Ma quanto siamo belli! - 7 - INTREPIDO |
La storia de I Gatti di Monte Malbe, due bande di felini semirandagi che hanno adottato un umano in cambio della loro sussistenza giornaliera. (Vai a Presentazione)
martedì 30 giugno 2015
lunedì 29 giugno 2015
LA PENNA DI NAIF
INFEDELTA'
La prima ad abbandonare il suo tetto coniugale fu
TEMPESTINA, nel lontano 2008.
Era la sua regina, vivace, propositiva e sempre pronta al
gioco. Forse un poco banale nel fisico e nel mostrarsi al pubblico con quel suo
manto tricolore troppo comune e da popolana. Ma era la sua preferita. Fino all’arrivo
della più giovane, fascinosa e conturbante ROMEA. Una gatta che sapeva cosa
voleva e come prenderselo; infatti lo prese, costringendo TEMPESTINA a
raccattare i suoi quattro stracci e a trasferirsi dalla vicina. Fu il primo
esilio per amore della Reggia.
Il Capo, pur col peso delle sue mille colpe, non riuscì mai
a concepire questo estremo atto di dignità felina.
Lui, abituato a ragionare col “se c’è da mangiare per 10, ci
sarà pure per 11!”, non capì che non poteva generalizzare questo suo dogma. Non
lo capisce tutt’ora, anche se la faccenda lo turbò assai, pur venendo blandito
e coccolato dalla perfida ROMEA.
E’ successo di nuovo con UEBI. Anche con lui il Capo aveva
uno stretto legame: chi non ricorda i loro giochi con il bianco-rosso che
saliva sul tronco della piccola quercia della Colonia per ricevere le giuste
attenzioni!
Poi il Capo se lo portò alla Reggia per curarlo dalle sue
frequenti stomatiti e per lungo tempo UEBI divenne il padrone incontrastato del
salone, la sua tana computerizzata.
Ora anche UEBI se n’è andato in esilio da un’altra vicina,
meno vicina, ma con cui è scoppiato un amore travolgente.
- Può succedere… - il trito commento del nostro umano, visibilmente
amareggiato, mentre eleggeva nuova regina della sua tana l’esile PERLA.
Ma il duro colpo il Capo lo ha ricevuto andando a trovare la
nuova vicina adottante-innamorata.
Mentre con la signora parlava di gatti e di alcuni loro
incomprensibili comportamenti si è presentata una sua vecchia conoscenza, data
oramai per dispersa circa un anno fa.
Un gatto, il fratello di giochi di TEMPESTINA, con una
grande carriera davanti a se: era stato prescelto dal Capo per diventare il
nuovo Capocomunità al posto dell’oramai anziano CANNIBALE.
Ma PAPERINO, il gatto in questione, cominciò a comportarsi
in modo strano. Si presentava solo ai pasti, e nemmeno tutti, esigeva coccole e
carezze poi si eclissava per molte ore. Col tempo le molte ore divennero
diversi giorni e i pasti sempre più radi e consumati di fretta. Dai diversi giorni
alle intere settimane di assenza il passo fu breve, ma PAPERINO era sempre più
bello, grasso e lucido.
Un giorno il Capo lo minacciò pubblicamente di stracciare la
promessa fatta e affidare l’ambito incarico a SERPOTTO, un gattone acquisito
che sta, letteralmente, sempre in mezzo ai suoi piedi.
- Bada tu! – gli disse – L’autorità te la conquisti dando l’esempio
sul posto, non dove pare a te!
Dalle intere settimane di assenza passammo agli svariati
mesi. Solo di estate, quando gli umani cenano fuori, sul terrazzo, PAPERINO ricompariva
come d’incanto a salutare e scroccare qualche coccola e carezza.
Tutto questo fino al 2013. L’estate scorsa PAPERINO non si
era mai presentato e neppure in questo inizio di stagione.
Gli umani avevano fatto tutte le ipotesi possibili e il Capo
lo aveva semplicemente cancellato dal censimento felino della Reggia. Con quel
tratto di penna cessava ufficialmente l’esistenza di PAPERINO.
Fino all’altro ieri.
E’ arrivato incuriosito da una voce conosciuta. L’ha
guardato. Si sono scrutati a lungo, tutti e due in attesa di vedere la reazione
dell’altro. Poi il Capo si è accucciato e con un gioioso – PAPERINO!!! – lo ha
accarezzato ed elargito le sue solite grattatine sulla pancia. PAPERINO ha
gradito, molto, tra lo stupore della vicina poco vicina che non riusciva a
capire il perché di simili confidenze intime.
Poi il Capo ha spiegato. I due hanno finito i loro discorsi
e gli accordi per quanto riguardava il novello fuggiasco UEBI e si sono
salutati.
A casa il Capo ha raccontato l’accaduto e, mentre col buio
stavano mangiando sul terrazzo, un corpo tozzo e peloso, quasi sconosciuto, si è
strofinato alle gambe della Micia.
- PAPERINO!!! – il suo stupore. E giù coccole, baci, carezze
e abbracci.
- E’ venuto per salutare pure me – ha commentato la Micia
umana, mentre PAPERINO riprendeva la strada del fosso che conduce al suo nuovo
mondo.
- Tutti uguali questi gatti! – ha criticato il Capo – Fai tutto
per loro e, al primo disaccordo, prendono e ti piantano.
- Qualche volta bisognerebbe pure fare autocritica e capire
cosa non abbia funzionato – risponde Micia.
- Inutile – ribatte il Capo – E’ la natura dei felini, sono
geneticamente infedeli. Fammi il caffè, và…
Il piccolo PAPERINO alla Reggia - Luglio 2007 |
sabato 27 giugno 2015
venerdì 26 giugno 2015
IL SOLARIUM LETTERARIO
NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
16a puntata
- Ragazzi – dico loro – questo è un capitolo di estremo
interesse per noi! Quindi via i popcorn e le patatine, smettete di dare i
pittoli alle orecchie di BERETTA, ORFEO: basta con le tue rumorose flautolenze!
Silenzio e ascoltate!
- Quando vuole BAIOCCO è un vero duro – sento commentare dal
Capo e mi gonfio di orgoglio.
16)
La sera
del giovedì sono in Via dell’Ulivo ad aspettare i due piccioncini innamorati.
Alle 22,00 arrivano con la Opel Astra, parcheggiano dentro il giardinetto ed
entrano in casa. A mezzanotte non c’è anima viva in giro.
