sabato 17 ottobre 2015

IL SOLARIUM LETTERARIO




DUE INDAGINI

- TUTOR -

di Andrea Gamilleri (e l'ignoto gattaro)
5a puntata



Un’altra domenica di lettura sul Solarium col Capo che ha sloggiato tutti da dentro alla casetta per fare pulizie e cambiare le copertine delle cucce, mentre loschi figuri si aggirano curiosi nel bosco alla ricerca di improbabili castagne, che questo anno sono poche e piccole, e inesistenti funghi.
Ci sembrano scemi in libera uscita, ma è pur sempre meglio scemi che crudeli assassini con la doppietta in mano a fare strage di quei quattro piccoli uccellini rimasti.
Non ci curiamo di loro e proseguiamo nella lettura del quinto capitolo di ‘Tutor’

5)

La massima attenzione trova modo di applicarsi il lunedì sera. Abbiamo deciso per una cenetta in una prestigiosa trattoria, lontana, scomoda, incredibilmente cara e dove si mangia male, sui monti dopo Gubbio. Comincia il classico gioco di avvicinamento alla preda, che abortisce subito appena Gloria mi consegna una cosa.
- Tieni! - mi dice - E’ uno dei pochi ricordi di mio padre. l’avevo sepolto in un cassetto di un mobile nella soffitta.
Un semplice quadretto. Una vecchia carta da 20.000 lire incorniciata e protetta da un sottile vetro.
- Non so perché mio padre le avesse incorniciate, queste 20.000 lire -  prosegue - ma dovevano essere importanti, visto che le teneva appese nel suo ufficio alla discoteca.
Faccio per rifiutare il regalo, ma insiste.
- E’ l’unica cosa che rimane della discoteca Pulsar. Una reliquia degli anni ’80. Tienila pure… potrebbe servirti per il tuo libro.
La prendo. La reliquia, ma non la signora Capotosti che preferisco parcheggiare in stand-by. Non me la sento di confessarle quello che sto facendo e perché. Il prossimo appuntamento è a data da destinarsi.
- Nulla di fatto. Buio completo - informo Oleg sulle recenti mosse. - L’unica cosa nuova che ho ottenuto è quest’altra banconota da 20.000 lire - mostrandogliela insieme a quella che già avevo.
Oleg le prende e comincia ad osservarle attentamente.
- Ah! – esclama - Abbiamo un nuovo indizio!
Lo guardo chiedendo silenziosamente  una spiegazione.
- Questo denaro è falso - sentenzia. - Ecco perché è rimasto sepolto per trent’anni in uno scantinato.
Prendo le banconote, le osservo attentamente, le posiziono controluce ma non vedo traccia di contraffazione.
forse perché sono tanti anni che non ne vedo.
- Non l’hai notato il particolare? - chiede Oleg.
Nego col capo.
- La troppa fica ti sta prosciugando il cervello… - abbandonando il mio ufficio e lasciandomi con un pesante dubbio da sciogliere.
Dopo venti minuti di attenta analisi mi arrendo. Chiamo Maria Grazia e le chiedo se per lei le banconote sono vere o false.
Maria Grazia le prende, una per volta, e le osserva. Poi le affianca sulla scrivania e dice sicura: - Indubbiamente false.
- Perché?
Mi guarda in silenzio. - Non l’hai notato?
- No!
- Hai bisogno di riposo - mi consiglia - Smetti di frequentarla…
Quale?
Il dubbio rimane. Pesante. Anche dopo un’altra mezz’ora di analisi visiva non riesco a vedere il difetto delle banconote.
Decido di andare fino in fondo.
altrimenti stanotte non dormo
Vado dall’unico negozio di numismatica di Perugia.
- Potrei sapere se questa banconota è vera o falsa? - chiedo al dottor Marchesini, numismatico in Perugia dal 1947.
Il dottore prende le 20.000 lire. - Ah! Le inutili 20.000 lire “Tiziano”! - commenta con un sorriso - Fa piacere vederne ancora in ottime condizioni!
Poi sputa la sentenza: - Autentica.
- Sicuro? - chiedo affrettatamente guadagnandomi un’occhiataccia del numismatico. - Anche questa? - mostro la seconda banconota.
La prende e la scruta con la lente d’ingrandimento poi, si blocca. Prende la prima banconota, la mette vicina alla seconda ed emette il nuovo verdetto. - False. Indubbiamente false! Il miglior falso che abbia mai visto in vita mia!
- Come fa a dirlo? - domando ancora e parte subito un’altra occhiataccia.
- Le vuole vendere? - chiede.
- No.
Imbronciato, il numismatico ripone la sua lente d’ingrandimento e si allontana, facendomi capire che la perizia è terminata.
- Perché sono false? – domando.
- La perizia costa 100 Euro - risponde.
- 50! - ribatto.
- 80 - fa lo strozzino – Anticipate - porgendo il palmo della mano destra.
Verso lentamente il pizzo e mi siedo su una sedia.
- Vede… - illustra appoggiandole su una lavagna luminosa a parete, - la filigrana è perfetta! Anche i rilievi, il filetto e la firma del Governatore della Banca d’Italia. Viste singolarmente sembrano proprio autentiche, ma…
- Ma… - ripeto.
- Ma, viste insieme, c’è un dettaglio che le smaschera. un dettaglio sfacciato, spudorato. Il numero di serie – prosegue - Guardi la prima banconota, EA 038339 B… la seconda, EA 038339 B, sono uguali! Il più bel falso della mia vita! Peccato per questo dettaglio.
O cazzo! …ce l’avevo sotto gli occhi!
E così ora mi ritrovo con il cadavere di una mignotta polacca, un’agenda che potrebbe dirmi tutto e 700 milioni di lire false. E con la certezza che non riuscirò a scoprire la verità.
