martedì 10 novembre 2015

CAT'S STORY

                                            
                       



ETTORE





Come YARIS è figlio della voglia di un caffè del bar, PATATA di quella di patatine fritte della pizzeria, ETTORE è figlio di qualche trancio di pizza al taglio.
Correva il lontano 2003, eravamo ancora giovani, belli, ricchi e con pochi gatti alla Reggia. La Colonia, poi, neppure l’avevo scoperta, ancora…
Nel tardo pomeriggio del gelido 30 dicembre Micia decide che ha voglia di pizza al trancio per cena, pur non essendo incinta. Non avendo voglia di cucinare passa alla pizzeria al trancio di San Marco a rifornirsi di vettovaglie e torna a casa con un vassoio di pizze assortite e un gattino, microscopico, infreddolito, miagolante e zoppo che ha raccattato nel parcheggio, dopo averlo sfamato un poco con la mozzarella del condimento di uno dei miei tranci. Il piccolo è un simil-certosino alquanto spaventato dal suo primo viaggio in auto e come Micia lo prende in mano per mostrarmelo scappa via e si rifugia su un albero, malgrado l’evidente zoppia. Fungo da pompiere salvatore e torno poco dopo con il micio miagolante e il dorso della mano completamente sfettucciato.
- Poverino, si è perso! – il commento della consorte.
- E tu non avevi ancora fatto la buona azione quotidiana! – la mia replica.
Comunque, malgrado la bellezza del piccolo, l’enorme fame, la scoperta del termosifone che emana calore, mentre fuori sta parecchio sottozero, la piccola belva non si intenerisce né si socializza. Ne fanno le spese pure i veterinari quando lo sottopongono a radiografia e fasciatura della zampa posteriore destra per ripristinare la brutta frattura. Risultato: ETTORE, così ribattezzato, rimane zoppo e un paio di veterinari si guadagnano col proprio sangue il costo della prestazione.
Tappezzata tutta San Marco con manifesti e fotografie della belva, nella speranza di ritrovarle quel delinquente di proprietario (oggi farei il contrario: tappezzerei San Marco con la foto del delinquente) e non ricevendo alcun riscontro ETTORE diviene il quinto (o sesto o settimo) gatto presente alla Reggia.
Una vita, per sua fortuna incolore: nessun problema fisico (zampa a parte), solo una misteriosa scomparsa estiva, per scoprire poi che era rimasto chiuso in casa di vicini.
Col tempo si è socializzato con gli umani, poco con i suoi simili, conscio del fatto di non godere grossa popolarità tra i Gatti della Reggia ha rinunciato da tempo all’idea di diventare Capocomunità e si limita solo ad impartire severe lezioni ai piccoli che transitano incautamente a portata delle sue zampe.
Per il resto vive la sua vita tranquilla; entra in casa solo per mangiare, scacciando gli altri, e se ne va a dormire nel suo posto rimasto segreto a tutti. Qualcuno sussurra che dalla fuga estiva sia nata una losca tresca con la vicina.


ETTORE in meditazione

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