lunedì 17 novembre 2014

LA TERRA VISTA DA MARTE





DIARIO DI BORDO





L’idea è scaturita da quel geniaccio di PALLUCCHINO.
Venerdì sera è esploso con: - E’ inaudito! C’è un vuoto di cultura da colmare!
Lo abbiamo guardato perplessi e un poco preoccupati mentre i piccoli e i cuccioli si davano alla fuga nel bosco convinti di subire un’ulteriore assegnazione di compiti scolastici per il fine settimana.
Ma la cosa non li riguardava, almeno da quel punto di vista.
- Vedete - scaricando sulla panchina una decina di volumi e riviste varie – questi sono tutti tomi e trattati sull’interazione tra gattari e gattare con i gatti di colonia. 
- Allora? – l’impaziente TARANTOLA.
- Sono tutti scritti da umani: gattari, gattare, veterinari, studiosi, etologi, ricercatori. Nessuno è scritto da un gatto di colonia! Inconcepibile! – cominciando ad incazzarsi ben bene – Appena avrò tempo, questa estate, ci penserò io a mettere in ridicolo tutti questi scribacchini! 
Ma l’estate è ancora lontana, di tempo ne ho di avanzo, quindi ho deciso di cimentarmi, in qualità di Capocolonia, nell’ardua impresa di analizzare la figura del gattaro mentre interagisce con i gatti di una colonia (numerosa e in mezzo a un bosco). Sarà un po’ come descrivere la Terra vista da Marte.
Il gattaro è un umano strano, praticamente anomalo, che ha scelto una missione nella sua vita e costi quel che costi la vuole portare a termine.
Quale sia precisamente questa missione tutti lo ignorano, ma a noi sta bene.
Si riconosce dalle scarpe perennemente infangate, i pantaloni kaki o mimetici con numerose tasche laterali, il pile o la maglietta ricoperta di multicolori peli di gatto e immancabilmente bucata.
Le mani sono sempre impegnate a reggere capienti borse o secchi di plastica con chiusura ermetica, forse per nascondere l’antiestetico callo che ha tra le ultime due falangi del dito indice della mano destra, sagomato a mo' di linguetta a strappo di lattina.
E’ una persona apprensiva e ansiosa e la cosa si manifesta quando si accorge che uno dei numerosi gatti non mangia o ha mangiato un poco di meno o, addirittura, è assente al pasto quotidiano; neppure la mamma, quando eri piccolo, ti rompeva i coglioni come il gattaro che comincia a palparti, sollevarti le palpebre, toccarti la punta delle orecchie, alzarti la coda per verificare cosa ci sia sotto e chiederti continuamente cos’hai e come ti senti, come mai sei inappetente e perché ieri non c’eri.
E’ pure di animo estremamente sensibile: quando deve dare brutte notizie, che solitamente riguardano un collega ricoverato dai veterinari o a casa sua, la prende larga, molto larga, fino a quando i suoi occhi diventano lucidi e rossi, poi scendono delle lacrime. Ma noi, che siamo intelligenti, abbiamo già capito.
Per contrapposizione le buone notizie trasformano il suo stato d’animo e traspare una certa contentezza, quasi euforia. Il segno lampante è l’espressione, sempre ebete, di quando fuma la sigaretta a fine distribuzione pasto, con un sorriso stampato sulla bocca.
Ama elargire rimproveri, consigli e gratificazioni, manco fosse lui il Capocolonia!
Si arrende solo contro l’esuberanza indisciplinata, ma simpatica, del solito gatto casinaro che alberga in qualsiasi colonia si rispetti. Nel nostro caso, CREMINO.
E’un accumulatore. Maledice il mondo (e spesso il suo creatore) per ogni nuovo abbandono, ma in fondo è contento che il disgraziato (o disgraziati) di turno siano stati gettati là anziché in un cassonetto.
Facendosi scudo del suo motto ‘Dove c’è da mangiare per 40 ce n’è anche per 41… 42… 43… etc’ ogni tanto è lui stesso che provvede ad arricchire la popolazione della colonia raccattando chissà dove gatti malconci.
- Non riesco a chiudere gli occhi o voltarmi dall’altra parte… - è un’altra delle sue patetiche scuse.
Si incazza in maniera visibile (e pericolosa) solo con gli umani della specie ‘Ho un cane e gli faccio fare quello gli pare’ oppure, peggio ancora, ‘Ma il mio cane coi gatti si diverte solamente!’
La sua immancabile risposta è sempre che lui si diverte a prendere a schiaffi  i padroni dei cani che si divertono coi gatti concludendo con la classica domanda: - Allora, giochiamo? 
Pretende pure di dare il corso alle cose feline seguendo le abitudini umane.
La distribuzione del pasto avviene immancabilmente sempre alla stessa ora, con piccole variazioni dettate dalle condizioni di luce e meteo. Ma a noi non costa nulla assecondarlo.
Altro discorso, invece, quando decide di pianificare le sterilizzazioni. Con i gatti socievoli non ci sono problemi, sappiamo di questa sua piccola perversione e cerchiamo di facilitargli il compito. I gatti non socievoli, quelli da catturare, difficilmente si prestano al suo gioco.
Qui entra in opera la mia azione mediatrice coadiuvata dagli altri anziani della Colonia. Convincere i restii ad entrare nella gabbia da cattura facendo finta di aver abboccato all’inganno teso dall’umano è una trattativa dura ed estenuante. Con SAETTA abbiamo impiegato ben 3 anni prima di convincerlo ad entrare in quella gabbia. Però abbiamo reso felice per un lungo periodo il nostro umano.
Certe volte dobbiamo ricorrere a dure azioni di protesta nei suoi confronti, soprattutto quando i bocconcini premio latitano da tempo o decide di propinarci scatolette di dubbia qualità. Scatta la disobbedienza felina; i piatti con il cibo incriminato vengono ignorati o, peggio, ricoperti di terriccio a mo' di spregio. La somministrazione dell’antipulci viene boicottata e così pure quella dei medicinali agli aventi necessità. I contenitori a disposizione con le solite dozzinali crocchette vengono spostati in luogo non riparato sperando che la pioggia faccia il suo sporco dovere.
Al secondo contenitore, e relative crocchette, da buttare si apre solitamente la trattativa con l’umano facendogli capire, con molto tatto, quali siano gli errori che sta compiendo.
Non c’è bisogno di manifestazioni o scioperi generali, il gattaro accetta sempre la mediazione temendo l’abbandono di massa e la perdita di consenso del ‘suo’ popolo felino.
Eccolo! Puntuale come una cambiale, con il solito secchio bianco e le due maxi borse a tracolla: oggi è previsto pure il primo a base di fusilli al makarel, che ci avrebbero pure nauseato un poco, ma a lui fa tanto piacere versali sul piatto di ognuno prima di passare al secondo!
Qualche piccola soddisfazione bisognerà pur dargliela!

SAETTA, ancora intero, non cede alla richiesta di collaborazione
Colonia Vecchia - Novembre 2006

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