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Iniziamo la nuova rubrica con un termine molto utilizzato,
ma di cui pochi conoscono il vero significato letterario e psicologico.
GATTARO (il)
- (reg.) abitante di Roma che accudisce e porta da mangiare
ai numerosi gatti che popolano l’Urbe, spesso fra le rovine degli antichi
edifici di età romana - recita un dizionario online
o, più semplicemente:
- (fam.) persona che nutre e accudisce i gatti randagi,
soprattutto nelle grandi città - un altro dizionario online.
Mah!
Definizione fredda, stringata ed errata del termine.
Il gattaro è vero che, sì, nutre ed accudisce gatti randagi,
ma anche in altri luoghi oltre che a Roma o nelle grandi città. Forse nei
piccoli borghi non esistono gatti randagi?
Ma non cominciamo subito a litigare coi sapientoni della
Crusca che poi il Prof. PALLUCCHINO si incazza.
In sostanza il GATTARO è colui, solo ed esclusivamente in
versione maschile (le gattare, pur svolgendo il medesimo compito presentano
risvolti psicologici e patologie correlate ben più gravi), che occupa parte del
suo prezioso tempo per giocare a fare il papà responsabile con un mucchio di
quadrupedi pulciosi, indisciplinati e miagolanti. Tale presunta prole si presta
volentieri al gioco, purché sia di breve durata giornaliera (giusto il tempo di
aprire e versare sui piatti una decina di scatolette di cibo di qualità
decente, riempire le ciotole con fragranti crocchette in busta sigillata e
sostituire l’acqua delle scodelle con altra limpida e fresca). Solitamente il
gioco papà/bebè pulciosi si interrompe se il GATTARO avanza assurde pretese
quali: mettere l’antipulci ai suoi bambini, portarne qualcuno dai veterinari
per un visitina di controllo o impedire loro di portare a spasso le prede
ancora agonizzati a mò di trofeo.
Il GATTARO è una persona semplice, anche se riesce a vivere
solo di complicazioni, parco nei consumi personali e non dedito ad abuso di
droghe leggere o pesanti, malgrado le apparenze. Si nutre fondamentalmente di
caffè, nicotina e Fernet, talvolta rompe la dieta con piatti di pastasciutta
ben conditi o insalate che sanno di plastica riciclata.
Il GATTARO è una spugna; assorbe completamente le abitudini
dei suoi protetti e le metabolizza, succede spesso di vederlo a fare pipì sui
mucchi di sabbia da costruzione o in invitanti fioriere con la terra smossa.
Il GATTARO vive solo ed esclusivamente per i suoi amati
pulciosi; col tempo tende ad annullare completamente la sua vita privata,
cancellare i suoi affetti umani più cari e dimenticare le gioie terrene
riservategli dalla natura, tipo ferie, sesso (coniugale ed extra), serate al
tavolo di burraco, uscite spensierate sui cucuzzoli dei monti appenninici a
cercare chissà cosa.
il GATTARO, col tempo, comincia a pensare e comportarsi come
i felini che protegge; vive accoccolato accanto al termosifone acceso
d’inverno, l’estate sotto i cespugli più ombrosi e freschi, spesso si arrampica
sulle piante da frutto in attesa che un inesperto uccellino vada a beccare le
ciliegie, scatta come una molla appena sente il rumore di una scatoletta di
Gourmet Gold aperta nel raggio di due
chilometri, prima guarda con sospetto i cani, poi comincia a detestarli, entra
in auto solo ed esclusivamente dal finestrino lasciato aperto, spesso sbaglia
anche auto e viene minacciato o percosso dal legittimo proprietario.
Il GATTARO non vuole noie o seccature; il mondo deve
necessariamente adattarsi a girare intorno a lui mostrandogli solo la sua parte
migliore.
Il GATTARO, col tempo, mentre sogna muove le sue zampette
posteriori, la coda e fa strani versi con la bocca, talvolta russa, ma basta sverminarlo
con regolarità un paio di volte all’anno.
Il GATTARO è colto; legge e scrive per compensare la sua
visione del mondo bicromatica, lui conosce solo il bianco e il nero.
Se capisce di essere fotografato si muove in continuazione,
come se le pulci stessero giocando a rugby in prossimità del suo pube.
Al GATTARO piace rovistare e rubare gli avanzi dai
cassonetti della spazzatura, ecco perché a Perugia oramai tutti sono chiusi col
lucchetto.
Il GATTARO ama bere dalle pozzanghere di acqua piovana,
specie se torbide.
Il GATTARO è un simpatico ed innocuo animaletto, non
maltrattatelo, ma adottatelo,se potete. Non è vero che sia poi così asociale
anzi: è di estrema compagnia, soprattutto se lo lasciate dormire nel vostro
letto la notte.
Classica espressione pensierosa del GATTARO |
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