LA CUCCIA DEL CAPO
…mentre te ne stai tranquillamente tornando a casa in auto
scorgi una sagoma ai lati della buia strada collinare. Rallenti e cerchi di
capire cosa sia, anche se già sai cosa è: un gatto errabondo nella notte.
Lo affianchi e tiri giù il finestrino per osservarlo meglio.
E’ strano, Monte Malbe è pieno di gatti e tu ti soffermi ad osservare proprio quello: un gatto bianco
e nero, adulto, con l’andatura sicura di chi sa dove sta andando.
Gli sguardi si incrociano per un lungo, interminabile
attimo. Qualcosa colpisce entrambi: noi ci conosciamo!
Fermi l’auto e continui ad osservarlo. Anche lui si ferma e
ti osserva. Hai un dubbio, pesante, da
sciogliere. Forse pure lui lo ha; lo capisci dal modo in cui ti guarda. Cerchi
la parole giuste e le trovi, ma manca la parola chiave, quella rivelatrice.
L’età fa brutti scherzi, getti via tutte le informazioni e i ricordi che non
servono più per lasciare altro spazio a nuovi stimoli mentali, oramai sei come
un hard disk con poca memoria residua da utilizzare.
Ci pensi e sapresti benissimo cosa dire, ma il ricordo è
svanito.
Allora ti aggrappi alla prima associazione di idee che ti
passa per la testa ed esclami: - Ciao Scemino!
Lui ti guarda interdetto, non raccoglie il tuo saluto, si
volta e prosegue per la sua strada, come se fossi trasparente, mai esistito.
Forse penserà pure: -
Perché se ne andranno in giro di notte ad offendere, questi ubriaconi in auto?
Fortuna non ho attraversato la strada…
Sei conscio che non hai detto la parola chiave, quella
rivelatrice. Ma sai dentro di te che quel gatto lo conosci. Non ti sbagli,
anche se la mente è annebbiata da un poco di alcool e dalla stanchezza di una
serata fuori casa. Eppure è lui… ma non ne sei certo al 100%.
Succede allora che appena rimetti piede in casa corri al
computer, lo accendi e cominci a cercare quel qualcosa che ti è sfuggito.
Lo trovi nella cartella Gatti Colonia, sottocartella Missing
(scomparsi). Fatichi un poco a trovarlo, la maledetta parola chiave chissà dove
l’avrai nascosta nella tua mente!
Poi; una notte, all’improvviso… ti compare davanti una foto,
quella foto che cercavi, e sotto la parola chiave: LAPIS.
- LAPIS, cazzo! – quasi gridi, mentre ti accorgi che tua
moglie è salita dalla sua stanza a vedere cosa diavolo stai combinando ancora
alle due di notte davanti al computer acceso.
- LAPIS! – ripeti, mentre lei non capisce e avanza sospetti
sul tuo tasso alcolico.
- Ho visto LAPIS mentre tornavo a casa! – chiarisci – LAPIS,
il fratello scemo della SCEMINA (il che è tutto un dire)! Quello che era
sparito il secondo giorno dopo essere arrivato alla Colonia!
Gli occhi di tua moglie indagano pure sull’eventuale
assunzione di sostanze stupefacenti.
- Camminava lungo il bordo della Panoramica, ci siamo
affiancati, scrutati a lungo, poi lui si è avviato verso l’ingresso secondario
del convento. Hai capito?
Ora lei non ha più dubbi: alza la mano a mò di saluto e se
ne torna a dormire.
Fai spallucce e vai a svegliare la SCEMINA, come al solito
piazzata sopra al mobile della cucina e le dai la buona novella.
- Tuo fratello è vivo! L’ho visto prima che passeggiava
lungo la Panoramica! Capito quel paraculo? Ora abita dentro al convento!
La SCEMINA ti osserva con gli occhi semichiusi e con un
sonoro sbadiglio ti comunica che interrompe le trasmissioni e devi andare a
smaltire la tua indigestione di psicofarmaci da un’altra parte.
Sorridi soddisfatto mentre ti infili nel tuo letto; sarai
finalmente ospite di ‘Chi l’ha visto’.
Una rara immagine di LAPIS alla Colonia Nuova - Novembre 2014 - |
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