bosco e, silenziosamente, deposito i
doni sotto il pino cipressino nano e torno subito al calduccio di casa.
Sembra che le mie mancate apparizioni in chiesa siano state
fonte di discussioni tra i frati e i fedeli, infatti corre voce che quest’anno
il priore sia costretto ad indossare i panni di Santa Klaus per non deludere i
presenti.
Il mio lato perfido vorrebbe che mi presentassi anche io,
dopo la Messa, a dare dell’impostore al priore travestito e fargli fare una
figura ridicola.
Ma, per una volta, lascio la scure di guerra sottoterra.
Torniamo alle letterine dei randagioni. Già ne ho raccolte
una quarantina, ma non sono tutte.
La prossima settimana, a raccolta terminata, vi esporrò la
lista dei desideri felini (così, se qualche anima pia volesse contribuire…).
Si comincia a preparare qualche pacco dono |
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