venerdì 22 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Non avrai altro Raccontino al di fuori di me…

LA VENDETTA

- Non l’hai digerita, eh!, Ciccio…
Faccio cenno di no col capo mentre allontano da me il piatto ancora pieno della solita minestrina.
- Me lo immaginavo, sai… anche questa volta – prosegue – Ma tu sei uno zuccone. Mai che una volta dai retta! Ma che vai a cercare fuori casa? Come la mia non te la da nessuna!
- Micia… per favore, non ho voglia…
- Già, già. Ora non hai voglia, ora… - mi riavvicina il piatto con la minestrina – Com’è successo stavolta?
- Il solito, lo sai – allontano di nuovo il piatto.
- Già… la vedi, si propone, tu non sai resistere… un classico… un assaggino, solo un assaggino! No! Non dirlo che non ti credo più! Sono più di venti anni che ti soppor… conosco, ormai! Sai… era un… come dici sempre?
- Un ghiotto bocconcino.
- Già, un ghiotto bocconcino che ti rimane sullo stomaco. E ti lascia quello strano sapore in bocca, sgradevole, quasi nauseante… come lo definisci? Il sapore…
- Il sapore della delusione.
- Quello che non sopporti, comunque continui a farti del male lo stesso. Mangia la minestrina, su.
Rifiuto con un cenno.
- Apri la bocca e chiudi gli occhi! – ordina e la guardo perplesso, ma obbedisco.
- AummH! Bravo! – infilandomi una cucchiaiata di minestra in bocca – Un’altra, dai.
Rifiuto.
- So come ti piace, lo so perfettamente. Solo io lo so. Venti anni di sopport… frequentazione! Conosco tutto di te, ho esplorato ogni possibile meandro, so bene come proportela e fartela gustare, so cucinarti a dovere, oramai… ma la testa, dentro la tua testa non riesco ad entrarci proprio! Poi torni a casa conciato così. Apri la bocca, su.
- Basta con questo accanimento terapeutico!
- Non è accanimento terapeutico; si chiama vendetta. Ohi! Ti devo legare i polsi dietro alla schiena come l’altra volta?
Obbedisco ed apro la bocca; so che ne sarebbe capace.
- Ahmm! C’era pure la carotina che ti piace tanto!
Che quasi mi va di traverso.
- Ora – continua col suo solito tono materno, ma inflessibile – cosa prometti alla Micia?
- Mai più… mai più.
- Si più preciso o te lo infilo di nuovo in bocca.
- Mai più… la peperonata della trattoria. Solo la tua.
- Bravo Ciccio! Ora ripeti: la peperonata della Micia è unica, tutte le altre sono deludenti.



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