VESPASIANO - Aprile 2009 |
La storia de I Gatti di Monte Malbe, due bande di felini semirandagi che hanno adottato un umano in cambio della loro sussistenza giornaliera. (Vai a Presentazione)
domenica 31 agosto 2014
sabato 30 agosto 2014
venerdì 29 agosto 2014
ARRIVI & PARTENZE
Ci eravamo lasciati sulle condizioni di MAGOO con il detto
‘Finché dura fa verdura…’ ma il temuto momento è arrivato e anche se ho avuto
diversi mesi per prepararmi non riesco ad ignorare quella sgradevole sensazione
di tristezza che ti cala addosso come un macigno.
Ieri l’ho portato all’ultimo viaggio, dai veterinari, e ho
assaporato ancora quell'odiosa sensazione di chi deve decidere sulla pelle
degli altri.
MAGOO è stato un grande, sia in Colonia che alla Reggia.
Un gatto con una dignità sconosciuta al genere umano.
Altre parole non servono.
Ciao MAGOO!
giovedì 28 agosto 2014
ANNUNCI & DEDICHE
SIAMO PRONTI PER L'ADOZIONE!
MINA - tricolore femmina |
RINGO - bianco/tigrato maschio |
DASH - bianco/nera femmina |
Sono spulciati, sverminati e fatto il 1° vaccino.
Contatti con mail del blog: colonianuova@gmail.com
mercoledì 27 agosto 2014
martedì 26 agosto 2014
IL SOLARIUM LETTERARIO
VUOTO A PERDERE di Favio Bolo
9a puntata
Quello iettatore di ZORRO ci aveva azzeccato!
Temporali, grandine, rovesci improvvisi (manca solo la
tromba d’aria) si sono abbattuti su Monte Malbe costringendoci alla lettura
indoor (anziché sul tetto, pardon: solarium) con PALLUCCHINO fuori alle
intemperie per la sua avversione atavica a Favio Bolo.
Gli fa compagnia WAFER allontanato dalla casetta per via
delle sue mefitiche flautolenze.
Proseguiamo la lettura.
CAPITOLO
13
Un boato, nella mia testa. Sembra che mi
scoppi il cranio e tutta l'acqua delle Cascate delle Marmore mi si riversi dentro
con violenza e fragore. Sento le gambe cedere, faccio fatica a respirare, un
freddo polare mi attanaglia il corpo. Barcollo, mi aggrappo istintivamente ad
un ripiano della libreria ma scivolo. Sono un corpo molle e inanimato. Riesco
ad evitare la caduta mentre sento delle voci.
-Oddio! Andrea! Che ti
succede?
-E' svenuto! Presto,
Vanessa vai a prendere dell'acqua fresca!
-Andrea, Andrea …
rispondi! Mi riconosci?
Faccio cenno di sì con
il capo e, con fatica, mi rialzo.
-Sei bianco come un
foglio di carta!
-Soffre di sbalzi di
pressione? - chiede Serena.
Riesco a raggiungere un
divanetto e mi siedo. Nascondo il viso tra le mani, poi farfuglio.
-Cosa ha detto? -
rivolgendomi a Serena.
-Cosa ho detto? -
stavolta è Serena che si rivolge ad Antonella.
-Di quella foto, - gliela
indico.
Serena mi guarda
spaventata: -Pogo. Pogo con Giorgio.
-Giorgio … come?
Ancora più perplessa
Serena guarda preoccupata Antonella, mentre Vanessa mi porge un bicchiere di
acqua che tracanno avidamente.
-Giorgio … come si
chiama? - replico.
-Giorgio … Giorgio Gaddi,
- risponde timidamente Serena.
Stringo di nuovo il viso
tra le mani.
-E' lui! E' lui!
L'anello mancante! L'anello di giunzione! - quasi piango, mentre lo dico. -Io
stavo indagando su lui. Giorgio Gaddi! Mi hanno sparato per questo!
Serena passa lo sguardo
su Antonella e le domanda: -Ma … è normale?
-Sì! Sono normale! - rispondo
quasi incazzato. Mi hanno sparato per
colpa sua!
