sabato 10 ottobre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO





DUE INDAGINI

- TUTOR -
di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
4° puntata









- Piove, governo ladro!
- Silenzio ARIES! Non parliamo di politica ché il nostro lettore potrebbe non gradire...
- Sì! Ma lo sai che l'IVA sui bocconcini e le crocchette è del 22% come per le Mercedes e i Rolex?
- Del 22%??? 'Sti ladri, farabutti, parassiti, umani inutili, morti di fame.... 


4  

Mi metto subito al lavoro.
Quello che hanno occultato già lo so, un cadavere, 700 milioni di vecchie lire e un’agenda.
Sicuramente quello che vorrei sapere sta scritto nell’agenda che sarà già custodita in qualche opportuna cassaforte. Per questo è l’ultima cosa da cercare.
Mi rimangono i 700 milioni di lire, di cui conservo una piccolissima parte. Scommetto che avranno provveduto a bruciarli in qualche apposita e capiente stufa.
sono solo fumo, oramai…
Rimane il cadavere della polacca, Maria Wajda. Naturalmente seppellito in qualche cava abbandonata o annegato nel cemento di un pilone in qualche viadotto.
La notizia del ritrovamento dei soldi è giunta ai Servizi Informativi dalla Banca d’Italia.
Perché non hanno avvisato i Carabinieri o la Polizia?
        quei soldi avevano qualche problema e alla Banca d’Italia lo sapevano…
Ritengo inutile e dannoso andare a fare indagini direttamente alla filiale della Banca d’Italia di Perugia, informerei i Servizi Informativi che mi sto interessando alla faccenda.
Mi rimane solo un indizio su cui poggiare l’indagine, un nome: Maria Wajda.
Con poche speranze e meno entusiasmo chiedo a Google qualche informazione sulla polacca.
8 pagine di link!
Mi rincuoro e inizio la lettura.
Quando, oramai, l’ora di cena è passata da un pezzo ho qualche buona informazione sul cadavere polacco. Informazioni che condivido a cena con Maria Grazia.
La segretaria factotum, impietosita dalla mia dedizione al lavoro, è venuta a prelevarmi in ufficio per ricordarmi di assolvere almeno alle funzioni vitali di ogni essere umano. Offrirle la cena e, poi, trombarla in cima a un monte.
Mentre seziono una ciclopica fiorentina e lei spilucca la sua insalatina, non condita, la informo delle scoperte del pomeriggio lavorativo.
- Maria Wajda era l’entreneuse di uno storico night club perugino, ‘La Tana’, in auge alla fine degli anni settanta. Una zoccola, niente male, a giudicare dalle foto che ho trovato in rete, alla portata dei signorotti danarosi e polli del perugino.
- Google ha censito pure le puttane di quaranta anni fa? - chiede stupita.
- Ha una storia, la Maria, non era una semplice escort.
- A, no?
- Era nata a Varsavia il 4 aprile del 1957 e, a vent’anni, era venuta in Italia a cercare fortuna. Una pioniera delle prostitute dell’est Europa di oggi. Ha lavorato alla ‘Tana’ per un paio di anni, fino a che un imprenditore perugino l’ha notata…
- Cioè, trombata - mi interrompe.
- Logico – riprendo - L’ha notata, trombata e se l’è fatta amante. Una storia sulla bocca di tutti nella borghese Perugia degli anni ’80.
- Continua… adoro i pettegolezzi.
- Marcello Capotosti – proseguo - imprenditore edile e piccolo armatore. 45 anni nel 1980, sposato e con una figlia, perugino, fuggito in Sudamerica nel 1982 a causa di un crack finanziario. Scomparso l’anno successivo nell’Oceano Pacifico, mentre era alla guida del suo piccolo Piper. I suoi resti, insieme al relitto dell’aereo non sono mai stati ritrovati. Alcuni testimoni dicono che, nell’aereo, fosse in compagnia di una donna, identificata in Maria Wajda. Strano… no?
- Puzza - annuisce Maria Grazia.
- Altra piccola chicca. Marcello Capotosti era il costruttore e proprietario della discoteca Pulsar - concludo.
- Che abbia ucciso lui Maria? - domanda.
- Non ci credo - dico mentre seziono la fiorentina con un affilatissimo coltello seghettato - poi… - proseguo - uno ha un crack finanziario e lascia 700 milioni di lire sepolti? No. Non ci siamo… questa è una versione ufficiale di comodo, la verità è un’altra cosa.
Nelle due ore successive l’apporto proteico della fiorentina viene bruciato dagli incredibili appetiti sessuali di Maria Grazia che mi lascia tramortito fisicamente e con un nuovo danno alla Range da riparare, con un tacco della decolté ha scardinato il cassetto sottoplancia. Ora il portello penzola aperto sopra i piedi del passeggero.
