giovedì 8 maggio 2014

L'AFFIDATO





DIARIO DI BORDO





E’ un lungo corteo di auto scure con i lampeggianti sul tetto e fuoristrada, anche quelli scuri ma senza lampeggiante, che scorta una maestosa berlina blu scura mentre si inerpica sulla salita che porta al convento.
Il Capo lancia uno sguardo, incuriosito, e ci dice: “Ragazzi fatevi belli, arriva il Papa!”
Anche noi stiamo a curiosare il corteo, smettendo pure di mangiare; mai visto un corteo nuziale di venerdì o un Papa a Monte Malbe!
Stranamente le auto parcheggiano lungo la strada, proprio sopra la nostra casetta, senza arrivare al piazzale del convento e ne escono baldi giovani in giacca e cravatta e tutti con quel coso col filo dentro all’orecchio.
?
“Avranno gli acari anche loro?” chiede perplesso PERONI.
Vediamo una mezza processione di abiti firmatissimi dirigersi verso il convento, il Capo riprende la distribuzione del pasto e noi a mangiare.
Ma lo scalpiccio di numerosi passi sul sentiero che scende alla Colonia ci fa drizzare le orecchie e le code in segno di ‘prepararsi alla fuga!’.
Ed eccoli davanti al nostro cancello; una decina di alti giovanotti, tutti con gli occhiali da sole anche se è una giornata di merda e pioviggina. Gran parte dei mici scappano via convinti di trovarsi davanti gli sgherri di qualche rivale in affari di INTREPIDO. I più coraggiosi, come me, rimangono al fianco del Capo, che si è già munito dell’apposito dissuasore rompicoglioni in stagionato frassino.
La situazione dovrebbe essere di una certa pericolosità reputo, quando vedo il Capo impugnare anche il coltellino svizzero che usa per aprire le lattine di umido con la linguetta difettosa.
Dal gruppo esce un anziano piccoletto che, con aria gioviale, esclama: “Ma che bel posto! Che bellissimi gatti! Mi consenta, me lo avevano detto, ma mai mi sarei immaginato un simile paradiso!”
Poi superando il cancello: “Lei è il Signor Capo, immagino!” Fa porgendo la mano destra.
“Sssì… con chi ho l’onore… ” risponde spiazzato il ‘nostro umano’.
“Cribbio! Non mi riconosce?”
“Mi scusi Signor Cribbio, non mi aspettavo di vederla qua!” ancora il Capo mentre si nota chiaramente che cerca di ricordare dove abbia già visto quel viso, quasi familiare.
“Già! La fortuna ha voluto che fossi affidato qua.”
“Affidato? Perché?”
“Qualche noia con dei giudici prevenuti nei miei confronti.”
“Guardi, Cribbio, questa è una Colonia Felina, non una Colonia Penale.”
Cribbio sussulta. “Mica hanno osato mettermi in galera! Mi hanno indirizzato qui per aiutarla e svolgere un prezioso servizio sociale.”
“Indirizzato... chi?”
“Ma cribbio! Il Priore!”
“Un attimo, prego” prende tempo il Capo “Tu, TAZZA, vieni con me!”
A lunghe falcate ci dirigiamo verso l’ingresso del convento. Il Capo suona il campanello ed è il Priore in persona che viene ad aprirci.
“Cos’è ‘sta storia del nanerottolo e del servizio sociale?” lo investe il Capo.
“Signor Capo” mormora con aria contrita il Priore “cerchi di capire: mi hanno già affidato tre ex ministri condannati per corruzione, due ex tesorieri di partito, e ho scoperto che uno ruba pure dalla cassetta delle elemosine, e quattro ex presidenti di regione condannati per concorso mafioso. Il nanetto non sapevo dove metterlo, poi… ”
“Poi…?”
“E’ volgare, racconta barzellette sconce e va a donnacce. Dicono.”
“Beh, per un uomo è normale. Ma cosa ha combinato?”
“Dicono sia un evasore fiscale” sussurra impercettibilmente “ma è pure il più grande contribuente dello Stato.”
“C’ha i soldi” la conclusione del Capo.
“Tanti” il rimpallo del Priore.
“E non poteva comprarsi giudici e giuria?”
“Mah…. ”
“Ho capito... è un coglionotto.”
