DIARIO DI BORDO
L’essere Capocolonia comporta degli indubbi, piccoli
privilegi: un piattino con paté di qualità superiore, la spazzolata domenicale
al pelo, l’avere la propria panchina sempre a disposizione e non dover
sottostare ai pubblici rimproveri del Capo. Tale posizione, per contro,
comporta anche diversi doveri e obblighi insiti nella carica stessa, più uno
non scritto ma che è il più importante: l’esempio.
Capocolonia non si diventa con la maggioranza dei voti alle
elezioni (ma sembra che succeda anche in altri vicini luoghi), neppure per
anzianità di servizio; lo si è riconosciuti dagli altri componenti della
comunità. E, per onorare la responsabilità e non deludere gli altri colleghi,
dare l’esempio anche sulle cose più banali è indispensabile. Gli altri si
aspettano da te l’esempio di cosa fare e non fare, di come comportarsi nei vari
frangenti della vita di colonia. Non li puoi e devi deludere e, spesso capita,
devi saper rinunciare anche a dei tuoi benefici per dimostrare agli altri
quello che è giusto o no.
Belle parole! direte voi umani: ma i fatti?
I fatti ci sono, quotidianamente o quasi. A cominciare dai
nuovi cuccioli della Colonia: hanno subito imparato che la casetta di legno è
il posto più comodo e sicuro per dormire e lì si rifugiano quando sono stanchi
di giocare nel bosco. Naturalmente hanno scelto come letto la mia cuccia
personale. Ho interpretato il gesto come un tacito riconoscimento e un
desiderio di ulteriore protezione. Mi sono adeguato alla situazione, traslocando
in un’altra cuccia vicina. Gli altri hanno sicuramente capito che ho sancito
ufficialmente il loro ingresso in Colonia come componenti effettivi e come
tali, essendo i più deboli, hanno bisogno della protezione del gruppo.
Questo è un piccolo esempio, il più recente. E la cosa è
stata apprezzata dal Capo, che pur essendo un umano considero oramai quasi
completamente felinizzato.
Tutto questo preambolo non per dimostrare qualcosa a
qualcuno ma per sottolineare un aspetto indispensabile per la vita quotidiana:
l’esempio deve venire sempre dall’alto.
Scorrendo le varie notizie dei quotidiani ho notato che da
voi umani non succede la stessa cosa (a parte i capi non eletti ma neppure
riconosciuti tali) anzi, succede esattamente il contrario!
Dall’alto arriva spesso il cattivo esempio, ma col monito
che non bisogna comportarsi così!
Come dire: ti faccio vedere come rubo le caramelle, ma TU
non lo devi fare!
Con questi presupposti non credo siate in grado di
sviluppare un modello sociale che possa avere una prospettiva di futuro felice
anzi, sospetto che vi stiate autodistruggendo
come popolo e nazione.
Come dite? Ah… Ma noi siamo italiani! Abbiamo sempre l’asso
di riserva nella manica! E siamo un popolo di geni, santi, poeti e navigatori.
Lasciamo perdere i geni (so’ scappati all’estero), i navigatori (Internet?) e i
poeti che non se li caca più nessuno.
Rimangono i santi. Significa che state aspettando il treno
da Lourdes carico di miracoli?
Su ragazzi (umani) non fatevi inutili illusioni su possibili
e presunti miracoli, ricordate che anche l’Impero Romano, con ben più storia di
questa insulsa Italietta (definita da Metternich "solo un'espressione geografica"), alla fine è sprofondato nella merda.
Cominciate a dare e, soprattutto, richiedere il buon esempio
da chi ha la pretesa di comandarvi e decidere del futuro, vostro e dei figli.
Fateli spostare, se necessario, dalla loro comoda e consolidata cuccia e fate
quadrato per non subire ingiustizie.
“TAZZA… ” sento il Capo mormorarmi “evita di parlare di
politica, che i vostri lettori potrebbero non gradire.”
“Ma Capo, questa è educazione civica, mica politica!”
Lo vedo riflettere piuttosto perplesso sulla mia risposta
mentre mette dentro la mia nuova cuccia la coperta che preferisco.
Grazie, Capo!
AGOSTINO e POLVERE ancora nella cuccia tra i castagni |
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