LA CUCCIA DEL CAPO
E’ bello tornarsene a casa dopo una dura giornata di lavoro!
Non vedi l’ora di stenderti un attimo per riposare,
naturalmente dopo aver distribuito il pasto serale ai mici del garage, pulito
le loro cassettine della lettiera, lavato i piatti di plastica e i ciotoli
vari.
Poi si passa ai piani superiori, stesse operazioni con
l’accortezza di distribuire (ai gatti giusti!) le immancabili medicine (quelle
giuste!) per la sopravvivenza dei bisognosi e dei più disastrati.
Finalmente la pace e la tranquillità! Sempre che la Signora
non abbia qualche urgente impellenza (tipo le tendine del finestrone della sala
da tirare giù o la pesante coperta dei gatti da togliere dalla lavatrice e
stendere sui fili ad asciugare).
Infine: la quiete dopo la tempesta (non odo gli augelli far
festa perché i gatti li hanno sterminati).
Ma, ieri, al ritorno dai doveri imposti dal sofferente conto
corrente, davanti al cancello trovo una folla di gatti in attesa. I gatti della
Reggia.
Subito mi preoccupo: è successo qualcosa!
La caldaia è scoppiata, c’è un’invasione di cinghiali
inseguiti dalla muta di cani da caccia, ETTORE dà di nuovo in escandescenze. O,
più semplicemente, la Signora sta lavorando di aspirapolvere.
Niente di tutto ciò.
Una semplice, banale, pacifica protesta.
“Mò che cazzo volete?” ho apostrofato il portavoce OSVALDO.
“Dobbiamo parlare” ha risposto.
“Benissimo! Invece di mangiare, stasera parliamo!”
“Dopo la cena. La NOSTRA cena” ha aggiunto.
Ricevo una delegazione dopo la cena (la loro e la mia) nel
salone.
“Non siamo equanimemente rappresentati nel Blog!” illustra
OSVALDO “Si parla quasi esclusivamente della Colonia, dei Gatti della Colonia,
della storia della Colonia, di quello che succede in Colonia. Sembra quasi che
noi non esistiamo!”
Magari! penso tra me.
“Invece ci siamo pure noi!” prosegue CANNIBALE, il
Capocomunità “Il Blog parla dei Gatti di Monte Malbe. E’ giusto che si scriva
anche di noi.”
“Sì! Ci mettiamo anche i gatti dei vicini, così tutti i
felini di Monte Malbe sono contenti!” replico.
“Abbiamo un’idea.” annuncia UGHETTO.
Un brivido misto di terrore e preoccupazione mi scorre lungo
la schiena. Succede sempre quando la Signora mi annuncia di avere un’idea.
Forse è solo un riflesso condizionato.
“Sentiamo… ” mormoro, con la fronte imperlata di fredde gocce
di sudore e le mani tremanti.
“Una rubrica tutta nostra!” ancora OSVALDO “La curiamo noi
e parliamo della vita e degli episodi alla Reggia.”
Pensavo peggio.
“Si può fare” comunico “Naturalmente è una cosa vostra,
solo vostra, di cui non mi assumo nessuna responsabilità. Comunque ne dovrò
parlare anche su in Colonia per evitare un affollamento di post.”
“Tutto a posto, Capo!” stavolta è PERICLE “Già ci siamo
messi d’accordo.”
“Già vi siete messi d’accordo??? E… se fossi stato
contrario?”
“Ho cambiato le password al computer, Capo” ancora PERICLE “Non scriviamo noi; non scrivi neppure tu.”
Figli di puttana…
“Va bene, va bene… non mi interessa. Fate come volete. Ora,
però, lasciatemi in pace che sono stanco morto.”
La delegazione si ritira, soddisfatta, nel garage a
comunicare la lieta novella agli altri.
Mi stendo sul divano e apro il libro che sto leggendo.
Ma vengo subito interrotto nella lettura: è la Signora.
“Sai… avrei un’idea” mormora con dolcezza, mentre il
delirium tremens mi impedisce di riuscire a leggere la giusta riga del libro.
OSVALDO - Il Portavoce della Reggia |
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