Interrompe i miei pensieri la telefonata di Andrea.
- Vecchio puttaniere! - l’esordio - Dove sei andato a scopare ieri mattina invece di portarmi l’auto per la revisione?
O cazzo!
- Per lunedì prossimo ho ancora un buco libero – prosegue - se mi porti la Range te la sistemo. Portami anche quella che ti sta succhiando l’uccello e il cervello, che sistemo pure lei…
Sono alla fine della corsa. Non so più a che santo votarmi. Davanti allo sguardo obliquo di Ughetto preparo 8 carte da 100 Euro, le unisco con una graffetta e le metto nel primo cassetto del settimino, in camera.
800 Euro… ci sarebbe venuta un’orgia!
Mi stendo sul letto, con Ughetto a fianco che ronfa, deciso a dimenticare tutta la faccenda con una salutare dormita.
Ma il genio maligno e autolesionista che alligna in tutti noi non ha voglia di dormire e comincia a mandare segnali alla mia scarsa materia grigia.
- Gioca l’ultima mano! O la va o la spacca! - sento consigliarmi.
- O la va o la spacca! - dico, quasi gridando, a Ughetto che si spaventa e si rifugia sotto il letto.
Torno in ufficio e mi metto subito all’opera.
Scannerizzo le due banconote da 20.000 lire insieme e pure alcune delle foto con le immagini della telecamera del raccordo Perugia – Bettolle della sera del trasloco. Aggiungo un bel primo piano del culo della Range con la targa tarocca e spedisco il tutto, con e-mail, al solito indirizzo del Ministero degli Interni.
Aggiungo un breve commento: “Allora?”
se l’altra volta ci hanno messo due giorni per farsi vivi, scommetto che tra due ore me li ritrovo a casa!
E torno a casa pieno di speranze, compresa quella di non aver fatto la solita cazzata.
Ma… passa un giorno, ne passa un altro, un altro ancora e pure un altro.
Abbandono ogni velleità di risparmiare gli 800 Euro e scoprire la verità.
Riesco a combinare una nuova cena con Gloria, scegliendo, però, stavolta io il ristorante. Comodo, vicino, con buona cucina e prezzi modici.
Al caffè comincio a raccontare a Gloria qualche goccia di verità. Le parlo di cosa faccio realmente nella vita e che la storia delle discoteche umbre era una scusa per poter avere notizie di prima mano di suo padre.
Ma non le spiego per quale motivo.
- Ma un uomo che non racconta bugie e non ti inganna esisterà mai sulla faccia della Terra? - il suo breve commento nella seconda ed ultima cena che abbiamo consumato insieme.
Passo il fine settimana scoglionato come una campana senza batacchio, ma con un elastico rosso che mi stringe il dito medio della mano sinistra per ricordarmi di portare, lunedì mattina, la Range da Andrea per la revisione.
E il lunedì mattina sono puntuale all’officina di Andrea, con la Range pronta per essere autorizzata a circolare per altri due anni e il dito medio della mano sinistra da amputare per la mancanza di circolazione sanguigna.
- Torna a prenderla stasera - consiglia Andrea - ne ho una ventina da portare alla Motorizzazione.
Torno a casa, col dito medio che pulsa sangue e dolore. Ho deciso di prendermi un giorno di ferie e passare la giornata in casa a ripulirla dei ciuffi di pelo rosso che la stanno ammorbando.
Ma alle 15,00, in pieno pisolo pomeridiano, una telefonata mi preannuncia un nuovo guaio.
- Andrea, sono Andrea - ci metto qualche secondo di troppo a capire che non sono io che mi sto telefonando - Ci sei? – prosegue - C’è un piccolo problema per la tua Range…
- Sarebbe?
- I controlli sono diventati più severi, ti avevo detto, e un ispettore si è accorto che alla tua Range manca il catalizzatore e che ha la centralina rimappata.
- Cosa?
- Il precedente proprietario della Range le aveva regalato una ventina di cavalli in più con la solita operazione dell’eliminazione dell’ EGR e del catalizzatore e le aveva affiancato una centralina supplementare per spremere ancora una manciata di cavalli al motore.
- Che significa? - dico con la voce ancora impastata dal sonno.
- Significa che la tua Range, come è messa ora, non passa la revisione. Bisogna ripristinare le condizioni originali.
- Che significa? - ripeto.
- Via la centralina nuova, controllo e ripristino della vecchia, sperando bene, si riapre l’EGR e bisogna rimettere l’impianto di scarico nuovo. 500 Euro se la vecchia centralina non è da sostituire, altrimenti…
Maremma impestata
- Purtroppo sei capitato con l’ingegnere più pignolo di tutta la Motorizzazione… fosse stato qualcun altro, con i valori dei fumi che vanno bene, avrebbe chiuso un occhio. Stasera, comunque ti rendo l’auto, fino a fine mese puoi circolare.
Chiudo il telefonino e guardo il portafogli sopra il tavolo del soggiorno. Poi guardo, sempre in obliquo, Ughetto.
- Niente più sushi, Bello! Siamo in ristrettezze – lo informo.
Provo a stendermi sul divano ma il campanello dell’ingresso abortisce anche il secondo tentativo di pisolo.
è una maledizione!


Alé! Colazione veloce, poi tutti sul tetto (pardon, solarium)!

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