SEI !
Andiamo per ordine strettamente
cronologico raccontando i tragici momenti successivi del Capo, tralasciando le
avventure del gatto Messner alla prossima puntata.
Il pasto era finito (andate in
pace, amen!) ma tutti noi rimanemmo nelle immediate vicinanze dei locali dormitorio della Colonia.
Il nostro umano ci osservò perplessi domandando:
- Beh? Avete mangiato! Non è
l’ora di togliersi dai coglioni? – poi scrutando il micio Messner che
continuava ad ondeggiare sul pino cipressino – Attento, idiota! I pini
cipressini attirano fulmini anche a ciel sereno!
Si accese la sua dose mortale
di nicotina, salutandola con due poderosi colpi di tosse, e scese nei nostri
locali per riordinare, cambiare l’acqua, pulire le cassettine igieniche,
rimboccare il livello delle ciotole con le crocchette e controllare se ci fosse
qualche cadavere di gatto assente al pasto. Come tutti i santi giorni.
Aprì la pesante porta di
metallo e si bloccò.
Circa 30 felini curiosi, ma è
nella nostra natura, si posizionarono sul muretto davanti all’ingresso del
dormitorio.
- Oh, cazzo! – esclamò avendo
scorto una piccola coda appartenente ad un piccolo felino infilarsi sotto un
bancale che teneva sollevate le cucce da terra.
Non si perse d’animo, spostò le
cucce e sollevò delicatamente il bancale scoprendo ben due piccoli felini dotati
di due piccole code (una per felino).
- Due… schifa troia! (sicuramente riferito a quella
sua amichetta che ogni tanto passava a trovarci in Colonia e di cui lui ci
raccontava epiche gesta immorali, alla faccia della privacy)
Non riuscì a finire la frase
che il suo occhio rapace scorse un’altra piccola coda, dell’ennesimo piccolo
felino ma di colore diverso, infilarsi sotto un altro bancale.
Altro delicato sollevamento del
bancale incriminato con conseguente raffica di improperie e frasi indicibili
riferite a tutte le divinità, presenti e passate.
- Puttana della miseria! Siete
pure in tre! (eppure eravamo sicuri che l’amichetta non si chiamasse Miseria)
- Quattro! Cinque! Xxxx
xxxx xxxx Xxx xxxx Xx!
Anche la sigaretta accesa gli
cadde dalle labbra semiaperte. ARCHIMEDE si precipitò a spegnere il principio
di incendio rimediando un poderoso calcio nel didietro.
- Togliti, scemo! – poi,
rivolgendosi a noi – Quante volte ve l’ho detto di non portare gatte incinte in
Colonia? Idioti!
Si armò di trasportino e
cominciò il safari al micro micio. Li ingabbiò tutti e cominciò ad osservarli
attentamente; qualcosa non gli tornava.
Tre erano tigrati e della
stessa età, due erano tricolori grandi almeno un mese di più.
Poi, rendendosi conto che da
soli non sarebbero potuti entrare là dentro a causa della notevole altezza delle
finestrelle-gattaiola da terra, ci apostrofò:
- Dove siete andati a pescarli?
Riportateli subito là!
Ma trenta musi innocenti
risposero silenziosamente alla sua domanda.
Commentò con le solite
indicibili parole (Xxxxxx xxxxxx!) e controllò se anche sotto all’ultimo
bancale si celasse un’altra sorpresa. Niente, a parte un paio di lucertole
vivisezionate da ATTILA.
Sollevato ringraziò la Madonna
e tutti i santi a lei collegati, ma si accorse che una decina di code feline
stava indicando uno dei cubi di polistirolo.
Ci guardò sospettoso mentre la
mano cominciava a scivolare sul suo coltello, sempre pronto a dare più peso
alle sue argomentazioni in caso di lite con rompicoglioni a piede libero.
Con cautela infilò la mano
dentro al cubo e lo sguardo misto di terrore e stupore ci confermò che aveva palpeggiato
il bersaglio.
- Sei… - disse scoraggiato
tirando fuori un piccolissimo scriccioletto inanimato – Questo è andato…
Ma lo scriccioletto, offeso per
il mancato saluto a suon di parolacce, lo spernacchiò sul viso.
- E’ vivo pure questo, cazzo!
Vivo, ma messo male,
decisamente male.
Fu ingabbiato pure lui, insieme
agli altri, e deposti in auto. Prossima destinazione: la Reggia.
Il Capo ci chiamò a raccolta e
fece degli interrogatori separati, minacciando l’abolizione dei bocconcini
premio, la disdetta dell’ abbonamento alla tv satellitare e la confisca di
tutte le palline del calciobalilla, ma non ebbe soddisfazione: nessuno sapeva
chi aveva nascosto i sei piccoli dentro ai locali.
Cioè, qualcuna sapeva ma si
guardò bene dal raccontare al Capo la verità.
Gli altri furono omertosi o professarono
la loro assenza al momento del misfatto.
Il perfido ARCHIMEDE, ancora
col culo dolorante, insinuò al Capo la possibilità di ricevere a casa, in forma
anonima, le foto della fanciulla Miseria in inequivocabili atteggiamenti con il
Capo stesso.
Il tutto, naturalmente, direttamente
nelle mani della Micia Susanna.
Il Capo si convinse che era
inutile venire a conoscenza di questo piccolo, insulso dettaglio e ci salutò
calorosamente promettendoci razione doppia di bocconcini premio, l’abbonamento
gratuito alla Settimana Enigmistica e la pista delle macchinine elettriche.
Intanto il micio Messner
aspettava con impazienza che la sua avventura venisse raccontata.
Vostro SAETTA (l’attuale
memoria storica della Colonia)
OSSOBUCO - Il piccolo scriccioletto inanimato ripresosi |
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