E' successo come in Russia nel 1917, l'aristocrazia e la nobiltà sono decadute e il popolo ha preso il potere sulla situazione.
Così è successo a ECCOLA de I Morti di Fame, dopo un decennio di vita, in comune e da sola, in una villa ottocentesca con relativo giardino ed annessi dove aveva a disposizione ettari di verde e molteplici stanze dove ripararsi, di punto in bianco è stata sfrattata da un morto di fame peggio di lei: un cane, non pericoloso, ma troppo esuberante, di un morto di fame, questo umano, che ha preso possesso della zona.
Per ECCOLA sono stati giorni duri per schivare la presenza canina sempre a caccia del cibo a lei destinato, per me pure che ho rischiato più volte di mettere le mani, e il famoso dissuasore in puro frassino stagionato che ho sempre a portato di mano, per spiegare all'umano invasore come ci si comporta a Monte Malbe.
Poi ho ceduto, se vado in galera, per ristabilire l'ordine costituito, poi tutti i gatti chi li nutre? L'unica a conoscenza di tutta la situazione felina, con usi e costumi, è la Supplente, ma è momentaneamente indisponibile, anche per portare le arance al Capo carcerato. Quindi si è cercato di trovare una soluzione pacifica e che risolva il problema: ECCOLA trasferita dalla Villa alla Reggia. Ma ECCOLA di lasciare il suo spazio e i suoi beni non ne ha voluto sapere, dopo una settimana di fuga nel bosco l'ho dovuta riportare nella sua zona, sperando in una pestilenza che annienti definitivamente cane e padrone (per il cane mi sarebbe dispiaciuto).
ECCOLA è tornata ai suoi lidi, incredula, contenta e sempre vigile per via del cane. Ora da soggiornare in una Villa storica e protetta dalla Soprintendenza, mentre si sta allegramente scaricando, è passata a vivere in uno dei molteplici annessi: una vecchia segheria abbandonata 50 anni fa e anche quella in attesa della demolizione ad opera della natura.
Ha trovato diversi comodi e riparati nascondigli, un tetto in puro eternit esposto al sole e una zona coperta dove mangiare. In poche parole si è adattata, anche al cambio di orario che le ho imposto: si mangia di mattino presto e non più di pomeriggio per evitare di incontrare l'umano molesto, con cui, prima o poi, mi dovrò comunque confrontare, sempre che la tramontana e il gelo glaciale del Monte non lo costringano ad emigrare verso il caldo o lo stecchiscano definitivamente.
E' il secondo umano molesto che si stabilisce a Monte Malbe in pochi mesi, quello prima non era molesto per i gatti, anche se girava con una lancia in mano e spesso era vestito da frate. Il Santino, lo chiamavamo, sì! al passato, perché il Santino dopo un paio di mesi di vita nei boschi non c'è più: se lo sono portati via i Carabinieri. Secondo me c'è troppa gente che vuol partecipare alla transizione ecologica ritornando alla natura, chi con la fedina penale non immacolata, chi con il cervello andato oramai in pappa.
Ma torniamo ad ECCOLA, ha adottato le sue contromisure ed è tornata a vivere felice, accudita da due persone (si è unito un amico che da tempo la conosce e supporta) che vigilano e la nutrono. Ora aspettiamo con pazienza che il nuovo invasore si stanchi del clima e di scassare l'auto sulle strade del Monte; l'inverno ci è amico. O che i Carabinieri facciano un altro viaggio per portarselo via. Quanta gente poco a posto con la testa ci sta in giro!
Dalla Villa ottocentesca alla segheria abbandonata il passo è stato veloce, poco cruento, la Rivoluzione di novembre si è consumata anche a Monte Malbe!
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