-Calma un attimo, - fa
Serena tornandosi a sedere dietro alla sua scrivania , -mi spieghi bene. Credo
che lei si stia sbagliando.
Riprendo fiato alcuni
secondi e riorganizzo tutti i dati che il mio cervello ha ritrovato.
-Per lavoro ho
conosciuto due donne. Una certa Domiziana e una mia ex collega, Agata. Sempre
per lavoro ho preso informazioni su di loro ed è uscito il collegamento con
un'altra donna. Un capitano dei Carabinieri.
-Francesca, - annuisce
Serena.
-Brava! Il capitano
Francesca Coletti. Francesca e Agata sono state trasferite improvvisamente a
Perugia dalle sedi dove lavoravano. E, prima di trasferirsi, hanno incontrato
la fidanzata di Giorgio a Venezia. L'avvocato Silvia Pisani.
-La nana, - puntualizza.
-La nana?
-Sì! - continua Serena.
-Tra amici la chiamavamo così.
-Tutto questo mi è
sembrato molto strano e ho approfondito le indagini. Ho scoperto che a
Domiziana è stato cancellato un procedimento per sfruttamento della
prostituzione su richiesta del capitano Coletti e Giorgio Gaddi era colluso con
la mafia.
-Alt! Un attimo! -
interrompe Serena, ma non la ascolto.
-Intanto da Roma mi sono
arrivati segnali di mollare questa indagine personale. Per qualche giorno ho
lasciato perdere perché avevo qualcosa di più urgente da fare, poi, quando
stavo per riprendere le indagini mi hanno sparato. E' stato lui il mandante!
Serena scoppia in una risata.
La guardo, il momento per me è drammatico, e quella ride.
-Innanzitutto se doveva
spararle, Giorgio l'avrebbe fatto di persona, non avrebbe delegato nessuno, - replica con calma.
-Era un killer della
mafia?
-Ma mi faccia il
piacere! Giorgio le avrebbe sparato, ma non per queste stronzate! Poi non le
avrebbe sparato alle spalle e alla testa!
-E dove? - chiedo
curioso.
-Alle rotule. Giorgio
sparava alle rotule, - puntualizza. -Se le avesse sparato Giorgio, lei stava
qui su una sedia a rotelle.
Sono sorpreso, mi sta
confermando tutto e in più mi dice che questo Giorgio sparava pure alle
persone. Ma alle rotule!
ma chi cazzo era questo Giorgio Gaddi?
-Quello che ha raccontato
su Giorgio, - prosegue, -è fondamentalmente corretto. Le sue deduzioni, invece,
sono completamente sbagliate.
-Chi lo dice? - faccio
piccato.
-Io! che l'ho conosciuto
meglio di tutti, - risponde altrettanto piccata.
-E' una storia
incredibile!, - interviene Antonella.
-Potrebbe esserlo! -
risponde sorridendo Serena. -Ma mi spieghi,
-rivolgendosi a me. -Che lavoro faceva, lei?
-Lasci perdere, -rispondo. -Mi parli di Giorgio, invece.
Serena ci pensa un
attimo.
-Potrei, - dice, -per
farla contento. Potrei spiegarle tutto per filo e per segno. E anche di più.
-Allora cominci!
-Non ora, - sorridendo. -Prima
dobbiamo fare un accordo.
La guardo con fare
interrogato.
-Io le parlo e documento
la vita di Giorgio, lei lascia i gatti dove stanno. Tutto qua.
-Che c'entrano i gatti?
-Che c'entra Giorgio?
Ci penso qualche
secondo.
-Resta inteso, -
prosegue, -che continueremo noi a sfamarli e curarli. E le posso assicurare che
se dovesse arrivare qualche nuovo ospite provvederemo subito a spostarlo in
un'altra struttura. La trasformerò in una colonia a termine.
Continuo a pensare
mentre la ascolto.
-D'accordo? - conclude,
guardandomi col sorriso trionfante.
-Ok, - faccio. -Quando
cominciamo?
-Domani pomeriggio, stessa
ora, poi rimanete a cena. Antonella, mi raccomando: il tutto deve rimanere tra
noi.
-Promesso, - assicura
Antonella.
