BOMBONA
Sguardo accigliato, espressione severa, sempre seria: era la
brontolona della Colonia Vecchia.
Tutti la consideravano con il massimo rispetto e si tenevano
ben alla larga dalle sue zampe; il suo motto era “prima picchia, poi chiedi
cosa vogliono… ma con educazione”.
Tutti i piccoli transitati negli anni alla Colonia hanno
conosciuto le sue amorevoli zampate che ristabilivano le giuste distanze da tra
un vivace gattino e una burbera signora.
Ma non era cattiva, a suo modo (molto personale) anche
affettuosa, bastava solo saperla prendere per il verso giusto: sempre il piatto
di paté solo ed esclusivamente per lei, mai toccarla prima che ti desse una
testata di saluto; stava a significare che era in giornata sì.
Mai accarezzarla sulla testa e spiegarle (ogni volta) che l’antipulci
che le dovevo mettere era per la sua salute e il suo benessere.
Gli altri adulti della Colonia sapevano bene che la sua
cuccia non doveva mai essere occupata da altri e che la mattina dovevano
muoversi con cautela, evitando i rumori, perché a lei piaceva dormire fino a
tardi.
Una gatta perfetta!
Purtroppo, quando si ammalò, nel novembre 2009 non feci il
possibile per convincerla che un ricovero dai veterinari sarebbe stata la cosa
migliore. Sparì per alcuni giorni e tornò in Colonia solo per morire dentro
alla sua cuccia personale.
Era uno dei gatti dello “zoccolo duro della Colonia”, cioè
di quelli che trovai già nel giardinetto quando cominciai ad occuparmi di loro.
La BOMBONA era una dura fino alla fine.
BOMBONA in giornata "no" Colonia Vecchia - Gennaio 2008 |
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