I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)
Non tutti i Raccontini sono politicamente corretti…
PULIZIA ETNICA
I capricorno hanno un destino nel loro segno: portare a
termine i loro progetti, costi quello che costi.
La crudele idea era scaturita appena la Micia era tornata da
un grande magazzino che svendeva tutto (commesse escluse) per chiusura
attività.
- Guarda, Ciccio, che belle tazzine ti ho comprato!
Con il solito ‘ti ho’, seguito dall’immancabile sorriso
pieno di orgoglio, la Micia si mette al riparo da rimproveri per spese non
autorizzate e pacchianeria degli acquisti. Anche le sue ciabattine a forma di
tricheco rientrano nella categoria ‘ti ho’, più sorriso; ma sono
incredibilmente sexi…
L’operazione Pulizia Etnica, riferita alle orribili tazzine
da caffè in vetro con bolle colorate disegnate, è scattata due giorni dopo,
preceduta da accurata programmazione. Dodici tazzine, dodici spiacevoli
incidenti.
La Pulizia Etnica va fatta scientificamente, in modo sistematico
e con il massimo silenzio, senza clamore: i media non devono sapere. Hitler,
Pol Pot e Milosevic avrebbero avuto da imparare molto da Ciccio Kan, lo
sterminatore silenzioso.
La prima, quella con le oscene bolle cremisi, mi è sfuggita
inavvertitamente dalle mani mentre preparavo il caffè del dopo pranzo.
- Ti hanno inculato – l’ho informata mentre raccoglievo i
cocci – te le hanno vendute per infrangibili!
La crudeltà deve essere sempre accompagnata da una sottile
spietatezza psicologica: il nemico non si annienta con le bombe, ma con la
sottomissione.
Per la seconda, quella con le bolle arancioni, mi sono
servito del migliore sicario della Reggia: RINGO.
Dopo averla appoggiata sul bordo estremo del tavolo le
(RINGO è femmina, ma potrebbe benissimo concorrere per Mister Gatto 2015) ho
mostrato una scatoletta di Gourmet Gold (al pollo) promettendole:
- Metà ora, metà a lavoro ultimato.
Dopo dieci secondi la Micia strillava e inveiva contro
l’indifesa micetta.
Per la terza, la quarta e la quinta (bolle gialle, celestine
e viola, nell’ordine) mi sono affidato al vecchio trucco della birra serale che
alza troppi gradi e annebbia la vista, rallentando i riflessi.
- L’Alzheimer galoppa, Ciccio? – ha domandato abbastanza
incazzata.
- E’ la birra, Micia! Ne bevo troppa perché cucini assai
salato! – la demolizione deve continuare su tutti i fronti.
La sesta (bolle verdoline) è misteriosamente scomparsa, come
dissolta dentro la lavastoviglie, ricomparendo nel bidone dell’indifferenziata,
ben nascosta.
Il capolavoro è stato con le matricole 7, 8, 9 e 10.
(Bianche, marroncine cacarella, avana vomito e blu) Triturate da alcuni ignoti
gatti nei loro folli e spericolati giochi.
La undici (arancioni) si è suicidata: nella notte è
precipitata dal mobiletto della macchinetta espresso.
La dodici (colore indefinibile)l’ho naturalmente confiscata,
come tutte le tazzine spaiate che tengo gelosamente nel cucinino al piano di
sopra per ricordarmi di quanto possa essere crudele, a volte, la vita.
Pago e soddisfatto ho riesumato le vecchie tazzine con i
personaggi di Walt Disney, antico omaggio di una marca di marmellata fallita
pochi anni dopo.
Il caffè con la tazzina di Paperoga ha tutto un altro
sapore.
Ma qualcosa deve essere sfuggito alla strage di bolle; si
sono riprodotte, mutandosi stavolta in ripugnanti tazzine troncoconiche, in
vetro e manico di acciaio e le solite bolle del cazzo. Me ne sono trovate tre
dozzine sul tavolo della cucina, in bella mostra.
- Ciccio! Non ci crederai! – ha esclamato la Micia in preda
ad un orgasmo multiplo da altri, lontanissimi, tempi – Ti ho ritrovato le
tazzine che ti piacevano tanto!
A seguire il solito, splendido, sorriso di complicità.
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