-Io non le prometto
nulla, - replico.
-Lei non mi preoccupa.
Sulla strada del ritorno
sono confuso e disperato. Un potente mal di testa non mi permette di
concentrarmi sulla situazione. E neppure Antonella me lo permette.
-Stasera noi due
dobbiamo fare una profonda chiacchierata, - dice. -Fotocopie! Io faccio
fotocopie, mi hai sempre fatto credere! E' ora che ti apri e mi parli un po'
della tua vita del cazzo.
Continuo a guardare, con
lo sguardo vuoto, la strada davanti a me.
-Poi, - prosegue,
-voglio conoscere qualcuna delle tue vecchie indagini. Quello per me … e per il
mio lavoro.
-Scordatelo, - rispondo
secco.
-Dopo aver beccato
cinque pallottole in corpo, di cosa altro hai paura? - chiede con tono di
sfida.
-Della sesta.
La sera non la assecondo
con le mie memorie. Neppure lei mi asseconda, scopro che il mio mal di testa è
contagioso.
Il pomeriggio torniamo
da Serena.
andiamo a svelare quello che non dovevo scoprire
Serena ci accoglie
tranquilla e serena, scusate il gioco di parole.
-Innanzitutto è bene
cominciarsi a dare del tu e sgombrare il campo da precedenti attriti, - inizia.
-Quindi voglio farti una piccola premessa su quando andrai a conoscere. Giorgio
era una persona estremamente pacifica.
-Che sparava alle rotule
della gente, - puntualizzo.
-Aveva le sue buone
ragioni, lo scoprirai e condividerai la sua reazione, - chiarisce. -Una persona
ricca, anche di generosità, e basta vedere cosa ha permesso di fare.
-Gatti, cani …, - la
interrompo, -e i bambini del Kenia, come c'entrano?
-Anche quello è
collegato alla storia, - precisa. -Comunque, bando alle ciance! Sul tavolino
vicino a quella poltrona c’è un diario scritto da Giorgio. Le ultime pagine le
ho scritte io, dopo la sua morte.
-E’ autentico?
-Sì. Ho infranto un
patto. Giorgio aveva espresso la volontà che dovevo bruciarlo dopo averlo
letto. Non l'ho fatto.
-Perché?
-Per una forma di
rispetto nei suoi confronti.
Si ferma per bere un
bicchiere di acqua, poi prosegue.
-Ti prego solo di non
includere nelle tue valutazioni le esperienze strettamente personali di Giorgio
e rispettare la privacy delle persone collegate. Detto questo, ti lasciamo alla
tua lettura! Io e Antonella andiamo a passeggiare e chiacchierare un po'.
-Ma … - fa Antonella.
-Niente ma: la cosa
riguarda solo lui. Andiamo.
Mi trovo finalmente solo
con la verità. Ammesso che lo sia.
Comincio la lettura del
diario.
WAFER sbrana la busta con le scatolette di bocconcini vuote |
lunedì 25 agosto 2014
domenica 24 agosto 2014
sabato 23 agosto 2014
venerdì 22 agosto 2014
VECCHI, INDIMENTICATI AMICI
GEDEONE
Arrivato dalle nebbie invernali del 2008 alla Reggia chissà
da dove.
Timido ma curioso, affamato ma esigente, ha deciso subito
che la Reggia era il suo posto ideale; la meta finale del suo lungo girovagare.
Ma gli altri inquilini pelosi non erano dello stesso avviso.
Per la prima volta vidi i felini di casa concordi e compatti
nel voler cacciare via il nuovo arrivato, eppure non era prepotente e neppure
attaccabrighe.
Era solo intero e aveva qualche problema ai polpastrelli
delle zampe anteriori; camminava in maniera strana e talvolta zoppicava.
I polpastrelli erano sani, forse un po’ troppo consumati,
per il resto la sterilizzazione avrebbe sancito ufficialmente il suo ingresso
tra i Gatti della Reggia.
Insieme alla sterilizzazione arriva anche la brutta notizia
che GEDEONE è FIV+ e il problema ai polpastrelli, peraltro risolto con
antibiotici, è uno dei sintomi che il problema comincia a manifestarsi.
