VUOTO A PERDERE di Favio Bolo
22a puntata
Approfittiamo di queste giornate primaverili per accelerare
la lettura del capolavoro di Favio Bolo, malgrado le resistenze del solito
PALLUCCHINO e della bigotta TARTARUGHINA, che lo considera un’opera oscena e
indegna.
26
La mattina dopo comincio il ritiro
spirituale a Carpaneta.
Agata si presenta a mezzogiorno con una
borsa sportiva piena di armi: Glock 17, Beretta ex ordinanza e mitragliette
Uzi. Tutte con relativo silenziatore.
-E’ roba sporca, - specifica. -Se ti fai
beccare ti accolli anche una decina di omicidi aggiuntivi. Sii cauto.
-Mi servono due telefonini puliti.
-Per fare?
-Comunicare con Antonella.
-Non lo riteniamo necessario. Meglio evitare
ogni contatto con l’esterno.
-Praticamente sono in prigione.
-Concludi il lavoro e sarai libero.
-… di spalare merda di dromedario. Allora
voglio un cambiamento di programma.
-Cioè?
-Prima sistemiamo la troiona, poi gli altri.
-Si comincia coi “Fratelli”. Questo è il
programma.
-Perché?
-Sono i più pericolosi: se porti a termine
la missione le altre saranno una passeggiata.
-Ok.
-Un’altra cosa, - replica. -Dammi le chiavi
della tua auto.
-Perché?
-Non può rimanere qui. La lasceremo in un
parcheggio e domani te ne porterò un’altra. Pulita.
-Ma… la mia Range…
-Non ti preoccupare: chi vuoi che rubi un
cassone del genere? Manco i marocchini.
stronza…
Se ne va.
-Bene, - dico a Ken. -Appiedato ma armato. A
proposito: hai mai sparato, coglione?
-Mai. E smetti di chiamarmi coglione.
-Ken non mi piace. Com’è che ti chiami?
-Celestino… Celestino Pancrazio.
-Ochei… Ken! Questo pomeriggio andiamo a
fare tirassegno.
La lezione di tirassegno diventa uno sfogo
per Ken.
-Sì! - inizia un monologo. -Serena mi piace
come donna, ma non si può vivere con una vegetariana con la sindrome di curare
gatti randagi! Ne ho le palle piene dei gatti, dei formaggi e dell’insalata!
Scappiamo una sera… solo io e te… andiamo ad ammazzarci con le proteine di
carne animale. Parliamo di fica, calcio e auto… almeno per una sera…
-E’ una proposta matrimoniale?
-Stupido! Aspetta qualche giorno e vedrai in
che cazzo di inferno ci hanno rinchiusi.
-Colpa tua.
-Sei proprio un uomo di merda. Ti offro la
possibilità di riscattare la tua coscienza dalle cazzate che hai commesso e
ancora mi rinfacci di averti contattato.
-Ti rinfaccio di avermi incastrato. E te lo
rinfaccerò per tutto il resto della breve vita che ci rimane.
-Credi che non riusciremo nelle missioni?
-Alla prima ci ammazzeranno come cani
randagi. Riposeremo per sempre in una discarica della ndrangheta.
-Quello che mi piace in te è l’ottimismo che
sprigioni da ogni poro…
-Continua a sparare, coglione!
-E non chiamarmi più coglione!
-Spara, coglione.
Dopo cinque lunghi giorni di spari e
riflessioni sul piano da adottare per eliminare i Fratelli devo convenire con
Ken che Carpaneta è una prigione e Serena la carceriera che ci mantiene a pane
e acqua. Una sera prendo l’iniziativa.
-Serena c’è un problema da affrontare. Un
problema serio. Ken sta andando in depressione, non posso coinvolgerlo nella
missione: sarebbe un pericolo per tutti e due.
-Cosa gli succede?
-Ken è uno spirito libero, uno zingaro senza
fissa dimora. Qua dentro sta morendo, ha pure bisogno di integrare il suo
regime alimentare. Ha sempre mangiato carne, non lo si può privare della
libertà e del suo cibo preferito all’improvviso.
-Ma ha una missione da compiere.
-Gli stanno pure cadendo le motivazioni. Dai
retta a me, ora come ora non serve a nulla, anzi è dannoso.
