sabato 30 maggio 2015

LE NOSTRE FOTO (segnaletiche)

QUESTURA DI PERUGIA


NOME - OFELIA
SESSO - F (sterilizzata)
ETA' - Classe 2005/2006  (deceduta 25 febbraio 2016)
RESIDENZA - Colonia Nuova di Monte Malbe
PROFESSIONE - L'Esodata della Colonia
MANTELLO - Nero
OCCHI - Due (gialli)
ZAMPE - Quattro
CODA - Sì (a spatola e nera)
CARATTERE - Socievole
INTERESSI - La pensione definitiva
SEGNI PARTICOLARI - Valigia sempre pronta in mano per trasferirsi alla Reggia

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)






I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Che il Raccontino sia con te!

IL PIPONE

E’ di pomeriggio, mentre sto beatamente scrivendo quattro cazzate da pubblicare, che sento l’urlo bestiale della Micia.
- CICCIO! CORRI! Scendi giù! C’è un – mi alzo di scatto dalla poltroncina girevole e pesto la coda di uno dei tanti mici che stazionano sotto ai miei piedi che lancia un acuto da Callas.
- .I.ONE! – faccio in tempo a sentire.
- Ione? Bidone? Limone? Visone? – non ci siamo – Pipone! Un pipone in giardino!
Scendo armato del mattarello da offesa e della fionda con i dadi da 32 arrugginiti per difendere le virtù della Micia, domandandomi da dove diavolo possa essere entrata quell’orribile bestia.
- Dov’è il pipone? – le chiedo.
- Pipone? Quale pipone? – domanda a sua volta sfoderando uno splendido e interessato sorriso.
- Il pipone che dicevi…
- Ah! Pitone. Ho detto pitone – il sorriso le è rimasto luminoso, anche se velato da una sfumatura di delusione.
Me lo indica.
Una serpe lunga una metrata e mezzo, di colore preoccupante e con la forma della testa poco rassicurante.
Una decina di gatti la stanno sorvegliando, MINA esclusa che si presenta subito a ricevere il premio per il riporto a casa più importante della stagione.
- Scema! – la apostrofo sottovoce – Ti ho detto di riportare a casa la serva della vicina, non la serpe.
- Portalo via, ti prego! – insiste la Micia salita sul tettuccio della sua Panda, che poi sarebbe la mia.
- E… se fosse una vipera?
- Pizzica te – ribatte con uno splendente sorriso logico.
- E’ troppo presto per diventare vedova – replico mentre chiamo i pompieri per un consiglio.
Ecchecenefregaanoi! L’esternazione del centralinista.
- Glie (letterale) dia ‘na botta ‘n testa e via! – il prezioso consiglio.
- Le vipere sono protette – espongo – La vorrei solo allontanare.
- Se ha una buona assicurazione sulla vita faccia pure, allora! – chiudendo la comunicazione.
Ce l’ho. Verificata l’infondatezza del sospetto, trattasi di volgare biacco con sembianze viperesche, decido di passare all’azione.
Organizzo la squadra speciale di assalto con i mici presenti e ordino:
- Molle del camino. Attizzatoio. Grazie! Attenzione che ora la lancio sul tettuccio della Panda!
La Micia sviene e i gatti si preparano a raccogliere al volo la preda in ricaduta (la serpe, non la Micia).
Ma scherzo, agguanto il pitone e lo arrotolo sull’attizzatoio. Lo accompagno al fosso e “glie” consiglio:
- Levati dai coglioni alla svelta che stavolta ti è andata bene, la prossima ci faccio un frustino con la tua pellaccia.
Torno vincitore al portico di casa mentre la Micia si è rianimata.
- Il Pitone è tornato da Cicciolina – la informo – Ti ricordi che numeri ci faceva?
Un guizzo e ritorna come nuova, col suo sorriso abbagliante e stupefatto.
- Già… - mormora – Peccato…
La guardo di traverso.
- Domani ti accompagno al Rettilario della Città della Domenica. E ti ci lascio – le prometto, riaccendendole il sorriso.
Poveri pitoni…


MINA - Sembra che dorma...

Il PIPONE incriminato

venerdì 29 maggio 2015

ARRIVI & PARTENZE





RICAPITOLANDO DI NUOVO





- Non ci si capisce più un cazzo! – ha sbottato stamattina il Sommo.
Ha dimenticato di nuovo la medicina… ho pensato tra me.
Invece aveva ragione (ancora una volta, come sostiene –erroneamente- lui): si riferiva ai Gatti di Monte Malbe, urge un nuovo censimento per fare il punto della situazione.
- Chi sta di qua, chi sta di là… chi sta sotto, chi sta sopra… è un bordello! – ha continuato imperterrito.
- Con me ti stupisci di queste cose? – ho risposto serafico – Stasera aggiornerò il web della attuale situazione (dei gatti)! Promesso.
Sapete che io mantengo quasi tutte le promesse ed eccomi qua con il nuovo Censimento Felino dei Gatti di Monte Malbe, aggiornato al 29 maggio 2015.