Passo
all’azione. Prendo tre sacchetti grigi per la spazzatura, riempiti con stracci,
carta, pigne e dei cubetti di Diavolina. Scavalco silenziosamente la bassa
recinzione del giardinetto e li piazzo sotto la Opel dopo aver dato fuoco a
degli stracci imbevuti del liquido infiammabile per gli accendini Zippo. Me ne
vado e in un minuto sono alla Range. La metto in moto e parto.
Mentre
pranzo con Serena il telegiornale dell’Umbria passa la notizia dell’incendio
dell’auto del frate. Pochi commenti, lo stretto indispensabile. La Polizia è
sulle tracce dell’incendiario.
- Tutto
qua? – commenta Serena - Pensavo lo giustiziassi a colpi di revolver.
- Così
basta e avanza - le rispondo - Aspettiamo di leggere i commenti sui giornali
locali di domani.
La sera
sono di nuovo al ‘Sorbo Pub’ a ingozzarmi di birra e patatine e perdere la
rituale sfida a scacchi con Eleonora. Non è vero che la faccio vincere,
Eleonora gioca meglio di me. Mi lascia la solita cartellina con tutte le copie
degli articoli che mi interessano trovate.
Stavolta
le concedo una passeggiata per il corso di Perugia.
Eleonora
è una gentildonna: quando passiamo per un vicoletto buio per tornare alle auto
mi sbatte addosso a un muro e quasi mi violenta.
Non
faccio troppa resistenza anzi partecipo pure attivamente, soprattutto quando
scopro che al capezzolo destro ha un piercing.
Torno
alla Range che sono in pieno stato confusionale.
La
gentildonna ne approfitta ancora e ci scappa una pomiciata di quelle che ti
ricordi per una vita e un pompino da manuale.
ho cominciato a pagarle il conto
Arrivato
a Carpaneta non ho la forza di leggere le copie, mi addormento ancora vestito.
A
colazione con Serena leggiamo gli articoli dei giornali locali sull’incendio doloso
dell’auto del frate. Si fanno tutte le ipotesi possibili.
Si
sconfina dagli anarco-insurrezionalisti a rigurgiti di anticlericalismo, da
bravata di ragazzotti ad attentati di matrice islamica.
tra un po’ tireranno in ballo pure Al-Quaida
Poi una
serie di interviste ai fedeli che conoscono il frate bastardo e a qualche pezzo
grosso della Chiesa umbra. I complimenti e gli elogi al frate si sprecano.
- L’hai
fatto diventare un eroe! - mi rimprovera Serena.
-
Quello che voglio. Hai qualche amica
giornalista d’assalto? - le chiedo.
-
Antonella - risponde con ovvio sorriso.
-
D’assalto e intelligente… intendevo - replico con una punta di cattiveria -
Dalle l’imbeccata. Dìgli di scriverci un articolo normale, neutro, con una sola
domanda alla fine. Ma che ci faceva il frate con la badante 36enne ucraina
della vecchia zia in quella casa di notte?
- Sei
un bastardo! - dice Serena sorridendo.
- Vai!
Ora tocca a te!
Finalmente
riesco a leggere le copie sulla scoperta dei corpi dei soldati al monastero di
Colle Corona e sul ritrovamento dell’aereo caduto sui Monti Aurunci.
I corpi
dei soldati trovati a Colle Corona sono due, inglesi. Non ne viene riportato il
nome in quanto l’ambasciata inglese a Roma reclama subito i resti che vengono
consegnati.
Un
giornalista chiede a un vecchio del posto se durante il passaggio del fronte ci
siano state scaramucce tra tedeschi e alleati. Il vecchio dice di no.
L’aereo
caduto sui Monti Aurunci è un C 47 sanitario inglese dato per disperso l’8
luglio 1944 durante un volo da Perugia a Napoli. Probabilmente è caduto durante
un temporale sulla zona che limitava la visibilità. Portava 12 uomini a bordo,
compreso l’equipaggio.
Tutto
qua, rimango deluso.
sono al punto di partenza
Mi
prendo un pomeriggio di riflessione, chiuso nel ‘mio’ appartamento di Carpaneta
e col gioco dei post-it cerco di incastrare tutti i dati che ho.
A- Trovo nel cunicolo
del pozzo di casa di Migiana un solido di Onorio RM, il cadavere del soldato
inglese William Betz, il cadavere del volontario di PP Davide (omicidio?) e il
cadavere di Alex, il fidanzato di Serena (omicidio!). Più delle casse di
legno tedesche della seconda guerra mondiale.
B-
Nel
1975, a Colle Corona, viene trovato un tondello d’oro e i cadaveri di due
soldati inglesi.
C-
Nel
1944 il monastero di Colle Corona era un ospedale militare tedesco.
D-
Nel
2002 vengono trovati i resti di un aereo sanitario inglese caduto durante il
volo Perugia-Napoli, con un solido di Onorio RM dentro.
E-
Vanessa,
Alex e Davide trovano il tesoro nel cunicolo del pozzo di Migiana. Alex e
Davide muoiono. Vanessa ha solo due solidi di Onorio RM che vuol svendere. Non
ne conosce il reale valore.
F-
Davide
muore verosimilmente il 2 dicembre 2009.
G-
Alex
muore verosimilmente il 17-18 dicembre 2009.
H-
Prima
della morte Alex fa periziare un solido di Onorio RM e un tondello ad Antemio.
I-
Il
tesoro è in mano alla mafia.
J-
non mi piace la J… passiamo oltre
K-
meno che meno la K
L-
così va bene! Gabriella e Vanessa si frequentano.
M-
Gabriella
e Oleg si frequentavano.
N-
Alex
e Serena si frequentavano.
O-
Vanessa
frequentava sia Alex che Davide.
P-
Io
abito con Serena e frequento sia Gabriella che Vanessa.
Q- Come cazzo è finito
nelle mani della mafia il tesoro?
Incrocio
tutti i post-it in ogni direzione possibile. Non ne vengo a capo.
R- Come ha fatto ha
finire il tesoro nel pozzo di Migiana o il tondello a Colle Corona?
Mi
mancano dei passaggi fondamentali.
Ma,
soprattutto, perché la mafia ha il tesoro?
Sono
tentato di mollare il tutto, far finta di nulla, farmi gli affari miei e vivere
tranquillo per il resto della mia esistenza.
non era quello che volevo?
Ma… c’è
sempre un ma a rovinarti la festa.
