ETTORE
Come YARIS è figlio della voglia di un caffè del bar, PATATA
di quella di patatine fritte della pizzeria, ETTORE è figlio di qualche trancio
di pizza al taglio.
Correva il lontano 2003, eravamo ancora giovani, belli,
ricchi e con pochi gatti alla Reggia. La Colonia, poi, neppure l’avevo
scoperta, ancora…
Nel tardo pomeriggio del gelido 30 dicembre Micia decide che
ha voglia di pizza al trancio per cena, pur non essendo incinta. Non avendo voglia
di cucinare passa alla pizzeria al trancio di San Marco a rifornirsi di
vettovaglie e torna a casa con un
vassoio di pizze assortite e un gattino, microscopico, infreddolito, miagolante
e zoppo che ha raccattato nel parcheggio, dopo averlo sfamato un poco con la
mozzarella del condimento di uno dei miei tranci. Il piccolo è un simil-certosino alquanto spaventato dal suo primo viaggio in auto e come Micia lo
prende in mano per mostrarmelo scappa via e si rifugia su un albero, malgrado l’evidente
zoppia. Fungo da pompiere salvatore e torno poco dopo con il micio miagolante e
il dorso della mano completamente sfettucciato.
- Poverino, si è perso! – il commento della consorte.
- E tu non avevi ancora fatto la buona azione quotidiana! –
la mia replica.
Comunque, malgrado la bellezza del piccolo, l’enorme fame,
la scoperta del termosifone che emana
calore, mentre fuori sta parecchio sottozero, la piccola belva non si
intenerisce né si socializza. Ne fanno le spese pure i veterinari quando lo
sottopongono a radiografia e fasciatura della zampa posteriore destra per
ripristinare la brutta frattura. Risultato: ETTORE, così ribattezzato, rimane
zoppo e un paio di veterinari si guadagnano col proprio sangue il costo della
prestazione.
Tappezzata tutta San Marco con manifesti e fotografie della
belva, nella speranza di ritrovarle quel delinquente di proprietario (oggi
farei il contrario: tappezzerei San Marco con la foto del delinquente) e non
ricevendo alcun riscontro ETTORE diviene il quinto (o sesto o settimo) gatto
presente alla Reggia.
Una vita, per sua fortuna incolore: nessun problema fisico
(zampa a parte), solo una misteriosa scomparsa estiva, per scoprire poi che
era rimasto chiuso in casa di vicini.
Col tempo si è socializzato con gli umani, poco con i suoi
simili, conscio del fatto di non godere grossa popolarità tra i Gatti della
Reggia ha rinunciato da tempo all’idea di diventare Capocomunità e si limita
solo ad impartire severe lezioni ai piccoli che transitano incautamente a
portata delle sue zampe.
Per il resto vive la sua vita tranquilla; entra in casa solo
per mangiare, scacciando gli altri, e se ne va a dormire nel suo posto rimasto
segreto a tutti. Qualcuno sussurra che dalla fuga estiva sia nata una losca
tresca con la vicina.
ETTORE in meditazione |
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