-Cosa proponi?
-Una sera di libera uscita. Cena in qualche
buon ristorante e un minimo di vita sociale.
-La vedo dura… ma ne parlerò con chi di
dovere.
è
una carceriera
Il giorno dopo arriva la risposta.
-Si può fare-, dice, -a patto che andiate a
cena all’agriturismo qua sotto e alle 22 siate di ritorno.
-Bella botta di vita!
-Ho dovuto combattere non poco per avere
questa concessione. Ken è un ricercato e, ora, pure tu.
-Io?
-Tu. Il commissario Mistretta ha emesso un
ordine di cattura nei tuoi confronti. La Polizia è già venuta a cercarti a
Migiana e, ora, la tua abitazione è sotto sorveglianza. Sei accusato
dell’omicidio di Marta.
-Ma sui giornali non ho letto nulla!
-Perché ancora non ti hanno catturato. Poi
passerebbero la notizia. Accontentati della cucina di Claudio, giù all’ “Acqua
calda”: è ottima e dicono che cucini il cinghiale come pochi.
cinghiale…
-Non sarà pericoloso?- domando.
-Istruirò Claudio, è un amico. Avrete una
saletta riservata ed entrerete ed uscirete da un ingresso secondario.
-Avere una camera per stare un’ora con
Antonella sarebbe possibile?
-Antonella è pedinata dalla Polizia.
Aspettano che li porti da te. Non mi sembra il caso. E neppure è consigliabile
telefonarle: ha i telefoni sotto controllo. Comunque sia correrete un grosso
rischio ad uscire.
-Capisco. Quando potremmo?
-Anche domani. Vorrei sapere il menù in
anticipo, per Claudio.
Rapida riunione operativa col coglione e
viene stilato un documento di vitale importanza.
-Antipasto: crostini con paté di fegatini e
torta al testo con prosciutto casareccio. Primi: pappardelle al cinghiale e
penne alla norcina. Secondo: maialino arrosto e bistecca alla fiorentina.
Contorno: patate al forno cotte insieme al maialino. Dolce: tozzetti e
vinsanto. Vino: Decugnano rosso e Rubesco riserva. Acqua: non serve. Caffè,
ammazzacaffè e grappa invecchiata di Barolo.
Vedo la mano di Serena tremare mentre
trascrive la richiesta culinaria. Ma non ho terminato.
-Una giovane cameriera disponibile per un
paio di…
-No!- mi anticipa il Duce.
-Anche non troppo giovane…
-No!- replica.
-Allora basta così. Come ci andiamo all’agriturismo?
-Vi accompagno io alle 20 e alle 22 vi vengo
a prendere.
-Meglio alle 23.
-22,15.
-Agli ordini.
La sera dopo siamo segregati in una
stanzetta dell’agriturismo adibita a sala da pranzo. C’è pure un caminetto
acceso a creare l’atmosfera alla giovane coppia clandestina.
Dopo un’epica battaglia contro gli
antipasti, innaffiati da una bottiglia di Decugnano, attacchiamo le pappardelle
al cinghiale. Una cuccuma intera, per sei persone. E, tra una forchettata e un
bicchiere di Rubesco, cominciano le confidenze.
-Sai-, dice Ken, -non mi sarebbe dispiaciuto
iniziare il lavoro dalla troiona.
-Perché?
-Finito il lavoro sarei scomparso. Io punto
solo alla mia vendetta.
-Lasciandomi nei casini…
-Saresti potuto scappare con me.
-Per andare dove?
-Ho amici sparsi in tutto il mondo.
-Perché non ti ci sei sistemato, allora?
Invece di tornare a rompermi i coglioni!
-Ingrato.
-Coglione!
Passiamo alle penne alla norcina. Ken prende
una solenne decisione.
-Bianco! Claudio, ci porta una Falanghina?
-Ken, ho una curiosità. Sei latitante… ma
cosa hai combinato, di preciso?
-Stronzate. Pirateria informatica ad alti
livelli. Faccio parte dei “Fratelli della rete”.
-Chi sono?
-I migliori hacker del pianeta. Siamo un
gruppo molto affiatato e ci consideriamo fratelli. Se uno è in difficoltà, gli
altri lo aiutano.
-Come?
