venerdì 13 giugno 2014

REPLICHE IN TV





DIARIO DI BORDO





Comincia l’estate e finalmente si può riprendere a guardare la tv!
Ripartono infatti le repliche di alcuni vecchi e dimenticati programmi televisivi che buttano là in prima o seconda serata perché non hanno meglio da proporre.
E’ il momento che molti umani aspettano: dare un senso alla incredibile e odiata tassa del canone RAI.
Finalmente si può gustare qualche programma valido!
Leggo sul quotidiano che stasera replicano, dopo i soliti giochi del cazzo, l’assillante pubblicità dei mondiali di calcio e l’immancabile programma di cucina, la serie “Ai confini della realtà”.
Una serie molto simpatica e interessante, ho sentito commentare e –quasi, quasi- chiedo ospitalità al Capo, in quanto munito dell’indispensabile televisore.
Gli propongo la mia richiesta: accetta, ma con riserva.
“Stasera sono a cena fuori” dice “Vedi di non venire giù con tutti gli altri scalmanati che, poi, va a finire che organizzate un rave a casa mia. Ti lascio il televisore acceso e il telecomando sul divano.”
Insieme a quanto promesso trovo anche patatine fritte e birra ghiacciata nel frigo. Mi accomodo sul divano.
“Cazzo! Quanto è comodo!”
Inizia la replica; sono alcuni brevi telefilm.
Il primo tratta di un gatto che vive in un ospizio e ha il dono di sentire quanto uno è arrivato al termine della corsa. Gli si piazza davanti al letto finché non schiatta.
Diventa una leggenda fino a quando un vecchio centenario rincoglionito se lo vede comparire ai piedi del letto e non accetta la sentenza felina.
Prova ad accopparlo con una stampellata, ma riesce solo a fratturarsi un femore cadendo malamente in terra.
Sopraggiunge un infermiere, a cui il felino non sta molto simpatico, e cerca di terminare l’opera del vecchio tirando contro al povero gatto una boccia di soluzione fisiologica. Ma lo manca, mentre il vecchio agonizza a terra. Il micio capisce che non è aria e scappa via, rifugiandosi sotto una siepe del giardino del gerontocomio. Poi, la notte, tranquillizzato, esce e si va a sdraiare sullo zerbino all’ingresso della struttura geriatrica. Poco dopo scoppia un incendio che distrugge il fabbricato e stermina i suoi occupanti.
“Ma che stronzata! Ci mancava il gatto porta sfiga!”
Il secondo episodio tratta del classico alieno che, non avendo un cazzo da fare, scende sulla Terra a controllare se esistano forme di vita intelligenti (oltre a quelle feline). Naturalmente se ne torna al suo paesello galattico sconsolato…
Mi addormento. Forse ho esagerato con la birra, o forse il divano è troppo comodo.
Mi risveglio di soprassalto mentre qualcuno alla tv parla di un progetto degli anni ’80 che consiste in una serie di dighe mobili per bloccare l’alzarsi della marea e salvare una città affacciata sul mare.
Che fantasia!
Poi la voce racconta pure che il costo per l’opera faraonica era previsto in un miliardo (sì! nove zeri!) di Euro e, a oggi, ne sono stati spesi più di cinque e l’opera è ancora in alto mare (e la città sotto la marea).
Come mai? mi domando.
Tangenti: sindaci, ex ministri, senatori, capi delle forze dell’ordine (i presunti controllori) che si sono intascati montagne di soldi .
Mentre un bombolotto gesticolante annuncia che punirà tutte le aziende costruttrici che sono state allo sporco gioco penso che  forse farebbe meglio a colpire i manager e i grandi capi; sono loro che le gestiscono.
Dice pure che i politici corrotti vanno cacciati a calci nel culo. Giusto! Ma in galera! Questo non lo ha detto.
Ma l’ennesimo ministro conferma che l’opera è essenziale: andrà avanti lo stesso e verrà terminata (non si sa però quando).
Malignamente ipotizzo la fine dei lavori concomitante con la fine dei soldi, e fine dei lavori non significa che l’opera sia terminata.
Questo, però, era veramente ai confini della realtà!
Altro episodio finanziario-commerciale.
Bisogna salvare dal fallimento una grande compagnia aerea già salvata da altri precedenti fallimenti con soldi pubblici o elemosinati qua e là.
Per fortuna arriva l’angelo salvatore Etihad con i suoi miracoli milionari: ci pensa lui!
Chiede però qualcosa in cambio; mi sembra giusto. Eterna riconoscenza e venire citato nelle preghiere serali di tutti i salvati?
No! Lui è un angelo magnanimo. Pretende che 2250 dipendenti si mettano a riposo e la smettano di perdere il loro prezioso tempo nell’azienda e lo dedichino interamente alla famiglia.
Incredibilmente i sindacati (ma non tutti) si oppongono all’opera umanitaria dell’angelo Etihad, ma il solito ministro annuncia che l’opera disinteressata dell’alato benefattore è l’affare del secolo anche se potrebbe scontentare i soliti prevenuti e in malafede.
Per ultimo si parla della più antica banca del mondo spolpata da un partito e ridotta in bancarotta, ma l’episodio ha qualche problema di audio e non si capisce nulla.
Viene subito oscurato e sostituito da un altro dove un vecchio presidente di una repubblica corre in Svizzera a cercare di racimolare i tre milioni di Euro promessi per un’altra inutile opera faraonica e, visto in che mani devono finire,ora negati.
Chissà se il vecchio riuscirà nel suo intento!
Poi la musica e i titoli di coda: mi sono sciroppato un Telegiornale!
Rimango pensieroso e sento il Capo rientrare in casa.
“Allora! Piaciuta la replica de “Ai confini della realtà”?” domanda sorridente.
“Era una barzelletta al confronto del Telegiornale!” rispondo “Auguri, Capo!”
“Auguri? Per cosa?” lo sento chiedere mentre riprendo, felice, la strada della Colonia.

TAZZA preferisce stare in Colonia

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