DIARIO DI BORDO
“Diteglielo voi con le buone, che altrimenti glielo dico io
con la doppietta” aveva consigliato il Capo.
Non si riferiva al solito, inutile, fraticello e neppure a
qualche cane randagio o meno che ci infastidiva.
La quasi velata minaccia era rivolta ad ODOACRE, l’istrice
che tutte le notti viene in pellegrinaggio alla nostra casetta per ingozzarsi
con le –nostre- crocchette.
“Ma Capo… ” provai ad obiettare “è un abitante del bosco con
delle abitudini differenti alle nostre.”
“Le cambiasse” la replica “Oppure variasse la destinazione
delle sue scorribande notturne.”
In sostanza c’era da far capire ad ODOACRE che poteva pure nutrirsi
liberamente con le nostre crocchette e dissetarsi con la nostra acqua, ma i
contenitori e il piatto di plastica con il cibo per il solito ritardatario
(SAETTA) non se li doveva portare via.
Ma farsi capire da un istrice è un’impresa impossibile anche
per il più istruito dei nostri colleghi: il professor PALLUCCHINO che parla
correntemente quattro lingue più il latino e il greco antico.
Tutte le mattine eravamo costretti ad uscire di pattuglia per
recuperare quei pochi contenitori che non si rompevano passando tra le maglie
della recinzione o che ODOACRE non riusciva a trasportare fino dentro alla sua
tana.
Ma ogni giorno mancava qualcosa e le scorte di contenitori
del Capo erano terminate. E il Capo incazzato.
“Capo” proposi “avrei un’idea.”
Con scetticismo mi invitò a proporla.
“Invece dei soliti, fragili, contenitori di plastica perché
non metti dei contenitori di ceramica o metallo? Sono più pesanti e, sicuro,
ODOACRE non ce la farà a portarseli via.”
Il Capo annuì, sorpreso per la genialità del mio pensiero, e
il giorno successivo si presentò con delle vecchie zuppiere di simil
porcellana, macchiate e sbeccate, e vecchie pentole e pentolini scrostati o
mancanti di un manico.
Diventarono subito i nostri nuovi contenitori per acqua e
crocchette antiscippo, da esterno.
Dopo sette giorni non ne era rimasto uno.
“E no, cazzo!” il commento del nostro umano “Ora rimanete
senza ciotole esterne fino all’estinzione della Colonia!”
Niente ciotole; niente cibo né acqua. Per noi e per ODOACRE.
Mi dovetti inventare una pietosa bugia.
“Capo, il problema è un altro.”
“Spara.”
“ODOACRE è fidanzato con CONCETTA e stanno mettendo su casa
per sposarsi. Non hanno nulla e anche una vecchia pentola può servire.”
Il Capo comprese e, finalmente, lasciò spazio al suo nobile
lato umano.
Detraendo la spesa dal nostro budget acquistò, a prezzi di
saldo, un servizio di piatti e tegami completo e nuovo per la novella coppia di
sposi.
Ogni pomeriggio riempiva un pezzo con della crocchette e lo
lasciava in bella mostra; il giorno successivo era sparito.
In poco più di un mese ODOACRE si portò a casa un quintale
tra pentole, piatti e bicchieri (più il loro contenuto commestibile).
Poi, l’altro ieri, il patatrac.
LILLA, la cagnetta del contadino, che è costretta a fare
piccoli lavori in nero per contribuire alle casse domestiche, è venuta a fare
volantinaggio nel piazzale del convento e un volantino lo ha lasciato sotto al
tergicristallo della Panda del Capo.
Il Capo lo ha tolto mentre se ne stava andando, gli ha dato
un’occhiata di sfuggita prima di accartocciarlo e lanciarlo come un gioco a
RALF.
Poi si è fatto serio, è scattato, ha sgambettato RALF e ha
recuperato la palla di carta dispiegandola.
“ODOACRE STORE – SVENDITA CASALINGHI – SCONTO 50%!” ha letto
gridando.
“MALEDETTOOOO!”
SAETTA, l'Eterno Ritardatario |
Nessun commento:
Posta un commento