giovedì 1 maggio 2014

ISTRUZIONI PER L'USO





LA CUCCIA DEL CAPO





I gatti sono come i bambini e i vecchi rimbecilliti: sei dai loro un'abitudine, o un piccolo vizio, lo devi mantenere vita natural durante, altrimenti si innescherà un conflitto basato sul rancore e la sfiducia.
L'esempio lampante lo ho in Colonia.
Ho abituato i pulciosi al bocconcino post pranzo (che è anche cena e prima colazione).
Non per dar loro un vizio o per premiarli per qualche cosa ma solo per bieca ed egoistica utilità personale.
Se li abitui a prendere il bocconcino sarà molto più facile imbottire di medicine, ben nascoste nello stesso, anche i gatti più restii o inavvicinabili.
E allora giù di pezzetti di pollo, quando riesco a fregarli ai Gatti della Reggia, che subiscono lo stesso trattamento ma, abitando alla Reggia hanno il bocconcino di qualità (e sapore) migliore.
Altrimenti i bocconcini sono i classici fondelli (chiamati anche culetti) di salumi e insaccati vari che ti porti via con pochi centesimi di euro all'ipermercato.
Talvolta succede, però, che vai di fretta e dimentichi il contenitore apposito a casa, oppure li hai terminati e non sei tornato a fare spesa o, come è più probabile, siano terminati e nel bancone refrigerato trovi solo pregiatissimi, e costosissimi, culetti di cammello siberiano IGP.
Mentre loro aspettano, come solito, che tu tiri fuori il consueto contenitore sei costretto con voce trita e sguardo afflitto a comunicargli che oggi dovranno fare a meno del bocconcino, inventando la solita assurda scusa dello sciopero (ora dei tir, oppure dei salumieri, o dei pollivendoli o la chiusura per lutto/inventario/epidemia contagiosissima/ inagibilità/ incendio e altre cazzate che ti vengono in mente del supermercato).
Dai loro sguardi capisci che in un attimo hai perso 1000 punti (per 30 gatti = 30.000 punti).
Non sei più il Capo, ritorni il classico stronzo di umano che non sa mantenere le promesse.
Ti ci vogliono tre mesi e 12 chili di bocconcini, di qualità superiore, per riguadagnare il terreno perso.
Ma nel frattempo fai un fatale errore: per lavarti la tua lorda coscienza gli porti delle nuove crocchette di migliore qualità/un nuovo gioco/fai 20 minuti di coccole supplementari.
Loro gradiscono, più che altro per dimostrarti che sono misericordiosi, ed incamerano il nuovo vizio che hai inaugurato e devi mantenere per sempre.
Anche alla Reggia ho problemi simili.
Dato il servizio migliore (coi bocconcini di pollo) nei quali è più facile nascondere queste maledette compresse di antibiotici, che studiano sempre il sistema di farle più grandi possibili; sono oramai delle stesse dimensioni delle vecchie 500 lire d'argento. Allora le dividi in piccole scaglie e ti accorgi che il gatto malato, o presunto tale, per ingurgitare l'intera compressa deve ingozzarsi con tre etti di pollo arrosto. Circa otto bocconcini.
Fortunatamente il gatto finisce la terapia, guarendo o schiattando prima, ma tu devi continuare a dargli il bocconcino (solo nel primo caso), facendo sempre finta di nasconderci dentro qualcosa, altrimenti non ha lo stesso sapore. Naturalmente cerchi di economizzare sulla spesa e speri di cavartela con soli tre bocconcini. Errore: i gatti sanno contare. Otto erano e otto devono rimanere.
Poi alla Reggia ho dato un'altra pericolosa (per me) abitudine. Innanzitutto i pasti sono due: uno al mattino presto e uno alla sera.
Guai a tardare l'ora del pasto!
I gatti hanno l'orologio, o almeno sanno leggere la posizione delle lancette di quelli di casa.
Alle sei in punto, ora legale o solare non fa differenza, si comincia a radunare la folla di gatti fuori dalla porta della camera. Se alle sei e un minuto non percepiscono nessun rumore che preannunci il tuo risveglio ci pensano loro a riportarti alla realtà e a ricordarti che, dopo il loro pasto, dovresti andare al lavoro a raccattare quei quattro soldi utili alla loro sopravvivenza. Cominciano a bussare alla porta della camera. Prima garbatamente, poi meno, infine con impazienza e rabbia.Ti alzi incazzato perché eri nel bel mezzo di quel rarissimo sogno erotico che neppure la tua immaginazione può concepire. Apri la porta con la ciabatta in mano per colpire il maledetto e te ne trovi davanti dieci, tutti con l'aria angelica e la coda alzata come a dire: "Indovina chi è stato?" Schiaffo del soldato style.
Nella mia follia ho comunque resistito all'impulso più naturale di ogni gattaro: dormire con un gatto sul proprio letto. Sarebbe stata la fine: un nuovo matrimonio, stavolta indissolubile, con il quattro zampe che la sera ti pressa perché ha deciso che è l'ora di andare a dormire. E senza di te non ci va.
Per cui, cari possibili futuri adottanti di felini domestici ricordatevi che accogliere un micio nella vostra vita (e casa) è come annientare ogni forma di libertà.
Non servirà nascondere i libri di aritmetica o spostare a caso le lancette degli orologi di casa, o dimostrargli che siete delle persone completamente inaffidabili; oramai il francobollo si è attaccato e pian piano vi condurrà ad uno stile di vita molto più sano e confacente alle abitudini feline, ma vivrete comunque felici e contenti coi vostri mici nel caos più totale. 


ALLORA? ARRIVA 'STA COLAZIONE?

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