NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell' Eco
(e l' ignoto gattaro)
10a puntata
Il nuovo arrivato OSCAR si accomoda per ascoltare la lettura
del 10° capitolo dell’ immane porcheria.
- Che fate ora? Pregate?
- No – rispondo – leggiamo questo romanzo.
OSCAR mi osserva cupo, poi domanda:
- Ma non avevate detto niente droghe in Colonia?
Fortuna che arriva BARTOLOMEO con la sua scorta settimanale
di superalcolici per attutire la lettura e comincia la distribuzione. OSCAR
prende la sua magnum di Vecchia Romagna e si accomoda sul solarium.
10)
-
Polizia! Fermo là! Alzi le mani… lentamente.
Mi
fermo e alzo le mani, un poliziotto mi si avvicina con la pistola in pugno.
- E’
solo?
- Sì -
rispondo.
Automaticamente
mi volto, lentamente, verso il muro, ci appoggio i palmi delle mani e allargo
le gambe.
Vengo
perquisito.
- Cosa
sta facendo? - mi domanda l’altro poliziotto.
-
Controllavo in che condizioni è casa mia - rispondo calmo.
- Casa
sua? Questa è casa sua?
-
Certamente. L’indirizzo lo sapete, se posso mostrarvi un mio documento vedrete
che coincide.
- Si
volti… lentamente.
Mi
volto, lentamente e, altrettanto lentamente, apro la zip della tuta ed estraggo
il portafogli. Dal portafogli tiro fuori la carta d’identità e la porgo al
primo poliziotto che la esamina.
-
Andrea Rossi, nato a Roma, residente a Migiana di Corciano, Perugia, Via del
Convento 1, l’indirizzo coincide. Come mai ora ha la barba?
- Mi
dona.
- Vado
a controllare se il documento è autentico - replica il primo poliziotto.
- Come
mai ci viene di notte a vedere casa sua? - chiede il secondo, sempre con la pistola
in mano.
- E’
inagibile, non ci si potrebbe entrare. Ci sono venuto di notte per evitare
problemi ma, non è servito a nulla.
- Cosa
deve fare qua?
-
Prendere alcune cose che non sono riuscito a portare via al momento dello
sgombero. Ma… passavate per caso?
- No,
ci hanno avvertiti che c’era un ladro.
- Chi
vi ha avvertiti? - chiedo, ma non ottengo risposta.
Torna
il primo poliziotto, mi restituisce il documento che infilo dentro una tasca
dei pantaloni e fa all’altro.
- Il
documento è autentico, ma c’è una segnalazione sul soggetto. Ho chiamato
un’altra pattuglia, lo portiamo in Questura.
- In
Questura? - chiedo - Posso fare una telefonata?
-
Ancora è presto per chiamare l’avvocato - risponde l’agente.
-
Vorrei chiamare l’ispettore Mistretta, Gabriella Mistretta. Stasera dovrebbe
essere in servizio.
- Ahh!
Conosce la… - ma non termina la frase.
- la… - lo invito a continuare.
- La
dottoressa Mistretta - si affretta a
precisare il poliziotto - La chiami pure, se ha il suo numero.
La chiamo.
-
Gabriella, scusa, sono io… - facendo notare la confidenza che ho con
l’ispettore - avrei un piccolo problema. Due tuoi agenti mi vogliono portare in
Questura.
- E
perché? - domanda - Mica ti sarai fatto beccare mentre stavi con qualche
prostituta?
-
Magari! Aspetta, ti passo un agente.
Parlano
alcuni minuti, al di fuori della portata delle mie orecchie, poi l’agente mi
restituisce il telefonino e dice
- Sta
arrivando.
- Viene
qua? Perché?
- Visto
che lei non vuole andare in Questura, la Questura viene da lei - commenta
sarcastico il poliziotto - Questa è una gatta che si deve pelare la… dottoressa
Mistretta - e sottolinea col sorriso ‘dottoressa Mistretta’.
Dopo
venti minuti arriva Gabriella con un’auto civetta. Liquida e saluta i poliziotti
e si mette seduta vicino a me, su un muretto.
-
Sant’uomo… cosa mi combini? - dice accarezzandomi - Se stasera avevi voglia di
me, potevi trovare un altro stratagemma. Cazzo sei venuto a fare qua?