Ma se
durante i lavori di consolidamento scoprono i tre cadaveri là dentro, ed è
inevitabile, come la mettiamo?
Una
telefonata alla Polizia o ai Carabinieri e tutto viene a galla.
forse
le monete no
Invece
sì! Inevitabilmente interrogheranno Vanessa e Vanessa parlerà.
Le
racconterà che mi ha dato le monete e da quelle risaliranno ad Antemio e al
fatto che da tempo io mi sto interessando a quelle monete e che, addirittura,
sono sceso nel cunicolo, ho scoperto i cadaveri e ho taciuto.
mi sono incastrato da solo
Mentalmente
decido di non accettare la proposta di Serena e lasciar passare del tempo.
perché?
Per
vendere le tre monete che ho in mano e fuggire ancora nella Terra di Nessuno?
non va bene
Decido
di prender tempo per scovare altri pezzi del puzzle.
Tanto
ho un lavoro da terminare.
Il
Tigre è puntuale e preciso. Mi consegna la Beretta col silenziatore montato. Lo
pago e gli regalo il piastrino.
- Posso
provarla? - chiedo.
-
Certamente! - risponde.
Sparo
due colpi ad una poltroncina. Il silenziatore funziona.
Tigre
sbarra gli occhi.
- Ma…
sei pazzo?
- Sì!
Prendo
un caffè con Vanessa, naturalmente veloce.
Vuole
notizie sulle monete, anzi sui soldi ricavati dalle monete.
Le
regalo una bugia. Il mio amico numismatico si sta interessando alla vendita,
sicuramente si realizzerà più di mille Euro, ma ci vuole un po’ di tempo per
spuntare un prezzo elevato.
Per
alcune mattine mi alzo prestissimo e vado a fare delle passeggiate.
Dopo
aver verificato le previsioni meteo decido per una passeggiata speciale per
l’indomani mattina.
Alle
7,00 sono nel bosco sopra al convento del frate bastardo, in tuta e scarpe da
trekking.
Alle
7,25 sono seduto sopra una grossa pietra ai margini di un sentiero e vedo il
frate che sta camminando nella mia direzione.
- Hola
amigo! - gli faccio sorridente.
Mi
guarda perplesso e risponde con un cenno della mano mentre continua a camminare
per la sua strada.
-
Dejalo ir Irina! Hijo de puta!
Estraggo
la Beretta e gli piazzo un colpo alla rotula destra.
Il
frate cade a terra come una pera matura lanciando un grido.
La
seconda pallottola centra la rotula sinistra.
Il
frate si dibatte a terra tra grida e imprecazioni soffocate.
- Se te
veo con Irina ‘ll matar! - dico duro puntandogli la pistola tra gli occhi.
Sviene.
ecco quello che succede a sbagliare mestiere,
testadicazzo
Me ne
torno alla Range, nascosta dall’altra parte della collina, e dirigo verso
Carpaneta.
Vado a
farmi una meritata doccia e, con l’occasione, mi taglio la barba e lascio un
pizzetto che mi nasconde la cicatrice sopra al labbro superiore destro.
BERETTA cerca di sfuggire ai pittoli dei colleghi alle sue orecchie |
ANNUNCI & DEDICHE
MISSING OSVALDO! (stavolta)
- Non basta che ti dimentichi già la testa, ora anche i gatti cominci a perderti?
Così ha commentato la Micia dopo averle annunciato che non vedo OSVALDO da più di una settimana.
OSVALDO è un similcertosino (più simil che certosino) in carico alla Reggia dal 2012, dopo il suo abbandono alla Colonia Nuova in età non adeguata per la sua permanenza in sicurezza.
E' sparito misteriosamente da una decina di giorni (ma io non c'entro nulla!) pur essendo un fedele cliente alla distribuzione dei pasti.
E' un girandolone, come quasi tutti i gatti della Reggia in grado di deambulare, ma la sua scomparsa un poco mi preoccupa e non credo che, come UEBI, si sia andato a trovare una nuova famiglia dove aggregarsi, con meno disciplina e più attenzioni.
Il tempo darà il suo responso, tanto finché non si trova il cadavere il gatto è vivo.
giovedì 25 giugno 2015
mercoledì 24 giugno 2015
UN GIORNO DOPO L' ALTRO
LA CUCCIA DEL CAPO
Hai richiesto un’ultima piccola attenzione che ti ho volentieri
concesso: essere addormentato.
E’ stato più facile del previsto dare il consenso, non
credevo.
Ma il peggio doveva venire poi, neppure questo credevo.
Dall’ – Ammazza, quanto sei brutto! – che ti dissi la prima
volta, quando ti avvistai sul tetto dei locali della Colonia Vecchia a ieri, sono passati 10 anni.
Un giorno dopo l’altro si è cementata un’amicizia unica,
indissolubile. Quanti racconti, confidenze, segreti hai sentito uscire dalla
mia bocca mentre eravamo seduti sulla panchina di turno!
Per ricrearti la giusta atmosfera ho lasciato un ricordino
nella tua buca: un pacchetto di Philip Morris marroni e un accendino giallo,
fanne buon uso!
Sai che ridere quando, tra 10.000 anni, gli archeologi
riporteranno alla luce il cimitero dei Gatti di Monte Malbe e si chiederanno
perché in una tomba, ma solo in una, c’era un pacchetto di sigarette e un
accendino!
Sarai famoso nel mondo come PHILIP MORRIS CAT!
Oggi ti ho rivisto: sei rinato bianco e nero, pestifero e ti
chiami COLIN. Hai già trovato famiglia e una sorella più grande di te, trattala
bene, eh!
Sei andato ad abitare a pochi chilometri dalla Reggia, ma
guai a te se provi a venire su! Le strade sono pericolose!
Ciao TAZZA-COLIN!
martedì 23 giugno 2015
I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)
I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)
IL RITO
Una volta la mia vita era scandita da riti e abitudini, i
primi irrinunciabili, le seconde servivano a scandire il tempo e riempirlo di
piccole attenzioni per me.
Ero un uomo perfetto. Forse noioso e ripetitivo, ma
solo nel mio intimo.
Poi è arrivata Micia, e con lei frotte di gatti, manco
fossero migranti sub sahariani, ed è finita la pace.
Le abitudini e i miei riti sono andati letteralmente a
puttane costringendomi a studiare un nuovo riassetto globale della mia vita,
oramai orientata alla misera esistenza da povero Cristo solo e compatito da
tutti. Ogni commento mi sembra superfluo, meglio utilizzare le energie per
prendersi a frustate.
