venerdì 19 dicembre 2014

STORIA DELLA COLONIA





SCAPPA - VIA - VELOCE




Arrivarono tutti e tre insieme la mattina del 1 dicembre ed il Capo era lì ad aspettarli.
- Ma come? – commentava il popolo felino della Colonia – Ora ci prende pure l’appuntamento per gli abbandoni?
Ma non era un abbandono in senso letterario, diciamo che era più una messa in libertà.
Tre siamesi: mamma e due figlioletti.
Li portò la nostra amica che veniva alle ore più disparate a portarci da mangiare in tutta fretta strombazzando, anche in piena notte, col clacson della sua utilitaria.
Sì! Quella che il Capo definì più dannosa della grandine e con cui ruppe ogni tipo di rapporto, allontanandola dalla Colonia come fosse un cane feroce. Ma lei continua a venire lo stesso! Sempre ad orari impossibili, di fretta e strombazzando. Il Capo lo sa e la ignora, tanto lei si rifiuta di scendere alla nostra casetta nel bosco. Molti di noi, soprattutto gli arrivi dell’ultimi anni, non la conoscono e pensano sia una mezza pazza che getta l’umido delle scatolette su qualsiasi superficie piana vede. Anche se siamo con la panza piena chiamiamo a raccolta tutti e ripuliamo dal cibo la panchina, il tavolino o il muretto dove è buttato per evitare rotture di palle dai nostri vicini religiosi e, soprattutto, lasciare odori e cibi invitanti che attirino concorrenti a noi non graditi.
Comunque quella volta c’era da fare un’azione di bene.
I tre siamesi erano i superstiti di un gruppo di gatti di una signora anziana, deceduta, che li teneva segregati in una soffitta. Erano gli ultimi tre da sistemare. La nostra amica ci aveva già provato lasciandoli in stallo da una conoscente ma, dopo una decina di giorni che si erano rifugiati sotto al divano e si rifiutavano di uscire, spaventatissimi, decise di provare l’ultima, possibile, soluzione: la Colonia felina di Monte Malbe.
Il Capo non si tirò indietro tanto pensava che i tre, appena messi in libertà sarebbero fuggiti chissà dove e sulla loro permanenza o adattamento alla Colonia non aveva scommesso una sigaretta già fumata.
Forse lo stesso pensiero lo ebbe la nostra amica che si premurò, prima del rilascio, di far sterilizzare la mamma onde evitare nuove gravidanze per i boschi di Monte Malbe. I due cuccioli erano ancora troppo giovani, poi lei, a differenza del Capo, difficilmente sterilizzava i maschi.
Le tre gabbiette furono portate nei locali dormitorio, aperte e richiusa la porta. C’erano comunque le due vie di uscita a disposizione.
Per tutta la mattinata i nuovi arrivati non si mostrarono alla luce del sole; poi era una splendida giornata!
- Come li battezzi? – domandai al Capo.
- Battezzarli? Ci dovrei sprecare anche tre nomi? – un attimo di riflessione, poi – Scappa, Via, Veloce! Ti piacciono?
- Mah…
Invece Scappa, Via e Veloce non scapparono via velocemente e, anzi, al pomeriggio, durante la distribuzione del pasto i due cuccioli, timidi ma incuriositi, si affacciarono per la prima volta sul nostro giardinetto.
Il Capo li vide e cercò di appoggiargli vicino un piatto con i bocconcini ma i due fuggirono rintanandosi di nuovo dentro al dormitorio.
- Mah… - il commento del nostro umano che, comunque, ripeté l’operazione nei locali lasciando alcuni piatti ricolmi di ogni ben di Dio. BERENICE e la BOMBONA ringraziarono commosse.
Il pomeriggio successivo la prima mossa del Capo fu di verificare la loro presenza: erano inguattati sotto i bancali che rialzavano le cucce dal pavimento, come fa ogni gatto impaurito che si rispetti.
I due cuccioli uscirono di nuovo allo scoperto a verificare la situazione e osservare quello strano gregge di gatti che aspettava i piatti dalle mani dell’umano e non solo! accettavano carezze e qualcuno gli si strofinava pure addosso!
La storia andò avanti così per alcuni giorni, col Capo che controllava sempre se fossero ancora presenti tutti e tre e BERENICE e BOMBONA che gozzovigliavano col pasto che gli veniva lasciato appena sotto i bancali.
Un giorno il miracolo.
Alla distribuzione del pasto uscì pure la mamma siamese e si parcheggiò a distanza di sicurezza reclamando un piatto di paté.
- Siamo stufi di vedere ingozzarsi quelle due betoniere con il nostro cibo! – disse, e fu subito accontentata.
Tre piattini stracolmi furono appoggiati a distanza di sicurezza tra il Capo e gli altri gatti e i tre contestatori, finalmente, fecero il loro primo, vero, pasto alla Colonia di Monte Malbe.
- Lo sapevo che finiva così – commentò il Capo a bassa voce.
- Scappa Via Veloce… - lo canzonai
- AMETISTA, COBALTO e ZAFFIRO! – rispose lui prontamente. 
Altri tre sommergibili furono varati!
(Inutile dire che dopo poco tempo i due maschietti pretendevano coccole e attenzioni dal Capo mentre la mamma AMETISTA rimase sempre una gatta riservata, anche se qualche furtiva carezza alla coda ci scappava sempre)

AMETISTA

COBALTO

ZAFFIRO

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