GATTI ALLA REGGIA
CANNIBALE - MOLLY - ARANCINO - OLIVA  - ARTURO - MIKI - SERPOTTO - YARIS - PIMPI - SCINTILLA - COCO - DRACMA - ROMEA - ONCIA - SAILA - ROSINA/colonia - ROSINA/casa - GIANO - PIASTRA - RUDY - UEBI - PIPU - NAIF - BRUTO - OSVALDO - ETTORE - ORESTE - PATATA - MINA - RINGO - PERLA – TAZZA – GIGIA -


GATTI ALLA COLONIA
LIRA - BAIOCCO - BARTOLOMEO - ZORRO - CORNIOLA - WAFER - FRITTELLA - LITTORINA - ARIES - TOPAZIO - ATTILA - TARTARUGHINA - EMILIA - ARCHIMEDE - OFELIA - ORFEO - PRIMULA - SKA - PERONI - RALF -SAETTA - CERES - CREMINO - TARANTOLA - CINQUINA - NENA - PALLUCCHINO - QUARK - SCHIZZETTA - AGOSTINO - POLVERE - ORTICA – BERETTA -  INTREPIDO* - ALICE* - MIRAGE* - OSCAR - PIUMA -

*= aggregati


Ma che fatica tenerli tutti sott’occhio!


giovedì 28 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





EFFETTI COLLATERALI   
                                               
A casa, finalmente (è un modo di dire!)
Una rapida doccia prima dell’agognata cena.
Ho terminato il flacone di Badedas freschezza sportiva  comprato con l’offerta 1+1 all’Ipercoop.
Pazienza, ho tutti i vari bagnoschiuma regalatimi per Natale, compleanno e Befana, ne prendo uno a caso:
ALMAK Minerali del Mar Morto – Gel doccia-shampoo rinfrescante For men.
Un imponente tubo color blu-grigio notte, con la lente d’ingrandimento comincio a leggere i benefici che questo prodotto e i Minerali del Mar Morto apportano alla pelle e alle fluenti chiome maschili.
Bah.
Poi mi stanco di decifrare microscopici crittogrammi e passo all’azione.
Getto di acqua bollente, spugna sintetica intonata al cupo colore del gel, lo stesso della confezione e via di sfregamento!
Massaggio accuratamente bicipiti, tricipiti, deltoidi, pettorali, polpacci, adduttori, estensori e glutei (il livello di attenzione delle numerose lettrici si impenna!).
Tanta schiuma, tanto piacere e benessere (spero) e un lento ed accurato risciacquo libera il corpo da ogni traccia di prodotto, insieme alla fatica, lo stress e le tossine.
Sono un altro!
Dopo la meticolosa asciugatura dei miei vari (e validi) componenti noto un piccolo particolare: le unghie dei piedi si sono ammorbidite, quasi raggrinzite, sembrano pure più scure ed hanno la consistenza dell’ovatta.
Anche la muscolatura ha subito un cambiamento; è molle, di una consistenza tra il budino e l’omogeneizzato di carne al coniglio, tende lentamente a scivolare verso il basso per effetto della gravità.
Mi preoccupo e mi palpo le chiappe: non ci sono più! Sono scese di una ventina di centimetri.
Con il timore di un triste presagio l’occhio scivola verso il mio socio di maggioranza, il Prode Anselmo, collocato un palmo sotto l’ombelico.
Non c’è più!!!
Anzi, c’è! Ma un microscopico fagiolino ritorto, scuro e raggrinzito che pendula inanimato.
Oh, cazzo! il mio primo pensiero.
Afferro il telefonino e chiamo il 118, spiegando la situazione e chiedendo il loro pronto aiuto.
Quella strana patologia non è di loro competenza, risponde la centralinista, se cadesse a terra, forse, sarebbe un banale intervento di chirurgia.
Ma, prima di lasciarmi alla mia disperazione, in qualità di donna dispensa un prezioso consiglio:
- Provi a farsi aiutare dalla moglie, fidanzata, amante o dalla prima battona che le passa sotto casa!
Mi precipito in cucina trafelato con l’accappatoio aperto stile esibizionista.
- MICIA! – grido – Un’emergenza!
- Ciccio, levati subito dalle palle che devo cucinare! – le sue parole di conforto.
Torno nel mio bagno e impugno ancora il telefonino; stavolta chiamo la farmacia.
E’ già chiusa.
Lacrime color gel rinfrescante ai Minerali del Mar Morto cominciano a solcare il mio –splendido- viso.
Rimane la mia ultima, estrema risorsa: chiamo l’amico Rocco Siffredi (altra magistrale impennata del livello di attenzione delle lettrici, purtroppo non è l’impennata che avrei desiderato).
- Rocco, scusa, avrei un piccolo problema… - e gli spiego la situazione con dovizia di particolari.
- Embè? – risponde – Io che ti posso fare?
- Solo un consiglio, Rocco mio…
- Ciccio, scusa – mi sveglia la Micia dal pisolo sul divano – Posso riproporti la peperonata anche a cena?



ANNUNCI & DEDICHE

Un grande augurio ad ARTURO, il nuovo sospetto FIP della Reggia!

martedì 26 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





 I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Un Raccontino al giorno toglie il medico di torno.