Il primo rito della giornata, il più importante, era la
prima colazione.
Sempre uguale, sempre quella: un poderoso caffè per avere la
scusa della prima sigaretta, poi quattro fette biscottate con burro e
marmellata di quattro gusti differenti (sono stato sempre incline alla
varietà), un’altra con miele nostrale e l’ultima con crema spalmabile alla
nocciola stile Nutella ma di qualità decisamente superiore. Spremuta di qualche
arancia come combustibile liquido, poi si finiva il caffè della moka per dare
un senso all’ulteriore sigaretta.
Fatto il pieno di carboidrati e vitamine, seguivano altre
due abitudini, la lettura del fumetto comodamente seduto e concentrato e
qualche telefonata di buongiorno alle amichette desiderose di una sveglia
inusuale.
Con i gatti che amano leccare il burro direttamente dal
panetto e i loro peli che sono irresistibilmente attratti dalla marmellata il
rito è crollato come il Muro di Berlino, in una mattina. Con la Micia a spasso
per casa anche le telefonate sono cessate.
Sono rimasti solo i fumetti…
Ho provato vari stratagemmi per continuare la mia nutrizione
mattutina, tutti falliti.
Un rito può essere sostituito solo da un altro rito.
Oggi ho il mio nuovo rito: la colazione al bar, sempre
quello, ma ad orario elastico.
Al Gingillo di San Marco ho subito apportato un tocco di
genialità modificando la loro offerta di brioche mattutina. Ciccio non può
accontentarsi di un banale maritozzo alla similpanna o di uno strafritto
bombolone. Ciccio vuole mix e fantasia!
Ho proposto alle innumerevoli e graziose bariste una
variante decisamente golosa. Cornetto già farcito con Nutella ma arricchito con
panna montata fresca dal montapanna della gelateria.
La novità è stata accolta tiepidamente, ma le fanciulle sono
ancora giovani ed inesperte per capire l’arte sublime del mix di sensazioni; le
ho perdonate, ma sono stato irremovibile.
E’ nata così La “Bombetta”, come loro la hanno nominata.
Alle 8,15 dl mattino, minuto più, minuto meno, si svolge un
delicato e poco intimo rito pubblico.
Alla solita oziosa domanda: “Bombetta, Sergio?” cui segue
una tacita approvazione e un cenno per il cappuccino con molta schiuma, la donzella
di turno si mette al lavoro. Apre il cornetto e lo mostra al numeroso pubblico,
poi passa al montapanna e con fare malizioso riempie tutto lo spazio
disponibile del lievitato con candida panna fresca. Infine mi consegna, su un
apposito piatto, la mirabile creatura che sfamerebbe un villaggio di negretti
del Biafra.
Quando lo prendo in mano, con il dedicato tovagliolino
personalizzato, so già di avere almeno venti paia di occhi femminili e vogliosi
puntati su di me. Ma non è il concentrato di porcherie che le attrae bensì il
sapere come riuscirò ad addentare la preda senza far partire pericolosi schizzi
di panna ad altezza d’uomo.
Cala il silenzio, pure la cassa evita di emettere scontrini,
il momento è estremamente delicato. Alcune avvenenti signore posizionano meglio
la loro sedia per godersi lo spettacolo gratuito prima di andare a timbrare il
cartellino per una nuova, noiosissima, giornata di lavoro. So che in quel
momento regalo loro la spinta giusta per andare con leggerezza verso il
martirio quotidiano.
Mi volgo verso loro
sorridendo e comincio a studiare la preda per decidere il punto di attacco.
Qualche cliente comincia a mordersi le labbra asportando il rossetto.
Poi noto la falla, il punto debole: tutti i cornetti hanno
un punto debole.
Sorrido di soddisfazione mentre intravedo qualche goccia di
sudore freddo scendere dalla fronte della solita bionda in prima fila, la
Bombetta fan per eccellenza.
Avvicino la Bombetta alla bocca, ma non troppo, e parte
sinuosa la lingua a punta asportando delicatamente il primo ciuffo di panna
che fuoriesce dal cornetto, si arrotola su se stessa e lo deposita con perizia
in bocca.
Il livello di attenzione del pubblico è alle stelle, sanno
già cosa sta per succedere.
La lingua a punta asporta altri tre ciuffi di panna con
movimenti di varia velocità e sempre con un percorso zigzagante. Ora sono in
diverse a mordersi le labbra; la vendita di rossetti a San Marco è triplicata
da quando ho ideato la Bombetta.
Infine l’ultimo ciuffo, il più difficile, quello che se lo sbagli
fai la figura del peracottaro. E’ esteso, non lineare e piatto, in alcuni punti
rientra fino a dentro lo spacco del cornetto. Occorre calma, perizia e
scioltezza del movimento; niente fretta. La lingua comincia a tastarlo e la
punta lo scalza delicatamente, poi prosegue con attenzione e qualche movenza
non scontata per raccogliere tutto. Quando arriva al punto da sondare dentro
alla brioche rallenta e si ferma un attimo. Poi inizia lenta l’esplorazione del
pertugio con relativo scavo fino a raggiungere le prime onde di Nutella, al che
la lingua si ritira e torna in superficie. C’è ancora qualche centimetro da
asportare, con guizzo repentino e inaspettato la punta opera e nasconde in
bocca il piacere. Noto che qualche spettatrice sta trattenendo il respiro per
il momento clou.
Che arriva, come sempre e come tutte aspettano, dopo aver
scelto la punta del cornetto da attaccare.
Simulo il brutale morso, tra il raccapriccio generale, ma, invece infilo l’estremità in bocca succhiando avidamente il ripieno della mia
colazione.
Appena sorrido al pubblico scattano i primi applausi e
qualche silenzioso orgasmo. Seguono poi i complimenti, gli autografi, i mazzi
di fiori con allegato bigliettino recante numero di telefono, mi inchino, ringrazio
tutte e passo al cappuccino, con la bocca impiastricciata di panna e Nutella e
il Sommo che osserva, sempre più schifato, la scena.
E’ bello poter condividere piccoli riti personali e
allietare l’inizio di una dura giornata a chi ne ha bisogno.
E’ pure bello prendere una piccola percentuale dell’incasso
del Gingillo per lo spettacolo estemporaneo e il conseguente incremento di
vendite.
