mercoledì 20 novembre 2013

STORIA DELLA COLONIA

 


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Sono arrivati i primi commenti al nostro blog, insieme alle prime critiche, suggerimenti ed insulti. Ancora nessuna querela o minaccia di azione legale, per cui posso già ritenere l’inizio positivo.
Una critica, abilmente mascherata da suggerimento, mi ha colpito: “Ma è possibile conoscere la storia della Colonia felina protetta di Monte Malbe?”
Niente di più facile, gentile internauta!
C’è solo un piccolo problema: la mia memoria della Colonia inizia dall’autunno 2005, quando mi ci abbandonarono. Alcuni episodi e aneddoti mi sono stati raccontati da SMERALDONE, l’allora Capocolonia, e dagli altri pochi randagi presenti, denominati in blocco Lo zoccolo duro della Colonia. Per il resto so poco, quasi nulla.
Ma un collega potrebbe aiutarmi: PALLUCCHINO, il Professore della Colonia.
Quando gli parlo della richiesta e spiego come mi piacerebbe esaudirla lo vedo togliersi gli occhiali ed esclamare: “Fantastico! Le ricerche storiche sono la mia passione!”
Dal giorno successivo comincia ad alzarsi all’alba ogni mattina, salire sul piazzale del convento ad aspettare il primo buxi della giornata e tornare a tarda sera.
Dalla scuola comune delle Colonie feline di Monte Malbe vengo a sapere che si era preso un periodo di aspettativa.
“Si sarà fatto l’amante in città”, penso tra me, ma PALLUCCHINO a perdere tempo con una gatta cittadina non ce lo vedo proprio.
Dopo pochi giorni l’arcano si svela.
“Vedi”, dice appoggiando vicino ai miei quotidiani un voluminoso fascio di fogli ricchi di appunti scritti con la sua inseparabile stilografica, “risalire alla storia della nostra Colonia sarebbe anche facile ma il problema è che la storia ufficiale, quella che trovi su tutti i libri, la scrivono inevitabilmente i vincitori, i potenti del momento.”
Lo guardo perplesso: “Cosa significa?”
“Partiamo dai primi dati certi”, prosegue. “Il convento fu fondato nel 1535, come dicono i testi storici. Quello che non dicono, invece, è che per far posto all’opera fu sfrattata una comunità di gatti selvatici che si era insediata nella chiesetta di Santa Caterina, già preesistente. Basta fare delle ricerche agli archivi storici felini di stato e la verità viene a galla.”
“Non ti seguo.”
“Semplice! Tutto ciò dimostra che noi, come Colonia, c’eravamo prima dei frati. E loro ci hanno sfrattato.”
“E’ un vizio atavico allora!” commenta EMILIA che ascolta facendo finta di sonnecchiare.
“Sì, PALLUCCHINO, va bene!” replico. “Ma io volevo notizie fresche, gli ultimi 15-20 anni al massimo!”
“Allora non ti interessano neppure gli appunti degli studi archeologici sugli scheletri di gatti selvatici annegati nel Lago Tiberino che stava proprio qua sotto nel periodo pliocenico?” osserva con una punta di delusione. “E neppure il trattato di Tacito su la Historia Colonia catus silvestris Monte Malbis?”
“Come no! Lasciami tutti i tuoi appunti che ci studio sopra e vedo di ricavarne una ricca prefazione alla storia moderna della Colonia.”
PALLUCCHINO deposita il pesante incartamento e si ritira, soddisfatto, nella sua cuccia a godere il meritato riposo.
Chiamo LIRA, la segretaria della Colonia.
“Metti tutto in archivio”, le ordino.
LIRA si allontana sbuffando per il peso degli appunti e li deposita dentro al bidone dei rifiuti della Colonia.
Si fa a modo mio:


“Era il 30 settembre 2005…

La COLONIA VECCHIA (agosto 2009) - Eravamo ancora dei randagi primitivi

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