lunedì 24 marzo 2014

VITA DIGNITOSA





LA CUCCIA DEL CAPO





Premessa: Si definisce Capo chi è delegato a prendere decisioni che riguardano la comunità che dirige e i singoli individui che la compongono, assumendosi la responsabilità delle scelte e le loro conseguenze.

Dignità è un termine oramai vecchio, desueto o non appropriatamente utilizzato nella vita degli umani.
Non così si può dire per il mondo animale. Ogni animale ha la propria dignità ed è un valore a cui tiene.
Qui scatta un controsenso: mentre l’umano per dignità è capace pure di uccidersi o uccidere i propri simili, non mi risultano casi di suicidi animali per condizioni di vita non dignitose o per espiare delle colpe dovute alla propria incoerenza.
Ora mi chiedo: “Perché un Capo (umano) debba valutare e decidere sulla condizione della dignità di vita di un animale?”
E’ la domanda che mi pongo ogni qual volta devo prendere un certo tipo di decisione che riguarda uno dei Gatti di Monte Malbe.
“Che diritto ho di stabilire se la vita di quel gatto sia ancora dignitosa o, se aiutandolo, pongo fine alle sue sofferenze?”
In certi casi palesi la domanda me la pongo comunque dopo essere intervenuto con una decisione.
Nel caso in questione me la sto ponendo da 48 ore. Ho ancora 12 ore di tempo per pensarci sopra e, forse, questo post non lo pubblicherò comunque.
Il caso in questione riguarda lo sfortunato TOGO: il gatto investito lo scorso luglio, operato malgrado le previsioni pessimistiche di tutti e che, puntualmente, si sono avverate.
Dopo lunga degenza la vita di TOGO è stata un calvario per lui e per me.
Devo dire che lui ce l’ha messa tutta per tornare ad essere un gatto “normale”, ma non sempre la buona volontà basta.
Ora, in attesa di un’altra operazione –essenziale per la sua vita– me lo ritrovo colpito da un ictus dovuto a un embolo settico.
E’ cieco, completamente rimbecillito, con problemi di deambulazione, va aiutato per mangiare e cateterizzato in attesa di un’altra uretrostomia. Si continuerà comunque a pisciare e cagare addosso: non ha più i collegamenti nervosi con lo sfintere e la vescica.
Ammesso che possa essere operato e superi l’operazione non credo che la vita che gli si prospetti sia definibile dignitosa.
Rivedendolo questo pomeriggio nella sua gabbia dai veterinari (sto mantenendo la tradizione dei ricoveri felini domenicali; stavolta è toccato all’ascessoso MAGOO) la decisione è scattata come una molla, anche se gli accordi sono per una scelta finale domani.
Dopo dieci minuti, tornando a casa, i primi ripensamenti: “E se?... malgrado tutto… potrebbe succedere un mezzo miracolo… “
Scrivo questo pezzo soprattutto per rileggerlo domani mattina, a mente fredda, prima della scelta definitiva.
Facciamo un patto: comunque pubblicherò questo post, spero possa servire a chi si dovesse trovare nella medesima situazione. Se in fondo vedrete la foto di TOGO con la dedica significherà che è tornato anzitempo alla Reggia per stare con gli amici che non ci sono più. 
Se non ci sarà la foto… Dio vede e provvede (così si dice).

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