Siamo tutti mercenari, in fondo.
lunedì 22 giugno 2015
domenica 21 giugno 2015
ANNUNCI & DEDICHE
MISSING AGOSTINO !
Il piccolo AGOSTINO manca all'appello della Colonia da circa una settimana.
Il fratellino POLVERE è rassegnato, sicuramente gli è successo qualcosa.
Un micio di circa un anno è troppo spavaldo e sottovaluta i pericoli del bosco, ma noi siamo sempre ottimisti.
Finché non si trova il cadavere il gatto è vivo!
venerdì 19 giugno 2015
IL SOLARIUM LETTERARIO
NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell'Eco (e l'ignoto gattaro)
15a puntata
- Non mi piace questo romanzo! – commenta il piccolo POLVERE
– Non ci sono gatti, giochi, lucertole e neppure topini!
- Zitto, tu! – rimprovera LITTORINA – E la prossima volta
fatti abbandonare da qualche altra parte, purtroppo qua è così, si devono leggere
queste porcherie.
- Dice sempre il Capo – aggiunge ARCHIMEDE – è come avere
moglie: sono duri i primi venti anni, poi ci si abitua… questa è la Colonia,
piccolo!
15
Durante
il viaggio di ritorno ho la testa che bolle come una pentola a pressione. Mi
distraggo pensando a quello che mi ha detto Antemio e poco ci manca che prima
tampono durante un inspiegabile rallentamento, poi sperono un’auto mentre
impegno la corsia di sorpasso senza controllare che fosse libera. Decido per
una sosta tattica all’Autogrill. Un caffè, un gelato, un paio di sigarette e
trovo l’immancabile monetina abbandonata a terra, 2 centesimi di euro.
sarà di buon auspicio?
In quel
momento si ferma un pullman straniero e ne scendono una frotta di donne,
giovani e perlopiù bionde e messe bene. Osservo la targa dell’autobus, è
polacco, mentre mi si avvicina una delle ragazze bionde.
niente male…
Mi fa
cenno che vuole accendere la sua sigaretta, estraggo il mio Dupont d’argento,
superstite di tante avventure, e il mio migliore sorriso.
Mi
parla in polacco, non capisco un cazzo.
Rispondo
in inglese, non capisce un cazzo.
Continuiamo
a motti. Poi succede quell’incredibile miracolo per cui un uomo e una donna di
differenti idiomi si capiscono al volo.
Ha
bisogno di soldi, lo fa capire senza tante esitazioni.
Ho bisogno
di conforto, non spirituale, e glielo faccio capire senza troppi giri di
parole.
Il
mercimonio si consuma dentro la mia Range in fondo al parcheggio dei tir. Prima
di rimettermi in viaggio mi concedo un altro caffè corto e amaro con seguito di
nicotina.
cazzo! sto diventando un erotomane, un
maniaco sessuale… sarà colpa dell’aria di Carpaneta o del MaCriz?
devo cominciare a darmi una regolata
Nel
viaggio comincio a riorganizzare i pensieri e tutte le tessere del puzzle che
ho racimolato in giro.
Ho una
vaga idea del disegno che dovrei comporre ma non ho ancora tutti i pezzi
sufficienti e alcuni si incastrano tra loro ma non con gli altri.
Poi
noto uno sbaffo di rossetto color volgare sul velluto del rivestimento del
sedile del passeggero della Range e sui miei pantaloni kaki.
Non mi
lamento, ma mi incazzo.
Appena
arrivo a Carpaneta sono bloccato da Serena.
-
Andrea, il Comune di Corciano sta ritirando l’ordinanza di inagibilità della
tua casa. Manca ancora un nullaosta e i lavori di consolidamento possono
cominciare. Manca pure qualche tua firma. Appena hai tempo…
- Ora
non ne ho, Serena. Vorrei rifletterci ancora un po’ sopra, se non ti dispiace.
- C’è
qualche problema? - domanda.
- Devo
solo fare quattro conti, porta pazienza.
- Ti
sei sbafato con un pennarello sui pantaloni - mi fa notare.
Poco
dopo ricevo un SMS da Vanessa.
Ciao!
Ci vogliamo vedere, allora?
Dovrei parlarti.
un bacio
Vanessa.
Sorrido
e decido di riprovarci.
Ciao bella!
Stasera a cena andrebbe benissimo. J
bagio
Decido
di fare subito una telefonata che mi preme.
- Ciao
Lele! Avrei bisogno di un altro favore.
- Vuoi
la rivincita a scacchi? - domanda Eleonora.
- No,
ma dovresti farmi un ‘ulteriore ricerca.
-
Domani sera, alle 22, al solito posto. Ti porto pure quelle copie che volevi. A
proposito…
- Sì?
- Sei
ancora irrimediabilmente fidanzato?
- A
domani sera, Lele!
prima o poi mi tocca…
L’SMS
di Vanessa arriva con un’incredibile risposta.
Va bene la cena per stasera.
Prenoto io.
Ci vediamo alle 21 all’Agip di Via Settevalli.
Vanessa.
Rimango
piacevolmente sorpreso, poi sopraggiunge un senso di allarmante dubbio misto a
timore e una punta di paura.
com’è possibile? Non ha impegni, cene e
mestruazioni… vorrà un favore, sicuramente un favore impegnativo, forse le devo uccidere qualcuno
Passo
al pc e controllo la posta elettronica.
C’è un
messaggio di Ken.
Ciao Gatto,
porta pazienza.
Ken
Decido
di affidargli un nuovo lavoro.
Ciao Maestro!
Mentre porto pazienza invia una mail a questo
indirizzo
e controlla se il computer che la riceve è
attivo.
grazie
Io.
P.S. leggi attentamente la mail che ti
invierò subito dopo questa.
Comincio
a mettere tutto nero su bianco, cominciando dalla mia esplorazione del pozzo e
del suo cunicolo.
Dopo un
paio di ore ho scritto tutto, almeno credo, impressioni e sensazioni personali
comprese, e la invio.
Mentre
mi accendo una sigaretta un pensiero mi trafigge il cervello.
dovevo uscire dal SIG per mettermi a fare
quello che mi piace, l’investigatore
Prima
di cena arriva pure la telefonata di Gabriella che mi invita a cena, con
relativo dopocena, per il giorno dopo. Declino cortesemente l’invito adducendo
un banale impegno.
scusa bella ma ho da fare…
Finalmente
arriva il grande momento: l’uscita serale, a cena, con Vanessa. Si presenta
all’appuntamento vestita con un microabito che nulla ti lascia immaginare.
non le devo uccidere qualcuno… questa vuole
che faccia una strage
A cena
è tutto un suo monologo sul lavoro e i relativi impegni, mi si gonfiano
velocemente le palle. Vanessa è bella, estremamente bella, bella e bona, ma
anche limitata, vuota e limitata, e pure egocentrica.