A maggior ragione pretendo e mi incazzo con i più
intransigenti affinché GEDEONE viva la sua vita tranquilla tra quattro mura.
Ma non riesco ad ottenere la sua accettazione; è incredibile
come tutti i gatti (nessuno escluso) lo scaccino e lo attacchino in qualsiasi
momento e luogo.
Mai vista una cosa simile.
Decido per fargli risolvere i problemi tra loro, infatti
GEDEONE, dopo pochi mesi è costretto ad emigrare, di nuovo chissà dove.
La cosa curiosa è che ogni domenica e giorno festivo si
presentava puntuale all’ora di pranzo ed esigeva dalla suocera un piattino col
pollo arrosto sminuzzato.
Quattro coccole e quattro testate dopo il pasto e GEDEONE
spariva per altri giorni, fino alla prossima festività.
E’ andato avanti così per qualche mese e gli altri gatti lo
tolleravano, almeno per il tempo del pasto e dei saluti.
Poi una domenica non è venuto, neppure la successiva e
quella dopo ancora.
Non l’ho più rivisto né ho saputo che fine abbia fatto ma
rimane il fatto che:
‘Finché non si trova
il cadavere, il gatto è vivo’
Ciao GEDEONE, ovunque tu sia c’è sempre un piattino col
pollo arrosto che ti aspetta alla Reggia!
GEDEONE E LE SUE POSE PLASTICHE
giovedì 21 agosto 2014
STORIA DELLA COLONIA
CI VUOLE FANTASIA!
Un pomeriggio, dopo l’arrivo dell’ennesimo pacco dono con
due microscopici diavoletti rossi, vedo il Capo crollare stremato su una
panchina.
“Non ne posso più” mormorò con un filo di voce.
“Dai” cercai di rincuorarlo “Ce la faremo come ce l’abbiamo
fatta con gli altri!”
“Non credo di riuscirci, stavolta” confessò “E troppo anche
per me!”
“Via… sono solo due, poteva andare peggio!”
“Già, ma che nome gli mettiamo a questi due? Ho esaurito
anche la fantasia”.
Rimasi perplesso a quella esternazione: il problema era
quello di trovargli un nome, mica altro! Per il Capo, infatti, vale il detto
che ‘Dove c’è da mangiare per 30, ce n’è anche per 31’ ed era così che eravamo
arrivati alla soglia dei 40 residenti alla Colonia.
Quella dei nomi per i nuovi arrivi era la sua vera sfida.
Aveva sospeso la serie dei sommergibili italiani della
seconda guerra mondiale (TAZZA, ARCHIMEDE, BARBARIGO, SCIRE’, GONDAR, ed altri
di cui non ho ancora parlato).
Aveva praticamente terminato pure le strade consolari romane
(EMILIA, APPIA, FLAMINIA, CASSIA, AURELIA, SALARIA).
Per cinque micro pulciosi che era dovuto andare a recuperare
a chilometri di distanza dopo l’avvistamento, e relativa notifica telefonica,
in mezzo a un campo aveva rispolverato i
nomi dei mezzi commerciali Fiat degli anni ’70 (DAINO, CERBIATTO, ORSETTO,
LUPETTO e TIGROTTO, anche se un paio erano femmine).
Ai singoli abbandoni aveva riservato dei nomi estemporanei,
quello che gli passava per la mente, ma almeno aveva il buon senso di mettere
nomi maschili ai gattini e femminili alle gattine (CLINT, TADDEO, ASPIRINA,
DODO).
Per l’ultimo terzetto, visto che oramai era agli sgoccioli
dell'immaginazione, aveva saccheggiato i programmi televisivi (BIM, BUM, BAM).
Eravamo tutti perplessi ed impotenti; il grande terrore era
che un giorno arrivasse a chiamare dei nuovi arrivi Rin Tin Tin, Pluto o Rex.
I due nuovi rossi, solo dopo scoprimmo che erano rosse tutte
e due, brillavano per il loro totale rifiuto al contatto umano. Il Capo
sosteneva che non le avevano abbandonate nella solita maniera, ma paracadutate
direttamente in Colonia.