GPS  (Global Positioning System)

- Ciccio! Guarda qua cosa ti ho comprato! – dichiara col suo solito magnifico sorriso dalla sfumatura furbetta.
Osservo una scatoletta di plastica trasparente con dentro una specie di chicco di riso verde.
- Cos’è? Un seme per qualche fiore geneticamente modificato?
- No, Ciccio – spiega – Un GPS.
- Un GPS? Mi occorreva così tanto un GPS?
- Certamente! Serve a localizzare la tua posizione quando dici di andare a lavorare, potrebbe essere utile.
- Utile a cosa?
- Metti ipotesi che abbia bisogno di una ciotola di maiolica di Deruta e tu, guarda caso, ti trovi nei pressi di Deruta, ti fermi e me la compri.
- Quella col drago, col serpente o col calamaro gigante?
- Oppure – continua imperterrita – che io abbia un certo languorino, non fame… ma una voglia di… Fichi Girotti.
- Fichi?
- Sì, fichi. Maschile, plurale, Ciccio – con tono di velato rimprovero.
- Capito, Ciccio-Ambrogio passa casualmente con la sua Panda-Rolls ad Amelia e te li compra.
- Bravissimo! Vieni che te lo impianto – tirando fuori dalla borsa una pistola molto simile a quella con cui si giustiziano i suini.
- Dove… dove me lo impianti?
- Le istruzioni dicono tra il cervelletto e l’ipofisi, ma bisogna essere precisi per non danneggiare irrimediabilmente il sistema nervoso.
- Micia! Mi rifiuto categoricamente!
- Ciccio… preferisci l’estraibile?
- L’estraibile?
- Certo! Quello è il fisso, quest’altro l’estraibile, come le vecchie autoradio! – mostrandomi un tubo di gomma gialla e morbida lungo una cinquantina di centimetri.
- E io dovrei girare tutto il giorno con quella banana in mano? Scordatelo!
- Ciccio, non in mano. E’ estraibile, quindi si inserisce e quando torni a casa lo si estrae.
- Si inserisce… dove?
- Proprio lì, Ciccio!
- Scordatelo! Non posso guidare con quell’attrezzo su per il…
- Ciccio! Non essere volgare! Comunque hai ragione, con tutte quelle buche nelle strade…
Tiro un sospiro di sollievo e salgo a vestirmi: devo andare a far finta di lavorare.
Cerco tra i miei 36 centimetri lineari personali del chilometrico armadio della camera ma non trovo quello che cerco. Comincio velatamente ad incazzarmi.
- MICIA!!! – strillo – Dov’è la mia camicia gialla con gli elefantini stampati?
- E’ qua! Scendi e portami anche i punti del Gourmet che c’è la nuova raccolta!
Torno giù con una manciata di etichette di Gourmet Gold (al pollo).
- Cos’è che regalano stavolta? – chiedo – Un servizio da the per gatti persiani celesti in puro argento?
- No Ciccio, un bellissimo collare con gli strass e il GPS con ricetrasmittente incorporata.
- Ricetrasmittente incorporata?
- Per ascoltare i miagolii del gatto che lo indossa – precisa con uno splendido sorriso pieno di pazienza.
- E a noi… che cazzo ce ne frega di quello che si raccontano i gatti?
Micia non raccoglie e mi porge la camicia gialla con gli elefantini (lilla) un poco sgualcita.
- Ma non l’avevi stirata?
- Certo Ciccio, ma l’ho dovuta spiegare per prendere la misura del collo. 



CHEESE! Scatti felini a Monte Malbe

Gatti al pasto, si prega di non disturbare

lunedì 25 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Oggi doveva essere un giorno normale,
invece il destino ha voluto regalarmi un altro Raccontino…