Poco
riesco a parlare, ma la ascolto attentamente e, più la ascolto, più mi rendo
conto che racconta un mucchio di cazzate, o meglio bugie.
questa ha qualche problema, dovrebbe andare
in analisi
Poi, mi
ricordo che io sono uno psicologo e un sorriso mi solca il viso.
-
Perché sorridi? - domanda.
- Mi piace
ascoltarti - le bugie sono contagiose, intanto comincio a scrutarla con altro
occhio, l’occhio clinico.
La cena
finisce col caffè e ancora non siamo arrivati al dunque.
ma… che cazzo vorrà?
- Di
cosa volevi parlarmi? - rompo gli indugi.
-
Andiamo a casa mia, ti devo far vedere una cosa.
addirittura a casa?!
Faccio
finta di non sapere dove abita e la mando avanti con la sua auto.
Quando
siamo in casa mi dice ironicamente.
-
Stasera non mi hai fatto nessun complimento. Non ti piace il mio vestito? Ho
pure messo le autoreggenti che tu apprezzi tanto!
Rimango
interdetto, anzi come un coglione, soprattutto mentre si tira su il già corto
vestito per mostrarmele.
Il
livello di attenzione e di testosterone si alza alle stelle, come qualcos’altro
dentro ai pantaloni.
- Ti
va? - le chiedo.
Non
risponde, mi infila, fulminea, la sua lingua nella bocca.
Dopo
mezz’ora di petting selvaggio siamo completamente nudi, vado per infilare il
cetriolo nella sua tana ma mi blocca.
- Ce
l’hai il preservativo? - chiede.
- No -
rispondo mortificato.
-
Allora mi spiace, non posso. Sono nel pieno dei giorni caldi - mi prende
l’uccello con la mano e comincia a massaggiarlo.
un’altra sega?
Le
tolgo la mano e la accompagno sul divano. Le salgo sopra e cerco di penetrarla in
bocca. Resiste, non vuole, insisto, ma non cede. Ci rimango male, anche
stavolta devo accontentarmi del contentino manuale.
Mentre
si ripulisce con un fazzolettino di carta mi dice
- Ho un
problema finanziario. Devo pagare una certa cosa ma non ho soldi.
Rimango
in silenzio mentre sono di pulizie pure io.
mi ha preso per una banca?
- Non
voglio chiederti soldi - continua - ma solo un favore, se puoi.
- Dimmi
- faccio telegrafico.
- Mi
dovresti aiutare a vendere queste due monete. Mi hai detto che conosci un
numismatico.
Si
alza, va in camera e torna con una scatolina. La apre e me la porge.
Prendo
le due monete che si sono dentro.
Sono
uguali, due solidi di Onorio. Guardo le lettere che indicano la zecca. R e M.
tombola!
- Posso
provare a chiedergli se me le vende. Hai fretta di incassare?
- No.
Posso aspettare qualche settimana.
-
Quanto ci vorresti fare?
- Non
ne ho la più pallida idea. Al Compro-oro mi hanno offerto 200 euro. Sono monete
antiche, almeno un migliaio vorrei tirarceli su.
- Come
le hai avute?
- La
zia. E’morta e mi ha lasciato queste e un paio di anelli, brutti. Li ho già
venduti. Ci ho fatto 120 euro. Con le monete volevo farci degli orecchini, ma
ho altre urgenze.
- Forse
posso farti avere qualcosa in più - le dico - Ma… voglio da te due cose.
- Cosa?
-
Voglio sapere la vera storia di queste monete e… voglio te. Te, tutta te e per
tutta una notte. Queste sono le condizioni.
- La
storia delle monete non la conosco - risponde - Vuoi me? Ora cosa hai avuto,
scusa…
-
Pensaci bene… e forse farò un miracolo.
Esco da
casa di Vanessa con un altro pezzo di puzzle e la certezza che nessuno sa del
reale valore di queste monete, mafia esclusa.
Nel
pomeriggio successivo ricevo la mail di risposta di Ken.
Ciao Gatto!
Bella storia!
Fossi in te ci andrei molto cauto,
la tua moneta è veramente inopportuna,
forse rischi pure la pelle.
Se, alla fine della storia, rimani vivo
scrivici un romanzo,
ne potrebbe uscire un buon libro…
Ken
P.S. nulla di nuovo dal fronte inglese.
Rispondo
subito.
Ciao imboscato!
Non ci crederai, ma la notte ha portato
novità!
Devi sapere che…
Sempre Io J
P.S. vorrei da te una valutazione ponderata
del grande quesito che mi assilla:
riuscirò a scoparmela?
La
risposta arriva pochi minuti dopo.
No! J
Ken
Gli
invio un’altra e-mail.
Frocio e invidioso!
Lo scrittore J
A
proposito di froci, ricevo la telefonata di Oleg.
-
Andrea, quando vuoi ho quelle informazioni che ti occorrono.
- Che
informazioni ti ho chiesto? - domando sorpreso.
- Quelle
sull’amico dei felini. Non ricordi?
- Ah…
grazie! Domani ti trovo?
-
Facciamo stasera - risponde.
- Non
posso.
- Qualcuna
ti reclama? -
cazzo te ne frega!
- Eh,-
faccio divertito - sai… il fascino del sopravvissuto… Ti chiamo domani!
Alle 22
anticipo Eleonora al ‘Sorbo Pub’. Arriva con una cartellina rossa e la appoggia
sul tavolo. Vado per prenderla ma mi blocca.
- Prima
birra, patatine e scacchi… tanto con te, altro non si può fare - dice
sorridendo.
Dopo le
rituali due birre e la batosta subita sulla scacchiera si passa al lavoro.
lavoro?
- Ecco
le copie di tutti gli articoli riguardanti le due scomparse - dice porgendomi
la cartella - Secondo te c’è un collegamento?
- E’
quello che sto cercando di capire.
-
Perché ti interessa?
-
Casualmente ora abito a casa della Presidente di ‘Progetto Pogo’ - rispondo per
assecondare la sua curiosità.
- E’
con lei che sei irrimediabilmente fidanzato?
