venerdì 24 aprile 2020

TEMPI DURI - La riconquista degli spazi vitali

In questo mondo paralizzato dall'emergenza COVID-19 la natura ne approfitta per riappropriarsi dei suoi spazi vitali abusivamente occupati dal genere umano.
Foto e video viaggiano nella rete con animali che girano indisturbati (o quasi) in quelle zone che una volta facevano parte del loro habitat; lupi che viaggiano tranquilli sui prati di monti troppo vicini alle città, meduse che nuotano allegramente nei canali di Venezia e fenicotteri a spasso per le vie cittadine, alcuni esempi.
La Reggia non è da meno, inserita in un contesto boschivo poco distante da centri abitati, è la classica occupazione abusiva umana di un territorio da sempre dominio di svariati animali selvatici: ricci, istrici, scoiattoli, puzzole, volpi, tassi, faine, daini e cinghiali, soprattutto.
Capita spesso di avvistarli casualmente e rimanerne meravigliati quando invece dovrebbero essere loro stupiti del fatto che un nuovo animale, e della specie più pericolosa, abbia invaso il loro territorio.
La regola vigente, almeno per me e per i gatti, è quella della pacifica convivenza: ok! vi abbiamo invaso la zona ma cerchiamo di coabitare senza spargimenti di sangue!
In questo periodo dove tutto si è fermato le visite, soprattutto notturne, dei naturali proprietari del terreno si sono moltiplicate; in primis quelle dei cinghiali, mandando a puttane il mio eterno progetto di creare un piccolo orto per autoconsumo.
Nella notte dovrebbe succedere di tutto; lo capisco dalla frenesia dei gatti per uscire a curiosare chi sta passeggiando intorno a casa, e la mattina quando trovo i risultati delle passeggiate degli ospiti notturni.


GIGIA in versione perito assicurativo
"Capo, qui sbrigati a sistemare tutto
ché se piove ti riempiamo la casa di fango!"

SAILA  è ironica
"Capo, non era qui che volevi piantare le patate?"




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