una polacca mi costerebbe meno…
Per punizione le commissiono un lavoro, non retribuito.
Deve ricostruirmi la storia della discoteca Pulsar mentre sono occupato a controllare la figlia minorenne della Marchesa Cantori della Piana, che scopro incredibile ninfomane per la gioia dei suoi amichetti, minorenni anche loro, e di un paio di insegnanti scolastici, abbondantemente maggiorenni, come pure l’assistente spirituale, leggi prete, della nobile famiglia.
Mentre visiono un mazzo di foto che ritraggono l’innocente fanciulla impegnata in fellatio con una decina di cazzi di tutte le forme e dimensioni, Maria Grazia porta il frutto del suo lavoro.
- Smetti di farti le seghe con quella roba e ascoltami.
Appoggio le foto sulla scrivania e apro le orecchie.
- La discoteca Pulsar non è un fabbricato nato da un pezzo di terra incolto – inizia - Ai primi dell’ottocento era un opificio per la lavorazione della lana; la ‘Laneria del Trasimeno’. Nel 1905 la ‘Laneria del Trasimeno’ fallì e lo stabile venne assorbito dal Regno Italiano a parziale rimborso delle imposte non versate. Il fabbricato diventò un magazzino militare. Fu bombardato e distrutto durante la seconda guerra mondiale dagli Alleati. Nel 1946, i ruderi furono acquistati, per un tozzo di pane, dalla ‘Umbra Anonima Fiammiferi di sicurezza’ che, nel 1948, inaugura il nuovo stabilimento di Perugia e Corciano. Nel 1970 anche la U.A.F. fallisce.
- Un posto maledetto- la interrompo.
- Già – annuisce - Le aste fallimentari della vendita dell’immobile danno esito negativo, fino a quando, nel 1977, l’imprenditore Marcello Capotosti compra il fabbricato e l’area su cui sorge per costruirci un’avveniristica discoteca. Nel 1981 viene inaugurata la discoteca ma, nel 1983, chiude e viene ceduta alla ‘Holding Cesaretta’ di Caserta, già proprietaria di altre discoteche in Italia, a causa del dissesto finanziario, e successiva fuga all’estero, del proprietario e creatore. La discoteca continua a funzionare, con il suo nome originario, fino al 1991, fino a quando chiude per fallimento della ‘Holding Cesaretta’. Nel 2005 è stata acquistata dalla ‘Finanziaria Alimentare S.p.A.’ che, nel 2011 ha iniziato i lavori per demolirla e creare un nuovo centro commerciale. E’ tutto.
- Tutto, ma niente di utile - commento.
- Hai ragione - fa Maria Grazia - Il problema è che chi ci potrebbe dire qualcosa di utile o è morto o nasconde la verità - Mentre prende le foto dei pompini della marchesina e le osserva.
- Ci sa fare! - commenta.
- E si dà da fare…
Con un nulla di fatto me ne vado da Andrea a fare riparare gli ultimi danni della Range.
- La vorrei proprio conoscere… - il suo commento mentre ripara il supporto del sedile e sostituisce il meccanismo di chiusura del cassetto.
Mentre prepara il conto da saldare mi regala un’altra piccola noia: - Entro la fine del mese devi portarmi la Range per la revisione. Non ci dovrebbero essere problemi, mi sembra a posto, ma, ultimamente si sono fatti molto fiscali con le vecchie auto a gasolio…
- Vecchia sarà tua sorella! – rispondo - Lunedì mattina te la lascio e la porti alla Motorizzazione.
Fuori dalla porta di casa c’è Ughetto che mi aspetta con l’immancabile topino campagnolo, appena catturato, in bocca. Con atteggiamento servile me lo appoggia davanti ai piedi e, pieno di orgoglio, aspetta il ringraziamento per il regalo che mi ha fatto.
- Bravo Ughetto! Ora portalo ad Anna! Dentro l’ufficio… bravo! Mettilo sopra la scrivania… mi raccomando!
Ughetto afferra di nuovo il povero roditore defunto e parte, trotterellando, verso gli uffici di ‘Progetto Pogo’. Sorrido e aspetto alcuni istanti prima di entrare in casa.
Alcune urla scomposte mi confermano che il pacco è arrivato a destinazione.
Ughetto si precipita fuori dagli uffici ed entra in casa con me. Si fionda sul tavolo della cucina e aspetta, ronfando, la sua razione di sushi per felini.
Finito lo spuntino si accoccola sul divano con me.
Sono a un bivio. Le mie indagini non stanno portando alcun progresso. E’ rimasta solo l’ultima via da battere. Scoprire chi era Marcello Capotosti.