Torniamo ancora più perplessi alla Colonia e il Capo comincia il suo interrogatorio.
“Ha esperienza di gatti?”
“No, ma la mia fidanzata ha un adorabile cagnolino. Anzi tra poco viene a vedere questo posto. E’ curiosa, sa.”
“Questi sono gatti. Dovrà imparare l’ABC felino.”
“Non c’è problema già ho fatto loro un discorso e mi hanno pure applaudito.”
Incrocio col Capo uno sguardo pieno di perplessità, poi passo ad indagare con PERONI.
“Che vi ha detto?”
“Mah… discorsi strani. Che il nostro pericolo non sono i cani o le automobili, ma i giudici e i comunisti. Quelli, ha sottolineato, mangiano pure i gattini!”
“Oh, cazzo!”
Chiamo da parte il Capo e gli riferisco del discorso.
“E’ un pazzo, non possiamo tenerlo qua” la sua logica conclusione. E mentre cerca di trovare le parole giuste, e non offensive, per toglierselo dalle palle arrivano INTREPIDO e BARTOLOMEO, alticci come sempre dopo una notte passata al bordello felino di Monte Malbe.
“Cavaliere! Che sorpresa!” Fa INTREPIDO “La trovo benissimo, anche ringiovanito rispetto a due anni fa, a quella cena di Don Giuliano.”
“Sì, mi sento molto bene in questo posto, caro. Ma… eviti di fare nomi, sa, i giudici bolscevichi amano mimetizzarsi tra i castagni del bosco per estorcere false testimonianze.”
“Giusto! Come mai qua?”
In quel momento i ragazzoni con i Ray-Ban e gli acari alle orecchie fanno ali a una giovane e avvenente fanciulla che scende dal sentiero con un cagnolino in mano.
“Oh, cara! Ben arrivata! Ti presento il Signor Capo” esclama il nanerottolo col sorriso stampato sul viso e gli occhi sulle forme anatomiche della fanciulla. “Signor Capo, questa è la mia fidanzata.”
“La sua fidanzata???” domanda PINELLA con la bocca aperta “Ma se ha la metà degli anni del Capo e un terzo dei suoi!”
“Molto lieto, signora” il Capo da sfoggio di eleganza, malgrado le scarpe infangate e i pantaloni mimetici con toppe e strappi.
Poi succede il finimondo.
La fidanzata, o presunta tale, appoggia a terra il cagnolino che prova ad annusare la ciotola delle nostre crocchette. E’ quello che stava aspettando BAIOCCO.
In un attimo lo afferra per le orecchie, lo sbatte per terra (nel fango, naturalmente), e comincia a giocarci a calcio. Urla e guaiti del povero quattro zampe che viene crossato sulle zampe di CREMINO il quale lo palleggia per qualche secondo poi lo rilancia a ORFEO che, in mezza rovesciata, lo catapulta direttamente nell’aia del contadino dove sta aspettando LILLA, la micro cagnetta che gli affibbia un paio di morsi.
La bella fidanzatina comincia a gridare, i giovani in vestito blu corrono subito sull’aia del contadino a recuperare il cagnolino, prima che finisca dentro il recinto dei maiali e, conseguentemente, dentro le loro fauci.
“E’ una cosa inammissibile!” quasi grida il Signor Cribbio.
INTREPIDO lo prende a braccetto e gli spiega che questo non è il posto che fa per lui. Innanzitutto i gatti della Colonia sono tutti ex gatti di operai (ora anche loro ex), comunisti e anarchici, sarebbe pericoloso per la sua incolumità.
Poi gli spiega che BARTOLOMEO ha una lussuosa villa sul versante opposto della collina dove potrebbe svolgere comunque il suo servizio e magari partecipare ai numerosi party in piscina che il facoltoso gatto della Colonia tiene settimanalmente.
“E sia!” decide il piccoletto.
“Signor Capo mi spiace del disturbo arrecatovi ma credo che la mia opera sia più utile in altro posto. Don INTREPIDO, se vogliamo incamminarci, venite pure con me nella mia auto.”
“Don INTREPIDO?” chiede PERONI “Si è fatto frate pure lui?”

Don INTREPIDO, boss della malavita di Monte Malbe

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