venerdì 31 gennaio 2020

C'ERA UNA VOLTA...






LA CUCCIA DEL CAPO





C'era una volta l'inverno.
Il terribile e temutissimo inverno a Monte Malbe. Temuto dai felini che ancora soggiornavano alla Colonia Vecchia e dagli umani che giornalmente li dovevano accudire.
Freddo e tramontana, gelo e neve mandavano in letargo gran parte degli animaletti selvatici del monte e la Colonia tutta.
Anche il gattaro subiva la durezza della stagione e rallentava i suoi ritmi in Colonia.
Dagli inizi di novembre alla fine di marzo non c'era più da temere l'arrivo di cucciolate abbandonate, al limite poteva capitare qualche randagio vagante che trovava tra le mura del rifugio quel tepore e quel nutrimento di cui aveva bisogno, oppure qualche avanzo di cucciolata casalinga già bello cresciuto che doveva solo fare i conti della sua nuova (e peggiore) situazione. Ma erano casi sporadici, quasi unici, e non comportavano lavoro gravoso.
Gli omogeneizzati e le bustine di kitten avanzati si riponevano per l'anno successivo e si aumentavano le scorte di umido in casa cominciandole a piazzare sopra ai termosifoni caldi per dare un maggiore ristoro ai beneficiari.
Arrivavano anche le crudeli gelate notturne che spazzavano via ogni virus residuo dell'estate e pure qualche gatto anziano malconcio o meno anziano ma debilitato.
Il risveglio e l'inizio della nuova stagione era segnato dal primo canto del cuculo, orientativamente i primi dieci giorni di aprile.
Una volta c'era tutto questo a Monte Malbe. C'erano le ciotole dell'acqua perennemente ghiacciate, una nebbia che non vedevi il gatto a un metro oppure la tramontana che la spazzava via e pelava chiunque si azzardasse a stare allo scoperto. 
Ora è tutta un'altra cosa.
Non c'è più la corsa per mangiare veloci e correre ad occupare la cuccia più calda e comoda; i Coloni arrivano alla spicciolata dal bosco che ancora pullula di piccole prede e loro hanno da divertirsi.
Le zanzare continuano a svolazzarti intorno, un poco offese perché non trovano gambe ed avambracci nudi. I virus, le pulci e ogni altro bastardissimo batterio fanno un pisolino in attesa di riprendere il loro lavoro appena canterà il cuculo.
Gli arrivi (abbandoni e non) proseguono a ritmo incessante; 4 piccoli a dicembre (2 di 8-9 settimane e 2 di 6!), altri 2 adulti a gennaio (1 a Piscille) e un altro dovrebbe accasarsi a febbraio dopo un anno e più di perlustrazione.
Almeno le scatolette riscaldate sono sempre gradite!
Come quel vecchio bicchierino di caffè che bevevi allo stadio e dovevi premere il tappo, agitare che ti usciva bollente. 
Potrebbe essere un'idea da brevettare all'umido per i randagi!


La BOMBONA immersa nella nebbia alla Colonia Vecchia
Gennaio 2008


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