LA CUCCIA DEL CAPO
Premessa: Si definisce Capo chi è delegato a prendere
decisioni che riguardano la comunità che dirige e i singoli individui che la
compongono, assumendosi la responsabilità delle scelte e le loro conseguenze.
Dignità è un termine oramai vecchio, desueto o non
appropriatamente utilizzato nella vita degli umani.
Non così si può dire per il mondo animale. Ogni animale ha
la propria dignità ed è un valore a cui tiene.
Qui scatta un controsenso: mentre l’umano per dignità è
capace pure di uccidersi o uccidere i propri simili, non mi risultano casi di
suicidi animali per condizioni di vita non dignitose o per espiare delle colpe
dovute alla propria incoerenza.
Ora mi chiedo: “Perché un Capo (umano) debba valutare e decidere
sulla condizione della dignità di vita di un animale?”
E’ la domanda che mi pongo ogni qual volta devo prendere un
certo tipo di decisione che riguarda uno dei Gatti di Monte Malbe.
“Che diritto ho di stabilire se la vita di quel gatto sia
ancora dignitosa o, se aiutandolo, pongo fine alle sue sofferenze?”
In certi casi palesi la domanda me la pongo comunque dopo
essere intervenuto con una decisione.
Nel caso in questione me la sto ponendo da 48 ore. Ho ancora
12 ore di tempo per pensarci sopra e, forse, questo post non lo pubblicherò
comunque.
Il caso in questione riguarda lo sfortunato TOGO: il gatto
investito lo scorso luglio, operato malgrado le previsioni pessimistiche di
tutti e che, puntualmente, si sono avverate.
Dopo lunga degenza la vita di TOGO è stata un calvario per
lui e per me.
Devo dire che lui ce l’ha messa tutta per tornare ad essere
un gatto “normale”, ma non sempre la buona volontà basta.
Ora, in attesa di un’altra operazione –essenziale per la
sua vita– me lo ritrovo colpito da un ictus dovuto a un embolo settico.
E’ cieco, completamente rimbecillito, con problemi di
deambulazione, va aiutato per mangiare e cateterizzato in attesa di un’altra
uretrostomia. Si continuerà comunque a pisciare e cagare addosso: non ha più i
collegamenti nervosi con lo sfintere e la vescica.
Ammesso che possa essere operato e superi l’operazione non
credo che la vita che gli si prospetti sia definibile dignitosa.
Rivedendolo questo pomeriggio nella sua gabbia dai
veterinari (sto mantenendo la tradizione dei ricoveri felini domenicali;
stavolta è toccato all’ascessoso MAGOO) la decisione è scattata come una molla,
anche se gli accordi sono per una scelta finale domani.
Dopo dieci minuti, tornando a casa, i primi ripensamenti: “E
se?... malgrado tutto… potrebbe succedere un mezzo miracolo… “
Scrivo questo pezzo soprattutto per rileggerlo domani
mattina, a mente fredda, prima della scelta definitiva.
Facciamo un patto: comunque pubblicherò questo post, spero
possa servire a chi si dovesse trovare nella medesima situazione. Se in fondo
vedrete la foto di TOGO con la dedica significherà che è tornato anzitempo alla
Reggia per stare con gli amici che non ci sono più.
Se non ci sarà la foto… Dio
vede e provvede (così si dice).
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