Seconda puntata di quello che ti aspetta se hai troppi gatti in casa durante l'inverno.
Avevo appena accennato al risveglio in una casa invasa dai miasmi delle deiezioni notturne dei gatti durante la notte. Il risveglio, appunto...
E' una delle azioni più dolorose per chi ha una certa età.
La premessa è che una volta, una volta, la camera del Capo era off limits per i gatti, una specie di isola solitaria e felice.
Poi è arrivato PIPPO, uno dei due gatti di ritorno. PIPPO ha sempre dormito sul lettone con la sua umana e non vede perché ora debba cambiare abitudine. Poi mettiamoci che PIPPO è rimasto profondamente segnato dal cambio di vita e dalla numerosa presenza di suoi simili. Ergo vuole stare in camera, sul lettone, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ho provato a mediare e cercare un accordo: col sole stai in camera, sul lettone, ma col buio te ne vai fuori.
Mediazione più difficile di Gaza o dell'Ucraina. PIPPO, sbattuto fuori, ha iniziato a miagolare ininterrottamente durante la notte. Se smette di miagolare gratta la porta: impossibile prendere sonno, si apre al prepotente nevrotico.
Ma non si può chiudere, a patto di inserire un'altra cassetta igienica nella camera per la notte, l'ultimo dei miei desideri. Quindi la porta rimane aperta, a tutti. E se PIPPO entra, perché non dovrei entrare anche io? E' il dubbio degli altri gatti.
Va a finire che ci si ritrova in 10 sul lettone, stile orgia. Certo, un poco di calore, scambiato reciprocamente fa piacere a tutti e il Capo diventa una centrale termica che scambia in maniera egregia!
Un gatto a sinistra, uno a destra, uno in mezzo alle gambe, uno sopra la schiena che è il più pesante, sempre, e uno sulla testa a mo' di colbacco.
Il tepore si trasforma in caldo torrido, ogni movimento è limitato, respirare è un lusso. Finisce che la mattina, presto, anche troppo, ti svegli tutto incartato e per scendere dal letto e fare i primi movimenti ci vuole lo Svitol. Dolore lancinante delle articolazioni anchilosate, buio pesto che le civette si chiedono perché ti svegli così presto. Ma devi, se ti stendi ancora diventi di nuovo un materasso. In maniera rocambolesca riesci a farti un caffè, ma la colazione è posticipata a quella dei gatti che hanno perennemente fame. Colazione! Un fetido cornetto industriale che sa di segatura. Sono passati i bei tempi in cui la colazione era ricca, abbondante di zuccheri e proteine, e ti permetteva di affrontare con energia tutta la mattinata. Mangi poco e male, e quel poco che mangi ti permette di arrivare al massimo a mezzogiorno. Poi scatta il calo degli zuccheri, la sonnolenza e l'impossibilità di fare qualcosa. Pranzi, presto e torni a cercare di fare un pisolo, comodo. Spesso ci riesci ma il tuo bioritmo è oramai spostato. Alle 19 hai fame, molta. Mangi e torna la sonnolenza con i gatti che aspettano il momento magico che torni in camera. Se ti stendi sul divano, in perenne compagnia felina perché ai gatti piace la pallavolo, il calcio o quei rari documenti storici da vedere e ti addormenti ti sei condannato a morte. Quando ti trascini a letto sei già preda dei dolori articolari e stenti ad addormentarti, se ci riesci la mattina deve venire la gru dei pompieri ad alzarti.
Quindi, anche se fa piacere, evitate di invitare gatti sul vostro letto. Ne va della salute. Anche la socialità ne risente: anni fa avevo ripreso a giocare a burraco, più per evadere dalla routine che per competizione, ma il bioritmo oramai è impostato. Alle 22 ti si chiude il primo occhio, alle 22,30 il secondo, e alle 22,45 iniziano le cazzate al tavolo di gioco: un bimbo di 6 anni ne fa meno e il tuo compagno/a decide che è inutile sprecare le serate a prendere bastonate dalle solite 2 vecchie puzzolenti che barano pure, come se ce ne fosse bisogno. Diventi un paria, nessuno ti vuole più a fare coppia, nemmeno quel vecchio rincoglionito che neppure sa tenere le carte in mano e crede di giocare a scopa.
Meglio stare a casa, fai meno danni. Esci con raro amico al pub, e dopo 3 patatine 2 sorsi di birra già russi come ippopotamo. Non sei di compagnia, il vecchio Capo di un tempo è scomparso, consumato dentro e fuori dai gatti.
Non è una bella vita, però, sinceramente, non la cambierei.
In fondo preferisco la compagnia dei gatti a quella degli umani, sempre in ansia, pieni di problemi, spesso futili. Preferisco il solito annoso problema che si ripropone: arrivare a fine mese con le risorse necessarie per farci arrivare anche i miei amici a 4 zampe.
Dura la vita dei gattari, evitate di entrarci: i gatti ti succhiano tutto!
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