- No.
-
Allora lei è l’altra!
-
Neppure.
-
Allora esiste l’altra! - esclama soddisfatta - Parliamo un attimo della tua
situazione sentimentale.
- Nel
1975, nel monastero di Colle Corona… - comincio mentre Eleonora aggrotta la
fronte - furono trovati i resti di due soldati della seconda guerra mondiale.
Gradirei avere le copie di tutti gli articoli in merito.
- Ahh…
- fingendo interesse.
-
Inoltre… - continuo - nel 2002 un cercatore di reperti militari trovò, sui
monti Aurunci, nel Lazio, i resti di un aereo militare precipitato nella
seconda guerra mondiale. Anche di questo fatto gradirei copie degli articoli
che trovi. Grazie.
- E… -
mi interroga - anche questo c’entra col fatto che ti scopi la presidentessa dei
gatti?
-
Questa è un’altra faccenda - mi strappa un sorriso.
- E… -
prosegue - pensi di comprare i miei favori solo con birra e patatine?
- Ti
faccio pure vincere a scacchi… - dico
sfoggiando la migliore faccia a cazzo che so fare.
-
Aspetta che ti presenti il conto caro Andrea, Daniel o come cavolo ti chiami.
-
Andrea - preciso e le porgo la mia autentica carta d’identità.
La
prende e la osserva attentamente, poi osserva attentamente me.
- Stai
meglio senza barba. Qui sembri più giovane.
-
Davvero?
-
Certo! Guarda che differenza! Non hai un viso da barba, ti invecchia
tremendamente.
- Ma… devo
nascondere una cicatrice - puntualizzo.
- Le
ferite guariscono, le donne amano le cicatrici…
-risponde.
-
Questa già l’ho letta da qualche parte.
-
Allora… paghi il conto e fai ancora l’irrimediabilmente fidanzato o provi a
sedurmi per fare quattro salti in padella a casa mia?
- Detta
così, la situazione perde di ogni fascino.
- Dai!
Fammi vedere che uomo d’azione sei!
- La
prossima volta… - dico sorridendo.
- Me lo
segno. Ogni promessa è debito.
Finalmente
a Carpaneta riesco a leggere questi benedetti articoli sulle due scomparse. In
effetti, anche se sono avvenute a quasi un mese di distanza, nessun articolo le
collega tra loro.
come avrà fatto a trovare il collegamento?
Poi
ricordo che anche Ken aveva avuto la stessa intuizione.
Alle 3
di notte gli invio una mail.
Ciao Ken!
Come hai fatto a trovare il collegamento tra
le due scomparse dei volontari di PP?
E’ importante che lo sappia.
Io
P.S. ho un dubbio per non dormire,
secondo te, sto meglio con o senza barba?
Quando
entro nell’ufficio di Oleg, dopo otto meritate ore di riposo nel mio letto,
sono il ritratto della freschezza e vitalità. Si alza dalla sua poltrona e mi
saluta, poi torna seduto con ‘La Settimana Enigmistica’ in mano.
-
Aiutami - dice con tono calmo - a finire questo cruciverba. 16 verticale, lo
può essere un fiume o un lago, undici lettere, inizia per SOT, finisce con EO…
-
Sotterraneo - faccio senza esitazioni.
- 6
orizzontale… - continua - lo è quello degli innocenti, otto lettere, la prima
S, le ultime due IO…
Ci
penso un secondo, poi - Silenzio.
- Complimenti!
Sotterraneo e Silenzio… un vero rompicapo, per me – sorridendomi.
cosa vuole dirmi?
-
Veniamo a noi - interrompo il momento di imbarazzo - Dimmi tutto su questo
frate.
Oleg
prende un fascicolo dal cassetto di un mobile e me lo porge.
- Leggi
tutto bene. Ci sono elencate le sue abitudini. E’ un tipo piuttosto monotono e
privo di fantasia. anche se ha una badante ucraina come amante e il vizio di
sterminare felini. Il momento migliore per colpire, secondo me, è al mattino,
alle 7 esce per fare una passeggiata nel bosco vicino al convento, anche nella
sua nuova sede. Sempre lo stesso itinerario, ci impiega 40 minuti circa. Se
piove non va a passeggiare.
- Dove
si incontra con la badante-amante? - chiedo - Ma… di chi è la badante?
- E’ la
badante di una sua vecchia zia, fradicia di soldi. Si incontrano ogni giovedì e
domenica sera, lei ha queste sere libere.
- Dove?
- In
una casetta singola, poco fuori il Borgo Bello. Arrivano insieme con la sua
auto, una Opel Astra bianca, che parcheggia dentro al giardinetto recintato
della casa.
- Ci
sono cani ?
- No.
Ma non è il posto indicato per colpire. E’ in fondo a Via dell’Ulivo, una
strada chiusa. Prima ci stanno altre casette singole e dei palazzi, talvolta
gente che porta a spasso i cani. Troppo rischioso - mi allunga delle foto che
ha fatto al frate insieme alla badante mentre arrivano con l’auto, entrano in
casa, stanno trombando ed escono per ripartire. Un vero lavoro da
professionisti. Prendo una foto con il primo piano del frate, scattata in pieno
giorno e mi fisso nella mente la fisionomia del bastardo. Restituisco il tutto.
- Di
cosa hai bisogno? - chiede Oleg.
-
Nulla. Ho tutto l’occorrente.
Oleg mi
guarda con aria sufficiente - Sicuro di non aver bisogno di appoggio logistico?
-
Sicuro - rispondo.
-
Quando pensi di colpire?
- Lo
leggerai sui giornali – con un bel sorriso.
- Non
sono d’accordo su quello che stai facendo, sappilo - puntualizza - Ma, Serena mi paga anche questo… caso. E ho
bisogno di soldi. Stai accorto e ricordati, io non ho parlato con te.
- 6
orizzontale - lo rassicuro.
Mi
guarda senza capire.
-
Silenzio… - suggerisco e Oleg sorride.
-
Cambiando discorso - continua - hai pensato alla mia proposta di
collaborazione?
- No.
Ora sono troppo impegnato.
- In
cosa?
-
Indagine personale - decido di cominciare a scoprire qualche carta.
-
Racconta - interessato.
- Forse
un domani, se ne verrò a capo.
Poco
dopo sono a casa del Tigre, insalutato ospite.
- Cazzo
vuoi? - è il suo benvenuto.
- Un silenziatore
per la Beretta 98.
