giovedì 29 gennaio 2015

GATTARO (il)





MIKIpedia




Iniziamo la nuova rubrica con un termine molto utilizzato, ma di cui pochi conoscono il vero significato letterario e psicologico.

GATTARO (il)
- (reg.) abitante di Roma che accudisce e porta da mangiare ai numerosi gatti che popolano l’Urbe, spesso fra le rovine degli antichi edifici di età romana - recita un dizionario online
o, più semplicemente:
- (fam.) persona che nutre e accudisce i gatti randagi, soprattutto nelle grandi città  - un altro dizionario online.
Mah!
Definizione fredda, stringata ed errata del termine.
Il gattaro è vero che, sì, nutre ed accudisce gatti randagi, ma anche in altri luoghi oltre che a Roma o nelle grandi città. Forse nei piccoli borghi non esistono gatti randagi?
Ma non cominciamo subito a litigare coi sapientoni della Crusca che poi il Prof. PALLUCCHINO si incazza.
In sostanza il GATTARO è colui, solo ed esclusivamente in versione maschile (le gattare, pur svolgendo il medesimo compito presentano risvolti psicologici e patologie correlate ben più gravi), che occupa parte del suo prezioso tempo per giocare a fare il papà responsabile con un mucchio di quadrupedi pulciosi, indisciplinati e miagolanti. Tale presunta prole si presta volentieri al gioco, purché sia di breve durata giornaliera (giusto il tempo di aprire e versare sui piatti una decina di scatolette di cibo di qualità decente, riempire le ciotole con fragranti crocchette in busta sigillata e sostituire l’acqua delle scodelle con altra limpida e fresca). Solitamente il gioco papà/bebè pulciosi si interrompe se il GATTARO avanza assurde pretese quali: mettere l’antipulci ai suoi bambini, portarne qualcuno dai veterinari per un visitina di controllo o impedire loro di portare a spasso le prede ancora agonizzati a mò di trofeo.
Il GATTARO è una persona semplice, anche se riesce a vivere solo di complicazioni, parco nei consumi personali e non dedito ad abuso di droghe leggere o pesanti, malgrado le apparenze. Si nutre fondamentalmente di caffè, nicotina e Fernet, talvolta rompe la dieta con piatti di pastasciutta ben conditi o insalate che sanno di plastica riciclata.
Il GATTARO è una spugna; assorbe completamente le abitudini dei suoi protetti e le metabolizza, succede spesso di vederlo a fare pipì sui mucchi di sabbia da costruzione o in invitanti fioriere con la terra smossa.
Il GATTARO vive solo ed esclusivamente per i suoi amati pulciosi; col tempo tende ad annullare completamente la sua vita privata, cancellare i suoi affetti umani più cari e dimenticare le gioie terrene riservategli dalla natura, tipo ferie, sesso (coniugale ed extra), serate al tavolo di burraco, uscite spensierate sui cucuzzoli dei monti appenninici a cercare chissà cosa.
il GATTARO, col tempo, comincia a pensare e comportarsi come i felini che protegge; vive accoccolato accanto al termosifone acceso d’inverno, l’estate sotto i cespugli più ombrosi e freschi, spesso si arrampica sulle piante da frutto in attesa che un inesperto uccellino vada a beccare le ciliegie, scatta come una molla appena sente il rumore di una scatoletta di Gourmet Gold aperta nel raggio di due chilometri, prima guarda con sospetto i cani, poi comincia a detestarli, entra in auto solo ed esclusivamente dal finestrino lasciato aperto, spesso sbaglia anche auto e viene minacciato o percosso dal legittimo proprietario.
Il GATTARO non vuole noie o seccature; il mondo deve necessariamente adattarsi a girare intorno a lui mostrandogli solo la sua parte migliore.
Il GATTARO, col tempo, mentre sogna muove le sue zampette posteriori, la coda e fa strani versi con la bocca, talvolta russa, ma basta sverminarlo con regolarità un paio di volte all’anno.
Il GATTARO è colto; legge e scrive per compensare la sua visione del mondo bicromatica, lui conosce solo il bianco e il nero.
Se capisce di essere fotografato si muove in continuazione, come se le pulci stessero giocando a rugby in prossimità del suo pube.
Al GATTARO piace rovistare e rubare gli avanzi dai cassonetti della spazzatura, ecco perché a Perugia oramai tutti sono chiusi col lucchetto.
Il GATTARO ama bere dalle pozzanghere di acqua piovana, specie se torbide.
Il GATTARO è un simpatico ed innocuo animaletto, non maltrattatelo, ma adottatelo,se potete. Non è vero che sia poi così asociale anzi: è di estrema compagnia, soprattutto se lo lasciate dormire nel vostro letto la notte.

Classica espressione pensierosa del GATTARO

Nessun commento:

Posta un commento