PIPU
20 maggio 2012, domenica.
C’è la consueta Messa pomeridiana alla chiesa del convento e
il solito gattaro si appresta a riempire la tanica dell’acqua alla fontanella
per i randagioni della Colonia.
Mentre aspetta lancia l’abituale richiamo per gattini
piccoli; vuole controllare se ce ne fosse qualcuno abbandonato di fresco.
Solitamente al richiamo rispondono ghiandaie, merli,
INTREPIDO e anche cani di piccola taglia, ma stavolta la risposta è quella
temuta: specie animale, razza felina, età poche, molte poche settimane.
Lo individua subito, è dentro al locale con le grate sopra
ai dormitori della Colonia Vecchia, ma non è visibile.
Il nostro gattaro è attrezzato all’evenienza con piccolo
specchio che infila tra le grate e scandaglia ogni remoto angolo come il sonar
di un sommergibile.
Lo vede: piccolo, piccolissimo, bianco e nero. Strilla come
un’aquila.
Cerca di raggiungerlo con la mano ma non ci riesce. La sua
preoccupazione è doversi abbassare a chiedere ai frati di farlo entrare nel
convento e aprirgli la porta del locale.
Il piccolo è sveglio, però. Si attacca al mignolo e comincia a succhiarlo. Qualche contorcimento e due dita della mano del
gattaro lo afferrano per la testa e lo tirano fuori da quella prigione.
“Cazzo! E’ tutta testa!” il commento irriverente del
salvatore che sta già pensando di battezzarlo TUTTATESTA.
Ma la provvidenza ci mette una pezza e l’ipotesi è scartata.
“PIPU!” l’esclamazione del gattaro “Ti chiamerò PIPU!”
“Veramente preferirei TUTTATESTA” la replica del piccolo
bianco e nero.
E PIPU fu.
Fu allattato amorevolmente dal gattaro (col biberon, eh!),
poi svezzato.
Alla quarta polo che gli aveva distrutto ciucciandogli il
colletto PIPU fu estromesso dalla Reggia e relegato nel garage con la truppa.
Il trauma non venne mai superato.
Ancora oggi PIPU passa le giornate davanti al finestrone
della vicina (quella di TEMPESTINA) ad elemosinare una ciotola di Sheba. Poi
torna davanti al finestrone della Reggia ad elemosinare una ciotola di Gourmet
Gold (qualsiasi gusto va bene). Infine torna nel garage della truppa ad
elemosinare una ciotola di Whiskas (possibilmente pesce).
E’ diventato quadrato a forza di elemosinare e ricevere ma
ancora nutre un profondo affetto per il gattaro salvatore. Ogni volta che lo
chiama urlando nel bosco lui comincia a miagolare come un antifurto impazzito e
corre dal suo umano, sperando che lo chiami per elargirgli una ciotola di pollo
arrosto a tocchetti.
PIPU con l'espressione contrita da perfetto questuante |
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