LA PUNIZIONE

Il sabato, alla Reggia, è un giorno speciale: il giorno della resa dei conti.
Non so per quale meccanismo perverso la Micia si ostini a rimproverarmi per azioni scorrette (o presunte tali), o parole offensive (o presunte tali), o gesti maleducati (o presunti tali) nei suoi confronti sempre e solo di sabato, preferibilmente a cena. Se a cena siamo con ospiti evita, ma al momento della nanna passa all’attacco.
Ma come? Tutte le coppie sposate aspettano il sabato sera per sfogare le loro voglie sessuali e tu mi elargisci cazziatoni invece di baci e carezze?
Poi, che senso ha rimproverarmi per una mancanza (o presunta tale) commessa il lunedì precedente, al sabato successivo?
Ma la Micia ha meccanismi complessi e contorti, inspiegabili ai più (compreso me). Se il torto subito risale al lunedì precedente lo incamera, lo viviseziona e lo imbelletta  per il sabato, lo monta e prepara la sua arringa accusatoria al meglio. E’ così, oramai la conosco.
Io sono più semplice: se mi incazzo, mi incazzo subito, sbotto e dopo dieci minuti passa e mi tolgo il pensiero.
Immaginate quindi il mio stato d’animo il sabato mattina che, mentre preparo il caffè, penso a quale sarà il motivo del rimprovero serale. Forse il fatto che in confidenza abbia dato della cerebrolesa a quella sua stupida amica? Oppure perché mi sono rifiutato di tornare al supermercato a comprare quelle quattro inutili cazzate che lei ha dimenticato di acquistare? O, forse, perché le ho fatto notare che la sua auto, che poi sarebbe la mia, è una latrina da quanto è sporca e la mia, che poi sarebbe la sua, invece è pulita? Mia, sua… sicuramente sono tra quei complessi meccanismi di coppia, come li ha definiti sere fa un’amica.
Comunque rimane che di sabato sono preoccupato per il fatto di non sapere di quale morte morire la sera.
A meno che…
A meno che la mancanza la compia la Micia, e proprio di sabato! Allora riesco a ribaltare completamente la situazione, come oggi.
- Dove l’hai nascosto stavolta? – le ho chiesto.
- Accidenti! Mi sono dimenticata di prepararlo! – risponde.
La osservo col pesante sguardo di rimprovero fino a quando abbassa gli occhi e china la testa in segno di pentimento e sottomissione. Segue poi il silenzio, il mio silenzio. Il silenzio uccide più delle parole. Infine il repentino abbandono del tetto coniugale in forma di estrema protesta.
- Torno, forse. Sicuramente per cena! – il mio ultimo saluto.
Sono già in ritardo; l’amico Kuiry ha un dibattito con altri famosi disegnatori a Perugia Comics, non lo voglio perdere. Arrivo per tempo e lo seguo fino alla fine, poi un saluto al Claudio e a Roberta, al Sudario e alla Fede, quattro chiacchiere con l’ex compagno di banco scolastico, il Kuiry, appunto, e… cazzo è tardi!
Sono le 18,30, ancora devo andare in Colonia, sfamare i gatti della Reggia e finire di punire la Micia.
Corro in Colonia mentre ordino le pizze per cena. I mici aspettano impazienti sulla strada quello Stronzo del Capo che ritarda insieme alle loro scatolette. Li soddisfo mentre sento l’inconfondibile clacson della Panda della gattara più stupida della regione che, malgrado gli avvertimenti, viene a portare la sbobba ai gatti lasciandola sopra le panchine e i tavoli di pietra.
Sa che ci sono, ha visto la mia auto (che poi sarebbe della Micia) e aspetta in tono di sfida che io salga per rimproverarla e fare una delle solite epiche litigate.
Ma oggi sono Stronzo, estremamente Stronzo. La punisco a modo mio.
La punizione peggiore per una donna: l’indifferenza.
Sei trasparente, non ti considero, anzi: non esisti.
Dopo una decina di minuti se ne va, lei e la sua Panda; insoddisfatta. Non ha marito né fidanzato, chissà con chi litigherà stasera.
Torno a casa e sfamo i gatti casalinghi, poi comunico.
- Vado a prendere le pizze!
- Non usciamo? – chiede la Micia già in fase di restauro.
- Io no – sottintendendo il “Tu fallo pure, il difficile sarà poi rientrare in casa…”
A cena la consorte non parla, sa che deve scontare la pena.
Ho tempo e silenzio per pensare che con tutto quanto accaduto ci potrebbe venire fuori un raccontino e comincio a scrivermelo in testa. Forse è un po’ troppo sessista, ma potrei mettere l’avvertenza per le donne incinte e sensibili di proseguire a loro rischio e pericolo la lettura per l’alto tasso di maschilismo presente.
Chissenenefrega! Ma manca il finale… cazzo! il finale!
- Scusa, Ciccio – interrompe il mio pensiero senza autorizzazione – posso domandarti una cosa?
- Dimmi, cara.
- Ti hanno mai dato dello ‘Stronzo!’?
- Raramente. Comunque grazie!
- Per lo ‘Stronzo!’?
- No, per il finale.



CHEESE! Scatti Felini a Monte Malbe

ORTICA
- Capo, ma che cazzo di nome è ORTICA?

domenica 24 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)






I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)




