martedì 11 marzo 2014

IL SOLARIUM LETTERARIO




15
UNA TRANQUILLA DOMENICA DI SANGUE
alla Colonia felina di Montelepre




IL Capo ha finito di ripristinare la recinzione danneggiata e stamattina è in Colonia a rimettere i nuovi cartelli con i vari avvisi in sostituzione di quelli vecchi, ormai sporchi e danneggiati.
Su consiglio di ARIES decido per la lettura di un altro capitolo del romanzo misterioso di ignoto autore.
Come prendo il mazzo di stampate rilegate e mi posiziono sul tetto della casetta, chiamato Solarium per l’evento “culturale”, noto che il Capo sbircia e curiosa mentre fa finta di lavorare.

CAPITOLO 15
Il pomeriggio Flash si presenta al pasto in Colonia. E’ sempre guardingo, ma più audace. Addirittura si avvicina al Capo mentre gli porge un piatto con i bocconcini. China la testa e inizia a mangiare volgendogli le spalle. Il Capo ne approfitta per sfiorargli la coda con la mano. Flash si volta, lo osserva, poi continua a mangiare. Alza le orecchie e interrompe il pasto allontanandosi solo quando vede il commissario Mezzetti scendere dal sentiero.
“Buon pomeriggio Silvio!”
“A lei, commissario. Cos’è? Cerca un posto da gattaro per impegnare il tempo libero?”
“Quasi, quasi… ma temo di non aver la pratica e la vocazione.”
“Però i gatti le piacciono!”
“Certamente!”
“Allora è fatta!” esclama il Capo. “Vede: si comincia così per gioco. Gli porta del cibo un giorno, i gatti gradiscono sempre. Poi si torna con altro cibo. E, se un giorno non si può andare, la sera viene il pensiero di come avranno fatto a nutrirsi per quella giornata e di come ci saranno rimasti male quando, aspettando, non l’hanno vista. Si comincia ad andare tutti i giorni e a preoccuparsi se qualche micio non è in forma e, piano, piano, si cominciano a conoscerli caratterialmente e ad instaurarci un rapporto di reciproco rispetto. E’ fatta: è legato, vita natural durante, a quei quattro sacchi di pulci cui ha dato da mangiare quel giorno, magari per caso.”
“Non è possibile smettere?”
“Non ho conosciuto un gattaro o una gattara che abbia sospeso la sua opera, se non per ragioni di salute. Pensi, qui una volta veniva una signora a nutrire i randagi. Tutti i giorni e si portava una gallina che teneva in casa per compagnia. Lei distribuiva il cibo e la gallina razzolava tranquilla.”
“E i gatti?”
“La ignoravano: erano presi da altre cose più appetitose. Per ragioni di salute non aveva rinnovato la patente di guida e non poteva venire più qua. Allora si accordò con un signore che la sostituiva e la accompagnava in Colonia. Quel signore distribuiva il cibo e lei aspettava seduta in auto; non poteva più camminare senza l’aiuto di qualcuno. I gatti mangiavano e poi si avvicinavano all’auto per ricevere qualche carezza dalla Gigetta. Si chiama o chiamava così: non so se sia ancora viva.”
“Ma è vero?”
“Certamente!”
“E il signore che l’accompagnava che fine ha fatto?”
“E’ Gisberto: il pensionato che tutt’ora viene almeno un paio di volte alla settimana.”
“Non l’ho mai incontrato.”
“Solitamente viene la mattina, presto. Poi, ultimamente, ha mollato un poco per impegni familiari.”
“Sta cercando qualcuno per farsi aiutare?”
“No, ma se qualcuno mi affiancasse non mi dispiacerebbe.”
“Potrebbe prendersi qualche pomeriggio di libertà.”
“Non è quello che mi interessa, mi piacerebbe stare tranquillo le volte che non posso venire ad accudirli e quella misera settimana che mi prendo di ferie.”
“Già, le ferie! Come fa?”
“Una settimana al massimo e affianco a Gisberto qualche amico o amica. Qua risolvo il problema senza grosse preoccupazioni, a casa il discorso è diverso.”
“Cioè?”
“I gatti che ho a casa sono tutti ex randagi di colonia che, per svariati motivi, non possono più fare la vita di prima. Hanno bisogno di più attenzioni e qualcuno anche di cure giornaliere. Ma, con un po’ di organizzazione si riesce a sistemare anche quelli.”
“Sono molti?”
“Più che qua in Colonia.”
“Alla fine dei giochi diventa una bella spesa!”
“Non me lo dica, fortuna che c’è sempre qualcuno che mi aiuta, anche economicamente.”
“Non sapevo che avesse anche dei gatti a casa.”
“Venga a vederli, un giorno. Qualcuno è un po’ malconcio ma ancora vive la sua vita con dignità.”
Il Capo riesce a catturare l’accendino e si accende l’ennesima sigaretta.
“Fuma troppo, lo sa?” commenta l’ex commissario.
“Venga domattina”, cambia discorso il Capo (lo fa sempre quando qualcuno sfiora il tema del fumo). “Ci prendiamo un caffè insieme.”
“Volentieri!”

ARIES in discesa dal Solarium

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