-Nella rete si può fare tutto. E
difficilmente si viene scoperti. Vuoi un cambio di identità? E’ possibile. Con
un click prendi l’identità di una persona che è appena deceduta e i cui dati
del decesso si perderanno nella rete.
-Ma, nello specifico, tu cosa hai combinato?
-Stronzate, nulla di serio.
-L’Interpool la pensa diversamente.
-L’Interpool avrebbe bisogno della mia
consulenza. Ha un sito con delle protezioni ridicole.
-Cosa hai combinato?- insisto.
-Era un periodo che mi stavano sulle palle
alcune banche italiane. Ripulivano e riciclavano soldi della mafia vendendo
derivati e obbligazioni fallimentari ai piccoli risparmiatori. Ho fatto
crollare i loro titoli in borsa per un mese, immettendo documenti di false
indagini finanziarie in rete. Non me lo hanno perdonato.
-Tutto qua?
-Più o meno. Ho anche truccato i loro
bilanci e ho spostato i loro fondi neri ai conti correnti di alcune
associazioni umanitarie mondiali. Donazioni anonime.
-Quanto?
-Una manciata di miliardi di dollari.
-Forse non ti hanno perdonato questo…
-Aspetta che salti fuori il loro buco di
bilancio… allora sì che mi daranno la caccia seriamente!
-Sei un bastardo.
-Perché? Ho evitato che con quei soldi
venissero comprati armamenti per ribaltare qualche stato democratico ricco di
risorse naturali. Non mi sembra una cattiva azione.
-Senti, un’altra domanda: negli archivi dei
SIG o dei SIM non hai trovato nulla di riconducibile alla morte di Zanzara e al
mio attentato?
-Nulla. Nulla di nulla. Secondo me è stata
un’operazione decisa in autonomia, senza nessuna autorizzazione. Ecco perché
voglio la mia vendetta. Qualcuno ha deciso che dovevate morire. Neppure so il
perché.
-E, secondo te, Agata e Domiziana come fanno
a sapere chi è stato?
-Non lo so. Non le conoscevo.
conoscevo?
-Cioè?
-Credo ci sia una lotta di potere
all’interno dei servizi. Noi gli serviamo per colpire un bersaglio.
-Ci sarebbero tanti sicari più qualificati
di noi.
-Ma noi siamo sacrificabili… ecco perché
avrei preferito sistemare la troiona e poi darmi alla macchia.
-La troiona sarà l’ultimo bersaglio-,
commento.
-Concordo. Passami le patate.
Dopo la grappa e una decina di rutti
liberatori arrivano le 22,15 e Serena che inorridisce a vedere i resti della
strage di animali perpetuata dalle nostre mandibole.
-A casa-, fa col piglio della maestrina
scontenta perché abbiamo fatto gli scarabocchi sulla lavagna.
Dopo dieci giorni il piano per eliminare i
fratelli sicari è pronto. Ne parlo con Agata e Domiziana venute per esserne messe
a conoscenza.
-Dalle informazioni che mi avete passato
ho capito che esiste un solo momento
della giornata per poter eliminare tutti e tre i fratelli insieme. La mattina
alle nove quando si incontrano nella gelateria.
Le informazioni lasciatemi dicono che i tre
fratelli hanno un’attività di gelateria a Terni, come copertura. Ogni mattina
si incontrano là dentro per discutere i fatti loro. E questo è l’unico momento
della giornata che passano tutti insieme.
-Si tratta di entrare nel locale con una
scusa banale e farli fuori prima che abbiano il tempo di realizzare e reagire.
Ma ho bisogno di fare un sopralluogo insieme a Ken. Devo studiare i tempi e le
vie di fuga. Ho pure bisogno di un furgone e di due auto.
-Troppa roba-, risponde Agata.
-Un furgone, due auto e un motorino. Se non
li avete, rubateli-, replico. -E ho bisogno di andare a Terni. Con Ken.
-Va bene. Stabilisci il giorno per la
ricognizione-, Domiziana.
-Dopodomani.
-Benissimo. Si va a Terni tutti insieme-,
poi aggiunge, -su due auto separate. Se vi ferma la Polizia sono cazzi vostri.
La TARTARUGHINA raccolta in preghiera |
Nessun commento:
Posta un commento