martedì 11 novembre 2014

SANGUE E BOCCONCINI





LA CUCCIA DEL CAPO






Un rituale che propongo spesso in Colonia è quello del bocconcino premio.
Non certo perché quella massa disordinata di pulci se lo meriti bensì perché a me fa comodo trovare la schiera dei gatti pronti, con le fauci aperte, ad aspettare il premio (che considerano meritatissimo) al lancio del grido di battaglia – BOOCCONCINO! BOOOOCCONCINOOOO!
Mi si precipitano tutti intorno, con la bava alla bocca, ansiosi di scoprire se il premio stavolta consista in un cubetto di prosciutto cotto o di mortadella, oppure una pallina di pollo arrosto o un pezzetto di prosciutto crudo. Sono già preparati alla presenza del bocconcino, una scatola di plastica con chiusura ermetica antipredazione felina tradisce la prossima distribuzione.
Perché tanta magnanimità da parte mia?
Ehehehehhhh…
Non serve la Gabanelli con Report per scoprire che sotto ci sta la fregatura.
I mici della Colonia hanno la pessima abitudine di ammalarsi; niente di serio, ma spesso una terapia antibiotica è necessaria. Inoltre vanno sverminati e liberati dalla tenia.
Come addestrare i felini a prendere pasticche senza che ne siano consapevoli?
Il bocconcino premio è la soluzione ideale, a patto che venga spesso riproposto anche in assenza di gatti bisognosi di cure.
L’unico problema per il munifico elargitore di gustosi cubetti è ricordarsi a chi porgere con le dita il bocconcino e a chi invece deve essere lanciato nelle vicinanze perché mai si avvicinerebbe a qualsiasi mano umana.
Memorizzato ciò tutto diventa più semplice; un cubetto porto, uno lanciato con l’accortezza di soddisfare tutti i presenti.
Succede raramente, ma succede, che qualcuno degli inavvicinabili si posizioni come un cagnolino ai tuoi piedi inattesa del premio e a te i conti non tornino più.
Come ieri: cubetti di prosciutto cotto (i classici fondelli che vendono a pochi centesimi al supermercato). Cerchi con gli occhi FRITTELLA, che non è un’inavvicinabile, ma per un bocconcino ti staccherebbe la mano, e non la vedi. Ti confondi con EMILIA, che è simile e le porgi tranquillo e fiducioso il cubetto.
Un attimo.
La mano viene artigliata da quattro affilatissime unghie e tirata verso la bocca che, aperta, si richiude come una tagliola sull’ indice e il pollice del benefattore.
Il bocconcino viene immediatamente liberato ma la mano e le dita no.
Dopo l’urlo di lancinante dolore tutti i gatti scappano (compresi quelli che non hanno ancora beneficiato della ricompensa) e ti ritrovi le dita orrendamente maciullate e sanguinanti.
Cerchi di riportarli all’ordine, ma dalle bestemmie che mastichi tra i denti capiscono che non è ancora il caso di avvicinarsi. Tamponate la ferite, con le dita che pulsano dolore almeno 60 volte al minuto, sei pronto a riprendere la distribuzione.
I rimanenti bocconcini sono ancora più prelibati, conditi con freschissimo sangue umano del gruppo B Rh+.

L'azzannatrice FRITTELLA

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