Non tutti i Raccontini sono politicamente corretti…

PULIZIA ETNICA

I capricorno hanno un destino nel loro segno: portare a termine i loro progetti, costi quello che costi.
La crudele idea era scaturita appena la Micia era tornata da un grande magazzino che svendeva tutto (commesse escluse) per chiusura attività.
- Guarda, Ciccio, che belle tazzine ti ho comprato!
Con il solito ‘ti ho’, seguito dall’immancabile sorriso pieno di orgoglio, la Micia si mette al riparo da rimproveri per spese non autorizzate e pacchianeria degli acquisti. Anche le sue ciabattine a forma di tricheco rientrano nella categoria ‘ti ho’, più sorriso; ma sono incredibilmente sexi…
L’operazione Pulizia Etnica, riferita alle orribili tazzine da caffè in vetro con bolle colorate disegnate, è scattata due giorni dopo, preceduta da accurata programmazione. Dodici tazzine, dodici spiacevoli incidenti.
La Pulizia Etnica va fatta scientificamente, in modo sistematico e con il massimo silenzio, senza clamore: i media non devono sapere. Hitler, Pol Pot e Milosevic avrebbero avuto da imparare molto da Ciccio Kan, lo sterminatore silenzioso.
La prima, quella con le oscene bolle cremisi, mi è sfuggita inavvertitamente dalle mani mentre preparavo il caffè del dopo pranzo.
- Ti hanno inculato – l’ho informata mentre raccoglievo i cocci – te le hanno vendute per infrangibili!
La crudeltà deve essere sempre accompagnata da una sottile spietatezza psicologica: il nemico non si annienta con le bombe, ma con la sottomissione.
Per la seconda, quella con le bolle arancioni, mi sono servito del migliore sicario della Reggia: RINGO.
Dopo averla appoggiata sul bordo estremo del tavolo le (RINGO è femmina, ma potrebbe benissimo concorrere per Mister Gatto 2015) ho mostrato una scatoletta di Gourmet Gold (al pollo) promettendole:
- Metà ora, metà a lavoro ultimato.
Dopo dieci secondi la Micia strillava e inveiva contro l’indifesa micetta.
Per la terza, la quarta e la quinta (bolle gialle, celestine e viola, nell’ordine) mi sono affidato al vecchio trucco della birra serale che alza troppi gradi e annebbia la vista, rallentando i riflessi.
- L’Alzheimer galoppa, Ciccio? – ha domandato abbastanza incazzata.
- E’ la birra, Micia! Ne bevo troppa perché cucini assai salato! – la demolizione deve continuare su tutti i fronti.
La sesta (bolle verdoline) è misteriosamente scomparsa, come dissolta dentro la lavastoviglie, ricomparendo nel bidone dell’indifferenziata, ben nascosta.
Il capolavoro è stato con le matricole 7, 8, 9 e 10. (Bianche, marroncine cacarella, avana vomito e blu) Triturate da alcuni ignoti gatti nei loro folli e spericolati giochi.
La undici (arancioni) si è suicidata: nella notte è precipitata dal mobiletto della macchinetta espresso.
La dodici (colore indefinibile)l’ho naturalmente confiscata, come tutte le tazzine spaiate che tengo gelosamente nel cucinino al piano di sopra per ricordarmi di quanto possa essere crudele, a volte, la vita.
Pago e soddisfatto ho riesumato le vecchie tazzine con i personaggi di Walt Disney, antico omaggio di una marca di marmellata fallita pochi anni dopo.
Il caffè con la tazzina di Paperoga ha tutto un altro sapore.
Ma qualcosa deve essere sfuggito alla strage di bolle; si sono riprodotte, mutandosi stavolta in ripugnanti tazzine troncoconiche, in vetro e manico di acciaio e le solite bolle del cazzo. Me ne sono trovate tre dozzine sul tavolo della cucina, in bella mostra.
- Ciccio! Non ci crederai! – ha esclamato la Micia in preda ad un orgasmo multiplo da altri, lontanissimi, tempi – Ti ho ritrovato le tazzine che ti piacevano tanto!
A seguire il solito, splendido, sorriso di complicità.



sabato 23 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





PERCHE’ SCRIVI?

La domanda è arrivata improvvisa, insidiosa e fuori contesto. A tradimento.
- Perché scrivi?
E’ quasi la domanda peggiore da fare a chi scrive.
Chi scrive è perché ha delle mani con le dita (talvolta non servono) e le mani possono scrivere, come i piedi tirare calci a un pallone o il cervello venire utilizzato per ricordarsi dove hai parcheggiato l’auto.
E’ una cosa naturale, un passatempo come un altro. C’è chi fa plastici ferroviari J, chi spacca legna J o colleziona medagliette devozionali (meglio se benedettine) J .
Oppure un’innocua mania, come raccogliere monetine perse a terra J .
Ma pure una passione, come accudire branchi di gatti semirandagi J .
Tutto qua.
Ma è la seconda domanda quella pericolosa, assolutamente da evitare. Reiterazione di reato.
- Cosa si prova a scrivere?
Scrivere può essere pure un vizio, come fumare o prendere troppi caffè J .
Ma è un vizio benevolo anche se ti inquina il cervello e ti rende dipendente, fortemente dipendente, ma mai assuefatto.
In quello che scrivi ci sei sempre e comunque tu. Non esiste una scrittura impersonale o non vissuta.  Tu sei il tuo scritto, in tutto e per tutto e lo vivi intensamente come un rapporto carnale.
I raccontini sono la classica sveltina, c’è lo spunto, la voglia e viene perfetta, da leccarsi i baffi (chi li ha).
Manca uno dei due componenti e la faccenda diventa stirata: l’ho fatto tanto per farlo, nulla di più. Ti rimane in bocca quel qualcosa di insoddisfacente che sconfina nella delusione. Poteva venire meglio, lo so! Potevo occupare quel tempo in altra maniera: servirà come esempio per le prossime volte. Ma oramai sei drogato, fradicio e tossico irrecuperabile, ne sei conscio. Viene bene, viene male, non te ne frega un cazzo. Il raccontino è un atto onanistico: sei soddisfatto tu, è soddisfatto il mondo. La controparte? Chissenefrega! Sono io il drogato! Ti ho pensata, basta e avanza!
Ma se il raccontino esce bene è l’apoteosi. Un qualcosa che ti lascerà un ricordo dolce dolce e la sensazione si rinnoverà ogni volta che lo rileggerai. Che scopata!...
Il romanzo è tutto un altro paio di maniche. Breve o lungo che sia lo devi vivere attimo per attimo. Ci devi stare dentro, non puoi distrarti. Gli scrittori bravi, quelli veri, si isolano dal mondo esterno quando scrivono un nuovo romanzo. In capo al mondo, anche per mesi, senza stimoli esterni, senza venire disturbati: non possono distogliersi.
Il romanzo è una storia d’amore. Completa, la devi vivere tutta. Con i baci, le carezze, gli schiaffi, le incomprensioni, la gioia, il sesso e la rabbia. Ci sei tu; sei tu!
Ne esci letteralmente svuotato, una lumaca è più reattiva. Svuotato e triste. L’hai terminato, hai dato tutto e avuto tutto quello che c’era da dare. Come tutte le storie d’amore ha un inizio e una fine, non si trasforma, non è eterno. Per il lettore può diventare eterno, ma che cazzo ne sa lui! Lui non c’era, lui è un semplice fruitore. Può conservarlo gelosamente in libreria o accenderci il camino, non te ne frega un cazzo. Tu hai vissuto e goduto, quello ti interessa. Ma è finita. Ci si riposa poi si riparte ancora. Un altro amore, più bello, più brutto, non lo sai, comunque differente dal precedente.
Certo! Come tutte le storie d’amore anche i romanzi non vengono perfetti. Pazienza, avanti un'altra.
Ci sono le incompiute, le storie infinite. Non ci siamo capiti, eppure le premesse ci stavano. Hai sbagliato, lo sai. E’ solo colpa tua, sai pure questo. Ti sei distratto, pensavi a qualcos’altro, volevi troppo o troppo poco. Le releghi nel cassetto segreto del tuo computer, nascoste al mondo. Ogni tanto ne riprendi una in mano e ci riprovi. Correggi qualche errore, la rendi più fluida, semplice, ma non c’è verso: non ti acchiappa per il verso giusto.  E la riponi sempre là, sperando di dimenticartene. Ma non succede e ci riprovi ancora sperando di renderla compiuta e togliertela finalmente dalle palle. Niente da fare: sarà come la dannazione eterna. Potevi fare meglio e non ci sei riuscito, broccolo!
Ora sono stremato, ho dato tutto e il calo di zuccheri comincia a sentirsi. Pure le sigarette fumate in questi 30 minuti. Chi scrive fuma, non ci sono cazzi! e se non fuma beve o mangia cioccolata. Se non vi piace almeno una di queste cose, non provateci neppure a scrivere.
Sono sfinito.
La prossima volta che mi faranno la domanda risponderò brevemente:
- Perché scrivo? Perché mi piace!
- Cosa si prova? Provaci, poi ne parleremo!
Oh, cazzo… è ora pranzo!