E’ un compito che potrebbe benissimo assolvere l’abbondante Eleonora, la mia ex fidanzata, ma, dopo gli ultimi eventi non me la sento di chiederle il favore di scartabellare gli archivi dei quotidiani locali degli anni ’70 e ’80.
Con Eleonora siamo arrivati alla rottura perché voleva l’ufficializzazione del nostro rapporto, con tanto di convivenza…
a casa mia!
ho preferito prendere tempo, sperando in un suo ripensamento e, quando ha saputo che ho preso in casa Ughetto, ci ha effettivamente ripensato.
- Addio! - mi ha detto.
Eleonora è allergica ai gatti, o al pelo dei gatti, o alle pulci del pelo dei gatti o alla saliva delle pulci del pelo dei gatti, non ho capito bene. Se entra a contatto con un gatto si gonfia nel viso, nelle mani e nelle gambe in maniera spropositata.
da betoniera diventerebbe un dirigibile!
Non posso tornare da lei a implorare un favore… dovrei portarle il cadavere di Ughetto in cambio.
Anche Gabriella potrebbe svolgere in maniera soddisfacente il lavoro ma, dovrei confessarle che i Servizi Informativi mi hanno preso per il culo e che la PolStrada mi ha ritirato la patente. Il mio orgoglio maschile non lo permette.
Rimane l’ultima spiaggia.
- Ho speso altri 300 Euro dal carrozziere… - informo Maria Grazia, - ora mi fai un altro lavoretto!
Un lampo le passa negli occhi e comincia ad armeggiare con la lampo dei miei pantaloni.
- Non questo lavoretto! - la interrompo - Voglio tutte le notizie possibili su Marcello Capotosti.
Delusa si mette al lavoro al computer.
tanto non troverà nulla di nuovo…
In effetti, in Internet, non trova nulla che già non sappiamo di Marcello Capotosti, ma, Maria Grazia ha un lampo di genio e chiede notizie su Gloria Capotosti, la figlia dell’imprenditore.
Dopo aver terminato il lavoretto che voleva fare inizialmente, mentre mi accendo una meritata sigaretta post-pompino, le parole di Maria Grazia mi schiudono le porte di una nuova e vasta prateria.
- Lo sai che Gloria Capotosti, la figlia del Marcello è la presidente del ‘Rifugio del Randagio’?
- Sarebbe?
- Un’associazione animalista che si occupa di cani randagi.
Sorrido pensando alla mia prossima mossa.
- Ciao Serena! - saluto telefonicamente la mia amica presidente dell’associazione animalista ‘Progetto Pogo’ - Avrei bisogno di un piccolo piacere. Conosci personalmente Gloria Capotosti?
Serena mi fissa un appuntamento con la signora Gloria Capotosti per il pomeriggio successivo. Su mio consiglio non le ha rivelato la mia vera occupazione, le ha detto semplicemente che sono interessato alla storia delle discoteche umbre e che vorrei qualche informazione sulla ex Pulsar.
Vado a trovare Gloria Capotosti nella sua villa in collina.
Una reggia!
Mi si presenta nel modo migliore possibile, elegantissima e fresca di parrucchiere.
Una donna splendida!
Malgrado la sorpresa riesco a farfugliare qualcosa sul mio interesse alle discoteche umbre, tanto da essere credibile.
Mi sorprende quando le chiedo di suo padre.
- Un uomo inutile, solo da dimenticare… io l’ho fatto - risponde.
Con qualche giochetto psicologico riesco, comunque, ad estorcerle preziose informazioni.
Si è legata al dito il fatto che suo padre la abbia abbandonata quando aveva 10 anni. Sua madre è morta alcuni anni dopo, di malattia. Malgrado il crack finanziario del padre ha ereditato una notevole somma di denaro e dei fabbricati. Si è fatta avanti nel mondo degli affari e ha costruito un suo piccolo e solido impero. Non riesce a capacitarsi ancora come suo padre, con un debito di soli 250 milioni di lire, abbia preferito il fallimento invece di tentare di risanare la situazione, come era logico e possibile. Definisce più volte ‘strega’ la mignotta polacca e imputa a lei la fuga del padre, con la scusa del fallimento. Considera certi uomini dei deboli e poco di buono ma, mi lascia il numero del suo cellulare per uscire a cena insieme una sera.
Al ritorno a Migiana, l’invito per l’uscita a cena mi rimbalza, impazzito, nella scatola cranica e dimentico, per qualche ora la multa, la patente e tutta la sporca storia.
- Ughetto - confido al mio coinquilino - questa partita merita la massima attenzione.



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