-
Scordatelo! Qui è vietata la vendita dei silenziatori.
- 200
Euro. Anche artigianale, basta che non mi faccia scoppiare la pistola in mano.
- 300 e
te lo faccio su misura.
- 200 e
ti regalo il piastrino.
- 250 e
il piastrino.
- 200 e
il piastrino o lo collaudo su di te.
- 200 e
il piastrino vanno bene!
-
Quando?
-
Domani pomeriggio. Lasciami la pistola.
Lo
guardo storto.
- Devo
costruire l’adattatore, sbirro - fa impertinente.
Gli
appoggio la Beretta sulla scrivania.
-
Domani pomeriggio sono qua - lo avviso.
- Con i
200 e il piastrino - risponde mentre osserva attentamente la Beretta.
Contemporaneamente
mi arriva la telefonata di Gabriella.
- Scusa
Gabriella ti richiamo tra cinque minuti.
- La
tua donna? - indaga il Tigre.
- Sì -
rispondo - E’ ispettore di Polizia.
Il
Tigre sbianca in viso - Mi stai incastrando?
-
Scherzo, scemo!
Dopo un
espresso al bar richiamo Gabriella.
- Mi
stai sfuggendo? - il suo esordio - C’è forse qualcosa che dovrei sapere?
- Ogni
cosa a suo tempo - le rispondo.
-
Un’altra, eh?
- Sei
gelosa?
- Tutte
le donne sono gelose. Come la mettiamo?
- Che
stasera stiamo insieme, se ne hai voglia.
- Ti
rompo le ossa!
meglio le ossa che il culo
- …e il
culo, soldatino!
appunto… soldatino?
Ci
manca poco che me lo rompe sul serio. E’ una belva. Mi regala una di quelle
scopate, fatte con rabbia, che ti ricordi più per la fatica che per il piacere.
Sicuramente
ha voluto suggellare il diritto proprietà sul sottoscritto, in presenza dello
stesso.
L’indomani
ricevo una mail da Ken.
cazzo!
sembriamo fidanzati
Ciao Gatto!
Nell’attesa di notizie dalla perfida Albione
ho dato un’occhiata al pc di vangelo.
Vai al solito sito e, nella tua cartella
personale, trovi un’altra cartella denominata VANGELO.
Dentro ci trovi tutte le mail inviate e
ricevute archiviate in cartelle.
Un po’ strana la tua amichetta… non ti dico
altro, leggi!
Ken
P.S. credo che le mie profonde riflessioni
siano giuste, purtroppo per te J
P.S. 2… forse senza barba.
Vado
subito al sito, apro la mia cartella personale e, poi, la cartella VANGELO.
Trovo una trentina di sottocartelle, alcune nominate con nomi maschili.
Giancarlo,
Francesco, Giovanni, Marco 1 e Marco 2, Antonio, Carlo, Alex, Sandro, Pietro,
Davide, Cristiano, Paolo, Marino, Andrea.
Apro
quella di Giancarlo.
Una
serie di mail inviate e ricevute nel 2008. Una montagna di mail.
Comincio
la paziente lettura. Una storia d’amore via fibra ottica.
Questo
Giancarlo è partito di testa per Vanessa, lei se lo cucina ben bene ma, mi
sembra, non si arrivi a felice conclusione. Lui la vuole, lei non si concede,
almeno non tutta. Una storia già letta.
Vado a
Marco 2, stessa sega. Lui le sta dietro come un cane maremmano al gregge e ci
guadagna, da quel che leggo, un paio di petting e una pugnetta. La storia si
arena e finisce, come quella con Giancarlo.
Apro
altre sottocartelle. Il comportamento di Vanessa è sempre lo stesso.
Apparentemente
disponibile e zoccola ma, quando il lui di turno cerca di concludere con
qualcosa di concreto lei si tira indietro con mille scuse ma continua a
corteggiarlo e a blandirlo con vuote promesse.
Carlo
ha addirittura 56 anni! Noto pure che sono tutti sposati o sentimentalmente
impegnati , si fa per dire, da lungo tempo.
Comincio
a credere che Ken abbia ragione.
Quando
apro la cartella Alex una cosa mi balza all’occhio.
Leggo
tutte le mail inviate e ricevute.
Anche
lui è caduto nella ragnatela di Vanessa.
ora capisco il comportamento di Serena
Le mail
si interrompono il 17 dicembre 2009. Non c’è traccia di sfaldamento del
rapporto anche se Alex si lamenta apertamente della scarsa disponibilità
sessuale di Vanessa.
è stato ucciso il 17 dicembre
Poi,
l’ennesima illuminazione.
Apro la
cartella Davide e controllo il suo indirizzo di posta elettronica.
tombola!
Leggo
tutte le mail. Una storia lunga, si fa per dire, sei mesi. Neanche qui si
scopa, anche Davide richiede maggiori attenzioni per il suo pisello.
Le mail
si interrompono il 1 dicembre 2009.
questa
è un caso patologico… li fa innamorare e li tiene sulla corda finché non
scoppiano e si allontanano, come si allontanano li insegue… è dissociata, forse
pure schizofrenica
Apro
pure la cartella Andrea, la mia. Ci sono le poche e incolori mail che ci siamo
scambiati ma…
io non sono sposato né impegnato
sentimentalmente, perché è andata fuori
target?
Controllo
le altre cartelle, quelle senza nomi di uomini, e trovo un’interessante mail.
La
segretaria del Dott. Augusto Menichetti avvisa Vanessa che l’appuntamento per
la visita del 24 agosto 2010 è rinviato al 2 settembre 2010, alle ore 10,30 per
sopraggiunti impegni del medico.
Faccio
una ricerca su Internet su questo Dott. Augusto Menichetti.
E’ uno
psichiatra. Sorrido tra me.
Chiudo
il tutto e scrivo a Ken.
Ciao Mago!
Forse hai ragione; non c’è trippa per gatti.
Io
Noto
una nuova mail di Ken.
Ciao Gatto!
Vai nel sito di ‘Progetto Pogo’ e controlla
l’album fotografico.
Leggi la didascalia della seconda fotografia
della manifestazione
‘Ogni vita dovrebbe avere sette gatti’ ci
sono tutti e due e…
pure la tua bella!
Mi stupisco di te per questa svista! J
Ken.
Vado al
sito e controllo le foto della manifestazione. E’ vero.
Salvo e
stampo la foto.
POLVERE sul solarium |
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