venerdì 22 maggio 2015

I RACCONTINI DEL CAPO (ma solo quelli pubblicabili)





I RACCONTINI DEL CAPO
(ma solo quelli pubblicabili)





Non avrai altro Raccontino al di fuori di me…

LA VENDETTA

- Non l’hai digerita, eh!, Ciccio…
Faccio cenno di no col capo mentre allontano da me il piatto ancora pieno della solita minestrina.
- Me lo immaginavo, sai… anche questa volta – prosegue – Ma tu sei uno zuccone. Mai che una volta dai retta! Ma che vai a cercare fuori casa? Come la mia non te la da nessuna!
- Micia… per favore, non ho voglia…
- Già, già. Ora non hai voglia, ora… - mi riavvicina il piatto con la minestrina – Com’è successo stavolta?
- Il solito, lo sai – allontano di nuovo il piatto.
- Già… la vedi, si propone, tu non sai resistere… un classico… un assaggino, solo un assaggino! No! Non dirlo che non ti credo più! Sono più di venti anni che ti soppor… conosco, ormai! Sai… era un… come dici sempre?
- Un ghiotto bocconcino.
- Già, un ghiotto bocconcino che ti rimane sullo stomaco. E ti lascia quello strano sapore in bocca, sgradevole, quasi nauseante… come lo definisci? Il sapore…
- Il sapore della delusione.
- Quello che non sopporti, comunque continui a farti del male lo stesso. Mangia la minestrina, su.
Rifiuto con un cenno.
- Apri la bocca e chiudi gli occhi! – ordina e la guardo perplesso, ma obbedisco.
- AummH! Bravo! – infilandomi una cucchiaiata di minestra in bocca – Un’altra, dai.
Rifiuto.
- So come ti piace, lo so perfettamente. Solo io lo so. Venti anni di sopport… frequentazione! Conosco tutto di te, ho esplorato ogni possibile meandro, so bene come proportela e fartela gustare, so cucinarti a dovere, oramai… ma la testa, dentro la tua testa non riesco ad entrarci proprio! Poi torni a casa conciato così. Apri la bocca, su.
- Basta con questo accanimento terapeutico!
- Non è accanimento terapeutico; si chiama vendetta. Ohi! Ti devo legare i polsi dietro alla schiena come l’altra volta?
Obbedisco ed apro la bocca; so che ne sarebbe capace.
- Ahmm! C’era pure la carotina che ti piace tanto!
Che quasi mi va di traverso.
- Ora – continua col suo solito tono materno, ma inflessibile – cosa prometti alla Micia?
- Mai più… mai più.
- Si più preciso o te lo infilo di nuovo in bocca.
- Mai più… la peperonata della trattoria. Solo la tua.
- Bravo Ciccio! Ora ripeti: la peperonata della Micia è unica, tutte le altre sono deludenti.



