sabato 16 gennaio 2016

IL SOLARIUM LETTERARIO





LE MALEDETTE

di Catus Silvestris
10a puntata





Causa forte vento di tramontana che trascina fiocchi di neve provenienti dalle cime appenniniche comunichiamo che la lettura odierna avverrà al calduccio dell’interno della casetta.
Quindi, se non sentite bene la narrazione, vi preghiamo di alzare il volume dello strumento utilizzato ché mica possiamo svegliare tutti i gatti che stanno ronfando beatamente per una simile minchiata!

10
Vado alla stazione dei forestali scansando accuratamente il bar di Paese, vorrei evitare commenti, battute e prese per il culo. Credo, comunque, che oramai sappiano tutto, anche meglio di me.
Appena entro nel suo ufficio Carla mi osserva attentamente e scuote la testa.
- Tra un mese sarò più bello di prima – commento.
- Se Stevan non ti avrà fatto la pelle – ribatte.
- Una minaccia al vento.
- Quattro costole rotte e tre incrinate, versamento toracico e per poco non ci rimetteva un polmone – continua – Credi che te la farà passare liscia?
- No. Non pensavo di aver fatto tutti quei danni.
- C’è mancato poco che lo ammazzassi. Per inciso, avresti avuto tutta la mia ammirazione.
- Come sai del referto?
- Mi sono mossa subito, appena tornata in ufficio. Ero convinta che non le avevi solo prese, ma non immaginavo che il bersaglio fosse stato Stevan. Questo ci complica la vita.
- In che senso?
- Ho parlato col loro avvocato.
?
- Stevan non ti denuncerà per aggressione e lesioni – prosegue.
- Veramente l’aggressione l’ho subita io. E lui ha cacciato pure una pistola.
- Una pistola? Questo non l’ha riferito quel leccaculo in giacca e cravatta. Comunque: lui non ha sporto denuncia e neppure tu la devi sporgere.
- Non l’avrei sporta comunque – preciso.
- Lui ti vuol fare la pelle – continua senza ascoltarmi – ed è armato di pistola. Tu: che cazzo fai?
- Io non ho una pistola. Al massimo qualche fucile da caccia di babbo in custodia.
- Hai il porto d’armi?
- No. Non vado a caccia e non mi è mai servito.
- Benissimo – poi cambia espressione – Ora ti parlo da amica. Amica senza la divisa. Procurati un paio di coltelli da portarti addosso. Se qualcuno di loro ti affronta o noti qualche mossa strana, non pensarci due volte: colpisci per primo. Possibilmente al fegato: non muore, fai danni della madonna e lo fai soffrire come un cane.
- Ho questo! – tirando fuori un coltello a serramanico che utilizzo nelle macchie.
- Ci fai una ricca sega con quello! Tieni! E’ del genere proibito, che più proibito non si può. Non farlo vedere a nessuno e se lo utilizzi, per il fegato –o dove ti capita- fallo subito sparire. Capito?
- Ma… è tuo?
- E’ il regalo di un’amica, sperando che non ti serva. Ma ne dubito. Ora veniamo a noi: come stai?
- Decisamente meglio, grazie.
- Mando a prendere due caffè mentre mi racconti la tua versione, che ritengo la più affidabile.
Mentre sorseggiamo gli espressi le dettaglio, con dovizia di particolari, gli avvenimenti di quella mattina. Alla fine annuisce.
- Non esiste nessuna opposizione al tribunale – commenta – Era un bluff per farti paura e convincerti a cedergli il subappalto della Corona. Cosa non possibile, per inciso. Purtroppo le cose sono precipitate, sicuramente anche loro non pensavano che fosse successo quel casino; la presenza di un estraneo, l’avvocato, lo conferma. Forse bisognerebbe dire grazie alla sua presenza se non ti hanno ammazzato. Ora cosa conti di fare con la Corona?
- Qualche giorno di ferie, niente di più. Appena sono in grado di reggere la motosega torno su. A proposito! Lo sai che mi hanno rubato la mia nuova Stihl? Quasi due milioni di lire…
Vedo Carla bloccarsi e cominciare a pensare, chiudendo gli occhi.
- Mmm… Vai a denunciare il furto dai Carabinieri e portami una copia della denuncia. Ce l’hai il numero di matricola, vero?
- Certo! Ma che cazzo gli dico ai Carabinieri.
Carla ordina altri due caffè e mi spiega, lentamente come a un bambino, quello che devo dichiarare.
- Portami subito la copia della denuncia – conclude.
- Perché?
- Da domani vado a caccia.
Intasco il nuovo coltello, un pugnale per la precisione, e vado a Città a fare la denuncia di furto come consigliato da Carla.
La convalescenza è più lunga del previsto. L’occhio ha subito danni seri, ma riparabili con cure e attenzione. Di tornare nella macchia a tagliare non se ne parla.
           Torno dal laido vecchio dei libri usati in occasione di un’altra piccola consegna a Città. Col pickup è più semplice trovare un parcheggio nelle vicinanze dello scantinato. Mi aveva rimediato altri due titoli di quelli segnati dal Professore, che si ricordava, in versione economica. Mi ha chiesto un parere sul suo libro, ma ancora era sul comodino, non letto.
Gli ho domandato se aveva qualche libro scritto da Otello Fumagalli, il Professore. Ha risposto di non conoscere l’autore e fatto una ricerca col computer. Non esiste uno scrittore con quel nome e cognome. Allora è vero che il Professore è uno scrittore fantasma! Ma esiste, o meglio esisteva, un Otello Fumagalli scomparso diversi anni fa mentre cercava funghi sulle montagne emiliane; mai più ritrovato.
Quando torno dal Professore con il carico di legna per iniziare l’inverno lo ringrazio per i consigli di lettura e sposto la discussione sui funghi. Non li conosce, neppure gli piacciono.
La Bellona viene a fare le prime foto alla parte di strada ripristinata e si complimenta per il lavoro. Chiede pure quanta legna abbia finora ricavato dalle Corone.
- Quasi 1200 quintali – rispondo – Comincio ad avere qualche problema di spazio sul piazzale dietro al capannone. Forse, quando arrivo alla cava, la accatasto là poi chiamo un grossista e gli vendo qualche carico completo.
– Padronissimo di farlo, ma chiunque entra deve avere il permesso scritto da me o dall’Esercito.

Lasciateci dormire!!!

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