Una delle due, la più microscopica, presentò subito il suo
biglietto da visita al Capo. Mentre cercava di prenderla, con mossa fulminea,
fu lei ad acchiappare la sua mano con i suoi piccoli ma aguzzi dentini e gli artigli modello Gillette.
Fu un bagno di sangue (del Capo), per una settimana dovette
viaggiare con la mano destra fasciata e gonfia come un cocomero.
“Ma che cazzo!” commentò “Siete due flagelli dell’umanità!”
ATTILA (la sanguinaria) e la sorella TOTILA vennero così
battezzate.
LA PICCOLA SANGUINARIA ATTILA Colonia Vecchia - Ottobre 2007 |
mercoledì 20 agosto 2014
VARIE ED EVENTUALI (tutto quello che si può rubare dal web)
UNA LODEVOLE INIZIATIVA
https://www.facebook.com/oasideimicifelici?ref=ts&fref=ts
martedì 19 agosto 2014
LE NOSTRE FOTO (segnaletiche)
QUESTURA DI PERUGIA
NOME - ATTILA
SESSO - F (sterilizzata)
ETA' - Classe 2007 (Deceduta per insufficienza renale - 11 dicembre 2016)
RESIDENZA - Colonia Nuova di Monte Malbe
PROFESSIONE - Cacciatrice della Colonia
MANTELLO - Rosso trigrato
OCCHI - Due (giallo-verdi)
ZAMPE - Quattro
CODA - Sì (rossa tigrata)
CARATTERE - Non socievole con gli umani (Capo escluso)
INTERESSI - Tutto ciò che si muove e può essere cacciato
SEGNI PARTICOLARI - Spesso ha la bocca sporca di sangue (altrui)
lunedì 18 agosto 2014
domenica 17 agosto 2014
TEMPO DI MISS - 1a parte (La versione del Capo)
LA CUCCIA DEL CAPO
“Dove sta ‘Tutti al Mare’? chiede la Signora rovistando
nella busta della spesa.
“Al mare…” rispondo scoglionato e incazzato per l’ora di
fila subita all’unica cassa aperta del supermercato “Dentro, sta! Guardaci
meglio e lasciami in pace col mio caffè!”
“Non c’è” il lapidario commento.
“Non è possibile!” insisto “Ho fatto pure la figura del
coglione mentre pagavo quella ridicola
rivista alla cassa. Quella simpaticona di cassiera ci ha fatto pure il sorrisino
su! Ma andasse a vaffanculo, lei e la sua cassa!”
“Non ti innervosire, ma la rivista non c’è.”
Dopo il quarto, no, quinto! caffè della mattina devo
accendere la settima, no, ottava! sigaretta per sfruttare il benefici che la
nicotina apporta alla concentrazione del pensiero e ripercorro mentalmente
l’ultima ora trascorsa.
Il composto cancerogeno funziona alla meraviglia e domando:
“Le bollette della luce e dell’acqua ci stanno?”
“No”
“Allora sono rimaste in Colonia, insieme a quella cazzo di
rivista” puntualizzo “Ho dovuto vuotare tutta la borsa della spesa che mi ci
erano cadute dentro le chiavi della casetta”
“Ora vai su a riprenderla”
“Neppure per sogno! Sono stanco, sudato e ho una mucchia di cose da fare. Te la
riporto nel pomeriggio”
“E se la rubassero?”
“Chi? Giusto i gatti! Trovami un’altra persona che si
abbassi a leggere quelle stronzate!”
“Quelle stronzate vendono due milioni di copie a settimana”
“Apposta l’Italia è ridotta così…” mormoro “Comunque ora ho
da fare”
“Mandaci qualcuno”
“Sì, il maggiordomo!” poi un’altra scarica benefica
all’intelletto dell’ultimo tiro della sigaretta “CESAREEE!!!”
Il malconcio trippone si presenta all’istante convinto di
ricevere il suo solito premio (per cosa, lo sa solo lui).
“CESARE, per favore, saliresti in Colonia a riprendere la
rivista e le bollette che ho lasciato là?”
“Tre” risponde.
“Tre, cosa?”
