sabato 17 ottobre 2015

VECCHI, INDIMENTICATI A-MICI

VITTORIO



Il catorcio VITTORIO mi fu ‘donato’ dall’ASL nell’aprile 2008.
Già anzianotto, raccolto, mi sembra, dal parcheggio di un ipermercato ferito e in evidente difficoltà fu curato e, visto che all’epoca la struttura ASL di Collestrada non aveva una sua Colonia felina, mi fu proposto di trasferirlo all’ancora tranquilla Colonia Vecchia di Monte Malbe.
Da bravo gatto di strada, non socializzato, si adattò subito al nuovo ambiente e ai compagni di sventura.
Un gatto tranquillo, a cui piaceva la compagnia di suoi simili per quelle lunghe chiacchierate che fanno tra loro quando stanno vicini e sembrano immobili, quasi dormienti.
Un gatto furbo, come vuole la sopravvivenza nelle strade; superò incolume il buio periodo del 2009, quando fu sfrattato insieme a tutti gli altri.
Alla Colonia Nuova gradì in modo particolare il nuovo livello di isolamento dagli umani, nel bosco di castagni era nel suo ambiente naturale: invisibile a tutti, ma pronto a presentarsi appena arrivavo con il pasto o per una semplice visita di controllo.
Un gatto serio, non ho aneddoti particolari su di lui, a parte il fatto che lo definivo il Sicario della Colonia per via di quella falsa espressione truce del suo muso, forse dovuta a qualche incidente automobilistico o con il piede dell’uomo.
Un gatto sfortunato: FIV positivo, il suo stato si manifestò in pieno alla fine dell’estate 2010. Morì da solo mentre ero in ferie e venni poi a sapere che il suo cadavere rimase per qualche giorno in una busta appesa al sostegno del cancello di ingresso per pura negligenza. I suoi ex colleghi in vita ancora raccontano del solenne cazziatone che feci alle due collaboratrici al mio rientro.
Un gatto misterioso, non so ora dove sia sepolto (e se sia stato sepolto): per me continua ad essere

VITTORIO, il Sicario invisibile.

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