lunedì 19 maggio 2014

STORIA DELLA COLONIA





RESET




Dopo aver fatto versare qualche lacrimuccia al Capo, ricordandogli MOSHE’, oggi gli rinfresco la memoria con l’arrivo di due sorelline abbandonate in Colonia ad aprile 2007: PIMPI e PIMPILLINA.
“E, no! Cazzo!” mi interrompe bruscamente SAETTA “Passo sopra ai due profughi ERNESTO e CATERINA, accetto pure MOSHE’… ma ora basta!”
?
“Te la rinfresco io la memoria!” prosegue “Chi è il gatto con più anzianità di Colonia dopo te?”
“Tu.”
“Bravo! Allora? Cominciamo ad avere problemi con l’Alzheimer?”
Reset.
Purtroppo, non avendo a disposizione la famigerata agenda rossa del Capo, potrei aver commesso qualche piccolo errore nella cronologia degli avvenimenti in Colonia. E forse ne commetterò degli altri…
Vi ricordate della sfuggente ed imprendibile gatta randagia bianca e nera che aveva già portato un suo micetto in Colonia? Sì, SILVESTRINA!
SILVESTRINA aveva continuato a frequentare la Colonia Vecchia per nutrirsi, ma sempre in orari tranquilli, quando gli umani (Capo compreso) se ne stavano a casa propria.
Un pomeriggio, mentre il Capo sta distribuendo il pasto, vediamo un paio di orecchie nere spuntare dal muretto della recinzione con il campo del convento. Segue un musetto bianco e nero che con i suoi occhioni gialli controlla attentamente le azioni del Capo. Rimaniamo tutti sorpresi, mentre il Capo non si accorge di nulla ma nota che siamo tutti con lo sguardo fisso verso la rete della recinzione. Si volta e la vede.
“Bentornata SILVESTRINA!” esclama “Pensavo fossi emigrata. Ci porti buone nuove o qualche altro micetto da sfamare?”
Si avvicina alla recinzione con un piattino di umido per lei, ma SILVESTRINA fugge via e i bocconcini finiscono nelle fauci della BOMBONA.
Prima di lasciarci il Capo deposita sul muretto della recinzione qualche manciata di crocchette; è sicuro che SILVESTRINA sia lì vicino e lo osservi. Se ne va salutandoci ma rimane nascosto dietro un tiglio sul piazzale dove può controllare la situazione. Una sigaretta: nulla. Seconda sigaretta: ancora nulla se si escludono dei passanti che osservano incuriositi uno scemo di cinquant’anni che ancora gioca a nascondino. Alla terza sigaretta l’attesa è premiata: sbuca SILVESTRINA che si mette a sgranocchiare le crocchette.
Il Capo se ne va soddisfatto.
Il giorno dopo, e per altri ancora, il Capo deposita sempre le crocchette, e in maggiore quantità, al solito posto. Il giorno successivo le crocchette non ci sono più.
“Pian piano si accasa” mi mormora un giorno.
E’ comunque perplesso del fatto che mezzo chilo di crocchette scompaia ogni giorno.
Un pomeriggio ripete l’imboscata: deposita le crocchette e fa finta di andarsene. Vuole controllare se sia la BOMBONA che spazzola via tutto oppure i merli, che sono ghiotti delle nostre crocchette.
Neppure finisce la prima sigaretta e compare subito la testa di SILVESTRINA che, a mò di periscopio, controlla la situazione. Dopo una manciata di secondi zompano sul muretto due micetti di quasi due mesi che cominciano a tritare, con qualche difficoltà, le crocchette lasciate dal Capo.
“Alla faccia dei merli!” sento commentare da dietro a un tiglio.

SILVESTRINA - Novembre 2006

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