CHEESE! Scatti felini a Monte Malbe

ZORRO - Capo, sbrigati a scattare 'sta foto,
avrei una certa urgenza di andare al bagno.

giovedì 21 maggio 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





NULLA E' COME SEMBRA...
di Umberto dell' Eco (e l' ignoto gattaro)
11a puntata







Visita a sorpresa in Colonia dell’ editore e i due autori; Umberto dell’Eco e l’ignoto gattaro, dal viso celato da un passamontagna con apposito foro all’altezza della bocca per infilarci la sigaretta accesa.
- Allora, ragazzi – chiede l’editore – che ne pensate del romanzo?
- Improponibile – il critico PALLUCCHINO, sempre alle prese con una rara forma di mestruo maschile.
- Troppo sesso! – TARTARUGHINA, la Bigotta della Colonia.
- Poca azione! – la guerriera ATTILA.
- Romanzo?... Quale romanzo? – la dolce OFELIA.
- Ma andate tutti a quel paese! – replica l’ignoto gattaro – Pane e acqua per sei mesi! – minaccia con un timbro di voce a noi ben conosciuto.
I tre se ne vanno incazzati e ATTILA ne approfitta per aprire il suo barile di lucertoline sotto sale da offrire a tutti come spuntino.
OSCAR, investito del compito di Barman della Colonia, comincia a miscelare liquori per il giusto drink da abbinarci.

11)

Gabriella ha passato dei guai, anche seri, durante il servizio a Chioggia. Dalla copia di un documento interno della Polizia di Stato sembra che fosse coinvolta anche lei nel traffico di anfetamine gestito dal suo uomo o che, perlomeno, ne fosse a conoscenza e non lo avesse segnalato.
favoreggiamento, mi sembra si chiami… ecco il perché del suo trasferimento in Sardegna
Poi arrivo ai file che mi riguardano.
Praticamente si è fatta una cartella personale su di me cominciata a creare alcuni giorni prima del mio rientro in Italia.
perché?
Ha delle notizie che non dovrebbero più esistere, come era nei patti con Francesca Coletti. Oltre alla serata che ho trascorso a casa di Marta, il trans assassinato, sa di tutti i problemi causati dalla mia disgraziata indagine su Giorgio Gaddi. Conosce il mio curriculum nei Servizi Informativi Militari e nei Servizi Informativi Governativi. Ha pure la copia della cartella clinica relativa al ricovero e successive cure dopo l’attentato che ho subito. Completa il tutto un rapporto, stilato da lei e senza fonti, della mattanza che ho fatto prima di dover fuggire nella Terra di Nessuno.
sono ancora controllato dai nuovi Servizi Informativi, perché?
Seguono dei rapporti sul furto e successivo riutilizzo della mia vecchia Range Rover e sulla nuova relazione di Antonella
???
Vengo così a conoscenza del suo nuovo uomo, un ingegnere petrolifero tornato in Italia carico di soldi e desideroso di farsi una famiglia
bah
e della disgrazia che ha colpito la mia casa.
Mentre penso a quello che ho letto apro altri file e trovo una serie di sue fotografie, da sola e con altri colleghi in divisa, con alcuni uomini che non conosco e diverse insieme ad Oleg.
Le ultime foto mi lasciano a bocca aperta.
cazzo c’entrano?
Le osservo attentamente, ma non mi sbaglio.
Conosco e riconosco i soggetti delle foto.
Alcune sono fatte ‘di rapina’ cioè di nascosto ai soggetti.
Altre tre sono fatte con l'altro protagonista, sempre lo stesso, in posa, sorridente.
quante cose dovrai spiegarmi…
Chiudo i file e spedisco una mail a Ken.

Grazie rottame!
Ancora sei utile, visto?
Continua pure a carpire tutte le informazioni che puoi dal pc del soggetto e mettimele in quella cartella, ci vorrei capire qualche cosa pure io.
Per il momento ti ringrazio e faccio una piccola confidenza.
Credo di essermi messo ancora una volta nei casini, ma non capisco il perché.
Vigila attentamente, come se fossi il mio angelo custode.
E, già che ci sei, dai un’occhiata anche al pc del proprietario di questo indirizzo di posta elettronica, è della fanciulla che vorrei tanto scoparmi
 vangelo77@hotmailcom
Grazie!
ciao
Gatto.