-
Volevo dare un’occhiata al mio appartamento - dico con tono ingenuo e
innocente.
- Di
notte?
- Di
giorno mi vedono se entro, volevo evitare noie.
- Il
mio 007 ha paura di questi problemi? Raccontalo ad un’altra - guardando il
caschetto da speleologo, le torce e la corda legata alla colonna.
- E…
questa roba a che serve? - domanda prendendo in mano il caschetto.
- Amo
la sicurezza - rispondo.
-
Smetti di fare lo stronzo e dimmi la verità! Cosa sei venuto a fare qua?
-
Perché ti interessa?
Chiude
gli occhi e sospira - Va bene. Ricominciamo. Cosa stai facendo qua?
-
Verifico che la mia proprietà sia in ordine.
- La
tua testa non è in ordine! Il tuo cervello è bacato! - mi da uno schiaffo poi mi prende la testa e mi bacia con una forza inaudita in bocca, lasciandomi
senza fiato.
- Tu
sei bacato… - continua - ma non provarti mai più a farmi cogliona. Chi stavi
aspettando? Chi è la troia?
- Mi
sembri tua zia…
Altro
schiaffo, questo con più violenza, mi gira il volto.
- In
mia presenza non la devi mai nominare, capito! - mi sbatte contro al muro, mi
si butta addosso e comincia a strusciarsi con forza. Mi infila la mano destra
nei pantaloni e mi stringe il cazzo e le palle in una morsa mentre mi violenta
la bocca con la sua lingua.
Dolore,
piacere, dolore, piacere… non ci capisco più un cazzo.
Quando
mi lascia sono molle come un’ostrica.
-
Domattina stacco alle 8. Aspettami sotto casa mia, te la faccio passare io la
voglia. Ora vattene a casa…
-
Appunto… - commento col mio sorriso a cazzo.
Parte
un altro schiaffo, ma sono pronto, le blocco il braccio.Stavolta la
inchiodo io al muro e me la comincio a sbattere e a morderle le orecchie.
- Sai
come ti chiamano? - le dico mentre continuo a sbatterla - La… la troia? La puttana? La scopatrice? La zoccola?
Dimmelo come ti chiamano? Quanti te ne fai al giorno?
Non
risponde, anche perché ha bocca piena della mia lingua.
Ma
gradisce, gradisce il petting e le parolacce che le ho detto. E’ una
passionale, una violenta, un’istintiva, una porca.
Alle 8
sono al bar sotto casa sua. Arriva, ha la faccia stravolta dalla stanchezza.
- Tutti
gli stronzi si sono dati appuntamento stanotte per rompermi i coglioni! Tu
compreso. Vieni su, sbrigati, che mi prepari il caffè mentre faccio una doccia.
Il
caffè glielo preparo e glielo porto mentre sta ancora sotto il getto della
grande cipolla della cabina doccia.
-
Grazie! - mi fa in un momento di umana debolezza - Ma potevi aspettare altri
due minuti.
Appena
prende la tazzina in mano, mi spoglio fulmineo e mi infilo dentro la doccia.
Volano spugna, doccia schiuma, tazzina, schizzi di caffè, sculacciate, morsi,
schiaffi e la prendo dentro ogni buco che le trovo comodo.
Quando
esce dalla doccia arriva appena al letto, a tentoni.
Esco
dal suo appartamento, anche io in condizioni pietose, tornandomene a Carpaneta.
- Che
hai combinato stanotte? - chiede Serena.
- Sono
stato con la tua amica - la mia breve risposta prima di andare a farmi una sana
dormita.
Serena
rimane perplessa.
Al
risveglio comincio a comunicare col mondo.
Leggo
una mail di Ken.
Ciao Gatto!
Prendi nota di questo link.
vai nella cartella Gatto che apri con la
password SILVESTRO 88
ci ho riversato diverse cose del pc della tua
amica Gabriella.
C’è qualcosa che può interessarti.
Okkio!
Ciao fetente!
Ken
Ci vado
subito e comincio ad esplorare i file che Ken ha copiato dal pc di Gabriella.
Scopro
diverse cose.
BARTOLOMEO - Il procacciatore di alcolici della Colonia |
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