“Gourmet Gold al pollo”
“Sti cazzi! Due cucchiaiate, di quello che c’è”
“Due Gourmet Gold al pollo” rilancia.
“Uno”
“Vada, anticipato!”
“No, metà ora e l’altra metà al ritorno con la merce”
“Guarda che mica lo stai assoldando per un omicidio”
commenta la Signora.
“Per cinque Gourmet Gold al pollo CESARE farebbe pure una
strage”
“Omicidio, dieci Gourmet Gold al pollo. Strage, un cartone
intero da ventiquattro” precisa il novello gatto da riporto.
“Sbrigati ad andare su altrimenti ti ci mando a calci nel
culo”
“Capo” fa il peloso trippone toccando con la coda un
coltellaccio da cucina e indicando con gli occhi la Signora “Un’idea l’avrei…”
CESARE QUESTUANTE AL FINESTRONE DELLA TERRAZZA |
sabato 16 agosto 2014
venerdì 15 agosto 2014
giovedì 14 agosto 2014
CAT'S STORY
MIKI (da Foligno)
MIKI si è offeso: dice che non parlo mai di lui perché è
troppo vivace, quasi dispettoso. Non a caso è considerato il Discolo della
Reggia.
MIKI è un Gatto di Monte Malbe per caso, frutto della
restituzione di svariati favori avuti da un’amica animalista di Foligno.
Lo vidi inizialmente la prima domenica di agosto del 2011 al
mercatino di Pissignano. Era dentro una gabbia, insieme ad un altro gattino
più piccolo, allo stand della mia amica in attesa di un’improbabile adozione.
Era stremato dal caldo e respirava a fatica, anche perché aveva problemi
respiratori conseguenti alla sua tribolata infanzia.
Era stato raccolto dentro un cassonetto della spazzatura a Foligno,
morente, con vermi e mosche che avevano cominciato a spolparlo. Ma la pazienza
e la perizia del gruppo di fanciulle animaliste di Foligno e le cure del
veterinario l’avevano rimesso (quasi) in carreggiata.
Era seguita una lunga degenza in stallo e quella domenica
era il suo esordio pubblico alla ricerca di una famiglia tutta per lui.
Ma l’altro micetto, più piccolo, più bello e più sano aveva
vinto la competizione aggiudicandosi l’unica persona disposta ad un’adozione.
MIKI era rimasto solo nella gabbietta, accaldato e
ansimante.
‘Quello a domani non ci arriva’ fu in sintesi il mio
pensiero mentre salutavo l’amica e proseguivo il tour tra le bancarelle.
Il mese successivo, il piccolo lacrimoso (altro postumo
della permanenza nel cassonetto) MIKI era ancora là, stavolta in compagnia di
un terzetto di batuffolosi fratellini. Spiccava la sua mole, al confronto dei
ben più giovani concorrenti all’adozione.
Perse ancora: i tre si involarono con i nuovi genitori e lui
rimase, solo, dentro alla gabbia con lo sguardo perso e sfiduciato.
Poi la telefonata dell’amica: “ A Se’! Ho un problema con un
cucciolo, non può rimanere più in stallo e non riesco ad affidarlo. Ha dei
postumi di una malattia infantile e non posso immetterlo in Colonia, hai posto
a casa?”
Considerando che all’amica avevo portato intere cucciolate
abbandonate in Colonia e le aveva fatte felicemente adottare, non potevo negare
la collaborazione.
Così, da Foligno, arrivò il cucciolo MIKI, sempre vissuto
dentro un piccolo appartamento che si scatenò subito alla vista del giardino,
del bosco e della libertà di giocare con altri gatti.
Insieme alla sterilizzazione risolse in parte il problema
agli occhi ma, ancora oggi, MIKI sembra un gatto cinese ed è facile alle
lacrime.
Ora è il Discolo della Reggia; sempre pronto a trascinare,
anche i vecchi e gli infermi, nei suoi scellerati giochi e a punire gli umani
per qualche rimprovero ricevuto con l’immancabile pisciata sulle scale, che è
diventata la sua firma d’autore (come un pittore famoso).
MIKI Il Discolo della Reggia |
mercoledì 13 agosto 2014
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