Con l’ottovolante in testa scendo a pranzo da Serena.
perché?… perché?
- Perché sei così strano oggi? - chiede Serena.
- Ho dormito poco, non ci sono abituato, e non sono neppure abituato a quella tua amica.
- Cioè? - indaga.
- A Gabriella. Mi sta usando come un giocattolo - decido di cominciare a giocare sporco - Mi scopa come un’indemoniata poi, quando è soddisfatta, mi manda a casa.
- Andrea! - mi rimprovera subito.
- Andrea un cazzo! Mi sta spremendo come un limone! Poi, che cazzo vuole da me?
- Dovresti esserne contento! Tutti gli uomini sposati della tua età si lamentano che non fanno più l’amore… pensa se eri in attesa del bambino di Antonella, che bel presente e che prospettiva per il futuro immediato avresti avuto dal punto di vista sessuale - beve un sorso di vino - Non l’hai digerita la faccenda di Antonella, vero?
- Come potrei… anche se di lei non me ne frega un cazzo. Mi ha deluso. Parlami di Gabriella. Vorrei cominciare a capirci qualcosa, ne ho il diritto.
- Io poco ti posso aiutare.
- Chi potrebbe? Oleg?
- Lascia perdere, per carità!
- Allora parla!
Ci facciamo una chiacchierata di una mezz’ora ma ricevo solo qualche altra insignificante notizia su Gabriella.
Torno al mio appartamento, accendo di nuovo il telefonino che tengo spento quando sono con Serena per evitare che mi intercetti qualche telefonata di Vanessa e controllo se ci siano novità.
Ci sono novità.
Vanessa mi vuole incontrare nel pomeriggio, alle 17.
Il tempo di un pisolo, una doccia veloce e sono di nuovo in viaggio per Perugia.
cazzo! ultimamente non ho un minuto di tempo libero!
Un fulmine mi attraversa la scatola cranica e fa sobbalzare la scarsa materia grigia che contiene.
Fermo l’auto vicino ad un bar. Entro e prendo un caffè corto e amaro.
Esco dal locale, accendo una sigaretta e, appoggiato al cofano della Range, analizzo attentamente il mio pensiero.
non ho un minuto di tempo libero… non ho un minuto di tempo libero… non rimango quasi mai solo… perché?
Riesco a ripulire la mente dai miei pensieri quando arrivo all’appuntamento con Vanessa.
- Scusa - le dico - l’imprevisto, stavolta ce l’ho avuto io.
- Cioè?
- Un banale incidente che bloccava la strada. Aperitivo?
- Non subito - risponde - Andiamo a farci un giro, prima – invitandomi a salire sulla sua auto.
Salgo, perplesso.
vediamo dove vuole andare
Mi porta a perdere tempo da un suo amico che vende lampade e paralumi. Ci facciamo l’aperitivo in tre.
Comincio veramente a rompermi i coglioni di questa storia.
Vanessa è telepatica, capisce i miei pensieri e mi porta via.
- Andiamoci a fare un giretto - mi sussurra.
un’altra rottura di coglioni?
Invece no!
Dopo pochi chilometri si ferma nel parcheggio alberato di un piccolo cimitero di periferia.
Allegria!
- I fiori li hai portati? - chiedo con tono sarcastico.
- Zitto - risponde e mi bacia, stavolta non è un bacio passivo, Oddio, non è neppure uno di quei baci che ti ricordi per tutta la vita, forse non sa baciare bene.
Ci scappa una gustosa pomiciatina con dubbio annesso.
Nella foga la mia mano sconfina tra le sue cosce e, durante la palpata, mi accorgo che non ha l’assorbente.
le sono finite le mestruazioni?
Mi ferma e reclina il mio sedile. Poi mi slaccia, lentamente i pantaloni.
Me lo tira fuori e comincia a lavorarmelo di mano mentre continuiamo a baciarci.
Quando sono vicino all’esplosione le avvolgo la mano che impugna il mio pisello per fermarla.
Forse lei non capisce, la toglie e ci appoggia la mia.
- Continua tu… - mi dice con un sospiro.
come… continuo io?
Mi bacia e mi tocca il petto con la mano libera, mentre continuo a masturbarmi.
- Continua… continua… - ripete.
Quando sono al dunque le sposto la testa verso il pisello e glielo infilo in bocca.
almeno questo… cazzo!
Le vengo in bocca, non mi sembra molto soddisfatta, ma non me frega un cazzo.
In un attimo si ricompone e mette in moto la sua auto.
Dopo un quarto d’ora siamo alla mia auto.
Mi lascia salutandomi in maniera fredda.
Rimango interdetto a guardarla mentre se ne va. Accendo una sigaretta e, a terra, raccolgo un piccolo centesimo di Euro abbandonato.
Lo osservo rigirandomelo tra le dita.
 la donna del mistero… ti sei incazzata per un po’ di liquido in bocca? peggio per te…
Appena finisco la sigaretta squilla il telefonino.
- Ciao mandrillo acquatico! - è Gabriella - Hai voglia di fare quattro salti in padella stasera?
- Cucini tu? - domando deluso.
- Sì! Ti cucino. Stamattina non sei stato un gentiluomo. Stasera ti faccio vedere come io non sono una donna timorata di Dio. Ti aspetto sotto casa alle 21.
cazzo! pure gli straordinari?
Ma dentro di me sono contento. Il petting con Vanessa mi ha lasciato un senso di vuoto e incompiuto. Meglio riempirlo con la belva del sesso.
comunque, non ho un minuto di tempo per me
Faccio in tempo a tornare a Carpaneta a fare una doccia, cambiarmi la biancheria che ha qualche macchia sospetta e a salutare Serena.
- Ciao Serena! Stasera la tua amica poliziotta mi incarcera di nuovo. Ci vediamo domattina, poi vado due giorni a Roma a prendere le medicine.
Faccio in tempo a leggere una mail di Ken.

Ciao trombatore!
Sto continuando quel lavoro.
Col vangelo ho appena iniziato, mi ci vuole un po’ di tempo.
Quale scomparsa di volontario di ‘Progetto Pogo’ ti interessa?
Mangiaci il pane con la fica…
Ken
P.S. se ti avanza qualche centinaio di euro,
pensa alla mia buona causa

Sorrido e mentalmente penso di fare al più presto un bonifico a Ken per contribuire al suo progetto.
come ‘quale scomparsa di volontario mi interessa’?
non ci ha capito un cazzo

ATTILA - la Cacciatrice della Colonia