LE MALEDETTE
di Catus Silvestris
10a puntata
Causa forte vento di tramontana che trascina fiocchi di neve
provenienti dalle cime appenniniche comunichiamo che la lettura odierna avverrà
al calduccio dell’interno della casetta.
Quindi, se non sentite bene la narrazione, vi preghiamo di alzare
il volume dello strumento utilizzato ché mica possiamo svegliare tutti i gatti
che stanno ronfando beatamente per una simile minchiata!
10
Vado alla stazione dei forestali scansando accuratamente il bar di
Paese, vorrei evitare commenti, battute e prese per il culo. Credo, comunque,
che oramai sappiano tutto, anche meglio di me.
Appena entro nel suo ufficio Carla mi osserva attentamente e scuote la
testa.
- Tra un mese sarò più bello di prima – commento.
- Se Stevan non ti avrà fatto la pelle – ribatte.
- Una minaccia al vento.
- Quattro costole rotte e tre incrinate, versamento toracico e per poco
non ci rimetteva un polmone – continua – Credi che te la farà passare liscia?
- No. Non pensavo di aver fatto tutti quei danni.
- C’è mancato poco che lo ammazzassi. Per inciso, avresti avuto tutta la
mia ammirazione.
- Come sai del referto?
- Mi sono mossa subito, appena tornata in ufficio. Ero convinta che non
le avevi solo prese, ma non immaginavo che il bersaglio fosse stato Stevan.
Questo ci complica la vita.
- In che senso?
- Ho parlato col loro avvocato.
?
- Stevan non ti denuncerà per aggressione e lesioni – prosegue.
- Veramente l’aggressione l’ho subita io. E lui ha cacciato pure una
pistola.
- Una pistola? Questo non l’ha riferito quel leccaculo in giacca e
cravatta. Comunque: lui non ha sporto denuncia e neppure tu la devi sporgere.
- Non l’avrei sporta comunque – preciso.
- Lui ti vuol fare la pelle – continua senza ascoltarmi – ed è armato di
pistola. Tu: che cazzo fai?
- Io non ho una pistola. Al massimo qualche fucile da caccia di babbo in
custodia.
- Hai il porto d’armi?
- No. Non vado a caccia e non mi è mai servito.
- Benissimo – poi cambia espressione – Ora ti parlo da amica. Amica
senza la divisa. Procurati un paio di coltelli da portarti addosso. Se qualcuno
di loro ti affronta o noti qualche mossa strana, non pensarci due volte:
colpisci per primo. Possibilmente al fegato: non muore, fai danni della madonna
e lo fai soffrire come un cane.
- Ho questo! – tirando fuori un coltello a serramanico che utilizzo
nelle macchie.
- Ci fai una ricca sega con quello! Tieni! E’ del genere proibito, che
più proibito non si può. Non farlo vedere a nessuno e se lo utilizzi, per il
fegato –o dove ti capita- fallo subito sparire. Capito?
- Ma… è tuo?
- E’ il regalo di un’amica, sperando che non ti serva. Ma ne dubito. Ora
veniamo a noi: come stai?
- Decisamente meglio, grazie.
- Mando a prendere due caffè mentre mi racconti la tua versione, che
ritengo la più affidabile.
Mentre sorseggiamo gli espressi le dettaglio, con dovizia di
particolari, gli avvenimenti di quella mattina. Alla fine annuisce.
- Non esiste nessuna opposizione al tribunale – commenta – Era un bluff
per farti paura e convincerti a cedergli il subappalto della Corona. Cosa non
possibile, per inciso. Purtroppo le cose sono precipitate, sicuramente anche
loro non pensavano che fosse successo quel casino; la presenza di un estraneo,
l’avvocato, lo conferma. Forse bisognerebbe dire grazie alla sua presenza se
non ti hanno ammazzato. Ora cosa conti di fare con la Corona?
- Qualche giorno di ferie, niente di più. Appena sono in grado di
reggere la motosega torno su. A proposito! Lo sai che mi hanno rubato la mia
nuova Stihl? Quasi due milioni di lire…
Vedo Carla bloccarsi e cominciare a pensare, chiudendo gli occhi.
- Mmm… Vai a denunciare il furto dai Carabinieri e portami una copia
della denuncia. Ce l’hai il numero di matricola, vero?
- Certo! Ma che cazzo gli dico ai Carabinieri.
Carla ordina altri due caffè e mi spiega, lentamente come a un bambino,
quello che devo dichiarare.
- Portami subito la copia della denuncia – conclude.
- Perché?
- Da domani vado a caccia.
Intasco il nuovo coltello, un pugnale per la precisione, e vado a Città
a fare la denuncia di furto come
consigliato da Carla.
La convalescenza è più lunga del previsto. L’occhio ha subito danni
seri, ma riparabili con cure e attenzione. Di tornare nella macchia a tagliare
non se ne parla.
Torno dal laido vecchio dei libri usati in occasione di un’altra
piccola consegna a Città. Col pickup è più semplice trovare un parcheggio nelle
vicinanze dello scantinato. Mi aveva rimediato altri due titoli di quelli
segnati dal Professore, che si ricordava, in versione economica. Mi ha chiesto
un parere sul suo libro, ma ancora era sul comodino, non letto.
Gli ho domandato se aveva qualche libro scritto da Otello Fumagalli, il
Professore. Ha risposto di non conoscere l’autore e fatto una ricerca col
computer. Non esiste uno scrittore con quel nome e cognome. Allora è vero che
il Professore è uno scrittore fantasma! Ma esiste, o meglio esisteva, un Otello
Fumagalli scomparso diversi anni fa mentre cercava funghi sulle montagne
emiliane; mai più ritrovato.
Quando torno dal Professore con il carico di legna per iniziare
l’inverno lo ringrazio per i consigli di lettura e sposto la discussione sui
funghi. Non li conosce, neppure gli piacciono.
La Bellona viene a fare le prime foto alla parte di strada ripristinata
e si complimenta per il lavoro. Chiede pure quanta legna abbia finora ricavato
dalle Corone.
- Quasi 1200 quintali – rispondo – Comincio ad avere qualche problema di
spazio sul piazzale dietro al capannone. Forse, quando arrivo alla cava, la
accatasto là poi chiamo un grossista e gli vendo qualche carico completo.
– Padronissimo di farlo, ma
chiunque entra deve avere il permesso scritto da me o dall’Esercito.
Lasciateci dormire!!! |
Nessun commento:
Posta un commento